domenica 29 settembre 2019

Dibona

Fabio sul 3° tiro.
E sul 5° tiro.
Con Fabio sul 6° tiro.
Alberto fa la sceneggiata sul 7° tiro...
..e sale tranquillamente il 9°.
Sul 9° tiro.
In vetta, soddisfatti.
Torre grande di Falzarego
Parete SE


Accesso: Da Cortina d'Ampezzo si sale in direzione del passo Falzarego fino all'altezza del ristorante Strobel sulla destra (o del rif. Col Gallina sulla sinistra), dove si parcheggia. Si prende il sentiero che parte in fondo al piazzale del ristorante, che si immette in una mulattiera pianeggiante da seguire verso destra (qui arriverete da sinistra al ritorno) fino a giungere sul piazzale del vecchio ospedale militare della Grande Guerra. Da qui la parete è ben evidente: si prosegue per traccia in salita lungo un ghiaione (lasciando sulla destra il percorso che mena verso il Col dei Bos e la pletora di persone che ne affollano la ferrata) e, poco dopo, si punta alla parete, per la precisione ad una fessura appena a sinistra di un diedro. Anello cementato alla base.
Relazione: una via "classica" che mancava da troppo tempo al mio scarso curriculum, assai famosa e abbastanza frequentata, con un penultimo tiro da non sottovalutare: un V+ che secondo me ha un paio di passi più impegnativi, anche se ora sono comparsi due fittoni. Anche le soste sono state recentemente attrezzate con qualche fittone, ma è bene portare friend piccoli e medi per integrare. Roccia ottima, con qualche punto lisciato dalle molte ripetizioni. La via presenta diverse varianti; una volta tanto noi abbiamo provato a seguire il tracciato originale...
1° tiro: salire il diedro-fessura e proseguire per rocce più facili giungendo in cima ad un pilastro dove si sosta.  40 m; IV, III+; tre anelli cementati, un chiodo (un po' a sinistra). Sosta su anello cementato.
2° tiro: salire verso sinistra, superare un muretto a sinistra di uno spit di una via moderna e proseguire verso destra fino alla sosta. 25 m; IV, III; un anello cementato, uno spit. Sosta su due anelli cementati.
3° tiro: salire il bel diedro sopra la sosta, uscendone sulla destra per proseguire su facili rocce. 40 m; IV, III; due chiodi, un cordone in clessidra. Sosta su anello cementato.
4° tiro: salire il pendio erboso verso destra fino ad uno spigolino e proseguire per un facile diedro fino alla sosta. 25 m, III. Sosta su un anello cementato.
5° tiro: salire la placca e proseguire per roccette e tratti erbosi fino alla sosta. 35 m; IV, II. Sosta su anello cementato e clessidra.
6° tiro: spostarsi a destra e salire la bella placca sopra la sosta in direzione di un albero secco vicino al quale si sosta. 30 m; V-, IV+; un chiodo. Sosta su due cordoni in clessidre oppure, poco sopra, su due fix con catena ed anello.
7° tiro: traversare a sinistra fino ad una fessura (chiodo con cordino). Salire spostandosi poi a sinistra verso un terrazzino sotto una nicchia giallastra poco dopo lo spigolo. 15 m, V-; un chiodo con cordino. Sosta su due fittoni. Appena sotto c'è uno spit con maglia-rapida.
8° tiro: salire a sinistra della sosta per un diedro-fessura lievemente aggettante e proseguire per un canale che diviene più verticale nel tratto finale. Raggiunta la base della parete giallastra con la grande lama staccata a sinistra, si sosta. 40 m, IV+, IV; un friend incastrato. Sosta su due fittoni accanto al masso incastrato che costituiva la vecchia sosta.
9° tiro: salire la parete in corrispondenza della lama staccata di sinistra, giostrando tra la placca alla destra della lama, il diedro formato con la lama stessa e, più in alto, il camino tra la lama e la parete. Si sosta alla sommità del pilastro. 35 m; V, V+ (anche un paio di passi di VI-, secondo me), IV; due fittoni, due chiodi vicini. Sosta su due fittoni.
10° tiro: superare il muretto sopra la sosta (provvidenziale chiodo con cordino) e spostarsi verso destra, per proseguire sulla parete a sinistra di una fessura-camino fino alla sosta. 25 m; VI, IV+, II; tre chiodi (uno con cordino). Sosta su anello cementato.
Discesa: scendere dalla parte opposta rispetto a quella di salita, in un canalino sul lato destro fino ad una forcella (passi di II; è possibile anche scendere in corda doppia sfruttando alcuni ancoraggi presenti). Dalla forcella si scende verso sinistra (viso a valle) per traccia ben evidente, si costeggia la torre piccola di Falzarego e si continua per sentiero, ora più marcato. Ci si ritrova sulla mulattiera militare che riporta al bivio con il sentiero che proviene dal ristorante e dalla meritata birra.

Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

lunedì 16 settembre 2019

Paolo Amedeo

Alberto e Fabio sul 4° tiro.
Alberto sul 5° tiro.
Fabio all'uscita del 6° tiro.
Tracciato della via (rosso). In azzurro la via
Nikibi.
Torrione Marcella - Lastoi di Formin
Parete O


"Senti... vuoi che ti legga cosa dice questa relazione trovata su Internet?" mi dice Alberto dalla sosta, con tono a metà tra il preoccupato ed il divertito. Lo guardo dall'alto. "Ehm... no! Tanto ormai non posso più tornare indietro...". Lui incurante mi racconta di altre direzioni, altre placche... altri chiodi! Maledico le stelle ingiuriose e il cielo avaro di Monteverdiana memoria, ma soprattutto l'autore dello schizzo che ho in tasca! La fessura muore appena sopra di me; mi sposto a sinistra... dovrei salire per placca a raggiungere la cornice sopra la quale ci dev'essere la sosta, ma inspiegabilmente tutte le fessure dove infilare un friend si sono chiuse all'improvviso: "Sono un po' nella merda... ora vedo cosa fare". Che strano... fino ad un attimo fa ero certo al 99% di essere fuori via, ma quell'1% residuo mi dava tranquillità. Ora che se n'è andato, tutto sembra più difficile! Lo sapevo che dovevo fare l'enogastronomo nella vita! Tra un'imprecazione l'altra mi calmo e mi sposto un poco a sinistra, ritrovandomi su terreno facile. Sospiro: "Tutto a posto, non era difficile". Trovo un punto ove rimontare sulla cornice, traverso a destra maledicendo e tirando come un dannato le corde che ho rinviato a minchia nell'unico punto in cui ho finalmente piazzato un ottimo friend, e arrivo madido di sudore alla seconda sosta. Su due tiri, ne ho sbagliati due; complimenti! I soci mi diranno poi di aver visto un chiodo nella fessura a sinistra... che sia qualche collega che ha pure sbagliato mestiere?
Accesso: Da Cortina d'Ampezzo si prende la strada che porta a passo Giau fino all'indicazione d'inizio del comune di S. Vito di Cadore, accompagnata da un cartello giallo "Muraglia di Giau. 1 luglio - 30 settembre 1753", ovvero un muro a secco che stabiliva il confine tra i pascoli sanvitesi e ampezzani prima, e tra impero asburgico e repubblica di Venezia (o regno d'Italia) poi. Poco dopo si parcheggia in uno slargo sulla sinistra (cartello chilometrico km 6). Si scende per prati tenendo la destra, andando a prendere un sentiero che attraversa alcuni torrentelli (ometti). Più avanti, in corrispondenza di un corso d'acqua, si prende una deviazione sulla sinistra che porta in direzione dell'evidente torrione dove corre la via (ometto non evidentissimo). Si giunge così alla base del ghiaione terminale e alla parete. Portarsi sulla destra, poco prima di un avancorpo. Un'oretta circa.
Relazione: via bella e divertente, su ottima roccia. Soste attrezzate con almeno un fix, chiodatura buona nei tratti più impegnativi. Portare friend piccoli e medi per integrare... e magari una relazione migliore di quella che avevo io!
1° tiro: la via sale lungo il diedro/fessura. Io sono salito per la placca alla sua sinistra, puntando ad un piccolo strapiombo che si supera sulla sinistra per poi spostarsi a destra a prendere la sosta (a sinistra si vede un fix dell'adiacente via). Non sono sicuro sia la soluzione migliore... 20 m; III+, IV+; un chiodo, un friend incastrato. Sosta su due fix con cordone.
2° tiro (var.): superare il muretto a destra della sosta e continuare lungo la fessura, portandosi un poco a sinistra. Traversare verso sinistra sotto la cornice (passo iniziale esposto) fino a dove è possibile rimontarla facilmente. Da qui in facile traverso a destra fino alla sosta. 40 m; V+ (passo appena sopra la sosta), IV+, V-, IV, I; due chiodi. Sosta su un fix ed un chiodo con cordone. Il tiro originale va a destra subito sopra la sosta, per poi proseguire lungo delle placche.
3° tiro: si sale puntando ad un evidente diedro con fessura obliqua verso sinistra. Giunti sotto di essa (chiodo) si segue una seconda fessura verso destra, che porta ad un pulpito oltre cui vi è la sosta. 20 m; III+, V; tre chiodi (uno con cordone). Sosta su due fix con cordone.
4° tiro: salire la placca fino ad una fessura, superarla e proseguire brevemente fino ad una nicchia sulla destra ove si sosta. 35 m, IV+; tre chiodi, un cordone in clessidra. Sosta su fix e chiodo con cordone.
5° tiro: salire a destra della sosta lungo una fessura, che si apre a diedro più avanti. Proseguire fino ad um masso sporgente e uscire sulla destra verso la sosta. 30 m; V-, IV, V; cinque chiodi (due vicini), un cordone in clessidra. Sosta su due fix con cordone.
6° tiro: si sale lungo un pilastro a seguire una fessura. Si continua per un diedro verso sinistra fino alla terrazza di sosta. 35 m; V, IV; due chiodi, 2 clessidre con cordone. Sosta su due fix.
7° tiro: superare il breve strapiombo sopra la sosta e raggiungere un terrazzino (sosta possibile su due chiodi). Proseguire lungo la parete fino alla sommità. 50 m; VI-, III+, IV, III; sei chiodi (due con cordone). Sosta su due fix.
Discesa: si prosegue lungo la cresta per scendere sui bei prati sommitali. Qui si seguono gli ometti che conducono  ad una traccia che scende e porta all'imbocco del canale a sinistra del torrione, che riporta alla base.

Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

sabato 14 settembre 2019

Hoi-Nau (pilastro sud)

Fabio sul 1° tiro.
Sempre lui all'uscita del camino del 3° tiro.
Alberto sulla placca del 4° tiro.
Con Fabio alla 4a sosta.
La cordata dietro di noi sul 6° tiro.
Fabio sul 7° tiro.
Alberto sull'8° tiro.
Alberto sul 10° tiro.
Tracciato della via (rosso). In verde Re Artù.
Punta Lastoi - Lastoi di Formin
Parete S


Accesso: dal passo Giau (o dal tornante appena prima di esso, salendo da Cortina) si segue il segnavia 436, superando un paio di forcellette per poi immettersi in un vallone e salire fino a forcella Giau, sovrastata dalla Punta Lastoi. Da qui verso sinistra su traccia di sentiero, prima per prati e rocce e poi attraverso il ghiaione. Quando il sentiero si avvicina alla base della parete lo si lascia e si sale brevemente puntando allo spigolo a sinistra. La via parte nel diedro appena a destra dello spigolo.
Relazione: via piacevole che risale la parete senza troppe difficoltà, evitando i punti più impegnativi. Ideale per un'arrampicata tranquilla su roccia buona. Chiodatura buona nei tratti più impegnativi; portare friend piccoli e medi per integrare.
1° tiro: salire pochi metri e spostarsi a destra aggirando un pilastrino giallastro dall'aspetto precario, per proseguire fino ad un pulpito dove qualcuno ha aggiunto uno spit. Conviene salire ancora la placca fino ad una cengia orizzontale dove si sosta. 30 m; IV+, IV; tre cordoni in clessidra, un fix. Sosta su cordoni in clessidra.
2° tiro: traversare qualche metro verso destra e salire puntando ad una lama gialla. La sosta è sulla parete destra della lama, alla base di un camino. 30 m; I, IV-, III; un cordino in clessidra. Sosta su cordone in clessidra.
3° tiro (var.): salire il camino ed uscire sulla destra alla prima cengia. 10 m, IV. Sosta su due chiodi con cordone e maglia-rapida. Il tiro originale continua nel camino ed esce a destra più in alto.
4° tiro (var.): traversare verso destra (facile ma esposto) fino ad una zona di roccia nera e salire la bella placca, restando a sinistra di una linea a fix (Lancillotto?). Superare un paio di brevi muretti e sostare su un terrazzo. 3 0m; I, IV, V-. Sosta su fix con anello. Se non siete dei puristi, è possibile andare a prendere un fix della via adiacente per proteggersi lungo il tiro.
5° tiro: salire verso sinistra superando una cengia e qualche muretto. Raggiunta una seconda cengia si sosta. 30 m, III. Sosta su chiodo e clessidra con cordone.
6° tiro: salire fin sotto ad uno strapiombo e qui traversare in obliquo verso destra. Salire poi dritti per placca e raggiungere la sosta sulla sinistra. 35 m; III+, IV, IV+, V- (passo); tre chiodi. Sosta su clessidra con cordoni.
7° tiro (var.): salire verso sinistra in direzione di due grossi blocchi e continuare lungo una breve fessura su roccia giallastra, giungendo così sulla cengia dove si trova la sosta. 40 m; IV, V (passo), I. Sosta su fix e cordino in clessidra. Il tiro originale sale a destra (IV+) e percorre poi la cengia verso sinistra.
8° tiro: salire a sinistra della sosta, spostarsi sulla destra e proseguire lungo una spaccatura. Giunti ad un terrazzo, spostarsi ancora a destra e salire brevemente per placca fino alla sosta. 35 m; IV-, IV. Sosta su due chiodi.
9° tiro: salire verso destra seguendo la direttrice di un canale (o la crestina sovrastante) fino a sbucare in cima ad un pulpito. Spostarsi a destra e sostare. 35 m; III+, IV-. Sosta su due clessidre.
10° tiro: puntare alla parete nera di fronte (cordino visibile), risalirla ed uscire in vetta. 35 m; IV+, IV, IV+; un cordone in clessidra, un fix. Sosta su un fix.
Discesa: dalla sommità si scende lungo l'altopiano dei Lastoi, tenendosi un poco sulla destra e seguendo alcuni ometti. Si giunge così ad un profondo canale, dove si scende per pochi metri ad una sosta per calata. Si eseguono quindi due calate da circa 50m l'una (saltare la sosta dopo 25m... se avete due mezze corde, ovviamente!), tenendo la sinistra in fondo (viso a valle). Alla fine delle corde doppie si scende fino alla base della parete e da qui in breve al punto di attacco, ed a ritroso lungo il sentiero di andata.

Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

venerdì 13 settembre 2019

Via della morte obliqua

Luca sul 1° tiro.
Sul 2° tiro.
Sul 3° tiro.
Luca sul 4° tiro.
Luca sul 6° tiro.
Sul 9° tiro.
Tracciato della via. La foto della parete è
di Luca (sassbaloss).
Torre di Murfreit (Gruppo del Sella)
Parete N


"Su questo potente pilastro, bene in vista da Passo Gardena, corre questa famosa via di camino dal nome macabro". Così Claudio Cima in Sella. Arrampicate scelte (p. 139). E in effetti, salendo a passo Gardena dall'omonima valle non si può non essere attratti da questa linea del lontano 1928. Quando finalmente ci decidiamo all'impresa, però, i nostri entusiasmi si raffreddano velocemente: a una cordata teutonica appena avanti a noi si stacca una presa sul primo tiro, con conseguente volo. Saliamo assai circospetti, bersagliati dai sassi che i due scaricano in continuazione. Più in alto assistiamo ad un secondo volo del capocordata, nel viscido camino del quinto tiro. Questa volta i due si calano, ma la nostra tranquillità se n'è andata da un po'. Impiego un tempo spropositato per fare quel tiro, e quando arriviamo finalmente in vetta, molto più tardi del previsto, si scatena un acquazzone che complica anche la discesa. Nessuno lo dice, ma per un attimo entrambi abbiamo temuto un bivacco. Scendiamo lentamente, poi la bussola del cellulare è provvidenziale per indicare la direzione in mezzo alla nebbia (viva la microelettronica!), e tutto finisce con una cena tardiva a Canazei.
Accesso: dal passo Gardena si prende il segnavia 666 (viatico ideale per questa via!) che conduce al rifugio Pisciadù. Dopo pochi tornanti, in corrispondenza di una curva verso sinistra, lo si lascia per una deviazione a destra, che costeggia il colletto sovrastante (Col de Frea) e prosegue in direzione della Torre di Murfreit e della val Culea (alla sua sinistra). Se "mancate" la deviazione, prendete una seconda traccia sempre verso destra più avanti, dove il sentiero tende decisamente ad allontanarsi verso sinistra, raggiungete la cima del colletto e proseguire per traccia, fino ad incontrare la precedente. Si prosegue per sfasciumi fino all'altezza della torre, ci si porta sul suo lato destro e si risalgono facili rocce verso sinistra, fino a portarsi sotto un camino dove inizia la via. Il percorso originale sale più a destra, a raggiungere una cengia orizzontale che si segue verso sinistra fino all'imbocco del grande camino del terzo tiro.
Relazione: la via risale l'evidente ed estetico camino obliquo con difficoltà contenute, ma su roccia decisamente non ottimale nella parte medio-bassa (diciamola discreta, nonostante sia la guida monti d'Italia che il libro di Bernardi definiscano la roccia buona) e con un tiro in camino praticamente sempre bagnato e fangoso (anche se ben proteggibile). L'ambiente è certamente spettacolare, ma non consiglierei la via tranne che agli appassionati del genere. Nel caso, portare serie di friend fino al 3BD e un paio di kevlar sciolti da infilare nelle clessidre. Chiodi e martello non strettamente necessari, ma - come sempre in questi casi - utili se sopravvengono degli inconvenienti. Passo-chiave della via valutato come V- e A0 da Cima, V nella GMI e V+ da Bernardi (e da noi, per quel che vale).
1° tiro: salire la prima parte del camino, spostarsi sulla sinistra e proseguire ancora in camino. La sosta è all'uscita, sulla sinistra. 45 m, V-; due chiodi, due cordini in clessidra. Sosta su due chiodi e cordone.
