mercoledì 15 settembre 2021

Re Artù

Anna sul 1° tiro.
Alberto sul 5° tiro.
Sull'8° tiro.
Tracciato della via (verde). Il rosso la Hoi-Nau.
Punta Lastoi - Lastoi di Formin
Parete S

Accesso: dal passo Giau (o dal tornante appena prima di esso, salendo da Cortina) si segue il segnavia 436, superando un paio di forcellette per poi immettersi in un vallone e salire fino a forcella Giau, sovrastata dalla Punta Lastoi. Da qui seguire la traccia che sale verso sinistra, prima per prati e rocce e poi attraverso il ghiaione. Il sentiero si avvicina alla parete e supera lo spigolo dove attacca la Hoi-Nau. La via attacca poco più a destra (fix visibile, un po' alto), prima di una striscia nerastra oltre la quale c'è una targhetta "LMD" che segna l'attacco di Love my dogs.
Relazione: via molto bella che sale la parete S di Punta Lastoi per placche, diedri e qualche breve strapiombo, sempre su ottima roccia (con qualche punto in cui fare attenzione). La via è ben protetta a fix, ravvicinati nei passi più impegnativi e un po' più distanti nel resto. Eventualmente aggiungete all'armamentario un paio di friend, seppur non strettamente necessari. Soste su due fix con cordone ed anello tranne l'ultima.
1° tiro: salire in direzione del fix, superare un tettino e continuare a sinistra per fessura fino alla sosta. 35 m, 6a (passo), cinque fix.
2° tiro: salire dritto poi tenere lievemente a sinistra per placca verticale. 30 m, 6a, nove fix.
3° tiro: salire un po' verso sinistra fino ad una cengia, dove ci si sposta a destra alla sosta. 30 m, 5a; cinque fix, un chiodo.
4° tiro: superare un muretto e portarsi verso sinistra per rocce rotte fino ad una cengia. La sosta è sulla destra. 25 m, 5b; tre fix, un chiodo.
5° tiro: salire per il diedro e spostarsi a destra su un ballatoio. Superare un breve strapiombo e raggiungere la sosta. 25 m, 6a; quattro fix, un chiodo con cordino, un cordino in clessidra.
6° tiro: salire il muro a destra della sosta e proseguire per placca verso sinistra. 45 m, 6b (passo non obbligato); dodici fix, un cordino in clessidra.
7° tiro: salire un muretto e continuare, seguendo poi la fessura gialla più a destra delle due fino all'uscita in cengia. 15 m, 6a; sei fix, un chiodo.
8° tiro: salire a destra della sosta e rientrare a sinistra; continuare lungo lo spigolo e spostarsi poi alla fessura di destra, che si sale fino alla sosta. 30 m, 6a+ (uno/due passi iniziali), dieci fix.
9° tiro: salire a sinistra di un pilastro posto vicino alla sosta e continuare dritti per una specie di canale fino alla sosta. 35 m, 5b.
10° tiro: superare un muretto in partenza e proseguire dritti lungo la direttrice di una riga nera fino al pianoro sommitale. 40 m, 5b. Sosta su fix (raccomandata). In alternativa continuare ancora per poco e allestire una sosta su spuntone.
Discesa: dalla sommità si scende lungo l'altopiano dei Lastoi, tenendosi un poco sulla destra e seguendo alcuni ometti. Si giunge così ad un profondo canale, dove si scende per pochi metri ad una sosta per calata. Si eseguono quindi due calate da circa 50 m l'una (se avete una corda singola le calate sono tre e bisogna poi scendere una breve paretina), tenendo la sinistra in fondo (viso a valle). Alla fine delle corde doppie si scende fino alla base della parete e da qui in breve al punto di attacco, ed a ritroso lungo il sentiero di andata.

Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

mercoledì 8 settembre 2021

Ghedina

La targa di confine
Relazione originale [1]
Sul 3° tiro
Tracciato della via
Torre Luisa - Nuvolau
Parete SE

Accesso: da passo Giau prendere il sentiero verso il Nuvolau e lasciarlo subito, seguendo a destra il segnavia 443. Ad un secondo bivio, abbandonare il sentiero 443 (che porta alla Cinque Torri) e seguire la traccia in salita verso sinistra, che in breve conduce in vista della Torre Luisa. Al terzo tornante si lascia il sentiero e si traversa per prati fino alla parete, dove si nota una bellissima targa di confine con gli stemmi del leone di S. Marco e dei conti del Tirolo. La via attacca un poco a sinistra della targa, appena prima di una fessura grigia.
Relazione: bella via, purtroppo corta,  che risale la parete E della torre con arrampicata divertente su ottima roccia. I passi di V+ sono protetti, ma la prima parte del primo tiro richiede un minimo di capacità di movimento sul V. Portare friend piccoli e medi. La relazione originale [1] è molto sintetica, ma pare salire un percorso lievemente diverso da quello odierno.
1° tiro: salire lungo la fessura (o anche alla sua sinistra) fino ad un ripiano oltre cui si continua per un diedro giallastro poco marcato per uscire poi in orizzontale a destra e portarsi alla sosta in corrispondenza dell'evidente sella. 35 m, V (passo V+); due chiodi, due cordoni in clessidra (uno marcio). Sosta su un chiodo e due cordini in clessidre con maglia-rapida.
2° tiro: non puntare alla cengia giallastra ben visibile dalla sosta, ma salire le rocce grigie per poi spostarsi a sinistra, superare un muretto e proseguire per rocce più facili fino ad uno spuntone oltre cui si trova un pino mugo e la sosta. 25 m; IV, V (passo), IV, III; tre chiodi. Sosta su un chiodo e due clessidre con cordino e maglia-rapida. Altro chiodo poco sopra sulla sinistra.
3° tiro: salire appena a destra della sosta, rientrare a sinistra per proseguire lungo la fessura, superare un tratto più verticale e continuare verso destra sotto rocce giallastre. 30 m; IV, V+ (passo), IV; quattro chiodi. Sosta su un cordone in clessidra (vecchio cordone marcio poco sotto).
4° tiro: spostarsi a destra, doppiare lo spigolo e salire senza percorso obbligato. 25 m, IV. Sosta su cordone su spuntone con maglia-rapida.
Discesa: per roccette dal lato opposto a quello di salita fino al sentiero di andata che si segue verso sinistra.

Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

[1] A. Berti, Dolomiti orientali Vol. 1 (p. 122), CAI-TCI, 1971

lunedì 6 settembre 2021

Osteria del vicolo

Il locale
Antipasto del Pollino
Foglie di rose
Tagliolini al tartufo nero su fonduta di caciocavallo
Filetto di maialino Nero alla liquirizia e cipolle di Tropea
Bocconotto
Vico I° San Francesco 5
Mormanno (CS)


Qui è comodo arrivarci se state percorrendo l'autostrada SA-RC e vi imbattete nell'uscita omonima. Se invece venite, come noi, dalle meraviglie dell'Arcomagno, preparatevi ad un'ora buona di viaggio su strade che potrebbe non essere particolarmente salutare percorrere dopo le libagioni di una cena.
Ma ne vale la pena! Soprattutto d'estate, anche per sfuggire al clima torrido e all'affollamento della striscia costiera, per allontanarsi dalle centinaia di locali coi loro menù turistici, per scoprire una Calabria diversa, di montagna, con i suoi siti archeologici così lontani dall'oleografia delle spiagge trafitte da schiere di ombrelloni. E anche per mangiare bene!
Il locale è nascosto in fondo ad un vicoletto dietro la piazza principale. Pareti e tovaglie in rosso porpora (o simile tonalità), sedie impagliate, aspetto da osteria moderna, con i soliti quadri di dubbio gusto alle pareti. Meglio guardare al menù allora, che propone rigorosamente piatti tipici della zona, con materie prime locali. La scelta è piuttosto varia, più di quel che mi sarei aspettato, con una decina circa di primi e altrettanti secondi, questi ultimi di sola carne a parte un paio di proposte di baccalà.
Noi abbiamo iniziato dividendo un antipasto del Pollino, che propone assaggi di salumi (salame piccante, prosciutto, capocollo) e formaggi locali, con l'aggiunta delle ottime lenticchie di Mormanno.
Sui primi piatti il tavolo si divide tra le Foglie di rosa, ovvero degli straccetti di pasta con salsa di pomodoro, noci (e ricotta?) ed i Tagliolini al tartufo nero su fonduta di caciocavallo, forse una scelta migliore: la pasta è ottima, ma il sugo delle Foglie, pur buono, mi ha lasciato l'impressione di scivolare sulla pasta senza insaporirla del tutto.
Per il secondo, la scelta cade sul Filetto di maialino Nero di Calabria, una razza autoctona e con una carne di qualità migliore e più magra rispetto ai suoi "fratelli", salvato dall'estinzione e recuperato, qui proposto nelle due declinazioni con liquirizia e cipolla rossa di Tropea e con porcini e noci. La carne è ottima e l'accostamento con la liquirizia davvero indovinato.
Tra i dolci, non esaltanti quanto il resto della cena, c'è il classico Bocconotto e qualche torta.
Molto interessante la cantina, focalizzata sui vini calabresi. In omaggio alla provincia che ci ospita, tralascio i Cirò e mi oriento sui vini a base magliocco. Dopo la canonica chiacchierata con l'ostessa, la scelta cade sul Magliocco Rinni di Cantine Viola, vino interessante che accompagna bene soprattutto i secondi, mentre è un po' troppo intenso per i primi (ma non si può pretendere).

E dopo tutto questo, provate ad immaginare l'entusiasmo con cui si risale in auto per un'altra ora di strade improbabili...

Il conto: 71€ per
2 primi
2 secondi
2 dessert
1 bottiglia di vino (18€)
2 bottiglie di acqua

