Rieccomi dopo un paio di mesetti di ulteriore raccolta dati relativi ai ritardi di quella specie di azienda cui è assegnato - con affidamento diretto senza gara, tanto per scongiurare il pericolo che qualche altro vettore possa fornire un servizio meno indecente - il destino dei treni pendolari lombardi. E visto che circa un mesetto fa qualcuno in cotal azienda buttava lì una presunta puntualità dell'88% (non ridete, è riportato qui!), vediamo cosa dicono questi oggetti incomprensibili che alcuni chiamano numeri.
Metodologia di raccolta dati e spiegazioni varie ed eventuali sono riportati nel primo post di questa "serie", relativo a gennaio-febbraio 2015, e ve le risparmio (è d'uopo però un ringraziamento a Raffaele per l'aiuto nella raccolta dati durante una settimana di mia assenza). La distribuzione cumulativa dei ritardi nelle prime due figure a sinistra (relative ai treni 2608 e 10809) ci ricorda che non basta raccontare un storiella per farla diventare realtà: anche considerando come parametro il ritardo entro 5 minuti (comicamente definito "puntualità"), si vede che l'obiettivo è raggiunto solo 2 volte su 3, e l'unica nota positiva di questo bimestre è stata la mancanza di cancellazioni del treno pomeridiano delle 17:49, ragion per cui i relativi ritardi sono "limitati" ad una ventina di minuti nel caso peggiore, a cui si deve aggiungere un lieve miglioramento nella puntualità mattutina.
I dati cumulativi da inizio anno non si discostano in maniera drammatica dalle curve del primo bimestre: il 2608 - udite udite - incrementa dal 50% al 60% la frequenza dei treni su cui il tempo buttato via è compreso nei canonici 5', mentre il 10809 persevera con invidiabile pervicacia a collezionare ritardi vergognosi, in buona parte dovuti al patetico girotondo nel quartiere della Bovisa.
Per concludere questa esposizione di risultati che fanno guardare con invidia alla Rocket di George Stephenson, le due ultime figure mostrano la correlazione tra ritardo in partenza e in arrivo (ho tralasciato per carità di patria i casi con ritardi in partenza superiori a 20'). La linea indica i punti ad eguale ritardo: sotto di essa il treno recupera un po' di ritardo nel tragitto BG-Lambrate o viceversa, sopra di essa accumula ulteriore ritardo. Lasciamo perdere il treno della mattina, cronicamente abbonato ad accumulare ritardo durante il percorso, e vediamo l'altro: entro 5' di ritardo in partenza (o poco più) si hanno ancora ragionevoli possibilità di recuperare; passato tale intervallo di tempo potete iniziare a scrivere l'ennesimo reclamo a Trenord, ovviamente come sfogo personale destinato a non trovare risposta: pare che i suddetti signori siano troppo impegnati a far arrivare i treni in ritardo per spiegare al volgo i trucchi del mestiere.
Metodologia di raccolta dati e spiegazioni varie ed eventuali sono riportati nel primo post di questa "serie", relativo a gennaio-febbraio 2015, e ve le risparmio (è d'uopo però un ringraziamento a Raffaele per l'aiuto nella raccolta dati durante una settimana di mia assenza). La distribuzione cumulativa dei ritardi nelle prime due figure a sinistra (relative ai treni 2608 e 10809) ci ricorda che non basta raccontare un storiella per farla diventare realtà: anche considerando come parametro il ritardo entro 5 minuti (comicamente definito "puntualità"), si vede che l'obiettivo è raggiunto solo 2 volte su 3, e l'unica nota positiva di questo bimestre è stata la mancanza di cancellazioni del treno pomeridiano delle 17:49, ragion per cui i relativi ritardi sono "limitati" ad una ventina di minuti nel caso peggiore, a cui si deve aggiungere un lieve miglioramento nella puntualità mattutina.
I dati cumulativi da inizio anno non si discostano in maniera drammatica dalle curve del primo bimestre: il 2608 - udite udite - incrementa dal 50% al 60% la frequenza dei treni su cui il tempo buttato via è compreso nei canonici 5', mentre il 10809 persevera con invidiabile pervicacia a collezionare ritardi vergognosi, in buona parte dovuti al patetico girotondo nel quartiere della Bovisa.
Per concludere questa esposizione di risultati che fanno guardare con invidia alla Rocket di George Stephenson, le due ultime figure mostrano la correlazione tra ritardo in partenza e in arrivo (ho tralasciato per carità di patria i casi con ritardi in partenza superiori a 20'). La linea indica i punti ad eguale ritardo: sotto di essa il treno recupera un po' di ritardo nel tragitto BG-Lambrate o viceversa, sopra di essa accumula ulteriore ritardo. Lasciamo perdere il treno della mattina, cronicamente abbonato ad accumulare ritardo durante il percorso, e vediamo l'altro: entro 5' di ritardo in partenza (o poco più) si hanno ancora ragionevoli possibilità di recuperare; passato tale intervallo di tempo potete iniziare a scrivere l'ennesimo reclamo a Trenord, ovviamente come sfogo personale destinato a non trovare risposta: pare che i suddetti signori siano troppo impegnati a far arrivare i treni in ritardo per spiegare al volgo i trucchi del mestiere.
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