Punta Lastoi |
Carlo sul 2° tiro |
Sul tiro-chiave |
tiro-chiave |
In vetta |
Punta Lastoi - Lastoi di Formin
Parete S
Tutti gli anni attendo con ansia di poter arrampicare in Dolomiti. L'inizio "canonico" di stagione per me, che tra lezioni ed altro faccio sempre fatica ad "allungare" i fine-settimana, è sempre coinciso con il ponte del 2 giugno; quest'anno, però, il ponte non c'è stato e gli impegni sono aumentati. E così, la "prima" in Dolomiti è arrivata solo sabato scorso, con Carlo "rampegon" ed un paio di amici. La destinazione sono i Lastoi di Formin, ma una volta parcheggiata l'auto scopriamo che la parete desiderata appare discretamente bagnata nella parte alta, dove iniziano le difficoltà. Ripieghiamo allora su questa via, che si rivela un'ottima alternativa.
Accesso: dal tornante prima di passo Giau per prati fino ad immettersi sul sentiero n. 436; si superano un paio di forcellette per poi salire fino a forcella Giau. Da qui verso sinistra su traccia di sentiero, prima per prati e rocce e poi attraverso il ghiaione, cercando di non salire troppo. Ci si avvicina poi alla base della parete, identificando un avancorpo che prosegue con diedri e fessure a centro parete. Un piccolo cordino bianco in clessidra identifica l'attacco della via. Un'ora circa da passo Giau. Prestare attenzione ad eventuali cordate già in via; le numerose cenge fanno cascare un po' di sassi.
Relazione: bella via sulla parete sud della punta Lastoi, iniziata dal trio Alverà-Pompanin-Menardi del 1977, poi terminata da Dalla Palma e Andriolo nel 1986 (cito da "Arrampicare a Cortina e dintorni" di Mauro Bernardi). Basse difficoltà e un unico tiro impegnativo, ma ben chiodato. Gli altri tiri, invece, hanno chiodatura quasi inesistente; portare friend o nut. Roccia ottima e vista bellissima sull'altopiano di Mondeval e sul Pelmo.
1° tiro: risalire l'avancorpo staccato, dapprima su vago diedrino poi verso sinistra. Superare un primo ripiano e continuare fino alla sosta. 35m, IV. Sosta su due chiodi e cordone. La roccia dà una brutta impressione, ma è più affidabile di quanto non sembri.
2° tiro: da qui in poi, roccia ottima (tranne il 9° tiro). Risalire la placca senza percorso obbligato fino ad un terrazzino; sul suo lato destro si trova la sosta. 40m, IV+. Sosta su chiodo e clessidra con cordone. Scarse possibilità di assicurazione.
3° tiro: salire verticalmente puntando ad una fessura con tracce d'erba; salirla fino a giungere ad un terrazzo, che si percorre fino alla base della parete. 30m; IV+, forse passo di V-; 2 chiodi. Sosta su tre chiodi e cordone.
4° tiro: Risalire un gradone sulla destra e seguire una bella serie di fessure. 25m, IV. Sosta su due chiodi e cordone.
5° tiro: a destra della sosta un paio di metri, poi risalire verso sinistra la fessura fino ad una cengia, che si segue a sinistra fino ad un camino-canale da risalire fino ad una cengia. 50m, IV, 2 chiodi. Sosta su 2 chiodi e cordone.
6° tiro: in verticale sopra la sosta fino ad una larga cengia. 25m; IV (passo di V); 1 chiodo. Sosta su chiodo sotto un diedro o, meglio, qualche metro più a destra su clessidra.
7° tiro: risalire lo spuntone a destra della sosta, poi attaccare la parete verso destra, per portarsi infine a sinistra su lame e fessure. 40m, IV. Sosta da attrezzare su spuntone.
8° tiro: si segue la cengia verso destra salendoci in piedi con passo "curioso" e si va a prendere una lama che si risale fino ad una fessura orizzontale, ottima per le mani. Da qui a destra verso un evidente cordone bianco penzolante, poi passo-chiave a raggiungere un altro cordone in clessidra da cui si sale sulla fessura orizzontale. Da qui le difficoltà calano e si sale una fessura verticale fino alla sosta. 25m; VI-, passo di VI+ o A0; 5 chiodi, un friend incastrato, un cordone in clessidra. Sosta su due chiodi.
9° tiro: salire la fessura sovrastante che diventa un diedro giallastro fino ad un masso incastrato con cordone; da qui un poco a destra per salire alla cengia. 40m, IV+. Sosta su due chiodi. Roccia discreta.
10° tiro: spostarsi qualche metro e destra e risalire la parete tenendosi verso sinistra, senza percorso obbligato. 35m, IV. Attrezzare la sosta.
