lunedì 31 agosto 2020

Antica Trattoria Carmelina


L'interno del locale.
L'antipasto Carmelina.
Gli ottimi gnocchi alla Carmelina.
Il fritto misto.
Via dei crociati 7
Catanzaro Lido


Questo storico locale nasce nel 1955, poi chiuso nel 1972 in seguito ad una violenta mareggiata e riaperto in anni più recenti, in una strada vicino al lungomare. L'interno è elegante, ma con qualche tocco da osteria che crea una piacevole commistione. Cucina di mare, con menù limitato e basato sul pescato del giorno, che ci viene recitato al tavolo per via delle limitazioni sanitarie di questo periodo. La mia memoria ormai sbiadita fa il resto, cancellando una buona parte degli ingredienti dei piatti, ma per fortuna non le impressioni.
Iniziamo la cena dividendo un antipasto Carmelina, ovvero gamberi, cozze e capesante (in effetti una sola) gratinate, e pesce. Tutto freschissimo e molto delicato, che ci introduce piacevolmente ai primi piatti. Mi lascio tentare dagli gnocchi alla Carmelina (vabbè, un po' più di fantasia nella scelta dei nomi dei piatti non guasterebbe), che sono in pratica degli gnocchi ai frutti di mare, semplicemente deliziosi: sugo e pesce si amalgamano perfettamente in un piatto che si divora in un batter d'occhio. Solo la quantità, che potrebbe essere un poco più generosa, lascia a desiderare. Anche i paccheri al ragù di tonno sono assai delicati e ci convincono decisamente.
Nella lista dei secondi non troviamo niente che ci entusiasmi, e ripieghiamo (si fa per dire...) su un fritto misto (no, stavolta non si chiama "fritto Carmelina"), con gamberi, canocchie e pesce. La frittura è davvero leggera e non opprime i sapori, che si possono gustare appieno. Tuttavia, anche stavolta non sarebbe stato uno scandalo trovare nel piatto qualche altro degno rappresentante del mondo di Poseidone, anche solo per maggior varietà.
Pochi i dessert, ed anche questi non entusiasmanti per noi. Mi abbandono ad un tartufo noce e fichi che però non è fatto in casa e stona un po' con il resto della cena.
Anche la lista dei vini (o meglio, dei produttori) è recitata e piuttosto striminzita: scegliamo un Cirò rosato di Iuzzolini che ben si abbina ai nostri piatti.

Bisogna davvero sperare che la situazione migliori e che questo ed altri locali tornino alle condizioni originali, per tornare e gustare appieno le proposte, che si spera divenghino un poco più sostanziose.

Il conto: 84€ per
1 antipasto
2 primi
2 secondi
1 dessert
1 bottiglia di vino (12€)
1 bottiglia di acqua

Aggiornamento di agosto 2023: si conferma l'opinione precedente. Buona la qualità, soprattutto nel primo piatto. La grigliata mista invece, visto il prezzo tutt'altro che trascurabile, risulta un po' miserella.

martedì 25 agosto 2020

Orobica

Alberto sul 2° tiro.
Daniela sul 4° tiro.
Fabio e Alberto sul 6° tiro.
Tracciato della via (azzurro). In rosso la via Camilla.
Pizzo del Becco
Parete S


