Iniziamo quindi con il 2608 nel periodo novembre-dicembre 2020 (curva grigia in Fig. 1). Ricordiamo che questo treno si era comportato abbastanza bene nella prima metà dell'anno, per poi peggiorare un poco: direi che l'andazzo è confermato, e che gli ultimi due mesi fanno abbastanza pena: puntualità pari a 8% e ritardo entro 5' per il 50% dei treni (se ricordo bene dev'essere il 90%!!). Gli ultimi mesi dell'anno sono tradizionalmente un periodo triste dal punto di vista della puntualità, ma colpisce che anche quest'anno, in cui i treni circolavano praticamente vuoti e pure le linee non erano certo sovraccariche viste le svariate soppressioni, non si sia riusciti a combinare niente di buono, anzi: per due giorni a dicembre il ritardo ha superato la mezz'ora, regalandoci un'altra bella prova di puntualità!
Tutto questo si ritrova nella Fig. 2, dove si vedono gli andamenti mensili: notate la risalita di tutti e tre gli indicatori negli ultimi mesi, che escono dalla "fascia gialla" di "puntualità" e continuano a crescere.
Diamo ora un'occhiata al treno del rientro (Fig. 3, curva grigia): qui andiamo meglio; la curva è più a sinistra delle altre, con l'eccezione dello stesso periodo del 2015, che sembrava orrendo allora ed è invece diventato un miraggio. Puntualità al 26% e al 83% se valutata entro 5', quasi entro i valori che sarebbe normale aspettarsi. Valore massimo del ritardo pari a 27', un'enormità!
L'andazzo "storico" dei ritardi di questo treno si vede in Fig. 4: gli ultimi due mesi sono abbastanza in linea, e certamente meglio dei due precedenti.
Siamo quindi giunti al momento del riepilogo annuale, riportato nelle figure 5 e 6. A differenza delle figure 1 e 3, qui le probabilità sono mostrare su scala normale, che meglio permette di evidenziare gli eventi "rari", ma poco conta; il significato non cambia.
Il 2608 va abbastanza bene, per merito della prima parte dell'anno, e si piazza ai livelli del 2015 e 2016 (un poco meglio), senza raggiungere la curva gialla del 2017. Non ci siamo però con la coda della distribuzione, che tende scandalosamente verso destra, superando i 40' (nel 2019 era andata decisamente meglio da questo punto di vista).
La stessa conclusione non si può trarre per il 2608: qui la curva è invece adagiata sull'andazzo degli ultimi anni, peggiorando pure rispetto ad essi (con la solita eccezione del 2018).
Il totale di questi ritardi è indicato nell'ultima figura, che rappresenta le ore totali di ritardo accumulate durante l'anno. In pratica, è la pena da sopportare per i pendolari, ovvero la capacità (ma forse il suo contrario) di far giungere i treni in orario. Una precisazione è necessaria: il 10809 non è circolato per circa un mese e mezzo durante le prime restrizioni, da metà marzo a fine aprile. Quindi i giorni complessivi sono di molto inferiori rispetto agli altri anni, falsando il confronto. Quanto indicato qui è pertanto un ritardo "equivalente sull'anno", ottenuto applicando ai circa 30 giorni di fermo la stessa statistica valida per il resto dell'anno: è quello che avremmo probabilmente ottenuto se il treno fosse circolato anche in quel periodo.
Ciò premesso, le ore totali di ritardo sono aumentate ancora rispetto al 2019, superando le 40! Si tratta del peggior risultato degli ultimi cinque anni (escludiamo come sempre il 2018, viziato dall'incidente di Pioltello)! Il problema è ovviamente il 10809, che supera le 25 ore: a raccontarlo in giro non ci si crede. Se si passasse un decimo del tempo speso in amenità tipo cambiare la numerazione dei treni (che ora sono 2218 e 2271) a farli funzionare, sarebbe tutto una meraviglia. Con questi risultati, sarebbe proprio interessante vedere Trenord vincere un bando competitivo per il servizio ferroviario in un paese civile!
Nota: i dati sono raccolti personalmente o da app Trenord. Per correttezza, bisogna specificare che i ritardi sopportati dai pendolari su questi due treni non sono indicativi dei ritardi complessivi, che sta ad altri raccogliere e rendere pubblici. Idem per i rimpalli di responsabilità tra Trenord, Rfi, e quant'altri. Qui si cita Trenord in quanto è ad essa che i poveri pendolari versano biglietti ed abbonamenti, e ai quali dovrebbe rispondere del servizio.
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