2° tiro: raggiungere la base del grande camino, superando facili rocce ed un paio di muretti fessurati. 45 m; un chiodo con cordino, un cordino in clessidra. Sosta su cordino in clessidra.
3° tiro: salire la placca sporca spostandosi verso sinistra fino a raggiungere una stretta cengia. Ignorare una sosta sulla destra (tre chiodi e cordini) e spostarsi alla sosta sulla sinistra. 35 m, IV. Sosta su chiodo (ma ben integrabile con friend). Tiro difficilmente proteggibile.
4° tiro: salire una fessura a sinistra della sosta per poi riportarsi verso destra su roccia giallastra. Superare una placca e puntare a destra ad un masso incastrato nel camino. Salire ancora ed infilarsi nel camino a destra, dove questo si allarga e diviene più verticale. 35 m; IV, V; quattro chiodi, una fettuccia in clessidra. Sosta su tre chiodi e cordino.
5° tiro: salire il camino, perennemente umido se non bagnato e fangoso, verso destra, sfruttando alcuni massi incastrati. Portarsi poi sulla parete di sinistra e salirla fino ad una prima cengia. Superare un breve muretto e sostare. 40 m, IV+; due chiodi. Sosta su due chiodi.
6° tiro: puntare allo strapiombo sopra la sosta, uscire sulla sinistra (esposto) e traversare fino a raggiungere rocce più semplici. Salire seguendo delle fessure verso destra, superando uno spuntone (possibile sosta) fino ad una cornice dove si sosta. 40 m; V+, IV+, IV; cinque chiodi, uno spuntone con cordini. Sosta su un chiodo (integrabile).
7° tiro: in verticale lungo la direttrice di una fessura per poi spostarsi verso destra e proseguire. 35 m; IV, III. Sosta su spuntone.
8° tiro: proseguire fino ad un ripiano dove si sosta. 35 m, III. Sosta su spuntone
9° tiro: raggiungere il muretto di fronte, salirlo sulla sinistra e proseguire fino ad un colletto con ometto. Qui spostarsi a destra e continuare brevemente fino alla sosta. 40 m, IV-, un chiodo. Sosta su spuntone. Se le corde non fanno troppo attrito, conviene proseguire fino alla cima del pilastro.
10° tiro: raggiungere la cima del pilastro, scendere all'intaglio e risalire fino alla vetta. 55 m, III. Sosta su spuntone.
Discesa: non banale ed esposta; fare attenzione. Dalla cima ci si sposta verso il massiccio del Sella fino ad incontrare degli ometti che indirizzano in un canale sulla sinistra. Lo si scende (II+) fino ad una sosta da cui ci si cala in corda doppia per circa 25m. Qui è presente una seconda sosta che probabilmente permette di abbreviare l'itinerario con una serie di calate (non verificato). Ci si sposta invece a sinistra (viso a valle) lungo una cengia fino ad un'altra sosta da cui ci si cala a raggiungere un colletto. Si risale indi un facile canale (ometto), giungendo alla cresta che collega la torre con il resto del massiccio del Sella. Qui si può scendere sia a destra che a sinistra (più breve). Viste le condizioni di neve del canalone di sinistra e le condizioni meteorologiche, noi siamo scesi sulla destra, abbassandoci per placche (II) e restando sempre sul lato destro (verso la torre). Si attraversa così un canalone che scende dalla torre (uscita dalla serie di corde doppie??) e poco dopo si recupera un ancoraggio da cui ci si cala brevemente. Da qui in poi il percorso in discesa è segnalato da ometti e riporta alla base della torre, ove si ritrova il sentiero di accesso che riporta al passo. Un paio d'ore circa in tutto.

Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.