lunedì 4 settembre 2023

Maurizio Speciale

Daniela sul 2° tiro.
Sul 3° tiro, nel 2011.
Alberto sul 3° tiro (nel 2023).
Alberto sul 9° tiro.
All'uscita del 9° tiro.
La relazione originale
(LAV 1, 1987, pp. 99-100)
La relazione originale
(LAV 1, 1987, pp. 99-100)
Piccolo Lagazuoi (gruppo di Fanis)
Parete O

Accesso: dal parcheggio in prossimità del forte Tre Sassi si vede distintamente la parete O del piccolo Lagazuoi: sopra il punto più basso è evidente un grande arco strapiombante (è la torre 'Ntra i Sass), alla destra del quale si nota una larga colata nera, che parte in corrispondenza dell'ingresso di una galleria di guerra. Lì attacca la via. Per giungervi, si segue il sentiero dei Kaiserjaeger che sale verso la parete, per lasciarlo prima di un ghiaione e raggiungere la parete in corrispondenza dell'arco, salendo poi a destra fino al diedro di attacco (cordino in clessidra).
Relazione: è la via più famosa e frequentata di tutto il Piccolo Lagazuoi, grazie al bellissimo terzo tiro che da solo vale la ripetizione. Belli anche i due ultimi tiri, mentre la parte centrale, interrotta da due cenge, è più anonima. La numerosa frequentazione ha fatto sì che la via sia ben protetta (molto più che nel 2010, alla mia prima ripetizione); portate comunque un paio di friend se volete integrare i tratti più facili. Roccia ottima con qualche presa negli ultimi tiri ormai unta dalle ripetizioni, per non parlare dei tristissimi segni di magnesite che hanno marcato le prese della placca del nono tiro, manco fossimo in falesia su un 8a!
1° tiro: salire per il diedro iniziale e tenere poi la destra, rimontando un pilastrino dove si sosta. 30 m, IV-, IV, III; un cordino in clessidra. Sosta su due chiodi.
2° tiro: traversare qualche metro a sinistra e salire in verticale puntando alla nicchia sotto la colata nera dov'era la vecchia sosta (cordone). Sostare pochi metri prima di raggiungerla. 20 m, IV; un chiodo, un cordone in clessidra. Sosta su due chiodi.
3° tiro: proseguire dritti sulla linea della colata nera sempre molto verticale sino alla sosta. 40 m; V-, V, IV+; undici (circa) cordoni in clessidra. Sosta su cordoni in clessidra con anello di calata.
4° tiro: continuare per la colata nera fino a che si abbatte. Salire ora verso destra seguendo una rampa con una fessura sino alla sosta. 45 m; IV+, III; tre cordoni in clessidra. Sosta su cordino in clessidra.
5° tiro: salire la terrazza detritica puntando alla larga colata nera a destra di un arco. Alla base dell'arco di roccia (a sinistra della colata) si rimonta un breve muretto e si sosta. 45 m; I, III; un cordino in clessidra. Sosta su cordino in clessidra.
6° tiro: salire la placca appena a destra del diedro e continuare verso destra seguendo il profilo dell'arco, fino a giungere ad una fessura che si risale fino ad uscire su una cengia all'altezza della sosta. 50 m; IV-, IV; un cordone in clessidra, un friend incastrato. Sosta su anello cementato. Nota: la versione pubblicata sulla guida di Bernardi e seguita praticamente da tutti i ripetitori manda a sinistra dopo i primi metri nel diedro, per proseguire in placca (quattro cordoni in clessidra); tuttavia i primi salitori hanno seguito la placca verso destra, anche se sono saliti prima di giungere alla fessura (vedi nota finale). Da questo punto è anche possibile abbandonare la via, seguendo la cengia verso destra.
7° tiro: superare il muretto dritto sopra la sosta (non nel diedro marcio a sinistra) e continuare per facili rocce tenendo la sinistra, fino ad un evidente spuntone dove si sosta. 60 m; IV-, II; un chiodo con cordino. Sosta da attrezzare su spuntone, poco sotto il quale è presente un ometto.
8° tiro: proseguire verso sinistra fino all'inizio di una rampa inclinata a destra che corre sotto gli strapiombi. Seguirla (ometto) fino al culmine, da dove si sale facilmente alla sosta. 25 m, III. Sosta su cordone in clessidra. Nota: anche questa probabilmente è una variante; vedi sotto.
9° tiro: salire in obliquo a sinistra e superare un muretto, continuando per placca inclinata. Salire un secondo muretto lievemente aggettante e la successiva placca (molto bella) fino alla cengia. Qui spostarsi a sinistra fino alla sosta sotto un'evidente fessura. 35 m; IV, V+, V, I; quattro chiodi, due cordini in clessidra. Sosta su due chiodi e cordoni.
10° tiro: salire la fessura un po' aggettante e continuare per un diedro sulla sinistra fino alla cengia dove si sosta. 30 m; V+, IV; tre cordoni in clessidra. Sosta su cordone in clessidra.
Discesa: Seguire la traccia verso destra (ometti) con qualche tratto esposto. In corrispondenza di un canale è possibile scendere (ometti), oppure continuare a traversare (altri ometti) fino a congiungersi con il sentiero dei Kaiserjaeger che si segue in discesa fino al parcheggio.

Relazione originale: la relazione dei primi salitori è stata pubblicata su Le Alpi Venete, primavera-estate 1987, pp. 99-100, con schizzo del tracciato (dove la via è erroneamente indicata come Mirko Speciale), mentre la Rivista Mensile del CAI ne darà solo la notizia nel numero di settembre-ottobre 1988, p. 78. Leggendo la relazione e osservando la fotografia, si notano però alcune piccole discrepanze con il percorso solitamente seguito: la colata nera è percorsa in diagonale verso sinistra e poi in verticale, l'arco del sesto tiro si segue verso destra fino ad un diedrino (che a me non era sembrato proprio affidabile come roccia, ma posso sbagliarmi), ed infine il giro capzioso della rampa dell'ottavo tiro è evitato salendo direttamente per la parete. Piccole variazioni da provare alla prossima ripetizione!

Avvertenza: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

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