Sul 2° tiro di Tracamana cubana. |
Giancarlo sul 2° tiro di Gloria. |
Tracciati delle vie. In rosso Tracamana cubana; in azzurro Gloria. |
parete O
Qualche tempo fa, uscendo da una via in Antimedale, mi era cascato l'occhio sulla parete di fronte, un insieme di rocce rotte e boscaglia su cui spuntavano due placche dall'aspetto attraente. Dopo un po' di ricerche trovai informazioni sulla guida delle Grigne di Pesci (pp. 219-220), che definisce la struttura Sperone UO o placche delle lacrime e riporta un paio di vie degli anni '70, tra cui una dell'onnipresente Ivan Guerini del 1978. Su Scalate nelle Grigne (1975) di Cima, invece, si relaziona una via del 1974, sempre di Guerini, dal tipico nome post-industriale: Cascate di zinco (pp. 46-47). Oggi sono presenti un paio di vie (una potrebbe essere seguire più o meno uno dei tracciati di Guerini), protette (ma non troppo) a spit e di modesta estensione, ma che regalano due tiri su scanalature fantastiche; un'ottima alternativa (o concatenamento) alle solite vie dell'Antimedale ormai inflazionate.
Accesso: da Lecco si segue la vecchia strada per Ballabio e la Valsassina (SP62) per prendere a sinistra via Quarto all'altezza di un tornante verso destra. Al successivo slargo si sale per una ripida strada fino ad un tornante verso sinistra dove si parcheggia (sempre che si trovi posto; poco più avanti la strada è sbarrata). Si prosegue a piedi e, al successivo tornante, si prende il sentiero sulla sinistra, seguendo poi le indicazioni Antimedale e Ferrata Medale. Il sentiero sale ad aggirare due reti paramassi ed esce dal bosco in corrispondenza del canale di sfasciumi dell'Antimedale. Qui si lascia il sentiero (che conduce alla ferrata del Medale) e si segue la traccia in salita, superando gli attacchi delle vie e proseguendo lungo il sentiero usato normalmente per la discesa dall'Antimedale fino ad incontrare sulla destra la catena del tratto attrezzato. Si sale ancora un paio di tornanti e, in corrispondenza di un tornante verso destra si prende a sinistra una vaga traccia che si segue (ometti in parte ricostruiti al nostro passaggio) fino ad incontrare una corda fissa che si risale; poco a destra c'è un cordone in clessidra che segna l'attacco delle vie.
Relazione: due vie cortissime ma molto belle, su roccia incredibile: un calcare che taglia le mani e lunghe scanalature da seguire fino alla sosta. Protezioni a spit buone, ma tutt'altro che ravvicinate (e un tiro facile ma sprotetto): portare friend piccoli e medi anche se diversi tratti non sono proteggibili. Attenzione a massi instabili sulla cengia tra i due tiri e sparsi qua e là, soprattutto sul 1° tiro di Gloria. Noi come al solito abbiam fatto un po' di pulizia (più o meno... voluta) approfittando dell'ora un po' tarda, ma ricordate che sotto corre un sentiero.
1° tiro (Tracamana cubana): spostarsi a destra della sosta, poco dopo gli spit di Gloria, a prendere un'evidente lama (dal suono un po' preoccupante), indi salire per fessure spostandosi prima un poco sulla destra per poi rientrare e giungere sotto un muretto. Qui spostarsi a destra (alberello), superare il muretto e proseguire su placca facile fino alla sosta; 30m, V, IV. Sosta su due spit con cordino e maglia-rapida di calata.
2° tiro (Tracamana cubana): salire la placchetta a sinistra della sosta e proseguire per cengia sporca fino alla sosta; 10m, II. Sosta su due spit. Attenzione a non scaricare sassi nel canale sottostante.
3° tiro (Tracamana cubana): la via segue la linea di spit più a destra delle due visibili, risalendo la scanalatura. Primi metri faticosi, poi più facile ma sprotetta e non integrabile per un lungo tratto; 30m, 5c, poi IV+; due spit, due cordoni in clessidra. Sosta su due spit con fettuccia e maglia-rapida di calata.
Discesa: in doppia sulla via. In teoria una sola calata da 60 m è sufficiente, ma sconsigliata perché la parte finale è invasa dalla vegetazione ed è probabile che la corda si incastri (credetemi). Se si ripetono entrambe le vie conviene allestire una sosta temporanea di calata sugli spit alla base del 3° tiro la prima volta, evitando di ripercorrere la cengia malsana.
1° tiro (Gloria): salire in corrispondenza degli spit, su roccia inizialmente non sicurissima ma facile. Si supera un muretto ed il successivo passo-chiave in placca (eventualmente spostarsi a sinistra su rocce rotte ma più facili) giungendo ad una fessura orizzontale. Ci si sposta un poco a destra dello spit dove un buco aiuta a risalire la placca fino alla sosta (in comune colla via precedente); 30m, 6a, sei spit.