Delle vie più lunghe che salgono la parete S del Pizzo del Becco ormai si ripetono solamente la via Orobica e la Camilla, mentre di un altro paio di vie credo si sia persa ogni traccia. Dopo aver percorso la Camilla nel lontano 2014, sono tornato a completare l'accoppiata. E prima o poi si tornerà, a caccia dei fantasmi delle altre vie della parete.
Accesso: noi siamo saliti da Roncobello, con il vantaggio di minimizzare il dislivello rispetto alla salita da Carona, ma pagandolo con una lunga scarpinata. Da Roncobello si prosegue per la frazione Capovalle e per le baite di Mezzeno (strada a pedaggio: 2€), parcheggiando al termine della strada. Si sale per il bel sentiero (segnavia 215 e 217 per il rif. laghi gemelli) fino al passo di Mezzeno, si scende verso il rifugio, si attraversa la diga e si prende a sinistra raggiungendo il lago Colombo. Ancora un attraversamento della relativa diga oltre cui si segue il sentiero a sinistra (indicazioni pizzo del becco). Giunti ad una pietraia con grossi massi sotto la parete S del Pizzo ci si porta verso sinistra, oltre il caratteristico torrione quadrato che marca il percorso della ferrata, puntando a due evidenti avancorpi. La via attacca alla base di quello di destra (fix e chiodo con cordino alla base); due ore e mezza circa dall'auto.
Relazione: via che sale la parete S del Pizzo del Becco tra placche e camini, con un bel passo su uno spigoletto esposto. Il carattere è simile alla vicina Camilla, ma lievemente più facile, ed un po' discontinua: fate i tiri pari se volete divertirvi! Aperta in stile classico, la via è stata poi spittata alle soste e nei passaggi più impegnativi, ma qualche friend medio è utile per integrare le protezioni.
1° tiro: salire i gradoni sopra la sosta, portarsi a destra e superare una placchetta che porta alla sosta. 40 m, III+, tre fix. Sosta su due fix.
2° tiro: superare il muretto appena a destra della sosta e spostarsi poi verso sinistra, salendo una pacca che porta alla cengia di sosta. 45 m; IV-, III+; quattro chiodi. Sosta su due fix con cordino.
3° tiro: salire per facili roccette fino ad una cengia erbosa e portarsi alla sosta sulla sinistra. 35 m, II. Sosta su due fix.
4° tiro: salire dritti e poi verso sinistra per placca, portandosi sotto un vago diedrino con fessura. Salirlo e raggiungere la sosta. 30 m; IV, V; due fix, due chiodi. Sosta su spit con anello e golfaro.
5° tiro: salire dritti, spostarsi verso destra e proseguire fino alla sosta sotto un tetto. 40 m, IV-; due spit, un chiodo fuori via. Sosta su due fix.
6° tiro: traversare verso destra, salire lo spigolino e continuare verso destra fino ad un canale. Qui si può salire il camino (sosta a fix visibile) oppure (come noi) percorrere la via originale, salendo il bel diedro a destra fin dove finisce. 45 m, V; uno spit, due chiodi. Sosta da attrezzare su spuntone. Bel tiro.
7° tiro: salire le roccette appena a sinistra della sosta e proseguire lungo una crestina fino ad una selletta dove si sosta. 45 m, III+. Sosta da attrezzare su spuntone.
8° tiro: salire le roccette fin sulla cima dell'avancorpo, proseguire verso la parete principale e sostare. 40 m, II, un chiodo. Sosta su due fix.
9° tiro: Spostarsi a sinistra della sosta, salire il (secondo) canale erboso e portarsi sulla sinistra alla base di un diedro. 25 m, II. Sosta su fix e golfaro.
10° tiro: salire il corto diedrino sopra la sosta e spostarsi a destra, entrando nel camino. Salirlo uscendone prima a sinistra e poi a destra in corrispondenza di massi incastrati, per poi rientrarvi e percorrerlo fino alla fine. 45 m; V+ (passo), IV+; un chiodo, un fix. Sosta su due fix. Bel tiro.
Discesa: dalla sosta finale ci si porta facilmente alla vetta. Qui si seguono le tracce della via normale scendendo fino ad un colletto dove si vede un cavo metallico che scende sulla destra. Lo si segue percorrendo in discesa la ferrata del Pizzo del becco che riporta sugli sfasciumi non lontano dall'attacco della via. In alternativa si può seguire la traccia sulla sinistra (via normale di salita).

Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

lunedì 24 agosto 2020

Bergamo-Milano Lambrate: ritardi marzo-luglio 2020 (2608/10809)

