"Visto che oggi piove, che ne dici se andiamo a visitare la Cantina di Oliena?" La proposta è approvata all'istante; si va. Le piogge che affliggono la nostra vacanza in Sardegna, tenendoci spesso lontani dalle pareti di arrampicata, si devono almeno arrendere alle nostre esplorazioni enologiche. La solita strada ricolma di curve e di saliscendi ci porta in un'oretta alla sede della Cantina sociale, dove inizia una piacevole degustazione.
Lascio perdere il Corrasi, che non incontra i miei gusti, e mi porto a casa l'Irilai e, ovviamente, il vino "base" della Cantina, ovvero quello che più la rappresenta. Il retro dell'etichetta ricorda la visita in Sardegna di D'Annunzio, vicenda fin troppo nota su cui in rete troverete ampie delucidazioni (ma non la scansione dell'articolo originale del Corriere, che sarebbe invece la cosa migliore); parliamo invece del vino: uve Cannonau al 100%, maturazione in vasche di cemento ed acciaio. Il bicchiere si colora di un bel rosso brillante con solo qualche riflesso violaceo e lascia salire piacevoli sentori di frutti rossi.
Il tenore alcolico (siamo a 14.5°, a testimonianza che il sole in Sardegna c'è eccome, anche se noi lo abbiamo visto ben poco) si fa ben sentire all'assaggio, ma non nuoce alla bevibilità; il vino è morbido e rotondo, senza screziature. Ancora i frutti rossi in evidenza, ricordi speziati nel finale, cannella, cioccolato,...
Decisamente un vino con un nome perfettamente azzeccato (nepente = nessuna tristezza)!
Lascio perdere il Corrasi, che non incontra i miei gusti, e mi porto a casa l'Irilai e, ovviamente, il vino "base" della Cantina, ovvero quello che più la rappresenta. Il retro dell'etichetta ricorda la visita in Sardegna di D'Annunzio, vicenda fin troppo nota su cui in rete troverete ampie delucidazioni (ma non la scansione dell'articolo originale del Corriere, che sarebbe invece la cosa migliore); parliamo invece del vino: uve Cannonau al 100%, maturazione in vasche di cemento ed acciaio. Il bicchiere si colora di un bel rosso brillante con solo qualche riflesso violaceo e lascia salire piacevoli sentori di frutti rossi.
Il tenore alcolico (siamo a 14.5°, a testimonianza che il sole in Sardegna c'è eccome, anche se noi lo abbiamo visto ben poco) si fa ben sentire all'assaggio, ma non nuoce alla bevibilità; il vino è morbido e rotondo, senza screziature. Ancora i frutti rossi in evidenza, ricordi speziati nel finale, cannella, cioccolato,...
Decisamente un vino con un nome perfettamente azzeccato (nepente = nessuna tristezza)!
Immancabile nel "pacco da giù", che mi faccio portare ogni estate da un amico di origini sarde. Consiglio anche il Buio (o la sua versione riserva Buio-Buio), sempre originario del Nuorese!
RispondiEliminaIl Nepente ora l'ho notato anche in alcuni negozi della grande distribuzione, quindi per fortuna mi sarà più facile trovarlo. Sul Buio, ti ringrazio del suggerimento: confesso di non conoscere questo vino, ma cercherò di procurarmelo per un assaggio quanto prima. Ciao.
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