martedì 31 agosto 2021

Treni 2218 e 2275 (Bergamo-Milano Lambrate): ritardi maggio-luglio 2021

Fig. 1: distribuzioni cumulative dei ritardi per il treno 2218 delle 8:02
nei trimestri maggio-luglio dal 2015 al 2021.
Fig. 2: Andamento mensile dei ritardi per il treno 2218 (8:02).
Fig. 3: Come in Fig. 1, ma per il treno 2275 delle 17:41.
Fig. 4: Come in Fig. 2, ma per il treno 2275 delle 17:41.
22/06/21. Buon pomeriggio da Trenord...
La novità più interessante di questo trimestre è un rapporto pubblicato da colleghi del Politecnico di Milano relativo a Trenord. La lettura è vivamente consigliata, ma se non volete cimentarvi con le sue 59 pagine, potete saltare direttamente alle ultime pagine di conclusione, oppure leggere questa breve sintesi pubblicata su un quotidiano locale. Il rapporto è analitico, dettagliato, preciso, e dimostra chiaramente quello che tutti sanno, ovvero che a Trenord dovrebbe essere tolto il "servizio" (sevizio per i pendolari) al più presto. Per citare da p. 56:
Quello che non sembra accettabile (e nemmeno ammissibile) è che Trenord conservi il monopolio di servizi che non è palesemente in grado di esercire.
Anche sul capitolo ritardi, argomento di questa serie di post, si legge chiaro e tondo come il tutto non funzioni (sempre a p. 56):
In primo luogo, l’attuale definizione di ritardo è distorcente a favore dell’azienda (diluendo nella giornata i picchi di ritardi dei treni più frequentati e ignorando le fermate intermedie). In secondo luogo, i bonus e le penalità basati su soglie di ritardo ai capilinea sono solo limitatamente efficaci perché l’orario può essere dilatato (pratica usata diffusamente, come ben sanno i pendolari di alcune linee).
Ad ulteriore (se mai ce ne fosse bisogno) conferma di quanto scritto sopra, possiamo ora serenamente (si fa per dire...) guardare al resoconto, invero assai tardivo, dei ritardi cumulati nell'ultimo trimestre pienamente lavorativo. Il treno 2218 conferma il forte peggioramento rispetto all'anno 2020, con puntualità al 10% e al 62% entro 5' di ritardo. Ritardo massimo di ben 27'. Anche in questo trimestre il 2021 si piazza tra gli ultimi posti da quando è iniziata la rilevazione.
L'andamento "storico" in Fig. 2 evidenzia il solito peggioramento estivo con il 10% dei treni che superano il quarto d'ora di ritardo! Una roba indegna.
Se passiamo al 2275, c'è solo da piangere. Il treno è ancora di quelli che probabilmente circolavano sulla Napoli-Portici del 1839, e potrebbe benissimo far parte di quel materiale che Trenitalia ha già radiato, ma che Trenord continua a far circolare (come riportato qui). Ricordiamo poi sempre che i tempi di percorrenza sono stati pure aumentati, col solo effetto di aumentare anche i ritardi! La puntualità è al 24%, e al 67% entro 5' di ritardo. Notate sempre il solito andamento bimodale, con una coda infinita verso destra, ad indicare ritardi che non finiscono mai; il valore massimo registrato è infatti di ben 48 (quarantotto!!!) minuti. Ai lettori le conclusioni...
L'andamento mensile è in linea con quanto di precedente, ma si evidenzia pure una tendenza al peggioramento (curva arancio), e il solito andamento oscillante su valori scandalosi della "puntualità" al 90% dei treni (curva verde), che balla tra i 10 e i 30'.
Conclusione (come dicono i colleghi): togliete il monopolio del servizio ferroviario regionale a Trenord!

Nota: i dati sono raccolti personalmente o da app Trenord. Per correttezza, bisogna specificare che i ritardi sopportati dai pendolari su questi due treni non sono indicativi dei ritardi complessivi, che sta ad altri raccogliere e rendere pubblici. Idem per i rimpalli di responsabilità tra Trenord, Rfi, e quant'altri. Qui si cita Trenord in quanto è ad essa che i poveri pendolari versano biglietti ed abbonamenti, e ai quali dovrebbe rispondere del servizio.

lunedì 30 agosto 2021

Superbaffelan

Sul 1° tiro.
Anna sul 2° tiro.
Sul 5° tiro.
Anna sul 6° tiro.
Tracciato della via.
Baffelan (Gruppo del Sengio Alto) - Piccole Dolomiti
Parete E

