Mi ritrovo in Friuli per la seconda volta quest'anno, e la cosa non può che farmi piacere. Al rientro in Italia per il passo di Monte croce carnico ci fermiamo a Paluzza per arrampicare sul facile e bello spigolo De Infanti al Pal Piccolo, ma un motivo non secondario di questa sosta è la possibilità di assaggiare le specialità della Carnia.
A Timau, dopo una visita al sacrario con la tomba di Maria Plozner, unica donna medaglia d'oro nella prima guerra mondiale, e senza dimenticare il relativo museo, vale la pena di fermarsi "da Otto". Ristorante e albergo fin dall'800, con una cucina strettamente legata alle ricette tradizionali. Dopo un antipasto di salumi siamo passati ai primi, dove sono rimasto letteralmente conquistato dai cjarsons (o cjalsons), sorta di tortelli di pasta con patate dal gusto agro-dolce. Chiedo lumi sul piatto e Diego, il titolare, ci spiega che letteralmente ogni famiglia ha una sua propria ricetta, sicché è praticamente impossibile mangiarne due identici. Il ripieno che abbiamo assaggiato noi era fatto di uvetta, erbe di montagna, menta, cannella, cioccolato (ebbene sì!) e altri ingredienti che mi sono stati elencati puntigliosamente (non prima di avermi chiesto con una punta di malizia cosa ero riuscito a riconoscere...), e che sono stati puntualmente dimenticati. Da ricordare anche delle ottime crespelle con asparagi. Il menù dei secondi è più tradizionale e non ho potuto sottrarmi all'assaggio del gulasch, penetrato in Friuli dall'Ungheria. Un refosco buono ma un po' troppo barricato accompagna piacevolmente la cena.
La sera successiva scoviamo il Salon un poco più a valle, albergo e ristorante con annessa un'osteria dove si serve una selezione degli stessi piatti del ristorante, in ambiente più rustico e con prezzi più contenuti; anche qui la tradizione di famiglia è piuttosto antica, risalendo ai primi del novecento. Vedendoci agghindati come possono esserlo due che hanno passato quasi una settimana ad arrampicare senza preoccuparsi troppo dell'eleganza (lo zaino pesa!), ci suggeriscono - con nostra grande soddisfazione - l'osteria. Vado subito a verificare l'affermazione della sera prima e ordino di nuovo i cjarsons: il sapore è lievemente diverso con note più dolci e più "cioccolatose". Un galletto come secondo è buono ma non all'altezza del primo, ma una nota di merito va al refosco del Molino delle Tolle, servito ad un prezzo più che onesto e di cui purtroppo non sono riuscito a fare scorta. Altra nota di merito per il dolce, una buonissima torta di mele alla carnica.
Bell'esempio di una regione che ha saputo valorizzare i piatti della tradizione, grazie anche all'opera di alcuni chef rinomati, la Carnia si presenta oggi particolarmente interessante da molti punti di vista, storico, culturale (sorprendente la bella ancona lignea e gli affreschi del '500 presenti nella cappella vecchia della chiesa di Paluzza)... senza dimenticare quello gastronomico!
La sera successiva scoviamo il Salon un poco più a valle, albergo e ristorante con annessa un'osteria dove si serve una selezione degli stessi piatti del ristorante, in ambiente più rustico e con prezzi più contenuti; anche qui la tradizione di famiglia è piuttosto antica, risalendo ai primi del novecento. Vedendoci agghindati come possono esserlo due che hanno passato quasi una settimana ad arrampicare senza preoccuparsi troppo dell'eleganza (lo zaino pesa!), ci suggeriscono - con nostra grande soddisfazione - l'osteria. Vado subito a verificare l'affermazione della sera prima e ordino di nuovo i cjarsons: il sapore è lievemente diverso con note più dolci e più "cioccolatose". Un galletto come secondo è buono ma non all'altezza del primo, ma una nota di merito va al refosco del Molino delle Tolle, servito ad un prezzo più che onesto e di cui purtroppo non sono riuscito a fare scorta. Altra nota di merito per il dolce, una buonissima torta di mele alla carnica.
Bell'esempio di una regione che ha saputo valorizzare i piatti della tradizione, grazie anche all'opera di alcuni chef rinomati, la Carnia si presenta oggi particolarmente interessante da molti punti di vista, storico, culturale (sorprendente la bella ancona lignea e gli affreschi del '500 presenti nella cappella vecchia della chiesa di Paluzza)... senza dimenticare quello gastronomico!
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