Discesa: dalla sommità si scende lungo l'altopiano dei Lastoi, tenendosi un poco sulla destra e seguendo alcuni ometti. Si giunge così ad un profondo canale, dove si scende per pochi metri ad una sosta per calata. Si eseguono quindi due calate da circa 50 m l'una (se avete una corda singola le calate sono tre e bisogna poi scendere una breve paretina), tenendo la sinistra in fondo (viso a valle). Alla fine delle corde doppie si scende fino alla base della parete e da qui in breve al punto di attacco, ed a ritroso lungo il sentiero di andata.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
Parete S
Tutti gli anni attendo con ansia di poter arrampicare in Dolomiti. L'inizio "canonico" di stagione per me, che tra lezioni ed altro faccio sempre fatica ad "allungare" i fine-settimana, è sempre coinciso con il ponte del 2 giugno; quest'anno, però, il ponte non c'è stato e gli impegni sono aumentati. E così, la "prima" in Dolomiti è arrivata solo sabato scorso, con Carlo "rampegon" ed un paio di amici. La destinazione sono i Lastoi di Formin, ma una volta parcheggiata l'auto scopriamo che la parete desiderata appare discretamente bagnata nella parte alta, dove iniziano le difficoltà. Ripieghiamo allora su questa via, che si rivela un'ottima alternativa.
Accesso: dal tornante prima di passo Giau per prati fino ad immettersi sul sentiero n. 436; si superano un paio di forcellette per poi salire fino a forcella Giau. Da qui verso sinistra su traccia di sentiero, prima per prati e rocce e poi attraverso il ghiaione, cercando di non salire troppo. Ci si avvicina poi alla base della parete, identificando un avancorpo che prosegue con diedri e fessure a centro parete. Un piccolo cordino bianco in clessidra identifica l'attacco della via. Un'ora circa da passo Giau. Prestare attenzione ad eventuali cordate già in via; le numerose cenge fanno cascare un po' di sassi.
Relazione: bella via sulla parete sud della punta Lastoi, iniziata dal trio Alverà-Pompanin-Menardi del 1977, poi terminata da Dalla Palma e Andriolo nel 1986 (cito da "Arrampicare a Cortina e dintorni" di Mauro Bernardi). Basse difficoltà e un unico tiro impegnativo, ma ben chiodato. Gli altri tiri, invece, hanno chiodatura quasi inesistente; portare friend o nut. Roccia ottima e vista bellissima sull'altopiano di Mondeval e sul Pelmo.
1° tiro: risalire l'avancorpo staccato, dapprima su vago diedrino poi verso sinistra. Superare un primo ripiano e continuare fino alla sosta. 35m, IV. Sosta su due chiodi e cordone. La roccia dà una brutta impressione, ma è più affidabile di quanto non sembri.
2° tiro: da qui in poi, roccia ottima (tranne il 9° tiro). Risalire la placca senza percorso obbligato fino ad un terrazzino; sul suo lato destro si trova la sosta. 40m, IV+. Sosta su chiodo e clessidra con cordone. Scarse possibilità di assicurazione.
3° tiro: salire verticalmente puntando ad una fessura con tracce d'erba; salirla fino a giungere ad un terrazzo, che si percorre fino alla base della parete. 30m; IV+, forse passo di V-; 2 chiodi. Sosta su tre chiodi e cordone.
4° tiro: Risalire un gradone sulla destra e seguire una bella serie di fessure. 25m, IV. Sosta su due chiodi e cordone.
5° tiro: a destra della sosta un paio di metri, poi risalire verso sinistra la fessura fino ad una cengia, che si segue a sinistra fino ad un camino-canale da risalire fino ad una cengia. 50m, IV, 2 chiodi. Sosta su 2 chiodi e cordone.
6° tiro: in verticale sopra la sosta fino ad una larga cengia. 25m; IV (passo di V); 1 chiodo. Sosta su chiodo sotto un diedro o, meglio, qualche metro più a destra su clessidra.
7° tiro: risalire lo spuntone a destra della sosta, poi attaccare la parete verso destra, per portarsi infine a sinistra su lame e fessure. 40m, IV. Sosta da attrezzare su spuntone.
8° tiro: si segue la cengia verso destra salendoci in piedi con passo "curioso" e si va a prendere una lama che si risale fino ad una fessura orizzontale, ottima per le mani. Da qui a destra verso un evidente cordone bianco penzolante, poi passo-chiave a raggiungere un altro cordone in clessidra da cui si sale sulla fessura orizzontale. Da qui le difficoltà calano e si sale una fessura verticale fino alla sosta. 25m; VI-, passo di VI+ o A0; 5 chiodi, un friend incastrato, un cordone in clessidra. Sosta su due chiodi.
9° tiro: salire la fessura sovrastante che diventa un diedro giallastro fino ad un masso incastrato con cordone; da qui un poco a destra per salire alla cengia. 40m, IV+. Sosta su due chiodi. Roccia discreta.
10° tiro: spostarsi qualche metro e destra e risalire la parete tenendosi verso sinistra, senza percorso obbligato. 35m, IV. Attrezzare la sosta.
Discesa: dalla sommità si scende lungo l'altopiano dei Lastoi, tenendosi un poco sulla destra e seguendo alcuni ometti. Si giunge così ad un profondo canale, dove si scende per pochi metri ad una sosta per calata. Si eseguono quindi due calate da circa 50 m l'una (se avete una corda singola le calate sono tre e bisogna poi scendere una breve paretina), tenendo la sinistra in fondo (viso a valle). Alla fine delle corde doppie si scende fino alla base della parete e da qui in breve al punto di attacco, ed a ritroso lungo il sentiero di andata.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
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