Accesso: raggiungere Recoaro Terme e salire al passo di Campogrosso. Appena prima del rifugio Campogrosso si stacca a destra la Strada del re, inaugurata nel 1918, che congiunge i passi di Campogrosso e delle Fugazze. La si percorre fino alla sbarra, dove si parcheggia. Si prosegue a piedi fino ad una curva verso destra, dove si stacca una scorciatoia. Si segue la traccia più a sinistra fino all'imbocco di un canale (targa), lo si risale giungendo al camino di attacco della via Carlesso. si prosegue brevemente fino ad arrivare in corrispondenza di una cengia. Appena prima, si attraversa (attenzione!) sulla sinistra, giungendo su uno stretto terrazzo. Alla sua sinistra c'è l'attacco (fix e chiodo). Sopra la sosta si vede uno spit della Tranquillo e Placido; sulla placca a destra della sosta ci sono i fix della via.
Relazione: bella via che sale la parete E del Baffelan con arrampicata sostenuta, anche se su difficoltà non troppo elevate. La chiodatura è buona a fix, ravvicinata ma non troppo, con alcuni posizionamenti che risultano un po' illogici, forse figli della chiodatura dall'alto. I passi più duri sono in parte azzerabili; la difficoltà obbligata è intorno al 5c. Portare solo rinvii; un paio di friend piccoli possono essere utili se non vi sentite proprio a vostro agio, anche se le possibilità di integrazione non sono molte. Tutte le soste sono su due fix con anello tranne dove indicato.
1° tiro: salire a destra della sosta per placca, proseguire per una fessurina e sostare sulla destra. 30 m, 5c (passo di 6a?), otto fix.
2° tiro: spostarsi a sinistra della sosta (fix ravvicinato) verso un diedro, salirlo e riportarsi a destra superando un breve strapiombo 30 m, 5c, otto fix.
3° tiro: salire a destra per roccette fino alla sosta. 25 m, 5b, cinque fix.
4° tiro: spostarsi a destra a doppiare uno spigolino, salire a superare una fessura un po' aggettante (o la placca alla sua sinistra) per salire ancora verso sinistra. 45 m, 6a+/6b, undici fix.
5° tiro: salire verso sinistra, superare una fessura e continuare per muretti fino alla sosta. 30 m, 6b, undici fix. Sosta su tre fix (due con anelli).
6° tiro: salire a destra, superare un breve strapiombo e risalire un diedro fessurato obliquo verso sinistra che porta alla sosta. 30 m, 5b, otto fix.
7° tiro: salire per un corto muretto e poi per rocce più articolate fino alla sosta. 30 m, 4a, sette fix. Sosta su due fix con anello e cordone.
8° tiro: salire il canale appena a destra della sosta fino alla sommità. 20 m, II, un fix. Sosta su tre spit.
Discesa: si segue la via normale, portandosi verso la croce di vetta (S, a sinistra rispetto la direzione di salita) e si scende sulla destra (O, versante opposto a quello di salita) seguendo gli ometti. Giunti ad una forcella si continua per traccia (ometti) verso destra fino ad un passo (del Baffelan), dove è evidente il canale di discesa sulla destra (Boale del Baffelan). Si scende quindi per traccia fino ad un muro di contenimento, che si supera grazie ad un tratto attrezzato sulla destra, proseguendo poi fino alla strada del re.

Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

lunedì 23 agosto 2021

Vecchia quercia

Sul 1° tiro.
Teo sul 2° tiro.
Teo sul 3° tiro.
Sul 4° tiro.
Torrione Scandella - Presolana del prato
Parete S

Accesso: raggiungere la malga Cassinelli parcheggiando a sinistra poco prima del passo, in corrispondenza di una chiesetta (cartello "Cantoniera della Presolana"), seguire la strada che si stacca in salita fino al secondo tornante e lasciarla per proseguire lungo il sentiero. In alternativa parcheggiare qualche centinaio di metri prima sulla destra, nei pressi dell'Hotel Spampatti, e seguire la strada di fronte e subito il sentiero a destra (indicazioni per baita Cassinelli), che sale nel bosco e si congiunge con il precedente. Superare la malga Cassinelli e risalire il ghiaione (segnavia 315 per il bivacco Città di Clusone e Grotta dei Pagani), oltrepassare il bivacco e la cappella Savina e proseguire per un breve tratto tra roccette. Quando il sentiero torna pianeggiante si prende una traccia che sale ripida sulla destra e porta alla base del torrione Scandella (lapidi). Da qui si risale poche decine di metri verso sinistra superando gli attacchi di Alpilandia e del Il tramonto di Bozard, giungendo all'attacco della via (scritta).
Relazione: via molto bella su roccia fantastica e chiodatura ottima, in puro stile plaisir. Portare solo rinvii. Le soste sono su due fix con due maglia-rapida.
1° tiro: il tiro originale sale uno strapiombo sulla destra, ma noi abbiamo percorso una variante successiva, che sale leggermente a sinistra su una pancia e piega poi verso destra giungendo alla sosta. 30 m, 6a (passo); quattro fix, un cordone in clessidra.
2° tiro: spostarsi a destra ad una sosta su golfari, salire dritti per placca, attraversare a sinistra e salire alla sosta sulla sinistra. 25 m, 5c; due fix, due chiodi, un cordone in clessidra.
3° tiro: salire a destra della sosta per un vago diedrino e placche. 25 m, 4b; un fix, due cordini in clessidra.
4° tiro: dritti per la bella placca fino ad una cengia dove si sosta. 25 m, 4c; due fix, due chiodi, un cordino in clessidra.
5° tiro: salire per un corridoio di placche vicino a chiazze d'erba, prima dritto e poi piegando verso destra. 30 m, 5c; tre fix, due chiodi.
Discesa: conviene spostarsi pochi metri a destra (rispetto alla direzione di salita) e raggiungere la sosta del Tramonto, da cui si scende in doppia con tre calate.

Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

mercoledì 28 luglio 2021

L'ira di Milio

Sul 1° tiro.
Sul 2° tiro.
Teo sul 5° tiro.
Tracciato della via (rosso). In viola Attimi fuggenti.
Le frecce indicano le partenze di Respiri profondi, Tetide,
Buon compleanno, Refrattari.
Presolana del prato (avancorpo)
Parete S

