L'interno del locale |
Misto di salumi tipici. |
Il "quater" di tortelli. |
Cinghiale alla cacciatora. |
Zabaione cotto con visciole. |
Rivalta, fraz. di Lesignano de' Bagni (PR)
La piccola strada si attorciglia lungo le colline e ci conduce al borgo di Rivalta. È buio, il navigatore c'intima di fermarci... ma la trattoria dov'è? Bisogna attraversare la corte (c'è un'indicazione all'ingresso) e salire le scale per varcarne la soglia. Ambiente piacevolmente rustico, dove non mancano i soliti tremendi calici colorati per l'acqua. Menù rigorosamente emiliano, con una buona scelta di portate legate al territorio, da trattoria che vuole restare sè stessa senza spacciarsi per ciò che non è.
Tra gli antipasti spicca il prosciutto di salame nero, ma noi optiamo per un più popolare misto di salumi tipici, che comprende prosciutto, salame, gola e una buonissima culaccia. Porzioni generose, da trattoria verace.
I primi ruotano attorno alla pasta (fatta in casa), tra tortelli, tagliatelle, anolini e gnocchi. C'è anche la possibilità di combinare due o tre piatti, e io ne approfitto al volo scegliendo... quattro tipi di tortelli: verdi, alla zucca, alle erbette e alle patate. Tutti buonissimi e cotti al punto giusto, con un ripieno sostanzioso. Non dico che la cena potrebbe finire qui, ma quasi...
Nella lista dei secondi figurano "le cacciatore", specialità della casa: coniglio, galletto, cinghiale, capriolo, lepre... ancora un'ottima scelta. Mi precipito sul cinghiale con polenta: carne cotta a puntino, ma un po' sommersa dal saporitissimo sugo (siamo in Emilia...) che ne offusca il sapore. Il piatto - di cui c'è nuovamente da rimarcare la generosità - sparisce comunque in un attimo, insieme alla polenta cui si accompagna. Devo dire però che la polenta con tartufo nero non riscuote affatto i favori della mia compagna.
Siamo ai dolci. Anche qui, una buona scelta tra proposte legate al territorio: zuppa inglese, crostate e tiramisù. Prendo uno zabaione cotto con le visciole che conclude degnamente la scorpacciata.
La cantina è ben fornita, con un occhio di riguardo ai vini emiliani. Nella lista figura qualche mezza bottiglia, tra cui pesco un onesto Gutturnio di Tollara. E qui devo raccontare l'unico neo della serata: l'oste apre la bottiglia ed il vino spumeggiante si riversa sulla tovaglia, per fortuna senza lambirci. Non ci viene chiesto se vogliamo cambiare tavolo (ce ne sono di liberi), non viene nemmeno cambiata la tovaglia (i piatti devono ancora arrivare): si stende un panno sopra la macchia, e via. A fine cena, nemmeno un gesto simbolico tipo offrire un caffè o un amaro: un po' più di affabilità non avrebbe stonato, perché tra il non essere formali ed il non essere professionali c'è una bella differenza. Speriamo sia stato solo un caso sfortunato che non si ripeterà...
Il conto: 82€ per
1 antipasto
2 primi
2 secondi
1 dolce
2 caffè
mezza bottiglia di vino (7€)
2 bottiglie di acqua
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