Non sono molte le aziende vitivinicole che riescono a coniugare una grossa produzione con il mantenimento di una certa qualità, ma per quel che mi riguarda la Leone de Castris rientra in questo ristretto novero. Se poi pensiamo che si parla dell'azienda che ha introdotto il primo rosato in bottiglia in Italia, nei remoti anni '40, non si può non guardarla con interesse.
Ma in effetti, a me, più dello sguardo interessa l'assaggio, e quindi domenica ho pescato dalla cantina questo Salice salentino 2002, preparandomi a piangere su una bottiglia che immaginavo ormai sfinita dal lungo invecchiamento.
Diciamo subito che forse qualche annetto di meno avrebbe giovato alla "causa", ma il vino - una volta rinvenuto - non mi ha deluso. Colore rubino con tendenze al granato e profumi di frutti rossi che si mischiano con note speziate, per concludere con un bel finale rotondo. 13° che non deludono, anche e soprattutto se si considera che questo vino, una specie di marchio di fabbrica della cantina, ha un prezzo assolutamente accessibile.
Da provare in futuro il Donna Lisa, una specie di versione "moderna" di questo vino. Anche se temo che deplorerò un uso eccessivo della barrique.
Ma in effetti, a me, più dello sguardo interessa l'assaggio, e quindi domenica ho pescato dalla cantina questo Salice salentino 2002, preparandomi a piangere su una bottiglia che immaginavo ormai sfinita dal lungo invecchiamento.
Diciamo subito che forse qualche annetto di meno avrebbe giovato alla "causa", ma il vino - una volta rinvenuto - non mi ha deluso. Colore rubino con tendenze al granato e profumi di frutti rossi che si mischiano con note speziate, per concludere con un bel finale rotondo. 13° che non deludono, anche e soprattutto se si considera che questo vino, una specie di marchio di fabbrica della cantina, ha un prezzo assolutamente accessibile.
Da provare in futuro il Donna Lisa, una specie di versione "moderna" di questo vino. Anche se temo che deplorerò un uso eccessivo della barrique.
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