Accesso: dalla Val Seriana verso il passo della Presolana; parcheggiare sulla destra in un largo spiazzo poco prima di raggiungerlo, appena prima di una chiesetta (cartello "Cantoniera della Presolana"), seguire la strada che si stacca di fronte fino al secondo tornante e lasciarla per proseguire lungo il sentiero, raggiungendo la baita Cassinelli (indicazioni). In alternativa parcheggiare qualche centinaio di metri prima sulla destra, nei pressi dell'Hotel Spampatti, e seguire la strada di fronte e subito il sentiero a destra (indicazioni per baita Cassinelli), che sale nel bosco e si congiunge con il precedente. Superare la malga Cassinelli e risalire il ghiaione (segnavia 315 per il bivacco Città di Clusone e Grotta dei Pagani), oltrepassare il bivacco e la cappella Savina e raggiungere un breve tratto pianeggiante tra roccette. Al suo termine si sale il ghiaione seguendo una vaga traccia, che porta praticamente davanti all'attacco della via (scritta), sulla destra dell'evidente lavagna giallo-nera. A destra sale Fata Morgana, a sinistra Attimi fuggenti.
Relazione: come le altre sue compagne dell'avancorpo, la via è protetta a spit; un po' datati ed artigianali a dire il vero, ma pur sempre sicuri. Inutili i friend: le protezioni sono in stile-falesia, con solo un paio di spostamenti a sinistra con spit appena sotto il piede che "vivacizzano" la bella salita. La roccia è ottima, le difficoltà contenute, il divertimento assicurato. Tutte le soste sono su due golfari (la prima ha anche i cordini di collegamento).
1° tiro: salire il pilastrino sopra la scritta e raggiungere la sosta. 20 m, 5c; cinque spit.
2° tiro: salire la placca fino all'evidente diedro giallo sovrastante la sosta. Traversare a sinistra e continuare per placca fino ad uscire su una terrazza erbosa, ignorando la sosta. Proseguire tra erba e rocce un po' infide puntando al lato sinistro del muro giallo, dove si sosta alla base di un pilastrino grigio. 45 m, 5c; otto spit, una sosta intermedia (due golfari).
3° tiro: salire il pilastrino, traversare a sinistra e superare un breve muretto, continuando poi per placca fino alla sosta. 30 m, 6a (passo), otto spit.
4° tiro: salire fino alla cengia (ignorare la sosta) e proseguire dritti fino alla sosta. 25 m, 5b; tre spit, una sosta intermedia (tre golfari).
5° tiro: dritti si vedono i fix di Attimi fuggenti. Si tiene invece la destra, raggiungendo la parete a destra di un canale. Si sale lungo un pilastrino e, quando questo finisce sulla cresta finale, si raggiunge la sosta sulla sinistra. 40-45 m, 5b; sei spit, un chiodo, un cordone in clessidra.
Discesa: in doppia sulla via:
1a calata: 50 m dalla fino alla sosta intermedia del 4° tiro, sul bordo della cengia;
2a calata: 60 m fino alla sosta intermedia del 2° tiro;
3a calata: 40 m fino a terra.

Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

venerdì 16 luglio 2021

Trattoria del Muliner

Insalata di luccio
Tagliolini con gamberi e verdure
Tinca al forno con polenta
Torta del muliner
Via S. Rocco 16
Clusane, Iseo (BS)


La riapertura dei locali è ovviamente un'ottima notizia per tutti, sia per chi ci lavora che per chi può tornare nei posti dove è piacevole sedersi a gustare del buon (o ottimo) cibo, degnamente accompagnato. E così una domenica di qualche settimana fa decido che la montagna può attendere e cedere il passo ad una sana gozzoviglia. Ci dirigiamo quindi verso il lago d'Iseo, sponda bresciana questa volta, per tuffarci ancora... nella cucina di pesce d'acqua dolce. Destinazione Il muliner (il mugnaio), trattoria esistente dal 1963 sotto la stessa gestione familiare. Arredo moderno, nitido e piacevole, che contrasta con i tavoli in legno di foggia più antica; uno spazio coperto all'esterno in cui il caldo esasperante di quest'estate si fa sentire un po' troppo.
Menù centrato sulla cucina di lago, attento ai prodotti locali, con qualche concessione alle carni per gli "eretici"; quattro-cinque primi ed altrettanti secondi per una proposta decisamente interessante. Prezzi non propriamente "da osteria", ma tutto è di ottima qualità.
Per iniziare, tra gli antipasti scelgo l'insalata di luccio all'olio del Sebino, porzione abbondante presentata in maniera eccellente, ma che oltre alla vista ha soddisfatto anche il gusto!
Tra i primi piatti mi dirigo senza indugio sui tagliolini con gamberi e verdure, dopo essermi assicurato che i gamberi in questione siano gamberi di fiume (ma non provenienti dalla zona; non tutto può essere a "chilometro zero"). Piatto veramente delicato e gustoso, sia per la pasta che per i gamberi. Anche lo spaghettone con sardine essiccate del lago riscuote consenso, ma la quantità lascia un po' a desiderare.
Fedele al precetto che in queste circostanze si mangia più per golosità che per fame, non posso certo rinunciare al secondo. E il secondo non può che essere un piatto tipico della zona, la tinca al forno con polenta. Anche in questo caso, la cottura è perfetta ed esalta il sapore del pesce (chi ha detto che i pesci di lago non sono saporiti?), mentre pangrattato ed aromi, nonché l'assenza del burro fuso, non appesantiscono affatto il gusto.
C'è ancora un po' di spazio per il dessert: onestamente non trovo niente di particolarmente goloso e mi rifugio nella torta del muliner, una buona pastafrolla (con ciliegie? Boh... memoria, memoria...). Devo ammettere però che i fruttini-gelato (sei piccoli frutti svuotati e riempiti con gelato dello stesso frutto) erano decisamente migliori!
Interessante la lista dei vini, ovviamente centrata sulla Franciacorta, e che evidenzia i produttori legati alla FIVI. Per restare nei dintorni, ma non proprio nella zona, mi sposto un po' ad est, a pescare un Lugana (bio) di Pasini San Giovanni, che si sposa perfettamente al cibo.

