martedì 3 novembre 2020

Ristorante Rosso rubino

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Battuta di carne cruda.
Cappellacci di coniglio.
Agnello in casseruola
Coscia di faraona.
Piazza Marconi 2
Dronero (CN)


Il secondo ricettacolo di gozzoviglie in val Maira è geograficamente assai vicino alla Ca' bianca, e precisamente nel bel paese di Dronero. A differenza della prima, ci troviamo ora in un ristorante dall'aspetto un po' più formale e raffinato, sia nella forma che nella sostanza. Il locale non è molto grande, ma c'è anche qualche tavolo all'esterno, ottimo d'estate. Anche qui la cucina è basata su piatti tradizionali e materie prime quasi tutte locali, ma con una libertà di interpretazione maggiore. Menù di quattro-cinque primi ed altrettanti secondi, divisi tra valle e mare, grazie agli anni passati dallo chef nella riviera ligure.
Dopo aver assaggiato l'ottimo pane fatto in casa, ci buttiamo senza indugio sui piatti di terra, iniziando con un antipasto di carne cruda battuta al coltello che si scioglie in bocca tanto è delicata, ma con un po' di rimpianto per non aver provato la crème brulée di fois gras d'anatra, che sarà uno dei motivi per tornare.
Tra i primi scegliamo senza indugio veruno i cappellacci di coniglio su passata di zucchine e menta che sono una delle cose migliori che abbia assaggiato quest'anno! Pasta ovviamente fatta in casa, ripieno gustosissimo, e la menta a coronare il tutto; veramente da mangiarne fino all'indigestione!
Un siffatto primo è l'occasione per riproporre ancora una volta una mia teoria personalissima, ovvero che la cucina italiana dia il meglio di sé nei primi piatti. Guardo quindi con un po' di disillusione i secondi, esitando tra agnello e faraona (tonno e filetto di manzo le altre possibilità): per fortuna questi si distribuiscono tra i due piatti del tavolo, risolvendo il dilemma. L'agnello in casseruola è cucinato ottimamente, ricco di sapore, veramente delizioso. Ma gli stessi aggettivi si potrebbero usare per la coscia di faraona alle erbe aromatiche; entrambi i piatti sono accompagnati da un piccolo contorno di verdure.
Tra i dolci ci sono alcune proposte interessanti, ma nessuno è sufficientemente ispirato e si passa direttamente al caffè, che arriva con della piccola pasticceria.
La carta dei vini è veramente notevole, con una proposta di vini piemontesi da applauso. Niente mezze bottiglie (peccato), e qualche proposta al bicchiere. Me la cavo quindi con un paio di bicchieri (un nebbiolo e un barbaresco) di cui onestamente ho scordato i produttori (sì, buoni ma niente di cui ricordarsi).
Un posto dove si mangia ottimamente!

Il conto: 85€ per
1 antipasto
2 primi
2 secondi
2 bicchieri di vino (9€)
1 bottiglia di acqua
2 caffè

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