Il Castello della pietra |
Paolo sul tiro della Avanzini |
Tracciato della via Avanzini |
Sul 2° tiro della Via dei re |
Paolo medita in vetta... |
Spigolo E e parete S
In questa stagione e con questo tempo non sono molte le possibilità di passare qualche oretta arrampicando su qualcosa di più naturale della plastica; ma mai arrendersi: la Liguria ha sempre risorse insospettate, almeno per noi. E infatti, durante la colazione, un avventore del bar ci suggerisce, tra un bianchino e l'altro, il Reopasso, località orecchiata in qualche guida ma sulla cui ubicazione vantavamo un'ignoranza quasi proverbiale. Roccia tutto sommato buona, chiodatura ottima, clima ideale: decisamente un posto da consigliare. Nei dintorni c'è poi lo "storico" Castello della pietra colle vie ormai abbandonate (e probabilmente proibite); val comunque la pena di spendere due parole per la bellezza del posto, anche se la qualità della roccia e delle protezioni è assai meno attraente del caso precedente.
Accesso (via Avanzini o spigolo E): uscire dalla A7 Milano-Genova ad Isola del cantone e girare a destra passando sotto l'autostrada. Al bivio seguire per Vobbia risalendo l'omonima valle per circa 7 km, giungendo in vista del Castello della pietra. Si parcheggia in apposito spazio sulla sinistra sotto la muschiosa parete N e si prosegue a piedi per circa 200m fino all'ingresso vero e proprio, dove si prende un sentiero che in breve conduce in vista del castello. Giunti al cospetto delle mura si tiene la destra ad un bivio poco prima dell'ingresso, si risale brevemente e si segue la facile crestina a sinistra che porta sotto lo spigolo E dove parte la via.
Nota: da febbraio 2014 il sentiero di accesso e il castello stesso sono chiusi in seguito ad una frana e ai conseguenti lavori di risistemazione del tutto (qui l'avviso). Non so dire se l'arrampicata sia pure vietata, ma è probabile che sia così, visto l'approccio tipico delle amministrazioni comunali a questa attività.
Relazione: la via è composta in pratica da un solo tiro di una quarantina di metri; il secondo, facile, tiro che giungeva in vetta alla torre E è stato cancellato dal sistema di scalette che permette (permetterà?) l'accesso dal castello. La via è ben protetta (anche se gli spit sono vecchiotti e da verificare) e non ha difficoltà elevate, ma la roccia è un conglomerato di scarsa qualità e discreta friabilità; fare attenzione. In Cento nuovi mattini si trova scritto al riguardo (p. 72): ogni appiglio è una boccia rotonda di pietra che fuoriesce più o meno dal cemento del materiale roccioso legante. Ma dopo la prima impressione passa. Immagino che Gogna intendesse la pietra, che si stacca e... passa giù!
1° tiro: superare il saltino di partenza, portarsi verso destra e risalire un secondo risalto, indi dritti fin sotto una fessura obliqua verso sinistra che si risale sbucando alla sosta; 40m, 5a (un passo per uscire dalla fessura), 9 spit. Sosta su tre spit con catena e anello di calata.
Accesso (via dei re): lungo la SP8 da Isola del Cantone fino a Vobbia e da qui salire a Crocefieschi, grazioso paesino sulla sella tra le valli Vobbia e Seminella. Poco prima di entrare in paese c'è un tornante a destra con parcheggio sulla sinistra dove si può lasciare l'auto; in alternativa proseguire fino alla curva successiva, superare una stradina a destra con cartelli indicatori per le Rocche del Reopasso e parcheggiare poco dopo. Seguire la suddetta stradina che porta alla cappella della Madonna della guardia e diviene sentiero pianeggiante che conduce in una mezz'oretta al cospetto delle Rocche (cartello indicatore). Proseguire dritti (a destra si va per la ferrata) tagliando la parete della Biurca fino ad uno spit evidente con scritta.
Relazione: via piacevole su conglomerato di qualità ben migliore del precedente e buone protezioni; fare comunque attenzione se transita qualcuno sul sentiero. Percorso ovvio indicato da spit e fittoni, più qualche vecchio chiodo sostanzialmente inutile.
1° tiro: superare il gradino e proseguire su roccia sporca; salire a sinistra in corrispondenza di una paretina e ancora per roccia sporca ed erbosa fino alla sosta; 40m, 3c, 4 spit. Sosta su due spit.
2° tiro: salire verso sinistra in un vago diedrino, poi ancora a sinistra a superare un muretto (passo-chiave ben chiodato) e per rocce più facili verso destra fino alla sosta su una cengia friabile; 25m, 6a+ (un passo), 6 fittoni, 1 spit. Sosta su due fittoni con catena e anello di calata.
3° tiro: superare il muretto sopra la sosta e proseguire dritti superando sulla destra una zona un po' erbosa; un muretto finale porta in sosta; 35m, 5a, 10/11 fittoni. Sosta su due fittoni con catena e anello di calata.
