Pizzo Calabro (VV)
Stanno ormai finendo questi giorni in Calabria, ospite di un carissimo amico e consorte. Tante le storie che ci sarebbero da raccontare, ascoltate la sera (tentando vanamente di decifrare il dialetto) sulla piazza del paesino; storie di emigrazione, di lavoro che manca o è sempre temporaneo, di case costruite a metà per figli che non torneranno più, di un "mondo dei vinti" da cui è difficile fuggire. Ma anche - per contrasto - di una piccola "ricchezza" di case e terreni che garantiscono una fonte di sussistenza forse meno frequente in altre zone del Paese e - soprattutto - di una gentilezza ed ospitalità veramente imbarazzanti e quasi commoventi. Ma scrivere di questo sarebbe complicato, ed inoltre non ho voglia di dissezionare il posto dove sono stato quasi "adottato" per questi giorni.
Domenica matura all'improvviso la decisione di organizzare la solita cena tra gli amici che si ritrovano ogni anno al paesello per l'estate. Nicola ci conduce senza esitazioni a Pizzo; la stagione è ormai abbastanza avanti, o forse sarà la "crisi", ma riusciamo a trovare posto nel piccolo parcheggio davanti al locale senza problemi. Cucina rigorosamente di pesce (vabbè, poi ci sono le pizze...) che inizia per me con dei ravioloni ripieni di pesce spada, mentre diretti ai miei commensali sfilano degli spaghetti allo scoglio (o con vongole, o polipi) dall'aria interessante. Una frittella di bianchetti parte dell'antipasto di Giuseppe scatena un'ondata di analoghe richieste, dopo di che la golosità, se non la fame, ha il sopravvento e si passa al secondo. Lascio perdere il vassoio del pesce fresco e mi lascio tentare da delle seppie alla griglia con salsa di liquirizia; insolito e ottimo abbinamento. Selezione di vini sufficiente e giustamente centrata su Calabria e sud Italia. Dopo la cena non può mancare un salto da Ercole per il tartufo nero di Pizzo!
Domenica matura all'improvviso la decisione di organizzare la solita cena tra gli amici che si ritrovano ogni anno al paesello per l'estate. Nicola ci conduce senza esitazioni a Pizzo; la stagione è ormai abbastanza avanti, o forse sarà la "crisi", ma riusciamo a trovare posto nel piccolo parcheggio davanti al locale senza problemi. Cucina rigorosamente di pesce (vabbè, poi ci sono le pizze...) che inizia per me con dei ravioloni ripieni di pesce spada, mentre diretti ai miei commensali sfilano degli spaghetti allo scoglio (o con vongole, o polipi) dall'aria interessante. Una frittella di bianchetti parte dell'antipasto di Giuseppe scatena un'ondata di analoghe richieste, dopo di che la golosità, se non la fame, ha il sopravvento e si passa al secondo. Lascio perdere il vassoio del pesce fresco e mi lascio tentare da delle seppie alla griglia con salsa di liquirizia; insolito e ottimo abbinamento. Selezione di vini sufficiente e giustamente centrata su Calabria e sud Italia. Dopo la cena non può mancare un salto da Ercole per il tartufo nero di Pizzo!
Volendo essere pignoli e cercare l'unico neo della bella serata, indicherei gli amici che discutevano di calcio, di cui a me non può interessare di meno. La parentesi agostana, in cui l'argomento "donne" aveva preso il marcato sopravvento, volge decisamente al termine!
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