La parete SO della Presolana di Castione dove attacca la via A Federico |
1° tiro |
Sul bellissimo 3° tiro |
Callisto sul 6° tiro |
Tracciato della via |
Presolana di Castione
Parete SO
Ci sono salite che si fanno sapendo che il confine tra una riuscita perfetta e una debacle è sottile. Non eravamo oggettivamente pronti per questa via. Poco allenamento in palestra, poco su roccia... meglio sarebbe stato scegliere qualcosa di più tranquillo. Ma le giornate sono lunghe, la via la inseguivo dall'anno scorso e Callisto oppone solo una debole resistenza. Si va. Tutto bene all'inizio, poi le cose si complicano: al 4° tiro finisco fuori via e perdiamo un bel po' di tempo, le braccia cominciano a farsi sentire e rendono i passaggi, spesso atletici, ancora più duri, le ore passano, una corda si incastra e se ne va altro tempo e fatica per recuperarla, e così via. La parete è deserta, noi saliamo lentamente. Troppo lentamente. Le fotografie spariscono, sale un po' di tensione, contiamo i metri che mancano ad ogni passo, parliamo poco e solo di quel che ci berremo una volta rientrati; altre ipotesi non sono contemplate. Saliamo ancora; è una lotta contro il tempo. Azzero senza nemmeno pensarci il tratto-chiave del nono tiro (che comunque non avrei probabilmente passato in libera) e mi rendo improvvisamente conto che siamo fuori dalle difficoltà. Riacquisto allegria e sorriso, finisco la via, urlo di soddisfazione; il margine sottile - stavolta - non si è rotto!
Sulla via del ritorno incontriamo un simpatico gruppo che ha avuto problemi nelle calate sulla Bramani-Ratti e ha dovuto abbandonare uno spezzone di corda. Decisamente ci è andato tutto bene; forse è vero che la fortuna aiuta gli alpinisti dilettanti...
Note generali: La via A Federico alla parete SO della Presolana di Castione è certamente una delle più famose di tutto il massiccio, anche se non raccoglie il numero di ripetizioni dello spigolo Longo o della Bramani-Ratti. L'avvicinamento più lungo e le difficoltà maggiori ne fanno una piccola perla che si può percorrere senza scorgere anima viva in tutta la parete, con solo radi escursionisti che attraversano i ghiaioni sottostanti. Aperta dal trio Fassi-Rota-Spiranelli il 9-10 agosto 1980, è dedicata a Federico Madonna, apritore di Patabang e Bodenschaff in Val di Mello, poi inghiottito dal torrente Mallero; leggete qui il bel ricordo di Spiranelli sull'apertura.
Accesso: noi siamo saliti dal Passo della Presolana, aggirando da S il monte Corzene senza passare dal Passo di Pozzera, limitando al massimo il dislivello. Dal parcheggio salire per prati alla sterrata - poi sentiero - che conduce alla baita Cassinelli. Proseguire verso O fino ad incontrare la strada asfaltata che sale alla baita; scendere una decina di metri a prendere una traccia sulla destra (indicazione via del latte). Il sentiero procede nel bosco verso O e si ricongiunge con il segnavia 319 poco prima di un bivio. Qui seguire la traccia in salita (indicazioni Rif. Rino Olmo) fino al giogo della Presolana. A destra ancora in salita fino alla cresta, dove appare la bella parete SO della Presolana di Castione. Il sentiero ora procede in piano e passa sotto le rocce della parete O del pizzo Corzene (seguire sempre le indicazioni per il rifugio) fino a giungere al cospetto del ghiaione sommitale sotto la parete. Salirlo sul lato destro vicino alle rocce e spostarsi poi verso sinistra su tracce; tratto faticoso. Giunti sotto la parete, localizzare gli evidenti tetti neri; l'attacco è posto poco più a sinistra, identificato da un grosso ometto. Tempo: 2h circa.
Relazione:
I° tiro: seguire la fessura poco profonda che piega lievemente a destra. 30m; V, V+, V, V+; nove chiodi. Sosta su tre chiodi e fettuccia con anello.
II° tiro: verso sinistra per 7-8 m su cengia erbosa, salire un tratto ben appigliato e portarsi alla sosta. 15 m; I, IV-. Sosta su due spit e catena.
III° tiro: a sinistra per una fessura che piega verso l'alto (la famosa mezzaluna). Al termine portarsi a destra con un passo delicato e risalire la placca fino alla sosta. 30 m; V+, VI-; dieci chiodi. Sosta su due cordoni in clessidra con due anelli.
