La Cima Cusio dal sentiero di accesso |
1° tiro |
La sosta del 3° tiro |
Sul 4° tiro |
Stanchi ma soddisfatti a fine via |
Cima Cusio - Mottarone
Parete SO
Di certo quest'anno il baricentro delle mie frequentazioni montane si è spostato lievemente verso ovest, il che significa passare da arrampicare su calcare a granito, gneiss o consimili; tipo di roccia su cui mi sento meno a mio agio. Ieri ci dirigiamo al Mottarone, accorciando la strada rispetto a quanto previsto dall'idea originaria che puntava verso Agaro. Obiettivo: la via Don't cry for me Valentina, che la guida descrive come "divertente e mai banale" con "attrezzatura ottima a fix inox", ma da integrare con friend. A parte che un'attrezzatura "ottima" non richiederebbe integrazione alcuna per definizione, la valutazione RS1 è molto tranquillizzante, e ci avviamo all'attacco della via come i fantaccini che cantavano andando al fronte. In realtà, c'è un unico problema: non è proprio così! La distanza tra le protezioni è di parecchi metri, spesso è possibile integrare con friend (fino al 3BD), ma ci sono passaggi su placca non proteggibili dove guarderete i vostri friend per verificare che siano inseriti ben bene nelle fessure (che peraltro sembrano fatte apposta per accettarli e danno una certa sicurezza). Richiesta una certa familiarità con il VI grado, anche se i punti più pericolosi sono protetti da spit solitari. La via è inoltre discretamente infestata dall'erba, che rovina molti tiri e dà una spiacevole sensazione di discontinuità. In compenso, molti passaggi sono veramente belli!
Accesso: raggiunto il parcheggio del Mottarone, scendere verso la pozza artificiale (pomposamente chiamata lago) e imboccare un sentiero pianeggiante verso destra. Giunti ad un primo colle, seguire il sentiero con indicazione "Gravellona" che oltrepassa un altro colle per proseguire su massi fino al "colle delle guide" (sbiadita indicazione; poco sotto è l'uscita della via); proseguire (bolli blu) oltrepassando un terzo colle scendendo ancora fino a giungere al "colle delle capre". Qui si scende nel canalone (bolli) su ripido sentiero infestato dall'erba alta, aiutandosi con spezzoni di corde fisse fino ad unirsi con un canalone che scende da destra (scritta "tre guglie"). Il sentiero scende ancora (corda fissa) e piega verso sinistra, giungendo all'attacco della "via Carina". Se volete cercare l'attacco originale della "Valentina" dovete scendere ancora nel canale (indicazione "V."). Noi ci abbiamo provato, ma poco dopo i segni sono totalmente svaniti ed abbiamo girovagato per un bel po' infilando apprezzamenti poco eleganti sulle virtù morali di detta fanciulla. Abbiamo quindi deciso di saltare i primi tre tiri (scelta consigliabile), e siamo risaliti all'attacco della Carina. Da qui proseguite su cengia (indicazioni "Via delle guide" e qualche spit); poco prima di un colletto c'è l'attacco della via (scritta alla base). Giunti qui, guardate verso il basso il canalone erboso che risale chi sceglie la via integrale e ringraziate di aver scelto altrimenti!
Relazione: percorso logico e comunque indicato dagli spit, mai troppo vicini.
1° tiro: partenza "cattiva" soprattutto se non si è famigliari con il tipo di roccia. Placca e poi vago spigolino; 5c.
2° tiro: risalire fino ad una pianta con cordone; non fermarsi e proseguire con un secondo salto prima della sosta; 4c.
3° tiro: salire ad attaccare la larga fessura (non fate come me che ho usato il BD n°2 prima; tenetelo e portatevi pure un n°3 - melius abundare quam deficere); allo spit traversare a destra (passo difficile, ma protetto) a prendere una bellissima fessura che va a morire sul più bello - cacciategli un BD n°1 e uscite su placca salendo alla sosta; 6a, passo di 6a+. Giancarlo è invece salito senza la fessura di destra.
4° tiro: salire ancora la placca fino in cima al pilastro; 4b.
5° tiro: verso sinistra sulla cresta, eventualmente in conserva; II+.
6° tiro: salire verso destra; saltare la sosta e continuare fino in cima ad un pilastro; sosta su albero con catena; 4a, tiro lungo.
7° tiro: salire lo strapiombo a sinistra, poi seguire il sistema di placche e fessure; 5c, passo di 6a all'inizio.
8° tiro: facili placche, poi muro con strapiombo finale; 5c. Eventualmente, spostarsi pochi metri a sinistra dove è presente una seconda sosta.
