venerdì 13 settembre 2019

Via della morte obliqua

Luca sul 1° tiro.
Sul 2° tiro.
Sul 3° tiro.
Luca sul 4° tiro.
Luca sul 6° tiro.
Sul 9° tiro.
Tracciato della via. La foto della parete è
di Luca (sassbaloss).
Torre di Murfreit (Gruppo del Sella)
Parete N


"Su questo potente pilastro, bene in vista da Passo Gardena, corre questa famosa via di camino dal nome macabro". Così Claudio Cima in Sella. Arrampicate scelte (p. 139). E in effetti, salendo a passo Gardena dall'omonima valle non si può non essere attratti da questa linea del lontano 1928. Quando finalmente ci decidiamo all'impresa, però, i nostri entusiasmi si raffreddano velocemente: a una cordata teutonica appena avanti a noi si stacca una presa sul primo tiro, con conseguente volo. Saliamo assai circospetti, bersagliati dai sassi che i due scaricano in continuazione. Più in alto assistiamo ad un secondo volo del capocordata, nel viscido camino del quinto tiro. Questa volta i due si calano, ma la nostra tranquillità se n'è andata da un po'. Impiego un tempo spropositato per fare quel tiro, e quando arriviamo finalmente in vetta, molto più tardi del previsto, si scatena un acquazzone che complica anche la discesa. Nessuno lo dice, ma per un attimo entrambi abbiamo temuto un bivacco. Scendiamo lentamente, poi la bussola del cellulare è provvidenziale per indicare la direzione in mezzo alla nebbia (viva la microelettronica!), e tutto finisce con una cena tardiva a Canazei.
Accesso: dal passo Gardena si prende il segnavia 666 (viatico ideale per questa via!) che conduce al rifugio Pisciadù. Dopo pochi tornanti, in corrispondenza di una curva verso sinistra, lo si lascia per una deviazione a destra, che costeggia il colletto sovrastante (Col de Frea) e prosegue in direzione della Torre di Murfreit e della val Culea (alla sua sinistra). Se "mancate" la deviazione, prendete una seconda traccia sempre verso destra più avanti, dove il sentiero tende decisamente ad allontanarsi verso sinistra, raggiungete la cima del colletto e proseguire per traccia, fino ad incontrare la precedente. Si prosegue per sfasciumi fino all'altezza della torre, ci si porta sul suo lato destro e si risalgono facili rocce verso sinistra, fino a portarsi sotto un camino dove inizia la via. Il percorso originale sale più a destra, a raggiungere una cengia orizzontale che si segue verso sinistra fino all'imbocco del grande camino del terzo tiro.
Relazione: la via risale l'evidente ed estetico camino obliquo con difficoltà contenute, ma su roccia decisamente non ottimale nella parte medio-bassa (diciamola discreta, nonostante sia la guida monti d'Italia che il libro di Bernardi definiscano la roccia buona) e con un tiro in camino praticamente sempre bagnato e fangoso (anche se ben proteggibile). L'ambiente è certamente spettacolare, ma non consiglierei la via tranne che agli appassionati del genere. Nel caso, portare serie di friend fino al 3BD e un paio di kevlar sciolti da infilare nelle clessidre. Chiodi e martello non strettamente necessari, ma - come sempre in questi casi - utili se sopravvengono degli inconvenienti. Passo-chiave della via valutato come V- e A0 da Cima, V nella GMI e V+ da Bernardi (e da noi, per quel che vale).
1° tiro: salire la prima parte del camino, spostarsi sulla sinistra e proseguire ancora in camino. La sosta è all'uscita, sulla sinistra. 45 m, V-; due chiodi, due cordini in clessidra. Sosta su due chiodi e cordone.
2° tiro: raggiungere la base del grande camino, superando facili rocce ed un paio di muretti fessurati. 45 m; un chiodo con cordino, un cordino in clessidra. Sosta su cordino in clessidra.
3° tiro: salire la placca sporca spostandosi verso sinistra fino a raggiungere una stretta cengia. Ignorare una sosta sulla destra (tre chiodi e cordini) e spostarsi alla sosta sulla sinistra. 35 m, IV. Sosta su chiodo (ma ben integrabile con friend). Tiro difficilmente proteggibile.
4° tiro: salire una fessura a sinistra della sosta per poi riportarsi verso destra su roccia giallastra. Superare una placca e puntare a destra ad un masso incastrato nel camino. Salire ancora ed infilarsi nel camino a destra, dove questo si allarga e diviene più verticale. 35 m; IV, V; quattro chiodi, una fettuccia in clessidra. Sosta su tre chiodi e cordino.
5° tiro: salire il camino, perennemente umido se non bagnato e fangoso, verso destra, sfruttando alcuni massi incastrati. Portarsi poi sulla parete di sinistra e salirla fino ad una prima cengia. Superare un breve muretto e sostare. 40 m, IV+; due chiodi. Sosta su due chiodi.
6° tiro: puntare allo strapiombo sopra la sosta, uscire sulla sinistra (esposto) e traversare fino a raggiungere rocce più semplici. Salire seguendo delle fessure verso destra, superando uno spuntone (possibile sosta) fino ad una cornice dove si sosta. 40 m; V+, IV+, IV; cinque chiodi, uno spuntone con cordini. Sosta su un chiodo (integrabile).
7° tiro: in verticale lungo la direttrice di una fessura per poi spostarsi verso destra e proseguire. 35 m; IV, III. Sosta su spuntone.
8° tiro: proseguire fino ad un ripiano dove si sosta. 35 m, III. Sosta su spuntone
9° tiro: raggiungere il muretto di fronte, salirlo sulla sinistra e proseguire fino ad un colletto con ometto. Qui spostarsi a destra e continuare brevemente fino alla sosta. 40 m, IV-, un chiodo. Sosta su spuntone. Se le corde non fanno troppo attrito, conviene proseguire fino alla cima del pilastro.
10° tiro: raggiungere la cima del pilastro, scendere all'intaglio e risalire fino alla vetta. 55 m, III. Sosta su spuntone.
Discesa: non banale ed esposta; fare attenzione. Dalla cima ci si sposta verso il massiccio del Sella fino ad incontrare degli ometti che indirizzano in un canale sulla sinistra. Lo si scende (II+) fino ad una sosta da cui ci si cala in corda doppia per circa 25m. Qui è presente una seconda sosta che probabilmente permette di abbreviare l'itinerario con una serie di calate (non verificato). Ci si sposta invece a sinistra (viso a valle) lungo una cengia fino ad un'altra sosta da cui ci si cala a raggiungere un colletto. Si risale indi un facile canale (ometto), giungendo alla cresta che collega la torre con il resto del massiccio del Sella. Qui si può scendere sia a destra che a sinistra (più breve). Viste le condizioni di neve del canalone di sinistra e le condizioni meteorologiche, noi siamo scesi sulla destra, abbassandoci per placche (II) e restando sempre sul lato destro (verso la torre). Si attraversa così un canalone che scende dalla torre (uscita dalla serie di corde doppie??) e poco dopo si recupera un ancoraggio da cui ci si cala brevemente. Da qui in poi il percorso in discesa è segnalato da ometti e riporta alla base della torre, ove si ritrova il sentiero di accesso che riporta al passo. Un paio d'ore circa in tutto.

Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

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