mercoledì 14 dicembre 2016

Via delle poiane

Walter sul 1° tiro.
E all'uscita del 2°.
Tracciato della via (azzurro; solo la parte bassa è
visibile). In rosso la via El frend del trii e mes.
Monte S. Martino
Parete O


Passato un po' di tempo dall'ultima volta, ecco giunto il momento di tornare a ravanare su qualche via non troppo battuta, di quelle dimenticate - non senza ragione - dalle folle di arrampicatori. La meta è il S. Martino, dove avevo già percorso la vicina El frend del trii e mes, di analogo carattere. Uscita simpatica per chiacchierare con Walter che non vedevo da un po', ma oggettivamente da consigliare solo per gli amanti delle ravanate.
Accesso: a Lecco percorrere tutto viale Turati; in fondo (chiesa) girare e destra e subito a sinistra in via S. Stefano. Proseguire fino ad una curva ad angolo retto a sinistra dove si può parcheggiare sotto un segnavia CAI che indica il sentiero che ci interessa. Dopo 40m si supera un cancello a destra e si segue il sentiero n.53 verso il Rif. Piazza. Il bel sentiero aggira un primo sperone salendo alla sua destra, supera un punto panoramico e continua a salire con bellissima vista sul lago fino ad un bivio. Seguire a sinistra (tratti con catene) fino ad un'evidente panchina. Dietro di essa c'è una traccia che porta alla parete, lievemente a destra, dove si nota una freccia nera verso l'alto; circa 30'.
Relazione: via assai discontinua che alterna risalti di roccia simpatici e non impegnativi con tratti di collegamento. Protezioni miste a chiodi e spit, rarefatte ma sempre presenti sui passi più impegnativi, corroborate da piante ed arbusti vari che si possono utilmente sfruttare: friend inutilizzati, anche se conviene portarli se non ci si muove con familiarità in questi ambienti. La roccia è buona sulle placche, ma con cenge e tratti costellati di blocchi instabili: fate attenzione ed evitate i periodi in cui il sentiero è frequentato.
1° tiro: salire il diedrino erboso a destra della freccia ed uscire a sinistra per salire ad una pianta (il percorso originale si sposta invece a destra, sale lievemente e va verso sinistra all'altezza della pianta - due chiodi e roccia dall'aspetto poco raccomandabile, ma più solida di quanto non appaia). Dalla pianta si prosegue dritti per belle placche, superando un saltino ed un sistema di fessure che portano in cima al piastrino. 50m, 4c; quattro spit, tre chiodi. Sosta da attrezzare su albero. Spostarsi poi alla base del pilastro successivo.
2° tiro: salire il diedrino lievemente aggettante puntando al chiodo sulla sinistra, indi spostarsi con passo delicato sulla destra e proseguire su terreno più facile. Superare un saltino con ottime prese e uscire facendo attenzione ad alcuni blocchi instabili e attrezzare la sosta su albero. 30m, V-, IV; un chiodo. Possibile anche proseguire direttamente per rocce rotte fino al muretto successivo e sostare su un chiodo.
3° tiro: salire la fessura a destra del chiodo e proseguire su placche più facili fino al prossimo salto. 30m, 5b, IV; tre spit. Sosta su uno spit.
4° tiro: salire il diedrino obliquo verso destra, portarsi ancora a destra per risalire fino all'ennesima cengia e sostare su alberi. 30m, IV; un chiodo. Proseguire poi per sfasciumi fino alla base dell'ultimo salto. Sosta da attrezzare su clessidre.
5° tiro: salire appena a sinistra della sosta a prendere una bella lama che porta verso sinistra, per superare una paretina che conduce a rocce rotte. 30m, IV; un cordino poco affidabile in clessidra. Sosta da attrezzare su pianta.
Discesa: proseguire brevemente a raggiungere il sentiero che si segue verso sinistra fino al rif. Piazza; da qui si scende ancora a sinistra fino a ritornare al punto di attacco.

Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

Nessun commento:

Posta un commento