martedì 26 agosto 2025

Valerio Giordano

Michele sul 1° tiro.
Sul 4° tiro.
Sul 5° tiro.
Michele sul 7° tiro.
Tracciati della Valerio Giordano (arancio) e delle Vonbank,
Orizzonti di gloriaAlice.
Piccolo Lagazuoi (Gruppo di Fanis)
Parete SE

Accesso: da passo Falzarego, al parcheggio della funivia del Lagazuoi, si segue il sentiero che risale la pista da sci per prendere poco dopo a sinistra il sentiero dei Kaiserjaeger (indicazione). Lo si segue fino ad un grosso masso in corrispondenza dell'evidente ghiaione erboso di foggia triangolare che marca la base della via, alla sinistra della parete, ben visibile dal parcheggio. Qui si lascia il sentiero per salire alla parete, dove si trova la trincea e due gallerie (visitabili) della postazione austriaca Vonbank. La via parte tra le due gallerie, appena a destra della Vonbank (evidentissima targa metallica con nome). Mezz'oretta circa.
All'attacco si può anche giungere parcheggiando nei pressi del Forte Tre Sassi e prendendo il sentiero dei Kaiserjaeger fino a che questo non inizia a salire a tornanti, più o meno all'altezza della base della parete. Lo si lascia traversando a destra per traccia giungendo in breve all'attacco.

Relazione: via recente (del 2023) che risale la parete a destra della via Vonbank su muri verticali di ottima roccia e difficoltà contenute, regalando un'arrampicata di soddisfazione. La via si muove quasi sempre intorno al 4c/5a, con chiodatura un po' distanziata, e qualche passo intorno al 5c/6a, ottimamente protetto a fix. Friend non strettamente necessari, ma ovviamente valutate voi in base alla vostra confidenza. A mio modesto parere, i gradi indicati nella relazione degli apritori sono un po' strettini, e li ho ritoccati nel seguito. Passi obbligati di 6a. Tutte le soste sono su due fix con catena ed anello.

1° tiro: superare il muretto iniziale, portarsi verso destra e continuare in verticale. 40 m, 5c (uno/due passi); sei fix, un chiodo, un cordone (marcio) in clessidra.
2° tiro: salire in verticale per il muretto e uscire sulla destra alla sosta. 20 m, 6a (un passo), tre fix.
3° tiro: ancora in verticale lungo il muro fino alla sosta. 40 m, 5b, cinque fix (uno con cordone).
4° tiro: spostarsi a destra, salire un vago e breve diedrino e continuare per facili rocce fino alla sosta. 25 m, 6a (un passo); quattro fix, un chiodo.
5° tiro: salire il muretto fino alla sosta su cengia. 45 m, 6a+ (un passo facilmente azzerabile o aggirabile al primo fix, poi 5a),  sette fix. Tiro molto bello e divertente.
6° tiro: spostarsi a destra e salire l'evidente spigolo fino alla sosta. 40 m, 4a, cinque fix.
7° tiro: proseguire brevemente e salire il corto diedro, uscendo dalla parete. 20 m, 4c, un fix. Sosta su fix con anello.

Discesa: si segue il sentiero dei Kaiserjaeger in discesa fino al punto di partenza.


Avvertenza: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

domenica 24 agosto 2025

Molino del torchio

Selezione di salumi
Gnocchi con salsiccia e funghi
Coscia d'anatra arrosto
Torta al cioccolato

Via Molino del torchio 17
Cuasso al Monte (VA)

Siamo sulla strada che da Varese reca a Porto Ceresio; poco prima di giungervi si svolta a sinistra e si segue uno sterrato che in breve conduce al vecchio mulino di più di un secolo fa, ora trasformato in ristorante con possibilità di alloggio. L'interno conserva la struttura e gli arredi in stile tradizionale, con tavoli ben distanziati, e la cucina è di impronta lombarda, con attenzione all'origine delle materie prime utilizzate.

Il menù propone quattro-cinque proposte per ogni portata, ma una volta tanto mi oriento per il menù degustazione, decisamente conveniente e che propone una scelta tra due proposte per piatto. Un delicato antipasto di salumi misti locali apre la cena, accompagnato da verdurine in agrodolce e un paté di vitello: piatto senza troppi fronzoli, come tutti quelli proposti, ma ricco di sostanza.
La scelta sui primi cade tra dei ravioli farciti di toma di capra e gli gnocchi con salsiccia e funghi, che scelgo senza esitazione. Posso solo dire che l'unica nota un po' stonata è la foggia del piatto, poco invitante per i miei gusti, mentre quello che ci sta dentro si amalgama perfettamente!
E siamo così ai secondi, dove fa capolino un filetto di pesce persico contro una coscia d'anatra arrosto con patata duchessa. Tocca così mettere da parte il mio amore per i pesci di lago e gustarmi una generosa coscia d'anatra, che raramente ho occasione di assaggiare, insieme ad un'altrettanto - per me - inusuale patata duchessa (ma chi ricordava che erano così buone?).