Il conto (tre persone): 171 € per
3 antipasti
3 primi
2 secondi
2 dessert
3 caffè
2 bottiglie di acqua
1 bottiglia di vino

mercoledì 14 luglio 2021

Diedro Stefani-Toldo

Sul 1° tiro.
Teo sul 2° tiro.
Sul 3° tiro (foto Giovanni Fontana).
Sul 5° tiro.
Teo sul 5° tiro.
Tracciato della via. La fotografia originale
della parete è di Matthias Stefani.
Bastionata di Obergrubele - Valdastico
Parete NO

Accesso: si raggiunge la Valdastico ed il comune omonimo, attraversando il fiume e raggiungendo il borgo di S. Pietro Valdastico. Nel centro del borgo, praticamente di fronte alla piazza della chiesa, si stacca sulla sinistra una strada (via Rotzo) senza indicazioni (NON proseguire fino a Pedescala). La si percorre, ignorando le deviazioni per le frazioni, risalendo due gruppi di quattro tornanti e proseguendo in piano fino ad un'evidente costruzione sulla sinistra (scritta Valdastico servizi). Si parcheggia sulla rampa di accesso (pochissimi posti) e si continua brevemente a piedi fino ad una strada bianca sulla sinistra, che si percorre sino ad incontrare un paio di ometti. Sulla destra si stacca un ripido sentiero (ometti) che conduce ad un canale con corda fissa. Lo si risale e ci si sposta a sinistra fino all'attacco della via (due chiodi e scritta).
Relazione: via molto bella aperta nel 2017 con protezioni veloci e poi ripulita e richiodata ad uso di alpinisti un po' conigli come il sottoscritto. La linea elegante, la chiodatura ottima, la roccia buona (con qualche punto in cui fare un po' di attenzione) ne hanno fatto in breve tempo una delle vie più frequentate della zona, che lascia solo il rimpianto di non essere più lunga: non perdetevela! Percorso sempre logico ed ovvio, marcato dai chiodi; utili comunque un paio di friend per integrare qua e là.
1° tiro: salire il muretto e spostarsi a destra fino ad una placca. Salirla (passo delicato) portandosi poi verso destra a doppiare uno spigoletto e salire per breve diedro alla sosta. 35 m; V, III, V+, V; undici chiodi, una sosta intermedia (due chiodi e cordone). Sosta su tre chiodi con cordone, maglia-rapida ed anello.
2° tiro: non puntare all'evidente diedro giallastro dall'aspetto malsicuro posto sopra la sosta, ma spostarsi appena possibile sulla placca di destra, per tornare poi a sinistra più in alto. Superare un muretto e raggiungere un pilastrino ed il terrazzo di sosta sulla sinistra. 30 m, IV+, nove chiodi (uno con cordone). Sosta su tre chiodi con cordone ed anello.
3° tiro: salire per breve placca e continuare per il bellissimo diedro ad arco. Dove questo diviene più verticale ci si sposta a destra (cordone ben visibile) e si sale per placca alla sosta. 30 m, V-; sette chiodi, una clessidra con cordone, un cuneo con cordone. Sosta su tre chiodi con cordone ed anello.
4° tiro: spostarsi a destra e salire fino ad un breve diedro che conduce ad una larga cengia erbosa dove si sosta. 20 m, IV+, cinque chiodi. Sosta su albero con cordone ed anello.
5° tiro: salire la parete di fronte, spostarsi a destra e continuare (passo non banale) in obliquo verso destra fino a raggiungere la sosta. 35 m, V+, sei chiodi. Sosta su due chiodi con cordone ed anello.
6° tiro: traversare a destra e superare un breve muretto, spostarsi ancora lievemente a destra e salire per il diedro (passo iniziale leggermente aggettante) fino a raggiungere il bosco sommitale. 15 m; IV, passo di VI-, V; quattro chiodi. Sosta da attrezzare su pianta.
Discesa: poco sopra la sosta si nota un'evidente traccia, che si segue verso destra fino allo sbocco di un canale. Qui conviene fare una calata in corda doppia da 60 m, che evita la discesa lungo il canale terroso e friabile, per poi proseguire verso destra (viso a valle; ometti) giungendo in breve alla corda fissa utilizzata per la salita. Da qui si rientra lungo il percorso di andata.

Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

sabato 19 giugno 2021

Via dei Pell e Oss

Teo sul 1° tiro.
Sul 2° tiro.
Teo sul 2° tiro.
Tracciato della via.
Torrione della grotta - Grignetta
Parete SSO

