martedì 19 giugno 2018

Via del 70°

Fabio sul 1° tiro.
e qui all'erbosa partenza del 2° tiro.
Anna sul 5° tiro...
e all'uscita del 6° tiro.
Tracciato della via (azzurro). In rosso la via Lecciomania.
Parete S. Paolo - Valle del Sarca
Parete E


Accesso: da Arco si prende la via che costeggia il castello ed i Colodri (via Paolina Caproni Maini, poi via dei legionari cecoslovacchi), si superano il secondo campeggio ed i vigneti sulla sinistra e si parcheggia poco dopo in un piccolo spazio sulla destra, in corrispondenza di un sentiero che scende al fiume e di un evidente sentiero che sale nel bosco a sinistra. Si sale prendendo poi il ramo di sinistra e si continua, avvicinandosi alla parete. Dopo un'evidente rampa che sale a destra si nota l'attacco della cengia rossa (scritta e probabile coda di cordate). Si continua lungo la parete giungendo in breve all'attacco della via (scritta).
Relazione: via probabilmente tra le meno frequentate della parete, che si riscatta nella seconda parte dopo tre tiri anonimi in cui vi è solo qualche passo interessante e troppa terra. Dal quarto tiro l'arrampicata è invece decisamente bella e su ottima roccia. Le protezioni sono buone; portare solo rinvii ed eventualmente un friend medio per il sesto tiro.
1° tiro: salire lungo la fessura fino ad una cengia, traversare a destra tra roccia e terra fino alla base di un diedrino (albero con cordone; possibile sosta) e salirlo fino alla sosta. 40m, IV+, V+, IV+; quattro cordoni, due chiodi. Sosta su chiodo e clessidra con cordini e maglia-rapida.
2° tiro: attraversare a destra a salire lungo un pilastrino, proseguire per un bel muretto e per il successivo diedro fino ad una cengia. Continuare brevemente fino alla parete successiva. 45m; I, IV+, V+, V; quattro chiodi, tre cordoni, due fix. Sosta su albero.
3° tiro: salire la breve fessura e spostarsi a sinistra tra erba e roccia. 20m; 5b, I; un fix, un chiodo. Sosta su cordone in clessidra oppure poco oltre, sul primo fix del prossimo tiro.
4° tiro: da qui in poi la via cambia carattere e diventa davvero meritevole. Si sale verso sinistra e si supera un primo breve strapiombo, si continua poi per un muro di roccia rossastra da cui si esce verso destra. 30m; 5c, 6a; sette fix, due chiodi. Sosta su due fittoni con cordone.
5° tiro: si sale brevemente il muretto e ci si sposta verso sinistra per un bellissimo traverso fino alla sosta. 15m; 6c (forse anche qualcosa di meno...); sette fix (se ricordo bene c'è anche un chiodo abbastanza superfluo...). Sosta su un fix ed un chiodo con cordone. Si può collegare il tiro con il successivo, ma attenzione all'attrito delle corde!
6° tiro: salire verso destra per placca e seguire quindi una fessura fino alla cengia di sosta. 25m; 5c; V+; quattro cordoni, due fix.
7° tiro: salire a superare un paio di muretti e proseguire per rocce più facili fino alla cima. 25m; 5c, IV. Sosta su albero.
Discesa: seguire la traccia verso sinistra che - con l'ausilio di corde fisse - riporta in breve alla base della parete e al punto di partenza.

Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

lunedì 4 giugno 2018

Bergamo-Milano Lambrate: ritardi marzo-aprile 2018 (2608/10809)

Distribuzioni cumulative dei ritardi per il treno 2608 (8:02)
nei bimestri marzo-aprile dal 2015 al 2018.
Come sopra, ma per il treno 10809 (17:43).
Distribuzioni cumulative dei ritardi per il treno 2608 (8:02)
nei periodi gennaio-aprile dal 2015 al 2018.
Come sopra, ma per il treno 10809 (17:43).
Ritardi mensili per il treno 2608 (8:02).
Ritardi mensili per il treno 10809 (17:43).
L'unico lato positivo di questo secondo bimestre del 2018 è che il 2 marzo abbiamo stabilito un nuovo record: 216 minuti di ritardo!! Sono certo che i pendolari inviano vivissime congratulazioni a Trenord/Rfi per questo importante traguardo.
A parte questa lunga serata fermi nella stazione di Pioltello, con i dipendenti di Trenord asserragliati per paura dei pendolari, il resto del bimestre è business as usual: i ritardi e le cancellazioni continuano ad essere vergognosi, i peggiori degli ultimi quattro anni: puntualità al 3% per il 2608 ed al 14% per il 10809, treni che arrivano entro il ritardo di 5' pari al 36% e 53%, lontani anni-luce dal livello del 90%, buono solo come presa in giro (i ritardi al 90% di probabilità cumulativa sono infatti di 12' e 33' rispettivamente). Rispetto allo scorso anno, c'è praticamente un ritardo netto di 5' in più ogni santo giorno per il 2608, mentre ricompare la famigerata curva bimodale nei ritardi del 10809 che era quasi sparita, ad indicare che per metà dei treni proprio non ci siamo!
I dati cumulati nel quadrimestre non sono tanto diversi, anche se ovviamente risentono dell'incidente di Pioltello. A guardare l'andamento mensile (ultime due figure) si vede distintamente il peggioramento nel ritardo quotidiano del 2608 rispetto allo scorso anno, mentre il 10809 sta, forse, lentamente tornando alla "normalità".

Naturalmente, qualunque società in regime di concorrenza potrebbe avere qualche problema, ma chi può aggiudicarsi il servizio regionale senza gara alcuna e può permettersi di buttare un milione di euro come buonuscita al suo manager a fronte di un servizio che lascio a voi giudicare non si deve evidentemente preoccupare delle perdite  (immaginate chi le ripiana...). Forse le forze politiche che da decenni controllano la regione e che sproloquiano su efficienza ed eccellenza dovrebbero occuparsi di questo, invece di limitarsi ai proclami.

Nota: i dati sono raccolti personalmente o da app Trenord. Per correttezza, bisogna specificare che i ritardi sopportati dai pendolari su questi due treni non sono indicativi dei ritardi complessivi, che sta ad altri raccogliere e rendere pubblici. Idem per i rimpalli di responsabilità tra Trenord, Rfi, e quant'altri. Qui si cita Trenord in quanto è ad essa che i poveri pendolari versano biglietti ed abbonamenti, e ai quali dovrebbe rispondere del servizio.