La parete con l'attacco della via e il pilastro Gabrielli |
Callisto sul 1° tiro |
La fine del 2° tiro e la sosta |
Callisto sul traverso del 3° tiro |
Sul 5° tiro |
Fine via |
Tracciato della via |
Parete E
Ogni stagione dell'arrampicata ha i suoi luoghi, e la fine dell'estate mi riporta con piacere in valle del Sarca. L'idea era di salire una via alle Coste dell'Anglone, ma durante il viaggio la meta cambia e ci dirigiamo verso Mandrea, parete centrale, attirati dalle 4 stelle che la guida di Diego Filippi dà a Molla tutto. In realtà la via fornisce l'occasione per capire quanto lavoro ci sia dietro le ripuliture che il gruppo di Heinz Grill fa sulle proprie vie. Per carità, qui non siamo ai livelli drammatici de Il cielo di Dro, da evitare accuratamente, ma la parte alta della via avrebbe proprio bisogno di una sistemata; com'è ora rimane una via che regala qualche bel tiro, ma come ce ne sono a decine in Valle. Bisognerà dire a Diego di togliere una stella nella prossima edizione...
Accesso: da Arco di Trento seguire le indicazioni per Laghel. La strada sale seguendo le pareti della Rupe Secca e giunge ad un bivio con una chiesetta bianca. Da qui si prende la strada che sale ripida a sinistra che diviene sterrata. Si supera una prima curva ad angolo retto sulla destra e poco dopo, in corrispondenza di una seconda, si notano sulla sinistra un crocefisso ed una fontana. Si lascia l'auto sulla curva o pochi metri prima e si prende la stradina sulla sinistra, che mena al marcato pilastro Gabrielli. Seguire la parete verso sinistra fino ad un evidente zoccolo erboso (vedi foto) che si risale verso destra fino a trovare una linea di spit sotto un vago diedro obliquo verso destra. Alla base ci sono un cordone in clessidra ed uno spit; la targhetta col nome della via riportata in altre relazioni non c'è più.
Relazione: via ben protetta a spit con due tiri decisamente belli, ma viziata da abbondante vegetazione e terra che hanno rovinato la parte alta, dove le difficoltà calano. Percorso sempre ovvio tranne in un paio di punti, che ci hanno costretto ad una delle nostre solite digressioni. Roccia buona, a parte qualche breve tratto.
1° tiro: salire il diedro svasato verso destra, che si raddrizza su una placca con un piccolo camino-fessura a sinistra; 25m, 6a+, 6a, 8 spit, 3 chiodi. Sosta su due spit e cordone.
2° tiro: a sinistra della sosta, si supera una pianta e si prosegue verso destra fino ad uscire su terreno facile da cui si sale ad una cengia dov'è la sosta; 35m, 6a/A0 (6b e 6c in libera secondo la guida di Filippi), 11 spit, 1 chiodo. Sosta su due spit e cordone.
3° tiro: in traverso verso sinistra fino alla sosta; 25m, A0, 12 spit. Sosta su due spit e catena con anello di calata. Il tiro è definito "difficilmente liberabile" dalla guida di Filippi e noi ci siamo fidati ciecamente, passando da un rinvio all'altro.
4° tiro: sopra la sosta, a destra, si intravede un cordone grigio che pende. Non fate come me e lasciatelo perdere; probabilmente è un residuo di qualche tentativo abortito. Salite invece verso la pianta a sinistra della sosta e continuate in verticale per diedri, fessure e placche fino a sostare sotto il grande tetto giallastro. Terra e vegetazione rendono fastidiosa l'arrampicata; 45m, 5c, 6a, 14 spit. Sosta su due spit e cordone.
5° tiro: sopra la sosta, poi a destra e dritto nel diedro. Superare la placchetta finale e raggiungere la sosta sulla destra. Attenzione a non uscire a destra prima della placca finale; la vegetazione farebbe immediatamente giustizia di voi! 30m, 6a, 6a+, 10 spit. Sosta su due spit e cordone.
6° tiro: salire le placche sopra la sosta che portano verso sinistra fino ad una fessura che si sale fino ad uscire su terreno facile. Proseguire qualche metro fino alla sosta sulla parete; 40m, 5b, 5c, 9 spit (uno con cordino). Sosta su due spit. Si trova un vecchio libro di via ormai pieno.
La via originale finisce qui. Successivamente sono stati aggiunti due tiri (difficoltà dichiarate 6b+/6c) che non abbiamo percorso.