La prima notizia di questa salita di Berti e Nusdeo del 1954 si trova nel libro di Claudio Cima del 1971, che ne dà breve descrizione (p. 64) e la condanna come roccia friabile. Giudizio confermato nell'edizione 1975 dove si aggiunge (p. 98): mai ripetuta. Nemmeno citata nella guida di Dante Porta, ricompare nella monografia CAI-TCI di Eugenio Pesci, che si rifà a Cima. Aperta con venti chiodi, ne furono lasciati quattro. La via dorme tranquilla fino al 2011, quando è ripulita e richiodata: dieci anni dopo, siamo andati a darle un'occhiata, ben provvisti di chiodi e materiale d'abbandono. Quello che non avevamo calcolato era un errore nella relazione della discesa, che ci costringe a scendere e risalire le corde, ed infine a calarci lungo la via. Torniamo quindi all'ultima sosta, dove siamo già inorriditi salendo quando abbiamo visto l'anello libero di scorrere lungo la catena, in barba ad ogni criterio di ridondanza; lasciamo moschettone, maglia-rapida, cordini, e torniamo finalmente alla base: una delle poche vie con tempo di discesa maggiore di quello di salita!
Accesso: raggiungere i Piani Resinelli e prendere la via Carlo Mauri subito sulla destra; non salire per il rif. Porta (anche perché c'è una sbarra poco dopo) ma continuare, superando il rif. Soldanella e proseguendo fino a trovare uno spiazzo sulla sinistra dove si parcheggia. Da lì si prende il sentiero della cresta Sinigaglia che sale fino ad un bivio per i torrioni Fiorelli e Grotta. Si segue la deviazione e si giunge in breve sotto la parete S del Torrione. Ci si porta a sinistra della fascia gialla, si passano i fix della Diretta Pinciroli e si giunge all'attacco (grosso chiodo con anello; cordino e catena visibili poco sopra).
Relazione: via che sale la parete quasi a goccia d'acqua, secondo una linea molto bella. Purtroppo appare poco ripetuta, e la roccia ha ancora bisogno di qualche ripulitura. La chiodatura è buona nei tratti più impegnativi, ma alcuni chiodi vanno verificati; portare friend piccoli e medi per integrare. Il primo tiro è valutato 6c; se non volete provare la libera su questa roccia e questi chiodi (vi capisco...), portatevi una staffa. Utili chiodi e martello per ogni evenienza.
1° tiro: salire lungo la direttrice di alcuni diedrini fino ad un ripiano sotto ad un naso dove si sosta. 25 m, A1 (6c in libera); undici chiodi (due resinati). Sosta su due chiodi, un chiodo a pressione, catena e maglia-rapida.
2° tiro: salire per la placca puntando al camino di sinistra, superarlo e proseguire lungo il diedro fino ad una vecchia sosta. Continuare su terreno più facile fino a che non si incontra una fascia erbosa. Qui spostarsi appena a destra (chiodo giallo) e raggiungere la sosta. 40 m; V+, V, IV; nove chiodi, una sosta intermedia (tre chiodi, fettuccia marcia e vecchio moschettone). Sosta su due chiodi cementati, con catena ed anello (libero di muoversi!) e moschettone.
3° tiro: salire per i gradoni sopra la sosta giungendo ad una zona di rocce appoggiate ed erba. Continuare verso sinistra facendo attenzione alla qualità della roccia fino al terrazzo di sosta. 30 m, IV; tre chiodi, un anello cementato. Sosta su due chiodi cementati, con catena, fettuccia su spuntone, il solito anello ballerino ed un maglia-rapida.
Discesa: in doppia lungo la via.
1a calata: 25 m, fino alla 2a sosta.
2a calata: 55 m, fino alla base.

Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

martedì 15 giugno 2021

La corriera del Cuculì

Sul 3° tiro.
Anna sul 5° tiro.
E qui sul 7° tiro.
Sul 9° tiro.
Pizzo di Fondra
Parete E

– Ma... questo tiro di 6c? Boh, mi sembra quarto...
– Forse abbiamo saltato un tiro... adesso vediamo il prossimo...
– Ma pure questo non c'entra niente... (più avanti) e dov'è la cengia?
– Ecco, forse la cengia era quella prima, adesso siamo qui... no, non torna...
– Ma non è che siamo sulla via sbagliata?

