È tempo di aggiornare i dati relativi alle magnifiche prestazioni del Leviatano ferroviario lombardo per il periodo estivo! Visto che ad agosto mi sono preso le agognate vacanze del caso, i dati si fermano a fine luglio e stavolta parliamo di tre mesi: maggio, giugno e luglio 2015. Risparmio ai malcapitati lettori uno dei due grafici consueti, quello del ritardo alla partenza, e mi concentro sul ben più rilevante ritardo all'arrivo in stazione. Trattenete la compassione per i miseri viaggiatori e, se proprio volete, anche gli improperi all'indirizzo del gestore del servizio, e guardiamo i dati per bene (spiegazioni varie sono nel primo post della serie), iniziando dal treno 2608 delle 8:02: rispetto agli analoghi periodi precedenti (qui e qui), il caldo pare aver avuto due effetti contrastanti: da un lato, la maggioranza dei treni ha diminuito il ritardo, e la percentuale di treni che arrivano entro 5' si è portata all'83% circa contro circa il 70% del bimestre precedente. Dall'altra, però, la "coda" della distribuzione, ovvero i treni che arrivano in ritardo, sono andati assai peggio: ad esempio, per una percentuale del 95%, ovvero una coda del 5%, ovvero qualcosa che capita in media una volta su venti (più o meno un volta al mese) si è passati da circa 10' a 17'; un aumento del ritardo pari al 70%! Se ricordate che il tempo ufficiale di percorrenza del tragitto è di circa 40', ciò implica che cotal ritardo è passato dal 25% al - udite udite - 42.5% della durata nominale del viaggio.
Se questi dati hanno un sapor dolceamaro, l'effetto perverso della caldissima estate si disvela appieno nel pomeriggio, dove con il treno 10809 si assiste allo sfacelo del concetto di trasporto pubblico ferroviario: il ritardo è contenuto entro 5' solo per il 60% dei treni (era il 66% nel bimestre precedente) ed il ritardo al 95% cresce da un già nefasto 18' ad un inconcepibile 33'; più di mezz'ora di ritardo su quaranta minuti di percorso! In casi estremi qualcuno (tra cui il sottoscritto) ha avuto anche la fortuna di raddoppiare il tempo di percorrenza: ritardi fino a 45' per soppressione treni, scioperi prolungati oltre la scadenza e altre amenità che influenzavano, in un'interminabile catena di S. Antonio, sia il 10809 che il treno successivo su cui si era caricati a mo' di carro-bestiame.
La seconda figura mostra invece la statistica complessiva sui primi sette mesi del 2015, che risente del pessimo trimestre: ritardi entro 5' solo per il 60-70% dei treni, ritardi interminabili sul fallimentare 10809 (27' circa per il 5% peggiore). No comment.
Infine, dopo tutti questi mesi, è giunto il momento di dare uno sguardo veloce d'insieme. Visto che la distribuzione è largamente asimmetrica, la media non è un indicatore sufficiente del comportamento complessivo, e l'ho quindi integrata con un altro parametro, relativo al ritardo del "caso peggiore", osservandone l'andamento col passar dei mesi. Come "caso peggiore" ho preso il valore al 90% di probabilità cumulativa, ovvero il 10% peggiore, ovvero una volta su dieci giorni: è quello che vi tocca (statisticamente parlando) un giorno lavorativo ogni due settimane. Qui si vede immediatamente l'anomalia dei mesi estivi, soprattutto nel pomeriggio (colpa del caldo? di Expo?), anomalia che fa incredibilmente rimpiangere le schifezze precedenti! Se comunque prescindiamo (a fatica) da questi dati orripilanti, in attesa che passi settembre "per vedere di nascosto l'effetto che fa", si intuisce una lieve tendenza al miglioramento. Vedremo se sarà confermata.
Se questi dati hanno un sapor dolceamaro, l'effetto perverso della caldissima estate si disvela appieno nel pomeriggio, dove con il treno 10809 si assiste allo sfacelo del concetto di trasporto pubblico ferroviario: il ritardo è contenuto entro 5' solo per il 60% dei treni (era il 66% nel bimestre precedente) ed il ritardo al 95% cresce da un già nefasto 18' ad un inconcepibile 33'; più di mezz'ora di ritardo su quaranta minuti di percorso! In casi estremi qualcuno (tra cui il sottoscritto) ha avuto anche la fortuna di raddoppiare il tempo di percorrenza: ritardi fino a 45' per soppressione treni, scioperi prolungati oltre la scadenza e altre amenità che influenzavano, in un'interminabile catena di S. Antonio, sia il 10809 che il treno successivo su cui si era caricati a mo' di carro-bestiame.
La seconda figura mostra invece la statistica complessiva sui primi sette mesi del 2015, che risente del pessimo trimestre: ritardi entro 5' solo per il 60-70% dei treni, ritardi interminabili sul fallimentare 10809 (27' circa per il 5% peggiore). No comment.
Infine, dopo tutti questi mesi, è giunto il momento di dare uno sguardo veloce d'insieme. Visto che la distribuzione è largamente asimmetrica, la media non è un indicatore sufficiente del comportamento complessivo, e l'ho quindi integrata con un altro parametro, relativo al ritardo del "caso peggiore", osservandone l'andamento col passar dei mesi. Come "caso peggiore" ho preso il valore al 90% di probabilità cumulativa, ovvero il 10% peggiore, ovvero una volta su dieci giorni: è quello che vi tocca (statisticamente parlando) un giorno lavorativo ogni due settimane. Qui si vede immediatamente l'anomalia dei mesi estivi, soprattutto nel pomeriggio (colpa del caldo? di Expo?), anomalia che fa incredibilmente rimpiangere le schifezze precedenti! Se comunque prescindiamo (a fatica) da questi dati orripilanti, in attesa che passi settembre "per vedere di nascosto l'effetto che fa", si intuisce una lieve tendenza al miglioramento. Vedremo se sarà confermata.
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