IV° tiro: salire l'evidente fessura verticale da cui pendono due invitanti cordoni. In alto uscire lievemente a sinistra e risalire una placca fino ad un chiodo. Qui non fatevi ingannare (come il sottoscritto) da un cordone alla vostra sinistra, che fa parte di una via a spit, e nemmeno da uno poco sopra di voi, ma attraversate a destra verso la sosta. 35 m; VI-, V; sei chiodi e due cordoni in clessidra. Sosta su due spit e catena.
V° tiro: salire in corrispondenza della fessura, poi spostarsi a sinistra a risalire la placca (ultimo passo delicato, ma ben protetto). Ignorare la sosta a spit e proseguire a destra su terreno facile fino alla sosta. 45 m; V, V+, III+; sei chiodi. Sosta su due chiodi con fettuccia.
VI° tiro: salire un breve tratto su rocce un po' delicate, poi proseguire sulla cengia inclinata puntando ad un camino (buona clessidra per protezione sul passo finale). 35 m; III, III+. Sosta su due chiodi e cordone. Nel camino c'è una piccola Madonna.
VII° tiro: salire il breve ma viscido camino, poi in orizzontale fino alla sosta. 30 m; V-, I; un cordone in clessidra. Sosta su due chiodi con cordone.
VIII° tiro: salire il diedro-fessura superando un tratto verticale più impegnativo (il cordone in clessidra riportato in altre relazioni non c'è più; se non vi basta il chiodo poco sotto, usate un BD n°3). Più sopra si segue una placca e si esce a sinistra, seguendo una fessura ad arco, su un terrazzino (possibile anche proseguire dritti). Da qui si risale su rocce facili alla sosta. 35 m; V-, V+, V-, III; sei chiodi. Sosta su chiodo e cordone in clessidra.
IX° tiro: salire lievemente a sinistra fino ad una breve placca verticale. Al termine a destra in un camino appoggiato che adduce alla sosta. 30 m; IV, A0 (VII), IV+; cinque chiodi. Sosta su tre chiodi e cordone.
X° tiro: A destra della sosta a prendere un canale che risale verso sinistra la parte terminale della parete. 30 m, quattro chiodi. Attrezzare la sosta su uno spuntone.
Discesa: salire fino alla cima della Presolana di Castione (II) e seguire la cresta. Poco dopo si incontra una forcella con un pendio erboso sulla destra che porta ad un canale. Scendere nel canale e seguirlo fino a che si allarga in un prato (ometto). Scendere ora nel canale a sinistra fino a sbucare sui ghiaioni sopra il sentiero che costeggia la parete S della Presolana. A sinistra si completa il bel giro ad anello della Presolana tornando verso il punto di partenza.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
Parete SO
Ci sono salite che si fanno sapendo che il confine tra una riuscita perfetta e una debacle è sottile. Non eravamo oggettivamente pronti per questa via. Poco allenamento in palestra, poco su roccia... meglio sarebbe stato scegliere qualcosa di più tranquillo. Ma le giornate sono lunghe, la via la inseguivo dall'anno scorso e Callisto oppone solo una debole resistenza. Si va. Tutto bene all'inizio, poi le cose si complicano: al 4° tiro finisco fuori via e perdiamo un bel po' di tempo, le braccia cominciano a farsi sentire e rendono i passaggi, spesso atletici, ancora più duri, le ore passano, una corda si incastra e se ne va altro tempo e fatica per recuperarla, e così via. La parete è deserta, noi saliamo lentamente. Troppo lentamente. Le fotografie spariscono, sale un po' di tensione, contiamo i metri che mancano ad ogni passo, parliamo poco e solo di quel che ci berremo una volta rientrati; altre ipotesi non sono contemplate. Saliamo ancora; è una lotta contro il tempo. Azzero senza nemmeno pensarci il tratto-chiave del nono tiro (che comunque non avrei probabilmente passato in libera) e mi rendo improvvisamente conto che siamo fuori dalle difficoltà. Riacquisto allegria e sorriso, finisco la via, urlo di soddisfazione; il margine sottile - stavolta - non si è rotto!
Sulla via del ritorno incontriamo un simpatico gruppo che ha avuto problemi nelle calate sulla Bramani-Ratti e ha dovuto abbandonare uno spezzone di corda. Decisamente ci è andato tutto bene; forse è vero che la fortuna aiuta gli alpinisti dilettanti...
Note generali: La via A Federico alla parete SO della Presolana di Castione è certamente una delle più famose di tutto il massiccio, anche se non raccoglie il numero di ripetizioni dello spigolo Longo o della Bramani-Ratti. L'avvicinamento più lungo e le difficoltà maggiori ne fanno una piccola perla che si può percorrere senza scorgere anima viva in tutta la parete, con solo radi escursionisti che attraversano i ghiaioni sottostanti. Aperta dal trio Fassi-Rota-Spiranelli il 9-10 agosto 1980, è dedicata a Federico Madonna, apritore di Patabang e Bodenschaff in Val di Mello, poi inghiottito dal torrente Mallero; leggete qui il bel ricordo di Spiranelli sull'apertura.
