Teo alla partenza del 2° tiro. |
Ancora lui sul 4° tiro. |
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Sul 5° tiro. |
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Sul 7° tiro. |
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Tracciato della via (la foto della parete è presa da Google Earth). |
Torre Innerkofler (Gruppo del Sassolungo)
Parete SE
Accesso: parcheggiare a Passo Sella e scendere verso la val Gardena (qualche sporadico parcheggio), tenendo una scorciatoia sulla sinistra che conduce verso il rif. Valentini (possibilità di parcheggio a pagamento). Continuare lungo la strada sterrata (sbarra), puntando alla stazione di arrivo della seggiovia. Per via di uno sterrato a destra e una traccia si raggiunge l'evidente crinale, che si segue verso sinistra, superando la Punta Grohmann dove sale la via Dimai e giungendo in vista della parete E della Torre Innerkofler, alla cui base si nota un evidente avancorpo grigiastro. Salire il canale tra l'avancorpo e la Torre vera e propria, superando diversi salti rocciosi e qualche residuo nevoso, fino ad identificare due chiodi con cordino rosso a poca distanza l'uno dall'altro. Un'ora e mezza circa.
Relazione: via che supera la parete della Torre con un percorso piacevole e mai difficile, dove spiccano un divertente terzo tiro in traverso in camino e una bella fessura nel settimo, scovato dall'intuito del grande Angelo Dibona con Luigi Rizzi, accompagnati dai due fratelli Mayer, il 6 agosto 1910 (sulla guida CAI-TCI del Sassolungo di Ivo Rabanser del 2001 si dice per errore 1911). La roccia è discreta nei primi due tiri per poi migliorare sensibilmente (ma ovviamente serve sempre un po' d'attenzione), e la chiodatura è abbastanza essenziale: utile qualche friend per integrare i passi più delicati. L'avvicinamento, la salita fino alla vetta e la lunga discesa la rendono comunque una salita remunerativa, da affrontare solo con buone condizioni meteorologiche.
1° tiro: Salire la fessura obliqua verso destra in corrispondenza del chiodo più a monte, uscirne su una rampa e salire ancora verso destra fino a quando è possibile piegare a sinistra facilmente. Puntare ad un muro giallo, alla cui base di trova la sosta. 45 m; IV, III; una sosta intermedia (due chiodi con cordino e maglia-rapida) vicino ad un cordino in clessidra (un po' fuori via; allungare la protezione). Sosta su due chiodi (uno a pressione) con cordino e maglia-rapida.
2° tiro: Superare la lama appena a sinistra della sosta e salire per placca fino alla sosta. 20 m, IV. Sosta su due chiodi.
3° tiro: Salire appena a sinistra della sosta, traversare a destra per una lama ed entrare in un camino. Salire brevemente e atttraversarlo uscendo in corrispondenza di una terrazza. Alzarsi per pochi metri fino a identificare la sosta sulla roccia giallastra a sinistra. 30 m; IV, IV-, III, II; due chiodi, un cordone su masso incastrato. Sosta su due chiodi.
4° tiro: Traversare a sinistra e continuare in obliquo lungo una rampa fino a giungere alla base di un camino nascosto, dove si trova la sosta. 35 m; IV+, IV, III; due clessidre con cordone. Sosta su due chiodi con cordone.
5° tiro: Salire in verticale ed imboccare il canale/camino sulla sinistra, che si segue fino alla sosta sulla sinistra. 35 m; IV, III+, IV; due chiodi, un cordone in clessidra. Sosta su chiodo con anello e cordone in clessidra.
6° tiro: Continuare lungo il canale/camino fino a raggiungere una forcella, dove si sosta sulla destra. 55 m; IV-, IV+; due chiodi, due clessidre con cordone. Sosta su due chiodi con cordone.
7° tiro: Portarsi dal lato opposto della forcella e salire a sinistra dell'evidente fessura per pochi metri, fino a quando è possibile traversare a destra, superando la fessura per salire alla sua destra, sfruttando una seconda fessura meno marcata. In alto si ritorna a sinistra per gli ultimi metri. 25 m; IV (un passo di IV+); un cordone in clessidra, due chiodi. Sosta su cordone su spuntone.
8° tiro: Abbassarsi sul canale di destra e salire tenendo inizialmente la destra e spostandosi poi più a sinistra, fino a raggiungere una forcella dove si sosta. 40 m; III, IV, III, IV; un chiodo con cordone. Sosta su due chiodi.
9° tiro: Salire sopra la sosta e spostarsi a destra per entrare in un canale. Seguirlo fino a quando questo si chiude e sostare sulla sinistra (ometto poco visibile). 50 m; IV-, III. Sosta da attrezzare su spuntone.
10° tiro: Alzarsi sopra la sosta e proseguire in obliquo fino a quando è possibile passare sul versante opposto. Abbassarsi qualche metro e attrezzare una sosta su spuntone. 30 m, III.
