Una delle sale del locale. |
Il carpaccio di cervo. |
I canederli al pino mugo. |
Il cinghiale con polenta e funghi. |
La sfera di cioccolato. |
Lauco (UD)
La seconda tappa delle gozzoviglie carniche ci porta nel paesino di Lauco, qualche tornante di troppo al di sopra del fondovalle. La Frasca verde è un albergo e ristorante, ma che non vuole perdere la funzione di bar di paese, con il risultato di creare uno iato tra l'ingresso del bar e le sale retrostanti. Superato il divisorio, ci sediamo in una piccola saletta, ben arredata (forse un po' troppo finto-tradizionale, ma passi), e con bicchieri per l'acqua piuttosto bruttini (per tacere di candelina e cuoricino di legno, da cestinare immediatamente). Per fortuna, la musica cambia quando arriva il menù: la cucina trae spunto dalla tradizione carnica, ma la rivisita in chiave moderna e con risultati decisamente interessanti.
La cena inizia con un delicato stuzzichino di caprese nel bicchiere, preludio a piatti ben più sostanziosi: l'antipasto di carpaccio di cervo ed il primo di canederli al pino mugo con speck sono assolutamente deliziosi, e con porzioni degne di nota.
Come secondo scegliamo il cinghiale a spasso nel bosco, ovvero con polenta e funghi. Carne cotta a puntino e felice presentazione del piatto.
Siamo ai dolci, e anche qui la fantasia non manca. La mia scelta va alla sfera di cioccolato con mousse di fava tonka e sorbetto al caffè, e devo dire che era da un po' che non assaggiavo un dessert così buono (e dal nome così lungo).
La carta dei vini è vastissima e del tutto all'altezza della cucina. Purtroppo mancano le mezze bottiglie e mi tocca accontentarmi del rosso sfuso della casa, che è onesto ma non regge il confronto con il cibo.
Una cucina veramente buona dove tornare senza indugio!
Il conto: 90€ per
1 antipasto
1 primo
2 secondi
2 dolci
2 caffè
1 bottiglia di acqua
mezzo litro di vino sfuso (7€)
Nessun commento:
Posta un commento