Accesso: noi siamo saliti dal Passo della Presolana, aggirando da S il monte Corzene senza passare dal Passo di Pozzera, limitando al massimo il dislivello. Dal parcheggio salire per prati alla sterrata - poi sentiero - che conduce alla baita Cassinelli. Proseguire verso O fino ad incontrare la strada asfaltata che sale alla baita; scendere una decina di metri a prendere una traccia sulla destra (indicazione via del latte). Il sentiero procede nel bosco verso O e si ricongiunge con il segnavia 319 poco prima di un bivio. Qui seguire la traccia in salita (indicazioni Rif. Rino Olmo) fino al giogo della Presolana. A destra ancora in salita fino alla cresta, dove appare la bella parete SO della Presolana di Castione. Il sentiero ora procede in piano e passa sotto le rocce della parete O del pizzo Corzene (seguire sempre le indicazioni per il rifugio) fino a giungere al cospetto del ghiaione sommitale sotto la parete. Salirlo sul lato destro vicino alle rocce e spostarsi poi verso sinistra su tracce; tratto faticoso. Giunti sotto la parete, localizzare gli evidenti tetti neri; l'attacco è posto poco più a sinistra, identificato da un grosso ometto. Tempo: 2h circa.
Relazione:
I° tiro: seguire la fessura poco profonda che piega lievemente a destra. 30m; V, V+, V, V+; nove chiodi. Sosta su tre chiodi e fettuccia con anello.
II° tiro: verso sinistra per 7-8 m su cengia erbosa, salire un tratto ben appigliato e portarsi alla sosta. 15 m; I, IV-. Sosta su due spit e catena.
III° tiro: a sinistra per una fessura che piega verso l'alto (la famosa mezzaluna). Al termine portarsi a destra con un passo delicato e risalire la placca fino alla sosta. 30 m; V+, VI-; dieci chiodi. Sosta su due cordoni in clessidra con due anelli.
IV° tiro: salire l'evidente fessura verticale da cui pendono due invitanti cordoni. In alto uscire lievemente a sinistra e risalire una placca fino ad un chiodo. Qui non fatevi ingannare (come il sottoscritto) da un cordone alla vostra sinistra, che fa parte di una via a spit, e nemmeno da uno poco sopra di voi, ma attraversate a destra verso la sosta. 35 m; VI-, V; sei chiodi e due cordoni in clessidra. Sosta su due spit e catena.
V° tiro: salire in corrispondenza della fessura, poi spostarsi a sinistra a risalire la placca (ultimo passo delicato, ma ben protetto). Ignorare la sosta a spit e proseguire a destra su terreno facile fino alla sosta. 45 m; V, V+, III+; sei chiodi. Sosta su due chiodi con fettuccia.
VI° tiro: salire un breve tratto su rocce un po' delicate, poi proseguire sulla cengia inclinata puntando ad un camino (buona clessidra per protezione sul passo finale). 35 m; III, III+. Sosta su due chiodi e cordone. Nel camino c'è una piccola Madonna.
VII° tiro: salire il breve ma viscido camino, poi in orizzontale fino alla sosta. 30 m; V-, I; un cordone in clessidra. Sosta su due chiodi con cordone.
VIII° tiro: salire il diedro-fessura superando un tratto verticale più impegnativo (il cordone in clessidra riportato in altre relazioni non c'è più; se non vi basta il chiodo poco sotto, usate un BD n°3). Più sopra si segue una placca e si esce a sinistra, seguendo una fessura ad arco, su un terrazzino (possibile anche proseguire dritti). Da qui si risale su rocce facili alla sosta. 35 m; V-, V+, V-, III; sei chiodi. Sosta su chiodo e cordone in clessidra.
IX° tiro: salire lievemente a sinistra fino ad una breve placca verticale. Al termine a destra in un camino appoggiato che adduce alla sosta. 30 m; IV, A0 (VII), IV+; cinque chiodi. Sosta su tre chiodi e cordone.
X° tiro: A destra della sosta a prendere un canale che risale verso sinistra la parte terminale della parete. 30 m, quattro chiodi. Attrezzare la sosta su uno spuntone.
Discesa: salire fino alla cima della Presolana di Castione (II) e seguire la cresta. Poco dopo si incontra una forcella con un pendio erboso sulla destra che porta ad un canale. Scendere nel canale e seguirlo fino a che si allarga in un prato (ometto). Scendere ora nel canale a sinistra fino a sbucare sui ghiaioni sopra il sentiero che costeggia la parete S della Presolana. A sinistra si completa il bel giro ad anello della Presolana tornando verso il punto di partenza.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
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