Sul 1° tiro. |
Teo sul 2° tiro. |
Sul 3° tiro (foto Giovanni Fontana). |
Sul 5° tiro. |
Teo sul 5° tiro. |
Tracciato della via. La fotografia originale della parete è di Matthias Stefani. |
Parete NO
Accesso: si raggiunge la Valdastico ed il comune omonimo, attraversando il fiume e raggiungendo il borgo di S. Pietro Valdastico. Nel centro del borgo, praticamente di fronte alla piazza della chiesa, si stacca sulla sinistra una strada (via Rotzo) senza indicazioni (NON proseguire fino a Pedescala). La si percorre, ignorando le deviazioni per le frazioni, risalendo due gruppi di quattro tornanti e proseguendo in piano fino ad un'evidente costruzione sulla sinistra (scritta Valdastico servizi). Si parcheggia sulla rampa di accesso (pochissimi posti) e si continua brevemente a piedi fino ad una strada bianca sulla sinistra, che si percorre sino ad incontrare un paio di ometti. Sulla destra si stacca un ripido sentiero (ometti) che conduce ad un canale con corda fissa. Lo si risale e ci si sposta a sinistra fino all'attacco della via (due chiodi e scritta).
Relazione: via molto bella aperta nel 2017 con protezioni veloci e poi ripulita e richiodata ad uso di alpinisti un po' conigli come il sottoscritto. La linea elegante, la chiodatura ottima, la roccia buona (con qualche punto in cui fare un po' di attenzione) ne hanno fatto in breve tempo una delle vie più frequentate della zona, che lascia solo il rimpianto di non essere più lunga: non perdetevela! Percorso sempre logico ed ovvio, marcato dai chiodi; utili comunque un paio di friend per integrare qua e là.
1° tiro: salire il muretto e spostarsi a destra fino ad una placca. Salirla (passo delicato) portandosi poi verso destra a doppiare uno spigoletto e salire per breve diedro alla sosta. 35 m; V, III, V+, V; undici chiodi, una sosta intermedia (due chiodi e cordone). Sosta su tre chiodi con cordone, maglia-rapida ed anello.
2° tiro: non puntare all'evidente diedro giallastro dall'aspetto malsicuro posto sopra la sosta, ma spostarsi appena possibile sulla placca di destra, per tornare poi a sinistra più in alto. Superare un muretto e raggiungere un pilastrino ed il terrazzo di sosta sulla sinistra. 30 m, IV+, nove chiodi (uno con cordone). Sosta su tre chiodi con cordone ed anello.
3° tiro: salire per breve placca e continuare per il bellissimo diedro ad arco. Dove questo diviene più verticale ci si sposta a destra (cordone ben visibile) e si sale per placca alla sosta. 30 m, V-; sette chiodi, una clessidra con cordone, un cuneo con cordone. Sosta su tre chiodi con cordone ed anello.
4° tiro: spostarsi a destra e salire fino ad un breve diedro che conduce ad una larga cengia erbosa dove si sosta. 20 m, IV+, cinque chiodi. Sosta su albero con cordone ed anello.
5° tiro: salire la parete di fronte, spostarsi a destra e continuare (passo non banale) in obliquo verso destra fino a raggiungere la sosta. 35 m, V+, sei chiodi. Sosta su due chiodi con cordone ed anello.
6° tiro: traversare a destra e superare un breve muretto, spostarsi ancora lievemente a destra e salire per il diedro (passo iniziale leggermente aggettante) fino a raggiungere il bosco sommitale. 15 m; IV, passo di VI-, V; quattro chiodi. Sosta da attrezzare su pianta.
Discesa: poco sopra la sosta si nota un'evidente traccia, che si segue verso destra fino allo sbocco di un canale. Qui conviene fare una calata in corda doppia da 60 m, che evita la discesa lungo il canale terroso e friabile, per poi proseguire verso destra (viso a valle; ometti) giungendo in breve alla corda fissa utilizzata per la salita. Da qui si rientra lungo il percorso di andata.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
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