venerdì 27 maggio 2022

Treni 2218 e 2275 (Bergamo-Milano Lambrate): ritardi marzo-aprile 2022

Fig. 1: distribuzioni cumulative dei ritardi per il treno 2218 delle 8:02
nei bimestri marzo-aprile dal 2015 al 2022.
Fig. 2: andamento mensile dei ritardi per il treno 2218 (8:02).
Fig. 3: come in Fig. 1, ma per il treno 2275 delle 17:41
(nel 2020 il treno non ha praticamente circolato nel bimestre).
Fig. 4: come in Fig. 2, ma per il treno 2275 delle 17:41.
Le notizie del bimestre, della serie si-ride-per-non-piangere, sono due. La prima (che in realtà risale a febbraio) riporta l'ennesimo piagnisteo di Trenord, che sarebbe preoccupata per il termine dello stato di emergenza, ovvero per il termine dei sussidi statali, invece di rallegrarsi per poter finalmente tornare a lavorare. Cito dall'articolo:
Si tratta dell’ennesima dimostrazione che le aziende monopoliste al riparo dalla concorrenza e inefficienti, come Trenord, preferiscono perdere passeggeri ma avere i ristori dallo Stato piuttosto che guadagnare producendo un buon servizio e riducendo i costi (che nel caso dell’azienda lombarda sono di 20 euro per km percorso, contro i 12 della media nazionale).
A fronte di questa situazione paradossale (ma non troppo: se Trenord fosse concorrenziale perché affidargli il servizio senza gare, come fa da sempre Regione Lombardia?) si può leggere qui una notizia che fa un pochino vomitare (il grassetto è mio):
l’amministratore delegato di Trenord Marco Piuri [...] ha ottenuto nel corso degli ultimi due anni aumenti molto consistenti del suo compenso annuale [e] percepisce oggi, tutto compreso, 568mila euro, con un aumento consistente nel corso del 2020, l’anno nero della pandemia. [...] Insomma, mentre a Trenord piangevano miseria e tagliavano corse, il vertice vedeva lievitare il proprio compenso. Non c’è bisogno di chiedersi che cosa ne pensino i pendolari, ma credo che nessuno se ne sia preoccupato.
L’incremento è dovuto sostanzialmente a un bonus di oltre 200mila euro, assegnato non da Trenord, ma da FNM. L’importo è legato all’aver concluso con successo alcune acquisizioni societarie, in particolare di aver portato a termine l’integrazione di Milano Serravalle, la società autostradale che gestisce un tratto della A7 e le tangenziali milanesi, che possiede quote rilevanti nella Brebemi e nella Tem, la tangenziale esterna di Milano. Ma come, il manager che deve far funzionare la mobilità sostenibile, quella ferroviaria, viene premiato perché integra una società autostradale che fa profitti sul transito di auto private e Tir?
E vediamo cosa ne hanno ricavato i pendolari bergamaschi a fronte di questi lauti compensi: nell'ultimo bimestre il treno 2218 continua a vantare le prestazioni peggiori degli ultimi otto anni! Puntualità ad un misero 12%, al 46% con 5' di ritardo, miglior (?) prestazione di ben 37 minuti di ritardo! Dallo "storico" di Fig. 2 vediamo che poco o nulla è cambiato rispetto al primo bimestre: anzi, sono sette-otto mesi che il 2218 è diventato uno schifo!
Il treno 2275, invece, viaggia (si fa per dire...) pure lui peggio che nel 2021: puntualità al 32% e al 71% entro 5'. Come ormai accade da secoli senza che nessuno se ne preoccupi, il restante 30% dei treni (circa uno su tre) subisce però un ritardo inqualificabile, superiore ai 15'. Certo, se proprio si vuole avere un treno che faccia il giro attorno a Bovisa, un minimo di raziocinio imporrebbe di togliere le fermate di Pioltello e Treviglio ovest, ma evidentemente questo lo capiscono tutti i pendolari, ma non chi decide le fermate. Anche perché, in effetti, queste due stazioni andrebbero completamente eliminate dalla tratta BG-MI!

Nota: i dati sono raccolti personalmente o da app Trenord. Per correttezza, bisogna specificare che i ritardi sopportati dai pendolari su questi due treni non sono indicativi dei ritardi complessivi, che sta ad altri raccogliere e rendere pubblici. Idem per i rimpalli di responsabilità tra Trenord, Rfi, e quant'altri. Qui si cita Trenord in quanto è ad essa che i poveri pendolari versano biglietti ed abbonamenti, e ai quali dovrebbe rispondere del servizio.

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