Tra i dolci mi oriento, ormai senza fantasia, tra sorbetti, bavaresi e torte, pescando una canonica torta al cioccolato, che non delude mai.

La lista dei vini ha tra l'altro una buona selezione di etichette lombarde, incluse alcune bottiglie della provincia di Varese, non tra le più rinomate per quanto riguarda il vino (mi perdonino gli autoctoni). Mi lascio così tentare da un Sebuino (uvaggio di Croatina, Merlot, Barbera e Vespolina) della Cascina Piano, che soddisfa la mia richiesta di non assaggiare il solito vino che affoga nel legno piccolo, ma resta un po' scarico rispetto alle pietanze.

La prossima volta non resta che assaggiare il menù alla carta!

Il conto: 150 € per:
3 antipasti
3 primi
3 secondi
3 dessert
3 caffè
1 bottiglia di acqua
1 bottiglia di vino (20 €)

Treni 2218 e 2275 (Bergamo-Milano Lambrate): ritardi maggio-luglio 2025

Fig. 1: distribuzioni cumulative dei ritardi per il treno 2218
delle 8:02 nei trimestri maggio-luglio dal 2015 al 2025.
Fig. 2: Ritardi nel bimestre in esame per il treno 2218 (8:02).
Fig. 3: Come in Fig. 1 ma per il treno 2275 (17:40).
Fig. 4: Come in Fig. 2 ma per il treno 2275 (17:40).

La notizia del trimestre ci dice - chi l'avrebbe mai detto? - che le richieste di rimborso per i ritardi di Trenord sono drasticamente diminuite a seguito dell'introduzione del nuovo criterio, senza che ciò corrisponda ad un aumento della puntualità. Da antologia poi la risposta di Lucente (assessore ai trasporti) riportata, che dà la colpa all'ignoranza dei viaggiatori: "Quando la gente capirà che deve fare la richiesta, i numeri aumenteranno"! L'unico commento che mi sento di fare lo prendo a prestito da quelli presenti sotto l'articolo: "Terzo mandato subito per fontana!!!!!!"

Andiamo ora a vedere il dettaglio della linea di nostro interesse, iniziando dal treno 2218: puntualità all'8% e al 68% entro 5' di ritardo; massimo ritardo di 33' il giorno 8/5 per ritardo del treno precedente. L'andamento della curva cumulativa (Fig. 1) conferma quanto registrato nell'ultimo bimestre, ovvero un miglioramento rispetto agli anni precedenti (curve rosse). I dati sintetici sono riportati in Fig. 2 in funzione dell'anno: dopo i valori decisamente impresentabili degli anni 2022-23, si comincia a vedere un miglioramento, con la media di poco superiore ai 5' ed il nono decile sotto i 10 (non si vedeva dal 2020!). Quando anche la curva blu scenderà sotto i 5' potremo finalmente dire di avere un servizio puntuale. Aspettiamo fiduciosi... ma neanche troppo.

Passiamo ora al 2275: puntualità al 31% e al 69% entro 5'; massimo ritardo di 33', verificatosi ben tre volte (6, 12 e 19 maggio) per treno cancellato oppure fermato a Verdello per eccessivo ritardo e conseguente arrivo a Bergamo con il successivo 2237. Non è una novità: fino a circa 10' di ritardo il comportamento non è così diverso da quello del 2218; oltre ciò, i ritardi aumentano spaventosamente. Questi dati si vedono anche in Fig. 4, dove media e mediana sono anche migliori del 2218, ma il dato al 90% continua ad essere inaccettabile... anche con i nuovi, ridicoli, standard di valutazione!

Ed eccoci al capitolo delle giustificazioni: su sedici segnalazioni per ritardi sopra i 10', quattro sono relative a guasti o lavori alla linea, una allo sciopero del 23/5, il resto sono affari di Trenord: sei per guasti al treno o altre non meglio precisate esigenze tecniche, cinque per ritardo di altri treni.