2° tiro (Gloria): come la via precedente.
3° tiro (Gloria): spostarsi verso sinistra (attenzione a non smuovere massi) e risalire un breve tratto di rocce rotte seguite da scanalature da superare in spaccata, poi per placca più facile (ma con spit distanziati) fino alla sosta; 30m, 5c, cinque spit.
Discesa: come la via precedente, ripercorrendo poi a ritroso il sentiero.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
Accesso: da Lecco si segue la vecchia strada per Ballabio e la Valsassina (SP62) per prendere a sinistra via Quarto all'altezza di un tornante verso destra. Al successivo slargo si sale per una ripida strada fino ad un tornante verso sinistra dove si parcheggia (sempre che si trovi posto; poco più avanti la strada è sbarrata). Si prosegue a piedi e, al successivo tornante, si prende il sentiero sulla sinistra, seguendo poi le indicazioni Antimedale e Ferrata Medale. Il sentiero sale ad aggirare due reti paramassi ed esce dal bosco in corrispondenza del canale di sfasciumi dell'Antimedale. Qui si lascia il sentiero (che conduce alla ferrata del Medale) e si segue la traccia in salita, superando gli attacchi delle vie e proseguendo lungo il sentiero usato normalmente per la discesa dall'Antimedale fino ad incontrare sulla destra la catena del tratto attrezzato. Si sale ancora un paio di tornanti e, in corrispondenza di un tornante verso destra si prende a sinistra una vaga traccia che si segue (ometti in parte ricostruiti al nostro passaggio) fino ad incontrare una corda fissa che si risale; poco a destra c'è un cordone in clessidra che segna l'attacco delle vie.
Relazione: due vie cortissime ma molto belle, su roccia incredibile: un calcare che taglia le mani e lunghe scanalature da seguire fino alla sosta. Protezioni a spit buone, ma tutt'altro che ravvicinate (e un tiro facile ma sprotetto): portare friend piccoli e medi anche se diversi tratti non sono proteggibili. Attenzione a massi instabili sulla cengia tra i due tiri e sparsi qua e là, soprattutto sul 1° tiro di Gloria. Noi come al solito abbiam fatto un po' di pulizia (più o meno... voluta) approfittando dell'ora un po' tarda, ma ricordate che sotto corre un sentiero.
1° tiro (Tracamana cubana): spostarsi a destra della sosta, poco dopo gli spit di Gloria, a prendere un'evidente lama (dal suono un po' preoccupante), indi salire per fessure spostandosi prima un poco sulla destra per poi rientrare e giungere sotto un muretto. Qui spostarsi a destra (alberello), superare il muretto e proseguire su placca facile fino alla sosta; 30m, V, IV. Sosta su due spit con cordino e maglia-rapida di calata.
2° tiro (Tracamana cubana): salire la placchetta a sinistra della sosta e proseguire per cengia sporca fino alla sosta; 10m, II. Sosta su due spit. Attenzione a non scaricare sassi nel canale sottostante.
3° tiro (Tracamana cubana): la via segue la linea di spit più a destra delle due visibili, risalendo la scanalatura. Primi metri faticosi, poi più facile ma sprotetta e non integrabile per un lungo tratto; 30m, 5c, poi IV+; due spit, due cordoni in clessidra. Sosta su due spit con fettuccia e maglia-rapida di calata.
Discesa: in doppia sulla via. In teoria una sola calata da 60 m è sufficiente, ma sconsigliata perché la parte finale è invasa dalla vegetazione ed è probabile che la corda si incastri (credetemi). Se si ripetono entrambe le vie conviene allestire una sosta temporanea di calata sugli spit alla base del 3° tiro la prima volta, evitando di ripercorrere la cengia malsana.
1° tiro (Gloria): salire in corrispondenza degli spit, su roccia inizialmente non sicurissima ma facile. Si supera un muretto ed il successivo passo-chiave in placca (eventualmente spostarsi a sinistra su rocce rotte ma più facili) giungendo ad una fessura orizzontale. Ci si sposta un poco a destra dello spit dove un buco aiuta a risalire la placca fino alla sosta (in comune colla via precedente); 30m, 6a, sei spit.
2° tiro (Gloria): come la via precedente.
3° tiro (Gloria): spostarsi verso sinistra (attenzione a non smuovere massi) e risalire un breve tratto di rocce rotte seguite da scanalature da superare in spaccata, poi per placca più facile (ma con spit distanziati) fino alla sosta; 30m, 5c, cinque spit.
Discesa: come la via precedente, ripercorrendo poi a ritroso il sentiero.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.