Dialoghi di questo tenore accompagnano la mia prima "salita" al Pizzo di Fondra, a giugno 2020, quando decido di andare a vedere una delle vie a fix chiodate dagli amici della Scuola Val Seriana. Purtroppo la guida a cui ci affidiamo inverte i nomi delle tre vie (no comment!), e perdiamo non so quanto tempo prima di incappare per caso all'attacco della Corriera. Saliamo guardando la relazione che è in realtà di un'altra via, al terzo tiro ci infiliamo in una via non ancora terminata, piovono maledizioni a destra e a manca, finché arriviamo alla fine della "nuova" via e ci caliamo.
Maggio 2021: armato di relazione corretta (quella della guida delle Prealpi lombarde, che riporta tutto fedelmente), riparto per le stesse vie. Arrivo facilmente all'attacco della Corriera (la più a sinistra delle tre), comincio a cercare le altre vie, ma non le trovo. C'è un'infinità di foglie secche, non si vede un bel nulla. Dopo aver perso per la seconda volta una quantità abnorme di tempo e aver proferito una congrua dose di maledizioni, ripartiamo per la Corriera. Arriviamo all'ultimo tiro che è già tardi, e c'è pure il coprifuoco alle 22. Scendiamo il più velocemente possibile, arriviamo alla base alle 20 circa, rotoliamo nel bosco giungendo all'auto alle 21 e a casa pochi minuti prima delle 22. Chissà se la terza volta sarà quella buona?
Accesso: salire lungo la Val Brembana e raggiungere il comune di Isola di Fondra. La strada compie una prima curva a destra e poco dopo una seconda a 90° verso sinistra. Subito dopo, prima di una terza curva, c'è un parcheggio sulla destra (ufficio postale).
Lasciata l'auto, si prosegue lungo la strada fino all'imbocco di una mulattiera sulla sinistra (indicazione per le frazioni Foppa/Forcella/Cornelli/Pusdosso, segnavia 125 e 137). Si percorre la mulattiera (tenere la sinistra ad un bivio) fino alla frazione Foppa. Da qui si prosegue in piano a sinistra verso Forcella (indicazioni). Appena prima della frazione si prende il sentiero a destra (Giro delle contrade/Pusdosso, segnavia 137) e lo si lascia poco dopo seguendo la traccia a sinistra, verso l'alto, che porta ad una presa dell'acquedotto (bolli blu; attenzione ad un tratto in cui il sentiero svolta a sinistra: tornare poco dopo a destra seguendo i bolli). Subito dopo la costruzione si sale nel bosco seguendo una traccia (bolli blu e ometti) che porta sotto la parete e la costeggia verso sinistra, morendo in corrispondenza di un canale. Alla base parte la via (scritta).
Relazione: via di carattere misto alpinistico-sportivo che sale il lato sinistro della parete su ottima roccia, con l'unico neo di avere diversi tratti di collegamento, peraltro brevi, tra i tiri. Le protezioni sono buone, ma non sempre ravvicinate: portare friend fino al 3BD per proteggersi lungo diedri e fessure. Passi di VI obbligatori.
1° tiro: salire brevemente il canale per portarsi sulla parete di destra a risalire una placchetta e lo sperone fino al terrazzino di sosta. 40 m, 5a; tre fix, due chiodi (uno con cordino), un cordino un po' marcio su pianta. Sosta su due fix.
2° tiro: salire dritti restando poi a sinistra delle piante. Proseguire verso sinistra a superare una placchetta e raggiungere la sosta. 25 m; IV, 4a; un fix, un cordone su pianta. Sosta su due fix.
3° tiro: traversare a sinistra fino all'imbocco del canale. NON proseguire a sinistra (dove si vede un fix con cordino), ma salire lungo il canale per prendere poi la placca di destra e, tramite fessure, salire alla pianta dove si sosta. 25 m; 4c, VI; due chiodi (uno con cordone), due fix. Sosta da attrezzare su pianta.
4° tiro: portarsi sulla placca di sinistra e salirla fino alla sosta. 25 m, 5b; cinque fix. Sosta su un fix e uno spit con cordone e anello di calata.
5° tiro: salire un primo muretto e proseguire per placca più abbattuta, spostarsi a sinistra e salire per un diedro appoggiato fino al suo termine. 55 m; 5a, IV; quattro fix, un cordone in clessidra. Sosta su due fix.
6° tiro: salire brevemente e portarsi sulla sinistra fino alla sosta. 15 m, I, un cordone su albero. Sosta su due fix con cordone.
7° tiro: salire per placca verso sinistra e proseguire per un diedro. Salire il muro sulla destra e continuare per rocce più facili fino alla sosta. 55 m; 5a, VI, IV; tre fix, un chiodo, un cordone su albero. Sosta su due fix e cordone con maglia-rapida.
8° tiro: spostarsi verso sinistra per una decina di metri. Sosta su due fix.
9° tiro: salire per placca, prima verso sinistra per poi rientrare a destra, e continuare fino alla sosta. 25 m, 6b (passo), otto fix. Sosta su due fix.
10° tiro: superare una placca, raggiungere un tratto più appoggiato e poi un muro verticale che porta al ripiano di sosta. 35 m, 5c, quattro fix. Sosta su un fix e uno spit, con cordone e maglia-rapida.
11° tiro: spostarsi per una decina di metri circa verso sinistra, fino alla base di un diedro. 10 m, I, un cordone, un fix, una fettuccia su albero.
12° tiro: salire per il diedro, superare un muretto e raggiungere la base di un diedro obliquo fessurato. Seguirlo e continuare fino alla sosta. 35 m; VI-, 6a, A0/A1, VI+; quattro fix, tre chiodi. Sosta su due fix con cordone e maglia-rapida.
La via ha un ultimo tiro che non abbiamo percorso.
Discesa: a corda doppia nella parte alta e poi per sentiero.
1a calata: 30 m, fino alla cengia che, seguita verso destra (faccia a monte) porta alla 10a sosta.
2a calata: 30 m, fino alla 9a sosta. Possibile concatenare con la seguente.
3a calata: 20 m, fino alla 8a sosta. Seguire poi la cengia a ritroso fino alla 7a sosta.
4a calata: 35 m, fino alla larga cengia sottostante. Attenzione a NON calarsi lungo la via di salita, ma alla sinistra (viso a valle).
Dalla cengia, proseguire verso sinistra (viso a valle) seguendo radi ometti fino ad incrociare una corda fissa che si segue in discesa fino ad una sosta.
5a calata: 40 m, in verticale fino alla sosta successiva.
6a calata: 20 m, fino alla base.
Da qui, noi siamo rientrati verso il punto di attacco per recuperare del materiale, scendendo prima dritti e poi seguendo una traccia verso destra, percorrendo infine a ritroso il sentiero di salita. Se ciò non è necessario, conviene scendere direttamente tenendo la sinistra e seguendo poi gli ometti.

Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.