martedì 22 ottobre 2019

Torta cioccolato e mascarpone (e pere)

Fig.1
Fig.2
Fig.3
Puntule anche quest'autunno, arriva il weekend piovoso, le temperature che scendono un pochino, la voglia di consolarsi con del comfort food. E allora, insieme all'immancabile cioccolato, perché non sperimentare una torta col mascarpone? Preparazione facilissima, torta morbida e risultato assicurato!

Ingredienti:
  • mascarpone: 250 g
  • cioccolato fondente 70%: 300 g
  • zucchero a velo: 70 g
  • burro: 50 g + il necessario per lo stampo
  • farina: 40 g
  • uova: 4
  • pere: 2 (opzionali)
  • sale: un pizzico
Preparazione:
  • fate fondere 200 g di cioccolato a bagnomaria
  • nel mentre, cominciate a lavorare il mascarpone affinché si ammorbidisca e divenga soffice (toglietelo dal frigo in anticipo)
  • aggiungete nell'ordine: cioccolato fuso, zucchero a velo, sale, uova, farina. Usate un setaccio per zucchero a velo e farina e mescolate con cura dopo ogni ingrediente in modo che il composto resti più o meno omogeneo
  • sbucciate le pere, fatele a cubetti e aggiungetele all'impasto (Fig.1). Io ho usato un paio di piccole pere Williams, ma si può anche fare a meno di aggiungerle
  • imburrate lo stampo, versate e infornate a 160°C per mezz'oretta (Fig.2; verificate la cottura con uno stecchino) e lasciate raffreddare
  • preparate la glassa: fate fondere a bagnomaria 100 g di cioccolato e 50 g di burro e ricoprite la torta (Fig.3; il colore è colpa del Flash)
Nota: come al solito, sarebbe utile fare attenzione alle dimensioni dello stampo: con il mio da 24 cm di diametro la torta resta piuttosto bassa; se ne usate uno da 20 cm avrete un risultato migliore.

venerdì 18 ottobre 2019

Giuseppe Rampini + GaMi1

La notizia della prima salita (LS 12, 1956).
La relazione originale degli apritori
(© Anita Avoncelli).
Da sinistra: Timoteo Avoncelli, Aurelio Marolli, Silvano Avoncelli
(© Anita Avoncelli).
Sul 1° tiro della Rampini.
Anna sul 4° tiro della Rampini.
Tracciato della via (in verde; la parte in tratteggio è
nascosta). In rosso la via Gli antichi futuri;
in azzurro la via Avenida miraflores.
Sul 1° tiro della GaMi1.
Anna sul 2° tiro.
Tracciato della via (arancio). In rosso la via Bagliori a Pechino,
in bianco la via Summertime, in azzurro la via Ruffinoni.
Zucco Barbisino e Seconda torre dello Zucco Pesciola (Gruppo dei Campelli)
Pareti S e N