Discesa: Si risale al colle delle guide e da qui si rientra al Mottarone.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
Parete SO
Di certo quest'anno il baricentro delle mie frequentazioni montane si è spostato lievemente verso ovest, il che significa passare da arrampicare su calcare a granito, gneiss o consimili; tipo di roccia su cui mi sento meno a mio agio. Ieri ci dirigiamo al Mottarone, accorciando la strada rispetto a quanto previsto dall'idea originaria che puntava verso Agaro. Obiettivo: la via Don't cry for me Valentina, che la guida descrive come "divertente e mai banale" con "attrezzatura ottima a fix inox", ma da integrare con friend. A parte che un'attrezzatura "ottima" non richiederebbe integrazione alcuna per definizione, la valutazione RS1 è molto tranquillizzante, e ci avviamo all'attacco della via come i fantaccini che cantavano andando al fronte. In realtà, c'è un unico problema: non è proprio così! La distanza tra le protezioni è di parecchi metri, spesso è possibile integrare con friend (fino al 3BD), ma ci sono passaggi su placca non proteggibili dove guarderete i vostri friend per verificare che siano inseriti ben bene nelle fessure (che peraltro sembrano fatte apposta per accettarli e danno una certa sicurezza). Richiesta una certa familiarità con il VI grado, anche se i punti più pericolosi sono protetti da spit solitari. La via è inoltre discretamente infestata dall'erba, che rovina molti tiri e dà una spiacevole sensazione di discontinuità. In compenso, molti passaggi sono veramente belli!
Accesso: raggiunto il parcheggio del Mottarone, scendere verso la pozza artificiale (pomposamente chiamata lago) e imboccare un sentiero pianeggiante verso destra. Giunti ad un primo colle, seguire il sentiero con indicazione "Gravellona" che oltrepassa un altro colle per proseguire su massi fino al "colle delle guide" (sbiadita indicazione; poco sotto è l'uscita della via); proseguire (bolli blu) oltrepassando un terzo colle scendendo ancora fino a giungere al "colle delle capre". Qui si scende nel canalone (bolli) su ripido sentiero infestato dall'erba alta, aiutandosi con spezzoni di corde fisse fino ad unirsi con un canalone che scende da destra (scritta "tre guglie"). Il sentiero scende ancora (corda fissa) e piega verso sinistra, giungendo all'attacco della "via Carina". Se volete cercare l'attacco originale della "Valentina" dovete scendere ancora nel canale (indicazione "V."). Noi ci abbiamo provato, ma poco dopo i segni sono totalmente svaniti ed abbiamo girovagato per un bel po' infilando apprezzamenti poco eleganti sulle virtù morali di detta fanciulla. Abbiamo quindi deciso di saltare i primi tre tiri (scelta consigliabile), e siamo risaliti all'attacco della Carina. Da qui proseguite su cengia (indicazioni "Via delle guide" e qualche spit); poco prima di un colletto c'è l'attacco della via (scritta alla base). Giunti qui, guardate verso il basso il canalone erboso che risale chi sceglie la via integrale e ringraziate di aver scelto altrimenti!
Relazione: percorso logico e comunque indicato dagli spit, mai troppo vicini.
1° tiro: partenza "cattiva" soprattutto se non si è famigliari con il tipo di roccia. Placca e poi vago spigolino; 5c.
2° tiro: risalire fino ad una pianta con cordone; non fermarsi e proseguire con un secondo salto prima della sosta; 4c.
3° tiro: salire ad attaccare la larga fessura (non fate come me che ho usato il BD n°2 prima; tenetelo e portatevi pure un n°3 - melius abundare quam deficere); allo spit traversare a destra (passo difficile, ma protetto) a prendere una bellissima fessura che va a morire sul più bello - cacciategli un BD n°1 e uscite su placca salendo alla sosta; 6a, passo di 6a+. Giancarlo è invece salito senza la fessura di destra.
4° tiro: salire ancora la placca fino in cima al pilastro; 4b.
5° tiro: verso sinistra sulla cresta, eventualmente in conserva; II+.
6° tiro: salire verso destra; saltare la sosta e continuare fino in cima ad un pilastro; sosta su albero con catena; 4a, tiro lungo.
7° tiro: salire lo strapiombo a sinistra, poi seguire il sistema di placche e fessure; 5c, passo di 6a all'inizio.
8° tiro: facili placche, poi muro con strapiombo finale; 5c. Eventualmente, spostarsi pochi metri a sinistra dove è presente una seconda sosta.
Discesa: Si risale al colle delle guide e da qui si rientra al Mottarone.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
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