Stefano sul 1° tiro. |
Stefano sul 6° tiro. |
Stefano e Alberto sul 7° tiro. |
Alberto alla 9a sosta. |
Tracciato della via (azzurro). In rosso la via Paolo Amedeo. |
Parete O
Accesso: da Cortina d'Ampezzo si prende la strada che porta a passo Giau fino all'indicazione d'inizio del comune di S. Vito di Cadore, accompagnata da un cartello giallo "Muraglia di Giau. 1 luglio - 30 settembre 1753", ovvero un muro a secco che stabiliva il confine tra i pascoli sanvitesi e ampezzani prima, e tra impero asburgico e repubblica di Venezia (o regno d'Italia) poi. Poco dopo si parcheggia in uno slargo sulla sinistra (cartello chilometrico km 6). Si scende per prati tenendo la destra, andando a prendere un sentiero che attraversa alcuni torrentelli (ometti). Più avanti, in corrispondenza di un corso d'acqua, si prende una deviazione sulla sinistra che porta in direzione dell'evidente torrione dove corre la via, seguendo sempre i numerosi ometti (ben più evidenti che qualche anno fa). Si giunge così alla base del ghiaione terminale e alla parete. La via attacca nel punto più basso (scritta). Un'oretta circa.
Relazione: bella via su ottima roccia, più impegnativa della vicina Paolo Amedeo, ma ben protetta a fix. Friend non necessari, tranne forse uno per l'ultimo tiro (facile ma sprotetto) e comunque utili se non vi sentite del tutto sicuri sulle difficoltà (il primo tiro è facile, ma chiodato - un po' inspiegabilmente - ben più lungo rispetto agli altri). La via è piuttosto continua ed omogenea nelle difficoltà, tranne che per il sesto tiro, molto bello ma decisamente "fuori scala" rispetto agli altri (anche se parzialmente azzerabile): peccato che non si sia trovata una soluzione più uniforme.
1° tiro: salire dritti superando un paio di muretti sempre ben appigliati fino al terrazzo di sosta. 35 m, 4c; quattro fix, un chiodo. Sosta su due fix con cordone e gancio meccanico (!).
2° tiro: salire per facili rocce e portarsi sotto la parete di sinistra. 25 m, II. Sosta su due fix con catena ed anello.
3° tiro: salire dritti, superare un breve strapiombo e continuare fino alla sosta su terrazza. 30 m, 6a (un passo), otto fix. Sosta su due fix con catena ed anello.
4° tiro: superare lo strapiombino iniziale e continuare lungo la parete, per portarsi verso destra quando le difficoltà calano per raggiungere la sosta. 30 m, 6a, quattro fix. Sosta su due fix con catena ed anello.
5° tiro: salire la bella placca verso destra e continuare dritti fino a portarsi nei pressi dell'evidente fessura obliqua. 25 m, 5c, cinque fix. Sosta su un fix e chiodo con cordone.
6° tiro: traversare la fessura verso destra e salire la parete gialla, uscendo ancora verso destra. Non fermarsi subito al termine delle difficoltà, ma continuare brevemente per facile placca fino alla sosta. 25 m, 6b+ (duro!), dieci fix. Sosta su due fix con catena ed anello.
7° tiro: salire dritti lungo la parete verticale con alcuni corti strapiombi, restando a sinistra di un evidente tetto. 35 m, 6a, dodici fix. Sosta su due fix con catena ed anello.
8° tiro: partenza cattivella su diedro un po' aperto, poi spostamento a destra e dritti per muretti e brevi strapiombi fino alla sommità di un pilastro. 30 m, 6a+, dieci fix. Sosta su due fix con catena.
9° tiro: portarsi sul corpo principale e salire le facili rocce sulla destra. 25 m; IV-, II. Sosta su un fix. Attenzione alla roccia: è meglio di come sembra, ma non è certo della stessa qualità di quella lungo i tiri precedenti.
Discesa: si prosegue lungo la cresta per scendere sui bei prati sommitali. Qui si seguono gli ometti che conducono ad una traccia che scende e porta all'imbocco del canale a sinistra del torrione, che riporta alla base.
Avvertenza: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
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