Giancarlo sul 2° tiro. |
Sul 3° tiro. |
Giancarlo all'uscita del 3° tiro. |
Tracciato della via (rosso). In rosa la via Summertime, in azzurro la via Ruffinoni. |
Parete N
Dopo che domenica scorsa ho compiuto l'errore fatale di andare con amici ai Magnaghi a (ri)salire la Normale al Sigaro, ritrovandomi tra orde di subumani che si sentono in dovere di dirti ad ogni piè sospinto cosa fare e cosa no, mettendo in mostra al contempo una totale incapacità di movimento sul verticale, volevo assolutamente evitare di ripetere la scena e gli annessi improperi. Quale scelta migliore dello Zuccone Campelli, e di una via non nel novero di quelle più ripetute? Visto il freddo che regna sulla N del Pesciola ed il tempo incerto, abbandoniamo presto i propositi combattivi e ripieghiamo su questa via, che ci regala un terzo tiro molto bello e qualche passaggio su roccia che richiede attenzione. Un'alternativa interessante, ma da affrontare con un po' di cautela.
Accesso: si raggiungono i pressi del rif. Lecco dalla stazione della funivia dei Piani di Bobbio o da Ceresole di Valtorta e si segue lo sterrato che sale nel vallone dei camosci. Si prende la prima deviazione a destra procedendo in piano fino ad una traccia che sale ancora sulla destra tra erba e ghiaia, più o meno all'altezza della rampa che caratterizza la Bramani-Fasana. Ci si porta nel canale che separa due torri di Pesciola, a destra dell'attacco della via suddetta, e lo si risale per qualche metro, fino ad identificare sulla destra un vecchio chiodo con cordino che marca il punto di partenza.
Relazione: via che presenta due tiri interessanti, accompagnati però da alcuni tratti su cenge e terrazzini friabili con un certo rischio di caduta sassi che rovinano un po' tutto il resto; almeno alcuni punti andrebbero ripuliti. Protezioni buone; portare eventualmente friend piccoli e medi.
1° tiro: salire sulle facili rocce a destra del canale, superare una prima sosta (serve eventualmente per la calata) e attaccare la parete di sinistra risalendo dei risalti fino alla sosta. 40m, 3b; cinque fittoni + una sosta intermedia.
2° tiro: a destra della sosta a risalire una bella rampa-diedro, spostandosi poi a destra al termine per salire sulla cengia dove si sosta. Ultimi metri friabili. 30m, 4b; quattro fittoni, tre chiodi.
3° tiro: puntare ai tetti sopra la sosta; superare il primo sulla sinistra, traversare brevemente in placca e uscire a destra del secondo per proseguire poi lungo una larga fessura. Un passo delicato a sinistra porta su un terrazzino friabile dove si abbandona la fessura-canale e si salgono a sinistra gli ultimi metri fino alla sosta. In alternativa si può proseguire dritti uscendo a destra del canale (buon chiodo visibile che protegge l'uscita friabile) per portarsi poi alla sosta sulla sinistra. 30m, 5c (uno o due passi); sette fittoni, un chiodo, un cordone in clessidra.
Discesa: bastano due calate in corda doppia: la prima deposita alla base dell'ultimo tiro, la seconda - grazie all'allungamento delle corde - direttamente nei pressi dell'attacco. Eventualmente è possibile fermarsi alla sosta poco sopra, da cui si scende arrampicando.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
Accesso: si raggiungono i pressi del rif. Lecco dalla stazione della funivia dei Piani di Bobbio o da Ceresole di Valtorta e si segue lo sterrato che sale nel vallone dei camosci. Si prende la prima deviazione a destra procedendo in piano fino ad una traccia che sale ancora sulla destra tra erba e ghiaia, più o meno all'altezza della rampa che caratterizza la Bramani-Fasana. Ci si porta nel canale che separa due torri di Pesciola, a destra dell'attacco della via suddetta, e lo si risale per qualche metro, fino ad identificare sulla destra un vecchio chiodo con cordino che marca il punto di partenza.
Relazione: via che presenta due tiri interessanti, accompagnati però da alcuni tratti su cenge e terrazzini friabili con un certo rischio di caduta sassi che rovinano un po' tutto il resto; almeno alcuni punti andrebbero ripuliti. Protezioni buone; portare eventualmente friend piccoli e medi.
1° tiro: salire sulle facili rocce a destra del canale, superare una prima sosta (serve eventualmente per la calata) e attaccare la parete di sinistra risalendo dei risalti fino alla sosta. 40m, 3b; cinque fittoni + una sosta intermedia.
2° tiro: a destra della sosta a risalire una bella rampa-diedro, spostandosi poi a destra al termine per salire sulla cengia dove si sosta. Ultimi metri friabili. 30m, 4b; quattro fittoni, tre chiodi.
3° tiro: puntare ai tetti sopra la sosta; superare il primo sulla sinistra, traversare brevemente in placca e uscire a destra del secondo per proseguire poi lungo una larga fessura. Un passo delicato a sinistra porta su un terrazzino friabile dove si abbandona la fessura-canale e si salgono a sinistra gli ultimi metri fino alla sosta. In alternativa si può proseguire dritti uscendo a destra del canale (buon chiodo visibile che protegge l'uscita friabile) per portarsi poi alla sosta sulla sinistra. 30m, 5c (uno o due passi); sette fittoni, un chiodo, un cordone in clessidra.
Discesa: bastano due calate in corda doppia: la prima deposita alla base dell'ultimo tiro, la seconda - grazie all'allungamento delle corde - direttamente nei pressi dell'attacco. Eventualmente è possibile fermarsi alla sosta poco sopra, da cui si scende arrampicando.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
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