Discesa: seguire il sentiero verso destra fino a risalire la fascia rocciosa terminale (libro di "vetta") ed incrociare un sentiero in corrispondenza di un'abitazione. Seguire il sentiero verso sinistra (sud, direzione Laghel) e prendere ancora a sinistra ad un bivio più avanti (bolli bianchi e rossi su albero). Il sentiero si riporta sul versante di partenza e scende verso la strada. Tenendo ancora la sinistra ad un bivio in corrispondenza di un pilone ENEL ci si ritrova sullo sterrato ed in breve al parcheggio. 1h circa.
Accesso: da Arco di Trento seguire le indicazioni per Laghel. La strada sale seguendo le pareti della Rupe Secca e giunge ad un bivio con una chiesetta bianca. Da qui si prende la strada che sale ripida a sinistra che diviene sterrata. Si supera una prima curva ad angolo retto sulla destra e poco dopo, in corrispondenza di una seconda, si notano sulla sinistra un crocefisso ed una fontana. Si lascia l'auto sulla curva o pochi metri prima e si prende la stradina sulla sinistra, che mena al marcato pilastro Gabrielli. Seguire la parete verso sinistra fino ad un evidente zoccolo erboso (vedi foto) che si risale verso destra fino a trovare una linea di spit sotto un vago diedro obliquo verso destra. Alla base ci sono un cordone in clessidra ed uno spit; la targhetta col nome della via riportata in altre relazioni non c'è più.
Relazione: via ben protetta a spit con due tiri decisamente belli, ma viziata da abbondante vegetazione e terra che hanno rovinato la parte alta, dove le difficoltà calano. Percorso sempre ovvio tranne in un paio di punti, che ci hanno costretto ad una delle nostre solite digressioni. Roccia buona, a parte qualche breve tratto.
1° tiro: salire il diedro svasato verso destra, che si raddrizza su una placca con un piccolo camino-fessura a sinistra; 25m, 6a+, 6a, 8 spit, 3 chiodi. Sosta su due spit e cordone.
2° tiro: a sinistra della sosta, si supera una pianta e si prosegue verso destra fino ad uscire su terreno facile da cui si sale ad una cengia dov'è la sosta; 35m, 6a/A0 (6b e 6c in libera secondo la guida di Filippi), 11 spit, 1 chiodo. Sosta su due spit e cordone.
3° tiro: in traverso verso sinistra fino alla sosta; 25m, A0, 12 spit. Sosta su due spit e catena con anello di calata. Il tiro è definito "difficilmente liberabile" dalla guida di Filippi e noi ci siamo fidati ciecamente, passando da un rinvio all'altro.
4° tiro: sopra la sosta, a destra, si intravede un cordone grigio che pende. Non fate come me e lasciatelo perdere; probabilmente è un residuo di qualche tentativo abortito. Salite invece verso la pianta a sinistra della sosta e continuate in verticale per diedri, fessure e placche fino a sostare sotto il grande tetto giallastro. Terra e vegetazione rendono fastidiosa l'arrampicata; 45m, 5c, 6a, 14 spit. Sosta su due spit e cordone.
5° tiro: sopra la sosta, poi a destra e dritto nel diedro. Superare la placchetta finale e raggiungere la sosta sulla destra. Attenzione a non uscire a destra prima della placca finale; la vegetazione farebbe immediatamente giustizia di voi! 30m, 6a, 6a+, 10 spit. Sosta su due spit e cordone.
6° tiro: salire le placche sopra la sosta che portano verso sinistra fino ad una fessura che si sale fino ad uscire su terreno facile. Proseguire qualche metro fino alla sosta sulla parete; 40m, 5b, 5c, 9 spit (uno con cordino). Sosta su due spit. Si trova un vecchio libro di via ormai pieno.
La via originale finisce qui. Successivamente sono stati aggiunti due tiri (difficoltà dichiarate 6b+/6c) che non abbiamo percorso.
Discesa: seguire il sentiero verso destra fino a risalire la fascia rocciosa terminale (libro di "vetta") ed incrociare un sentiero in corrispondenza di un'abitazione. Seguire il sentiero verso sinistra (sud, direzione Laghel) e prendere ancora a sinistra ad un bivio più avanti (bolli bianchi e rossi su albero). Il sentiero si riporta sul versante di partenza e scende verso la strada. Tenendo ancora la sinistra ad un bivio in corrispondenza di un pilone ENEL ci si ritrova sullo sterrato ed in breve al parcheggio. 1h circa.
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