4° tiro: salire a sinistra della sosta, poi spostarsi verso destra su un'esile cengia e proseguire fino in vetta, ignorando una sosta intermedia e superando due facili risalti; 45m, 4b, 15 fittoni, 1 sosta intermedia. Sosta da allestire sul cavo della via ferrata.
Discesa: lungo la via normale: seguire il cavo della ferrata fino al colletto e risalire sulla cima N della Biurca; seguire poi il sentiero di discesa (quadrati gialli) che in breve riporta alla base.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
Accesso (via Avanzini o spigolo E): uscire dalla A7 Milano-Genova ad Isola del cantone e girare a destra passando sotto l'autostrada. Al bivio seguire per Vobbia risalendo l'omonima valle per circa 7 km, giungendo in vista del Castello della pietra. Si parcheggia in apposito spazio sulla sinistra sotto la muschiosa parete N e si prosegue a piedi per circa 200m fino all'ingresso vero e proprio, dove si prende un sentiero che in breve conduce in vista del castello. Giunti al cospetto delle mura si tiene la destra ad un bivio poco prima dell'ingresso, si risale brevemente e si segue la facile crestina a sinistra che porta sotto lo spigolo E dove parte la via.
Nota: da febbraio 2014 il sentiero di accesso e il castello stesso sono chiusi in seguito ad una frana e ai conseguenti lavori di risistemazione del tutto (qui l'avviso). Non so dire se l'arrampicata sia pure vietata, ma è probabile che sia così, visto l'approccio tipico delle amministrazioni comunali a questa attività.
Relazione: la via è composta in pratica da un solo tiro di una quarantina di metri; il secondo, facile, tiro che giungeva in vetta alla torre E è stato cancellato dal sistema di scalette che permette (permetterà?) l'accesso dal castello. La via è ben protetta (anche se gli spit sono vecchiotti e da verificare) e non ha difficoltà elevate, ma la roccia è un conglomerato di scarsa qualità e discreta friabilità; fare attenzione. In Cento nuovi mattini si trova scritto al riguardo (p. 72): ogni appiglio è una boccia rotonda di pietra che fuoriesce più o meno dal cemento del materiale roccioso legante. Ma dopo la prima impressione passa. Immagino che Gogna intendesse la pietra, che si stacca e... passa giù!
1° tiro: superare il saltino di partenza, portarsi verso destra e risalire un secondo risalto, indi dritti fin sotto una fessura obliqua verso sinistra che si risale sbucando alla sosta; 40m, 5a (un passo per uscire dalla fessura), 9 spit. Sosta su tre spit con catena e anello di calata.
Accesso (via dei re): lungo la SP8 da Isola del Cantone fino a Vobbia e da qui salire a Crocefieschi, grazioso paesino sulla sella tra le valli Vobbia e Seminella. Poco prima di entrare in paese c'è un tornante a destra con parcheggio sulla sinistra dove si può lasciare l'auto; in alternativa proseguire fino alla curva successiva, superare una stradina a destra con cartelli indicatori per le Rocche del Reopasso e parcheggiare poco dopo. Seguire la suddetta stradina che porta alla cappella della Madonna della guardia e diviene sentiero pianeggiante che conduce in una mezz'oretta al cospetto delle Rocche (cartello indicatore). Proseguire dritti (a destra si va per la ferrata) tagliando la parete della Biurca fino ad uno spit evidente con scritta.
Relazione: via piacevole su conglomerato di qualità ben migliore del precedente e buone protezioni; fare comunque attenzione se transita qualcuno sul sentiero. Percorso ovvio indicato da spit e fittoni, più qualche vecchio chiodo sostanzialmente inutile.
1° tiro: superare il gradino e proseguire su roccia sporca; salire a sinistra in corrispondenza di una paretina e ancora per roccia sporca ed erbosa fino alla sosta; 40m, 3c, 4 spit. Sosta su due spit.
2° tiro: salire verso sinistra in un vago diedrino, poi ancora a sinistra a superare un muretto (passo-chiave ben chiodato) e per rocce più facili verso destra fino alla sosta su una cengia friabile; 25m, 6a+ (un passo), 6 fittoni, 1 spit. Sosta su due fittoni con catena e anello di calata.
3° tiro: superare il muretto sopra la sosta e proseguire dritti superando sulla destra una zona un po' erbosa; un muretto finale porta in sosta; 35m, 5a, 10/11 fittoni. Sosta su due fittoni con catena e anello di calata.
4° tiro: salire a sinistra della sosta, poi spostarsi verso destra su un'esile cengia e proseguire fino in vetta, ignorando una sosta intermedia e superando due facili risalti; 45m, 4b, 15 fittoni, 1 sosta intermedia. Sosta da allestire sul cavo della via ferrata.
Discesa: lungo la via normale: seguire il cavo della ferrata fino al colletto e risalire sulla cima N della Biurca; seguire poi il sentiero di discesa (quadrati gialli) che in breve riporta alla base.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
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