La via Rampini al Barbisino è (o meglio, era) orfana. Nella guida del 1986 di Ivo Mozzanica si parla di "apritori sconosciuti". Nelle guide più recenti ad opera di Pietro Buzzoni, invece, la salita è attribuita alla coppia Casari-Zecca nel 1962. Eppure, una rapida ricerca su Lo Scarpone, nel numero 12 del 16 giugno 1956, restituisce la paternità ad Aurelio Marolli, Silvano e Timoteo Avoncelli. La salita è del 4 giugno 1956. A gennaio 2024 sono entrato in contatto con Anita Avoncelli, figlia di Timoteo, che mi ha fornito tra l'altro copia della relazione originale stesa dagli apritori e una fotografia degli stessi. Nel ringraziare sentitamente Anita, ho aggiunto questo materiale al post. Resta il mistero su chi fosse Giuseppe Rampini, ma vale sempre il principio che se ti dedicano una via probabilmente non sei proprio in buone condizioni...
Accesso (Giuseppe Rampini): raggiungere i pressi del rif. Lecco dalla funivia dei Piani di Bobbio o da Ceresole di Valtorta e da qui risalire il lato sinistro del Vallone dei Camosci lungo la pista da sci o lungo il percorso dello skilift alla sua sinistra. Giunti all'altezza del capanno dove termina lo skilift si sale direttamente per prati verso la parete del Barbisino, puntando all'evidente camino dove salgono Gli antichi futuri e Avenida miraflores. Ci si sposta ora a destra fino all'evidente camino che separa il pilastro ovest da quello centrale. Dal capanno della funivia si può anche seguire l'evidente sentiero che sale verso sinistra e deviare poi in orizzontale verso destra per prati all'altezza della parete, fino a giungere all'attacco.
Relazione (Giuseppe Rampini): via che risale il camino tra i due pilastri del Barbisino, senza particolari difficoltà. Chiodatura tradizionale nella parte bassa (dove compare un vecchio spit) e - piuttosto incongruamente - a fittoni e assai generosa nella parte alta. Roccia buona tranne il tratto di facile canale da noi percorso per errore nel secondo tiro, dove è meglio fare attenzione.
1° tiro: salire la parete a sinistra del camino, superare un breve tratto verticale e spostarsi a destra, entrando nel camino. La sosta è poco sopra sulla sinistra. 30m; III+, IV+, V; due chiodi, uno spit. Sosta su due spit con catene. Volendo, è possibile proseguire per una decina di metri lungo il lato sinistro del camino e sostare sulla destra (tre spit con catena ed anello).
2° tiro: salire la parete di sinistra del camino fin sopra ad un grosso masso che lo chiude. Qui, ingannati da una relazione truffaldina che non nomino, abbiamo proseguito lungo il canale per rocce facili ma friabili fino alla sosta (peraltro nuovissima) sulla sinistra. 35m, III+. Sosta su due fittoni con catena ed anello di calata. La via prosegue invece lungo lo spigolo della parete di sinistra.
3° tiro: per erba più o meno ripida raggiungere la cima del canale tenendo la sinistra, e puntare ad un piccolo avancorpo roccioso che si risale facilmente (o si aggira sulla sinistra). Da qui si sale a destra per gradoni fino al terrazzo di sosta.  40m; I, III+, IV; due fittoni. Sosta su due fittoni.
4° tiro: salire la paretina a sinistra della sosta e proseguire per facile rampa sulla sinistra. 25m; 5a; sei fittoni e qualche vecchio chiodo inutile. La via originale va a destra invece di risalire la rampa. Sosta su due fittoni e un fix con anello.
Discesa (Giuseppe Rampini): si può scendere a piedi dall'altro lato rispetto a quello di salita, oppure calarsi fino alla cengia (una calata da 30m e qualche passo di arrampicata a sinistra - faccia a monte - oppure ovviamente calata con due mezze corde). Da qui si segue il sentiero verso sinistra (faccia a monte) fino ad una selletta e da qui ancora a sinistra ci si ritrova nel Vallone dei camosci.
Accesso (GaMi1): per noi che siamo già altezza del capanno dello skilift si tratta semplicemente di attraversare il vallone: si scende sul sentiero sottostante, si torna brevemente a destra e si prende la deviazione a sinistra (qui si giunge direttamente dal rif. Lecco). Più avanti si segue una traccia che sale verso destra, puntando più o meno al canale tra la seconda e la terza torre di Pesciola. Giunti sulla cengia, ci si sposta a destra di detto canale, si supera l'attacco di Summertime e si continua fino all'altezza dell'evidente tetto triangolare. Si salgono ora le facili rocce e si raggiunge la parete sotto il tetto. L'attacco è sul lato sinistro (grosso anello).
Relazione (GaMi1): via interessante che sale la parete centrale della torre con difficoltà contenute, a parte un passo del primo tiro (protetto però a spit) che è assai probabile trovare umido (o bagnato) per via delle colate d'acqua dal tetto sovrastante. Anche il secondo tiro ha un tratto non banale che è decisamente più impegnativo del III che gli assegna la guida "storica" di Mozzanica del 1986. Roccia buona, con qualche tratto dove prestare attenzione. Utili friend piccoli e medi per integrare le protezioni.
1° tiro: salire lungo la fessura sopra la sosta, superare un breve tratto più verticale (purtroppo spesso umido) e uscire  sinistra del tetto triangolare. Proseguire per un diedro fino alla sosta. 30m; 6a (passo), IV; quattro chiodi, due spit. Sosta su tre chiodi.
2° tiro: spostarsi a sinistra della sosta e salire poi per placca superando un alberello e raggiungendo il terrazzo di sosta. 30m; IV+, V-; quattro chiodi. Sosta su un chiodo (da integrare). E' possibile proseguire ancora per una decina di metri fino ad un anellone di sosta sulla destra.
3° tiro: salire le facili rocce superando un muretto, ignorare una sosta su un terrazzo a destra e spostarsi sulla sinistra, uscendo in vetta rimontando un masso con fessura. 20m; III+; un chiodo (e una sosta sulla destra). Sosta su due fittoni.
Discesa: in doppia dalla sosta, lungo la via Summertime. In teoria basta una calata da 60m, ma conviene fermarsi alla sosta sulla cengia (la prima che si incontra scendendo) visto l'angolo che fanno le corde. In alternativa si può scendere per roccette (fare attenzione!) fino alla sosta finale di Summertime e calarsi da lì.

Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

venerdì 11 ottobre 2019

Tute bianche

Anna sul 1° tiro.
Sul 2° tiro.
Tracciato della via.
Torrione Magnaghi Meridionale - Grignetta
Parete E

Qualcuno ricorda ancora le Tute bianche? Furono uno dei tanti movimenti dell'area no-global, ed ebbero il loro momento di maggiore visibilità durante il G8 di Genova del 2001, dove si scioglieranno nei Disobbedienti e nei mille rivoli che da sempre contraddistinguono la sinistra, parlamentare e non. E proprio l'idea di ripetere questa via, datata non a caso proprio 2001, è la molla per rileggere vecchi articoli, per ripercorrere un pezzo di storia dell'antagonismo italiano. Devo ringraziare gli apritori anche per questo. Ma voi non temete: è ammesso anche percorrere questa via prescindendo da tutto quello che sta dietro il nome... o almeno, credo!
Accesso: da quando la strada per il rif. Porta è stata chiusa si parcheggia ai piani Resinelli, si sale lungo la strada sulla destra (via Carlo Mauri), svoltando subito dopo a sinistra (indicazioni Rif. Porta). Si sale fino ad una sbarra poco prima del suddetto rifugio dove si reperisce una traccia sulla sinistra della strada che immette sul sentiero della cresta Cermenati, che si segue fino al bivio per i Magnaghi (indicazione). Il sentiero, ora pianeggiante, supera il canalone Porta e conduce sul versante E attraverso la Bocchetta dei Prati. Si sale superando la piazzola dell'elicottero e si continua brevemente, prendendo poi una traccia in piano sulla sinistra che porta alla base di un avancorpo della parete E del Torrione Magnaghi meridionale, dove si nota un fittone dello spigolo FALC. La via attacca pochi metri a destra (chiodo visibile).
Relazione: via che corre praticamente parallela allo spigolo FALC, di cui può essere considerata un'interessante variante, con un secondo tiro molto bello. Roccia ottima, chiodatura buona nei tratti impegnativi; utile un friend medio per il secondo tiro.
1° tiro: salire dritti lungo la parete fino alla sommità dell'avancorpo. 30 m, IV. Sosta su due fittoni. Possibile anche spostarsi a destra fino alla base dello spigolo di fronte e ivi attrezzare una sosta.
2° tiro: portarsi alla base dello spigolo sulla destra e salire lungo un diedro fino ad un muretto sotto un'evidente fessura rovescia verso sinistra. Alzarsi e seguire la fessura su difficoltà decrescenti, per proseguire lungo un diedro fino al terrazzo di sosta. 35 m; V+, VI (un passo), V, IV; due fix, due chiodi. Sosta su un fix e clessidra con cordino.
3° tiro: superare un breve muretto e raggiungere uno spigolino, salirlo e proseguire verso sinistra fino alla cengia di sosta. 25 m; IV+, V+, III; un chiodo. Sosta su due fittoni ed un fix.
4° tiro: portarsi verso sinistra fino a raggiungere un canalino che si risale; un muretto finale porta sulla cengia dove si sosta. 45 m; III, IV. Sosta su due fittoni.
5° tiro: seguire la crestina fin sotto ad un diedro (sosta possibile); salirlo e proseguire facilmente fino alla sosta sotto un grosso masso. 60 m, II; una sosta intermedia. Sosta su due fittoni.
Discesa: la via più breve per tornare al punto di attacco è calarsi in corda doppia lungo la via Normale. Ci si può calare direttamente dalla sosta di arrivo oppure scendere per facili roccette (fare comunque attenzione!) fino alla sosta sulla forcella che separa i torrioni meridionale e centrale e calarsi da lì.

Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

mercoledì 2 ottobre 2019

Buon compleanno

Sul 2° tiro.
Anna sul 4° tiro.
Sul 5° tiro.
Tracciato della via (azzurro). In rosso la
via dei refrattari.
Avancorpo della Presolana del Prato
Parete S


Accesso: dalla Val Seriana verso il passo della Presolana; parcheggiare sulla sinistra poco prima di raggiungerlo, appena dopo una chiesetta (cartello "Cantoniera della Presolana") e salire brevemente per prati a raggiungere una sterrata che si stacca in salita. Abbandonare lo sterrato al successivo tornante e proseguire lungo il sentiero (indicazioni), raggiungendo la baita Cassinelli. In alternativa parcheggiare qualche centinaio di metri prima sulla destra, nei pressi dell'Hotel Spampatti, e seguire la strada di fronte e subito il sentiero a destra (indicazioni per baita Cassinelli), che sale nel bosco e si congiunge con il precedente. Superare la malga Cassinelli e risalire il ghiaione (segnavia 315 per il bivacco Città di Clusone e Grotta dei Pagani) fino all'altezza del bivacco e della cappella Savina. A destra sono ben visibili i due torrioni gemelli di forma triangolare dove salgono due vie di Carlo Nembrini; alla loro sinistra si notano un pilastro e una placca dove sale la via, seguite poi da altre placche più a sinistra dove salgono le vie dell'avancorpo. Conviene portarsi al ghiaione alla sinistra della parete, salirlo lungo una lingua d'erba e identificare una traccia che porta verso destra, raggiungendo un terrazzo dove attacca la via dei refrattari (scritta rossa refrat.). Da qui si sale brevemente verso sinistra fino all'attacco (scritta rossa buon c.; chiodo visibile in una fessura).
Relazione: bella via che sale poco a sinistra della via dei refrattari, su placche a buchi tipiche di questa zona della Presolana. Chiodatura mista a chiodi, cordoni in clessidra e fix nei passi più impegnativi, nel complesso buona. Utile comunque qualche friend piccolo e medio per integrare. Roccia ottima e percorso sempre ovvio.
1° tiro: salire i primi metri su una placchetta triangolare e spostarsi sulla parete di destra lungo una fessura (non "rubate" salendo lungo il facile canale), superando il muro ancora a destra e continuando per una fessura più facile fino ad una cengia. 20 m; VI (anche VI+ se fatto subito a destra), IV; tre chiodi, un cordone in clessidra. Sosta su un fix.
2° tiro: salire il muretto sopra la sosta e portarsi verso destra in alto. 30 m, 5c (passi); due fix, cinque cordoni in clessidra. Sosta su fix con anello e due chiodi con cordini.
3° tiro: spostarsi a sinistra e salire la placca fino alla crestina, aggirarla a destra e portarsi sulla parete di fronte dove si sosta su un pulpito. 30 m, 5c, III+; due fix, tre cordoni in clessidra. Sosta su due fix con anello.
4° tiro: salire la placca sovrastante fino ad un piccolo terrazzo dove si sosta. 25 m, 5a; due fix, cinque cordoni e una fettuccia in clessidra. Sosta su un fix con maglia-rapida.
5° tiro: salire la placca fino alla cresta (primo cordone un po' alto) dove ci si congiunge con la via dei refrattari. Si traversa quindi per placca verso sinistra e si sale poi fino alla sosta. 30 m, VI, IV+; tre chiodi, due cordoni in clessidra. Sosta su due fix con anello.
Discesa: con tre calate in corda doppia lungo la via. La prima (50 m circa) porta alla terza sosta, la seconda (50 m circa) deposita vicino ad uno spuntone su cui è stata allestita la sosta di calata (fettuccia con maglia-rapida), poco sopra la prima sosta. Da lì con altra calata di 30 m si giunge nei pressi dell'attacco.

Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.