Nota: i dati sono raccolti personalmente o da app Trenord. Per correttezza, bisogna specificare che i ritardi sopportati dai pendolari su questi due treni non sono indicativi dei ritardi complessivi, che sta ad altri raccogliere e rendere pubblici. Idem per i rimpalli di responsabilità tra Trenord, Rfi, e quant'altri. Qui si cita spesso Trenord in quanto è ad essa che i poveri pendolari versano biglietti ed abbonamenti, e ai quali dovrebbe rispondere del servizio.

sabato 23 agosto 2025

En coulisse

Michele sul 1° tiro
(non chiedetemi perché la parte centrale è sfocata).
...e qui sul 4°.
Sul 5° tiro.
Tracciato della via.
Piramide del Col dei Bos
Parete SE

Accesso: Da Cortina d'Ampezzo si sale in direzione del passo Falzarego fino all'altezza del ristorante Strobel sulla destra (o del rif. Col Gallina sulla sinistra), dove si parcheggia. Si prende il sentiero che parte in fondo al piazzale del ristorante, che sale e si immette in una mulattiera pianeggiante da seguire verso destra fino a giungere sul piazzale del vecchio ospedale militare della Grande Guerra. Si lascia a sinistra la ben evidente Torre grande di Falzarego dove sale la via Dibona e si prosegue in piano per il percorso che conduce all'attacco della ferrata (segnalato, ma ben evidente per la fila di persone che la affollano). Si continua brevemente oltre detto attacco, superando quello dello Spigolo Alpini e raggiungendo il punto più basso della parete, dove attacca la via. Fix evidente. A sinistra corre un'altra linea a fix.

Relazione: En coulisse dovrebbe stare per "in sordina", "dietro le quinte", e testimonia quantomeno della modestia degli apritori che scovano questa linea nel 1997, tra l'assai frequentato Spigolo Alpini e le vie più lunghe del Col dei Bos. L'arrampicata è discontinua ma non priva di tratti interessanti, e si adatta bene per i giorni dove non si ha molto tempo a disposizione. La chiodatura è mista a fix e qualche chiodo, ottima nei passi più impegnativi, distanziata nei tratti facili: friend non strettamente necessari, ma tutto dipende dalla confidenza personale. Roccia ottima.

1° tiro: salire il pilastrino e sostare sulla cima. 20 m, 4c, quattro fix. Sosta su un fix.
2° tiro: salire per il muretto sopra la sosta e proseguire per rocce più facili fino alla sosta. 40 m; 4c, IV; due fix. Sosta su fix e chiodo.
3° tiro: proseguire in verticale fino ad una sella nei pressi della quale si trova la sosta. 35 m, III. Sosta su due chiodi.
4° tiro: attraversare a destra superando un canalino e continuare per facile placca appoggiata fino alla sosta. 45 m, III; un fix, un cordone in clessidra. Sosta su fix e cordone in clessidra con maglia-rapida. Il tiro può essere spezzato in due sostando sul fix.
5° tiro: salire la parete fessurata di sinistra e continuare per un vago diedro fino alla sosta sotto una paretina. 35 m; IV, III; un fix. Sosta su un fix.
6° tiro: superare il muretto salendo verso destra e continuare fino a raggiungere la sosta. 25 m; 4c, IV; tre fix, un cordone in clessidra. Sosta su fix e cordone in clessidra.
7° tiro: salire lungo lo spigolo a destra e continuare lungo una terrazza fino ad una paretina dove si sosta. 50 m; IV, IV+, II; due anelli cementati, due cordoni in clessidra. Sosta su anello cementato.
8° tiro: risalire la paretina e spostarsi a sinistra fino alla sosta sulla parete. 20 m; II, I. Sosta su due fix.
9° tiro: la via (in comune con lo Spigolo Alpini) prosegue a sinistra, seguendo gli anelli cementati. Noi abbiamo invece seguito una variante lungo il canale di destra, salendolo fino ad un masso che lo chiude. Se le corde lo consentono, salire a sinistra appena prima del masso e sostare. 55 m, III. Sosta su anello cementato (o su spuntone).
10° tiro: spostarsi a sinistra e salire un corto muretto con prese un po' unte. Continuare per facili rocce fino alla sommità. 30 m; IV-, III; un anello cementato. Sosta da attrezzare sul cavo metallico della ferrata.

Discesa: seguire la ferrata e scendere alla sella che separa la Piramide dal Col dei Bos. Qui prendere un canalino a sinistra (verso il passo Falzarego) e scendere per rocce facili e tratti friabili (è possibile calarsi in corda doppia sfruttando gli ancoraggi presenti) fino a ricongiungersi con il sentiero che porta al Col dei Bos. Seguirlo verso sinistra per ritornare al sentiero di accesso nei pressi del vecchio ospedale militare.


Avvertenza: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.