Fig. 1: Distribuzioni cumulative dei ritardi per il treno 2608 (8:02)
nei periodi marzo-luglio degli anni dal 2015 al 2020.
Fig. 2: Come sopra, ma per il treno 10809 (17:41).
Fig. 3: Andamento mensile dei ritardi per il treno 2608 (8:02).
Fig. 4: come sopra, ma per il treno 10809 (17:41).
In condizioni normali l'aggiornamento sui ritardi della linea che mi rovina l'esistenza da decenni avviene ogni due mesi. Tuttavia, in questi mesi drammatici il treno del pomeriggio è stato sospeso da metà maggio fino alla fine di aprile, il che avrebbe reso poco significativi i dati del bimestre marzo-aprile. Ho quindi deciso di cumulare i dati fino alla fine di luglio, onde avere delle distribuzioni ragionevoli.
La Fig. 1 mostra, come al solito, il ritardo del treno 2608 nel periodo in esame, per i vari anni. Effettivamente la curva relativa al 2020 (grigio) evidenzia un deciso miglioramento rispetto agli anni precedenti (evviva!), molto probabilmente determinato non da un miglioramento reale, ma dalle particolari condizioni di circolazione: meno treni sulla direttrice e pochissimi passeggeri. La puntualità sale al 48% e il ritardo entro 5' tocca l'89% dei treni, ad un pelo da quella che dovrebbe essere la "normalità". Non mancano ovviamente i giorni neri, tipo il 19/5, dove si collezionano ben 42' di ritardo ed un corrispettivo numero di pulsioni omicide da parte degli sparuti passeggeri.
Se ora guardiamo il sempre "più pessimo" 10809, però, notiamo un'altra tendenza: la riduzione di treni e di passeggeri non sembra aver avuto alcun effetto: i dati sono sostanzialmente gli stessi del 2019, e peggiori rispetto al 2018: puntualità al 25% e ritardo entro 5' per il 69% dei treni, con l'apice toccato il 21/7 dove si registrano più di tre quarti d'ora di ritardo. Siamo così all'ennesima dimostrazione che il principale problema di questa carretta è alla partenza e nel tratto Porta Garibaldi-Lambrate. Ma il treno resta stravecchio (spesso ancora a singolo piano) e chi di dovere continua a fregarsene.
Quanto detto sopra si nota distintamente anche guardando l'andamento dei ritardi mese per mese (Figg. 3 e 4): i ritardi per il 2608 diminuiscono sensibilmente a partire da marzo, mentre quelli relativi al 10809 restano assolutamente invariati, incluso il solito inaccettabile peggioramento a luglio (manca il dato di aprile poiché il treno non è circolato).

Nota: i dati sono raccolti personalmente o da app Trenord. Per correttezza, bisogna specificare che i ritardi sopportati dai pendolari su questi due treni non sono indicativi dei ritardi complessivi, che sta ad altri raccogliere e rendere pubblici. Idem per i rimpalli di responsabilità tra Trenord, Rfi, e quant'altri. Qui si cita Trenord in quanto è ad essa che i poveri pendolari versano biglietti ed abbonamenti, e ai quali dovrebbe rispondere del servizio.

domenica 16 agosto 2020

Osteria U nozzularu


L'interno del locale.
Stroncatura alle alici.
Arrosto di bufalo.
Fritto di surici.
fraz. La Petrizia, Sellia Marina (CZ)

Anche questa "visita" calabrese nasce da un piacevole fatterello di quasi dieci anni or sono, raccontato qui. Naturale quindi tornare, anche solo per ricordarlo con il figlio dell'allora titolare, che ora conduce il locale. Il nome richiama il luogo dove si conservavano i noccioli di olive per la sansa, ma ora è un'osteria calda e accogliente, con muri in pietra, soffitto in legno e tavoli con le sedie impagliate. Il menù arriva scritto a mano su foglio di carta, e segnala una cucina tradizionale rivisitata, con qualche condimento non troppo "locale" che si può perdonare, e qualche piatto (come la carne argentina) decisamente fuori luogo.
La cena inizia con un antipasto di mozzarella di bufala calabrese, prodotta (con nostra sorpresa) in un caseificio a pochi km di distanza. Accompagnata con solo un filo d'olio, ci introduce con perfetta delicatezza al piatto successivo. I primi sono sostanzialmente piatti di pasta, tra cui scegliamo una stroncatura alle alici profumata, ovvero un piatto tipico della tradizione della cucina popolare calabrese, e dei tagliolini con crema di fagioli, datterino e liquirizia, molto gustosi e dai sapori perfettamente bilanciati.
I secondi sono in prevalenza a base di carne, ma non mancano un paio di scelte di pesce. Assaggiamo un arrosto di bufalo in demi-glace e un fritto di surici (ovvero di pesce pettine), un pesce non troppo comune sulle coste italiane, che non conoscevo. Le carni sono bianche e piuttosto saporite, ma forse avrei preferito un'altra preparazione.
Una volta tanto, mi lascio consigliare dal simpatico oste riguardo al vino (non senza avergli espresso le mie preferenze): ci porta un Lamezia bianco di Statti, un vino che accompagna discretamente la cena.

Il conto: 60€ per
1 antipasto
2 primi
2 secondi
2 caffè
1 bottiglia di vino
1 bottiglia di acqua

P.S. Attenzione alle indicazioni fornite da Google Maps, che interpreta erroneamente come senso unico la strada che porta dalla SS106 al locale e porta ad un giro irragionevole.