Sul 2° tiro. |
Anna sul 3° tiro. |
Callisto sul 4° tiro, secoli fa... |
La relazione sulla guida di Saglio del 1937. |
Parete O
Nino Castelli, chi era costui? Secondo la guida delle Grigne di Saglio (p. 198) egli fu "campione di sci gloriosamente caduto nella grande guerra", sì da meritarsi la dedica della via dagli apritori. In realtà, come si legge su wikipedia, fu anche un rematore della Canottieri Lecco (come non pensare ad Erminio Dones, con cui infatti partecipò alle olimpiadi di Anversa del 1920?), nato tra il 1897 e il 1899 (i link riportano date diverse) e morto nel 1925 (un ricordo si può leggere sulla RM della SEL 1925, 6, p. 10 e su molti altri numeri successivi). Anche se la morte fu conseguenza di quanto sofferto in guerra, resta la curiosità su chi abbia raccontato a Saglio della morte durante il conflitto, accorciando al povero Nino la vita di almeno sette anni. L'anno dopo la morte la SEL gli dedicava un rifugio ai piani di Artavaggio, oggi rifugio Sassi-Castelli.
Accesso: da quando la strada che portava al rif. Porta è chiusa al traffico si parcheggia sul piazzale dei Piani Resinelli e si prende la via Carlo Mauri sulla destra (all'inizio del piazzale per chi sale da Ballabio) per svoltare subito dopo a sinistra. La strada sale ripida e termina in corrispondenza di un piccolo spiazzo. Da qui seguire la traccia che si stacca dalla sinistra della strada e che si unisce poi col sentiero n.7 della cresta Cermenati, che si sale fino a prendere a destra il sentiero n.3 per i Torrioni Magnaghi (indicazioni). Giunti al canalone Porta, al cospetto del gruppo, lo si risale (sentiero n.2), si oltrepassa la fiumana di gente in coda per salire il canalino Albertini e ci si porta alla spaccatura tra il Sigaro Dones ed il 1° Magnaghi. Poco più a sinistra c'è una lapide; appena prima attacca la via (primo fittone evidente; sopra a sinistra c'è un fix della via Anna); un'oretta circa dall'auto.
Relazione: bella via che sale la parete O del primo Magnaghi, con un 2° tiro impegnativo ma chiodatissimo (già Cima nel 1971 scrive a p. 76: tutti i chiodi necessari sono in parete; forse ce n'è qualcuno d'avanzo, anche se la sua gradazione è un po' sospetta); chiodatura più lunga nei tiri facili, ma alcune clessidre vengono in aiuto. Friend non strettamente necessari, ma se volete andare sul sicuro, male non vi faranno. Roccia ottima, purtroppo unta nel 2° e 3° tiro.
1° tiro: salire al primo fittone, resistere alla tentazione di andare verso il fix e spostarsi invece a destra a prendere una fessura un poco erbosa, che poi si apre ad un accenno di diedro più verticale che conduce in sosta. 30 m; IV, VI; tre fittoni, quattro chiodi. Sosta su due fittoni (vecchi chiodi rimasti in loco). A sinistra c'è la sosta a fix della via Anna.
2° tiro: superare il breve muretto iniziale (unto), proseguire fino ad una nicchia e spostarsi a sinistra per salire alla sosta. 20 m, 6c; tre fix, tre chiodi (uno con cordino). Sosta su due fittoni.
3° tiro: salire e spostarsi a destra puntando alla fessura-camino. Salirla (passo iniziale un po' unto) ed uscire su un terrazzo, da cui si prosegue per un diedro appoggiato fino ad uscire alla sosta sulla destra. 35 m, 6b; IV, III; quattro fix, un cordone marcio in clessidra. Sosta su due fittoni.
4° tiro: salire dritti per una vaga fessura, portarsi a destra a superare un tratto più verticale e raggiungere la sosta. 25 m; V, IV; due fix, due chiodi. Sosta su due fittoni.
5° tiro: salire verso destra in direzione del fittone e proseguire fino alla sosta sulla destra, ben visibile. 25 m, III+, un fittone. Sosta su due fittoni con catena ed anello di calata. Volendo si può evitare la sosta e continuare per la linea di fix adiacente fino alla vetta del torrione, con un passo di 5c, sostando su spuntone (o seguendo la cresta sulla sinistra fino ad una sosta, ma fate attenzione all'attrito).
Discesa: in corda doppia dalla sosta di arrivo. Se volete raggiungere la cima del torrione, proseguite per cresta (facile, ma esposto) e portatevi sul lato ovest. Superare un masso in corrispondenza di una vecchia croce abbattuta e raggiungere la sosta di Nastassia Kinski. Da lì una calata di 60 m (eventualmente spezzate in due) riporta nel canalone.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
Relazione: bella via che sale la parete O del primo Magnaghi, con un 2° tiro impegnativo ma chiodatissimo (già Cima nel 1971 scrive a p. 76: tutti i chiodi necessari sono in parete; forse ce n'è qualcuno d'avanzo, anche se la sua gradazione è un po' sospetta); chiodatura più lunga nei tiri facili, ma alcune clessidre vengono in aiuto. Friend non strettamente necessari, ma se volete andare sul sicuro, male non vi faranno. Roccia ottima, purtroppo unta nel 2° e 3° tiro.
1° tiro: salire al primo fittone, resistere alla tentazione di andare verso il fix e spostarsi invece a destra a prendere una fessura un poco erbosa, che poi si apre ad un accenno di diedro più verticale che conduce in sosta. 30 m; IV, VI; tre fittoni, quattro chiodi. Sosta su due fittoni (vecchi chiodi rimasti in loco). A sinistra c'è la sosta a fix della via Anna.
2° tiro: superare il breve muretto iniziale (unto), proseguire fino ad una nicchia e spostarsi a sinistra per salire alla sosta. 20 m, 6c; tre fix, tre chiodi (uno con cordino). Sosta su due fittoni.
3° tiro: salire e spostarsi a destra puntando alla fessura-camino. Salirla (passo iniziale un po' unto) ed uscire su un terrazzo, da cui si prosegue per un diedro appoggiato fino ad uscire alla sosta sulla destra. 35 m, 6b; IV, III; quattro fix, un cordone marcio in clessidra. Sosta su due fittoni.
4° tiro: salire dritti per una vaga fessura, portarsi a destra a superare un tratto più verticale e raggiungere la sosta. 25 m; V, IV; due fix, due chiodi. Sosta su due fittoni.
5° tiro: salire verso destra in direzione del fittone e proseguire fino alla sosta sulla destra, ben visibile. 25 m, III+, un fittone. Sosta su due fittoni con catena ed anello di calata. Volendo si può evitare la sosta e continuare per la linea di fix adiacente fino alla vetta del torrione, con un passo di 5c, sostando su spuntone (o seguendo la cresta sulla sinistra fino ad una sosta, ma fate attenzione all'attrito).
Discesa: in corda doppia dalla sosta di arrivo. Se volete raggiungere la cima del torrione, proseguite per cresta (facile, ma esposto) e portatevi sul lato ovest. Superare un masso in corrispondenza di una vecchia croce abbattuta e raggiungere la sosta di Nastassia Kinski. Da lì una calata di 60 m (eventualmente spezzate in due) riporta nel canalone.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
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