Cotechino con purè di castagne e mostarda di zucca. |
Foiade ai porcini e finferli. |
Coniglio al valcalepio. |
Bocconcini di cervo in umido. |
Bracca (BG)
Il sito web del locale recita: Da noi non ci arrivi per caso, ci vieni appositamente... ma ne varrà la pena! Ecco, la recensione potrebbe finire qui, con risparmio di tempo mio e vostro. La prima volta che misi piede da Dentella fu una decina d'anni fa, ma si potrebbe dire che poche cose sono cambiate. Certo non l'atmosfera, decisamente informale da "trattoria di paese", certo non lo spirito che anima il menù, che ruota attorno alla cucina bergamasca con poche divagazioni. E chi si ricorda se l'affettatrice Berkel che fa bella mostra di sé all'ingresso c'era già?
Due sale al piano terra e una terrazza coperta. I tavoli sono forse un po' ravvicinati, ma non ci si fa troppo caso. Ordinario il pane, con i grissini confezionati che stonano un po'. Menù piuttosto semplice, con tre o quattro proposte per portata, basato in gran parte su prodotti del territorio. Iniziamo dividendo un antipasto: un cotechino vaniglia con purè di castagne e mostarda di zucca. La vaniglia qui non c'entra, ed il nome si riferisce ad un tipo di cotechino particolarmente tenero. Infatti, si scioglie praticamente in bocca, accompagnato strepitosamente dal purè di castagne. Se mai vi è capitato di ingurgitare i cotechini industriali, tenete presente che non riuscirete più nemmeno a guardarli dopo aver assaggiato questo!
Come primo piatto scegliamo delle foiade ai porcini e finferli. Buoni i funghi, ma peccato che la "pasta asciutta" sia in realtà poco... asciutta ed il sapore ne risulti un po'... annacquato. In una visita ancora più recente ho assaggiato i canonici casoncelli, che sono buoni, ma non memorabili... forse perché sono serviti troppo affogati nel burro.
Siamo ai secondi: il coniglio al valcalepio e lardo è cucinato a puntino ed è praticamente obbligatorio finire di spolparne le ossa aiutandosi con le mani, come facevo alla casa materna alcuni decenni fa. Ma pure i bocconcini di cervo in umido al profumo di anice stellato non scherzano! Tenerissimi, si mangiano che è un piacere. Ottima la polenta che accompagna i piatti.
I dessert non reggono secondo me il confronto con il resto: la crostata di prugne ed il semifreddo ai tre cioccolati sono più che discreti, ma si fanno anche dimenticare presto. Meglio la crostata di mandorle e fichi assaggiata recentemente.
La cantina non è ricchissima, ma con una soddisfacente selezione di vini. Per fortuna ci sono anche un paio di mezze bottiglie che possono far contento anche chi si ritrova a dover bere in solitudine. E, per finire, è giusto sottolineare l'ottimo rapporto qualità/prezzo di questo locale.
Il conto: 77€ per
1 antipasto
2 primi
2 secondi
2 dessert
2 caffè
1 bottiglia di acqua
mezza bottiglia di vino
Due sale al piano terra e una terrazza coperta. I tavoli sono forse un po' ravvicinati, ma non ci si fa troppo caso. Ordinario il pane, con i grissini confezionati che stonano un po'. Menù piuttosto semplice, con tre o quattro proposte per portata, basato in gran parte su prodotti del territorio. Iniziamo dividendo un antipasto: un cotechino vaniglia con purè di castagne e mostarda di zucca. La vaniglia qui non c'entra, ed il nome si riferisce ad un tipo di cotechino particolarmente tenero. Infatti, si scioglie praticamente in bocca, accompagnato strepitosamente dal purè di castagne. Se mai vi è capitato di ingurgitare i cotechini industriali, tenete presente che non riuscirete più nemmeno a guardarli dopo aver assaggiato questo!
Come primo piatto scegliamo delle foiade ai porcini e finferli. Buoni i funghi, ma peccato che la "pasta asciutta" sia in realtà poco... asciutta ed il sapore ne risulti un po'... annacquato. In una visita ancora più recente ho assaggiato i canonici casoncelli, che sono buoni, ma non memorabili... forse perché sono serviti troppo affogati nel burro.
Siamo ai secondi: il coniglio al valcalepio e lardo è cucinato a puntino ed è praticamente obbligatorio finire di spolparne le ossa aiutandosi con le mani, come facevo alla casa materna alcuni decenni fa. Ma pure i bocconcini di cervo in umido al profumo di anice stellato non scherzano! Tenerissimi, si mangiano che è un piacere. Ottima la polenta che accompagna i piatti.
I dessert non reggono secondo me il confronto con il resto: la crostata di prugne ed il semifreddo ai tre cioccolati sono più che discreti, ma si fanno anche dimenticare presto. Meglio la crostata di mandorle e fichi assaggiata recentemente.
La cantina non è ricchissima, ma con una soddisfacente selezione di vini. Per fortuna ci sono anche un paio di mezze bottiglie che possono far contento anche chi si ritrova a dover bere in solitudine. E, per finire, è giusto sottolineare l'ottimo rapporto qualità/prezzo di questo locale.
Il conto: 77€ per
1 antipasto
2 primi
2 secondi
2 dessert
2 caffè
1 bottiglia di acqua
mezza bottiglia di vino
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