Per raggiungere la vetta ed il percorso di discesa bisogna abbassarsi qualche metro fino ad una forcella. Salire sul muretto opposto e ridiscendere dall'altro lato ad una seconda forcella. Proseguire fino a quando è possibile salire a sinistra lungo facili risalti rocciosi. Raggiunto un muro giallo, traversare a sinistra seguendo qualche ometto per circa una decina di metri e salire in verticale fino a raggiungere il filo di cresta che dà su un ampio canale. NON scendere verso il canale, ma affrontare un breve passaggio (III+), per proseguire lungo il filo di cresta fino ad una forcellina. Spostarsi pochi metri a sinistra e guadagnare un'altra forcella, da dove ci si abbassa per entrare nel canale, che si risale seguendo tracce di passaggio e qualche ometto fino alla vetta. 300 m circa di sviluppo.
Discesa: Lunga e non banale se le condizioni meteo non sono buone. Dalla vetta ritornare sui propri passi (sud) fino all'ampia terrazza. Qui piegare a sud-est (destra; direzione Pozza di Fassa) e abbassarsi seguendo i vari ometti di roccia e qualche bollo rosso. In corrispondenza di uno sperone si trova la prima sosta di calata (spuntone + cordino + chiodo). Scendere per 25 metri.
Continuare tendendo verso destra (viso a valle - numerosi ometti) e doppiare uno spigolino, oltre il quale si trova un'evidente sosta di calata (chiodi e clessidra), pochi metri a destra della quale ve n'è una seconda su fittoni resinati). Scendere per 25 metri.
Dal termine della calata bisogna risalire una rampa verso destra (viso a valle) che conduce ad un bollo ben evidente dalla sosta di calata. Noi abbiamo invece seguito la linea di soste di calata ben evidenti (che dovrebbero appartenere a L'apparizione): se seguite questa soluzione, bisogna scendere con tre calate tra i 20 e 30 metri su chiodi e/o clessidre con cordoni, fino a raggiungere una sosta con fix e cordoni con maglia-rapida. Da qui, calarsi per poco meno di 60 metri.
Guadagnata una sosta con cordini, chiodo, e maglia-rapida su spuntone, scendere per 55 metri fino ad arrivare nel canale tra la Torre ed il Dente. Non resta che scendere a sinistra lungo il canale e ritrovare il sentiero di avvicinamento che riporta a passo Sella. Tre ore circa.
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Lo schizzo sulla guida [3]. |
Piccola nota bibliografica: La salita di Dibona e Rizzi è menzionata per la prima volta nel notiziario (Mitteilungen) del DOEAV del 1911 [1], a cura di Max Mayer, ed è ripetuta dal fratello Guido, che partecipò all'ascensione, all'interno di una lunga monografia di quasi 70 pagine sul Sassolungo pubblicata nell'Annuario (Zeitschrift) del DOEAV del 1913 [2]. Se parliamo di guide alpinistiche, la prima menzione che sono riuscito a reperire si trova nel terzo volume della guida delle Dolomiti di Julius Gallhuber (da cui fu estratta la parte relativa al Catinaccio, tradotta e pubblicata meritoriamente dal CAI Bergamo intorno al 1929-30) [3]. Ecco la relazione (traduzione molto approssimativa):
Per la parete sud-est e lo spigolo sud-est. (via senza ghiaccio, ma con un punto estremamente difficile)
Attraverso i prati fino all'inizio della gola che si estende da sud verso la forcella Grohmann [nota: è la sella tra la punta Grohmann e la Torre Innerkofler], divisa in basso da uno sperone. Nel primo ramo, salire brevemente fino a quando la parete orientale si dissolve leggermente in ghiaioni. Ora attraverso una fessura stretta, che diventa più profonda in alto, con due gradini (aperti verso la forcella) e per una spaccatura verso sud per 30 m, fino ad un alto camino con gradoni. Dopo 150 m di salita fino ad una forcella e 30 m molto difficili, per fessura o per placca alla sua destra, si sale verso nord fino a una cresta. Da qui a destra in un camino simile a una gola e attraverso questo, un po' frammentato, verso lo spigolo SE e per ripidi gradoni fino alla cima, 3 ore.
Per una guida italiana della zona del Sassolungo bisogna aspettare il 1944, con il volume della Guida dei Monti d'Italia di Tanesini [4]. In esso, la Torre è chiamata col toponino italiano Punta Pian de Sass. L'itinerario è definito il migliore della montagna, di III+ con un passaggio di IV+, da farsi in cinque ore.
[1] Mitteilungen des Deutschen und Osterreichichen Alpenvereins n. 18, 1911, p. 215[2] Zeitschrift des Deutschen und Osterreichichen Alpenvereins 1913, p. 295
[3] Julius Gallhuber, Dolomiten, Vol. 3, Vienna, 1928, p. 159
[4] Arturo Tanesini, Sassolungo Catinaccio Latemar, CAI-TCI, Milano, 1944, pp. 209-210
Avvertenza: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
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