Giancarlo sul 2° tiro |
Sulle lame del 3° tiro |
Giancarlo sul 3° tiro |
All'inizio del 5° tiro |
Giancarlo sulla cengia del 5° tiro |
Sul 6° tiro |
Tracciato della via |
Parete E
"Diego, ma come hai fatto a dare cinque stelle a questa via?" chiedo all'autore delle guide ormai riferimento obbligato per la Valle del Sarca, mentre aspetto panino e birra che suggelleranno la salita. Lui la butta sardonicamente sul filosofico, con noi che lo ascoltiamo tra lo scettico e il divertito: "Ma la bellezza di una via... non è data dalla qualità della roccia... ma dalla soddisfazione che si prova ad averla percorsa...". Chiaro? Se la motivazione vi convince, avventuratevi pure su questa via; in caso contrario potrete dirottare le vostre attenzioni su percorsi più tranquilli e proficui. La nostra intenzione originale, in effetti, era di salire la via adiacente, ma le abbondanti tracce di bagnato ci hanno fatto cambiare idea; resta il dubbio se sia stata o meno una buona idea.
Accesso: si raggiunge il mai abbastanza vituperato "crossodromo" posto tra Dro e Pietramurata e si parcheggia a lato dell'hotel Ciclamino. Qui abbiamo purtroppo dovuto constatare che sono in corso lavori - probabilmente di ampliamento - della suddetta sciagura a danno del campo da golf. Ora, non che io abbia particolare considerazione dei giocatori di golf, ma riconosco loro il grande pregio di starsene in silenzio e di operare nel verde, mentre coloro che si rintronano tra il fango e gli scossoni del seggiolone hanno come scopo primigenio la generazione di rumore e la devastazione dell'ambiente; da qui il mio disappunto. Ma torniamo a noi: dal parcheggio bisognerebbe proseguire diritti a prendere il sentiero che passa poco più avanti, appena oltre l'orrore, ma quando i lavori saranno terminati è fortemente probabile che si debba fare un largo giro sulla sinistra (fatemi sapere). Raggiunto il sentiero lo si segue fino ad un primo bivio, dove sulla sinistra si nota un albero con bollo rosso e un sentiero che sale; lo si prende fino a sbucare sulla strada sterrata che si segue verso sinistra fino al tornante. Qui si segue una traccia (ometto) dapprima in leggera discesa che conduce verso la parete e che si esaurisce nei pressi di un canale. Si sale ora senza un percorso obbligato giungendo al sentiero che costeggia la parete. All'altezza dello sbocco del canale, tra due avancorpi, c'è l'attacco della via (visibili un cordone un po' vecchiotto e avanzi di cavo metallico).
Relazione: via di stampo decisamente classico con pochissime protezioni, su gradi non difficili ma su roccia tutt'altro che ottima ed infestata dalla vegetazione; consigliata ad amanti della precarietà. Portare friend fino al 3BD se volete evitare noiosi run-out sulle lame del terzo tiro, che saranno anche facili, ma, insomma... Evitare di percorrerla, come abbiam fatto noi, dopo periodi di pioggia: le scarpette si imbrattano affratellandovi a color che si crogiolano rumorosamente nel fango sotto di voi, oltre a compromettere la stabilità (e non so quale delle due opzioni sia peggio). Molto difficili le comunicazioni tra i compagni di cordata per via del fracasso.
1° tiro: salire il breve camino e continuare tra terra ed alberi fino quasi in cima al pilastro; 20m, IV, III. Sosta su alberello e cordone poco affidabili (rinforzare!) oppure da allestire sugli alberi poco prima
2° tiro: raggiungere la cima del pilastro (chiodo con maglia-rapida), superarlo e scendere, attraversando poi verso destra fino ad un'evidente lama che si risale, proseguendo poi tra la vegetazione fino a superare (o aggirare) un pulpitino, oltre il quale vi è la sosta; 30m, VI+, V, III, 3 chiodi, 1 chiodo con maglia-rapida, 1 chiodo con cordino. Sosta su uno spit
3° tiro: salire le belle lame sopra la sosta spostandosi poi lievemente a sinistra a prendere il diedro con roccia un po' dubbia ed erbosa; 30m, V, V+. Sosta verso la fine del diedro su albero con cordoni (marci)
4° tiro: proseguire per il diedro, più facile, fino ad uscire sulla sinistra; superare un primo albero e puntare al secondo un poco più a sinistra dove c'è la sosta; 15m, V-, III, 1 chiodo. Sosta su albero con fettucce
5° tiro: Salire lievemente a destra a prendere una specie di larga fessura (erbosa) che si risale verso sinistra per poi uscirne a sinistra a risalire un breve muretto che adduce ad una cengia esposta (ed erbosa) che si segue (ancora verso sinistra) fino all'albero di sosta; 30m, IV, V, 1 chiodo; sosta da attrezzare su albero
6° tiro: a destra della sosta con traverso delicato a salire un'esile e bella fessura ben chiodata e con roccia buona (miracolo!). Sopra questo tratto io mi sono spostato verso destra perché la roccia ridiventa precaria e sono poi risalito per lame e muretti fino agli alberi del pianoro sommitale (non ho trovato roccia migliore, ma forse più facile); 30m, VI, IV, 4 chiodi (uno con cordino); sosta da attrezzare su albero
Discesa: seguire il sentiero verso destra; questo piega poi verso l'interno e si riporta sullo sterrato. Poco oltre si nota sulla destra un sentiero con un bollo bianco-rosso su un albero. Seguirlo per abbreviare la lunga strada sterrata riprendendo poi il sentiero iniziale o uno dei tanti sentieri che riportano nei pressi del crossodromo; anche qui, i sentieri sono (ad ora) interrotti dai lavori e si guadagna il parcheggio in un modo o nell'altro.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
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