Queste righe non possono non iniziare con un doveroso e sentito ringraziamento a Matteo - accanito cacciatore di libri di alpinismo ed enciclopedia vivente delle questioni relative;
qui il suo blog - che mi ha regalato questo libro! Dopo il ritrovamento del
volume sulle Orobie la mia attenzione di
wannabe-bibliofilo si era infatti concentrata, almeno per il lato alpinistico, su questo volume, ed il graditissimo regalo mi ha permesso di completare la panoramica sulle... Orobie, visto che nessuno usa ormai la distinzione originale, basata su differenze geologiche tra le montagne che guardano la Valtellina, con vecchie rocce di origine Paleozoica, e quelle che stanno un po' più a sud, sostanzialmente calcari. In verità il libro si occupa di "prealpi lombarde", dedicando circa 75 pagine a quelle comasche (che arrivano ai Corni di Canzo), 25 a quelle varesine e più di 200 a quelle bergamasche, che partono dallo Zuccone Campelli e finiscono con la Concarena. Escluse le Grigne, già oggetto della guida del 1937, sempre di Saglio, che costituisce ora il prossimo obiettivo (assai meno impegnativo di questi; il libro è reperibile abbastanza facilmente).
Leggere le vecchie guide, scritte in lingua italiana non ancora violentata dall'asineria di ritorno, quelle che parlano di montagne che si è frequentato, di pareti che hanno attirato verso l'alto lo sguardo e i desideri, di uomini più o meno conosciuti di cui resta forse un nome su un torrione o un bivacco, le cui linee sono cancellate per farne falesie da oranghi, è un'esperienza assai appagante, che nulla ha a che fare con la lettura delle guide più recenti, che sono e restano dei pur utili elenchi di tracciati: qui si scoprono nomi, personaggi, storie, si allarga il perimetro degli interessi. Si disvelano vie e pareti dimenticate, linee di salita da esplorare o solo da sognare. E così è stato per questa guida, che mi ha riservato non poche sorprese.
Non mi soffermo - perché sono zone che non conosco - sulle prealpi varesine, tra cui compaiono delle vie al Poncione di Ganna, al Monte Tre Croci e un accenno al Monte Martica (se qualcuno volesse le poche informazioni riportate, chieda) e passo a quelle comasche, tra le quali spuntano i Denti della vecchia (scusate il
calembour) e i Sassi Palazzi. Anche queste zone mi sono estranee e non ho un riferimento recente con cui verificare le condizioni delle vie indicate, ma quel che si trova sembra interessante e sarà il caso di dargli un'occhiata con un po' più di caldo. Segnalo solo che la guida riporta - tra le altre - una Comici-Calvi del 1935 alla N della Torre dei Gemelli o Sasso Piccolo, via che è abbastanza nota ai frequentatori ma che io ignoravo completamente. Curiosamente, il riferimento bibliografico indicato a p.49 è incompleto e mi tocca ricorrere ancora a Matteo che risolve la questione: Emilio Comici,
Alpinismo eroico, Hoepli, 1942.
Da notare anche la dimenticanza del Corno Rat con la via Dall'Oro del 1940, mentre non mancano numerose vie ai Corni di Canzo, altra zona da esplorare.
Veniamo così al
corpus delle prealpi bergamasche. Evidenzio di seguito le vie riportate nella guida e che si possono considerare più o meno "dimenticate" dalla letteratura successiva, trascurando però (per pigrizia) le cime più "popolate" di vie alpinistiche come Resegone (oltremodo simpatica la salita per il "buco della Carlotta" che oggi evocherebbe significati irriverenti), Presolana e Concarena. Poi ci sarebbero le vie dimenticate anche dallo stesso Saglio, ma qui la faccenda si fa complicata...
- Corna Camozzera: SO, via
Eros Bonaiti (Esposito-Neri-Butta), 1940, VI
- Monte Spedone: SO, Longoni-Corti, 1936, VI - Cattaneo-Corti, 1933, VI - Esposito-Colombo, 1942, VI
- Torrione del Cancervo: Fracassi-Colombo, 1940, III
- Corna Piana: NE, Corio-Casari, 1927, III - NO, Corio-Casari, 1930, III
- Pizzo Arera: N, Corio-Rigoli-Cortinovis, 1931, IV - NE, Cesareni-Solimbergo, 1929, III
- Cima di Valmora: N, Corio-Carminati, 1929, IV
- Cima del Fop: N, Caccia-Corio-Previtali, III - NE, Locatelli-Carenini-Biffi, 1913, III
- Monte Secco: NE, Corio-Cortinovis, 1931, III
- Cima di Menna: O, Giulio-Prandi-Calvi-Rossini-Rovetta-Poloni, 1941, III
- Monte Alben: N, Maurizio-Ferrari, 1947, III - N, G. e F. Ferrari-Carrara, sd, V - itinerari vari sul Bottiglione, oggi riattrezzati a spit
- Corna delle quattro matte: O, Caccia-Piccardi, 1932, IV - O, Giaccone-Giulio, 1935, IV - N, G. e I. Longo-Giulio-Tacchini, 1934, VI
- Cima di Baione: NO, Vinante-Cacciamognaga-Enriconi, 1934, V - N del Torrione, Basili-Longoni, 1937, IV
- Cimone della Bagozza: NO, Bramani-Gasparotto-Camplani, 1930, IV - NNE, Bramani-Forgiarini-Alessio, 1931, IV - La
Cassin la ometto perché non si può certo chiamare "dimenticata" - NO alla Torre Nino, Bramani-Castiglioni-Bonazzi-Forgiarini, 1930, III
- Monte di Vai Piane: nessuna via, ma Saglio riferisce: "
la cima è stata tentata con esito disgraziato dal versante N". Qualcuno ha qualche notizia in più su questo incidente? In ogni caso, Armando (che ringrazio) mi riferisce di una via di Nembrini e compagni, che si trova in
88 immagini per arrampicare (Nembrini-Rho, parete NO, 1961).
- Cime di Varicla: creste, Giannantonj-Coppellotti, 1908, III - O, Giannantonj-Dall'Era, 1932, III
- Corna delle Pale: NE, Bramani-Fasana-Campani-Sala, 1930, IV
- Corna Clem del Monte Erbanno: SO, Giannantonj-Coppellotti, 1911, IV. Saglio poi dice: "
La verticale parete SE non è stata ancora salita". Nessun
local ha notizie più aggiornate?
Una nota finale sui gradi, che paiono decisamente da prendere con le pinze, anche quando sono "bassi". Già in "88 immagini per arrampicare" i III diventano IV, i IV sono IV+ e così via, ma le cose non convincono del tutto. A titolo di esempio, riporto alcuni estratti da relazioni che parrebbero poco più di passeggiate, a leggerne il grado:
[...] Si attacca il canaletto con un passaggi di spalla e, con l'aiuto di alcuni chiodi, se ne percorre il bordo di sin. fino allo strapiombo a forma di tetto. Si vince lo strapiombo con l'aiuto di un chiodo e, innalzandosi su di esso con il solo uso delle braccia, si mette piede su una cengia.[...] (N del Pizzo Arera, Corio-Rigoli-Cortinovis, 1931, IV)
[...] Si attraversa a d. con leggera salita per circa 2 m, si supera un masso sporgente, ci si alza il più possibile e, usufruendo di una scaglia di roccia situata a sin., con manovra di corda, si riesce al disopra del tetto [...] (Spigolo O della Corna delle quattro matte, Giaccone-Giulio, 1935, IV)
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Ben tre copie della guida (le ho poi regalate, quindi non fatemi "proposte"...) |
Postilla successiva: Siccome i libri (come il denaro e le donne, mi dice qualcuno in modo forse non troppo corretto) si trovano più facilmente quando già si hanno, trovai in seguito altre copie di questo libro, che poi presero altre strade...