venerdì 23 agosto 2024

Lupetti

Stefano sul 1° tiro.
Sul 2° tiro.
Stefano sul 7° tiro.
Sulla cresta finale.
Tracciato della via (azzurro), Il rosso la via
Carlo Rossano superiore.
Corno Stella (gruppo dell'Argentera)
Parete SO

Accesso: da Cuneo a Borgo san Dalmazzo e poi per la valle Gesso, superando la mitica falesia di Andonno e proseguendo fino al Gias delle Mosche, dove si parcheggia. Da qui in poco meno di due ore si raggiunge il rif. Bozano, ottima base per le arrampicate nella zona, con vista sulla parete NO del Corno Stella. Da dietro il rifugio si segue l'incredibile "strada" lastricata realizzata nel 2016 che passa dalla base dello Zoccolo del Corno Stella e diviene poi sentiero che risale il ghiaione a destra. La traccia raggiunge la parete del Corno in corrispondenza di un camino-fessura a sinistra, con corda fissa (un po' malandata) visibile. Si sale quindi verso sinistra (III) fino ad una traccia, che si segue fin quasi alla fine. Giunti sotto un tetto rossastro che sale verso sinistra, si raggiunge la base della parete dove parta la via (targhetta metallica e fix visibile; 45' circa dal rif. Bozano).

Relazione: via molto bella su roccia ottima, con chiodatura distanziata. I tiri-chiave sono il terzo ed il quinto, mentre il passo di 6a+ del quarto tiro sfoggia protezioni in stile-falesia e si supera agevolmente. Friend poco utili, ma forse qualcosa si riesce ad usare nel terzo tiro. Tutte le soste sono su due fix con anelli di calata.
1° tiro: salire la placca e portarsi a destra del tetto, superarlo verso sinistra e salire per diedro alla sosta. 50 m, 6a, otto fix.
2° tiro: salire per placche e piegare verso destra quando queste divengono più verticali, superando un muretto prima della sosta. 40 m, 5b, cinque fix.
3° tiro: salire il muretto sopra la sosta e proseguire per uno spigolo fino alla sosta. 40 m, 6a, otto fix.
4° tiro: salire a destra fino alla vena di quarzo, superare il breve strapiombo e proseguire su rocce facili, prima a sinistra e poi dritto, fino ad una placchetta prima della sosta. 30 m, 6a+ (passo), cinque fix.
5° tiro: salire a superare un muretto ed un diedro, continuando per placche fino alla sosta. 40 m, 6a, otto fix
6° tiro: passo delicato in partenza, poi proseguire per facili placche tenendo un po' la destra fino alla sosta su cengia. 40 m, 6a (passo iniziale, poi più facile), cinque fix.
7° tiro: salire e portarsi a destra, superare un muretto e proseguire su cengia fino alla sommità. 40 m, 5c, quattro fix.

Discesa: scendere a sinistra (rispetto alla salita) per traccia con ometti fino alla base dell'evidente placca che emerge tra gli sfasciumi. A quest'altezza, identificare un ometto e una corda fissa che in breve deposita alla sosta di calata lungo Esprit libre:
1a calata: 45 m, saltando una sosta.
2a calata: 40 m, saltando una sosta.
3a calata: 45 m, saltando una sosta.
4a calata: 50 m, fno alla sosta di partenza della Carlo Rossano. Da qui si può scendere lungo il canale, ma è più comodo fare un'altra calata.
5a calata: 60 m, fino al sentiero nella parte bassa delle cengia mediana. Da qui, seguire il sentiero fino ad una sosta.
6a calata: 50 m, fino alla base (o due calate da 25 m).


Avvertenza: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

giovedì 22 agosto 2024

Regalami un sorriso + Carlo Rossano sup. (con uscita su Visconte dimezzato)

Sul 1° tiro.
Sul 3° tiro.
Stefano sul 4° tiro.
Stefano sul 6° tiro.
Stefano sul 10° tiro.
Sull'11° tiro.
Stefano sul 12° tiro.
Sul 13° tiro.
Tracciato di Regalami un sorriso.
Tracciato della Carlo Rossano superiore (rosso).
In azzurro la via Lupetti.
Corno Stella (gruppo dell'Argentera)
Parete SO

Accesso: da Cuneo a Borgo san Dalmazzo e poi per la valle Gesso, superando la mitica falesia di Andonno e proseguendo fino al Gias delle Mosche, dove si parcheggia. Da qui in poco meno di due ore si raggiunge il rif. Bozano, ottima base per le arrampicate nella zona, con vista sulla parete NO del Corno Stella. Da dietro il rifugio si segue l'incredibile "strada" lastricata realizzata nel 2016 che porta alla base dello Zoccolo del Corno Stella (la metà bassa della parete). La via Regalami un sorriso parte appena a sinistra del punto più basso dello Zoccolo, oltre l'evidente diedro (fix visibili; 15' circa dal rif. Bozano).

Relazione: interessante combinazione di vie nata su consiglio di Marco, il rifugista del Bozano, che ci suggerisce di sostituire la Carlo Rossano inferiore con Regalami un sorriso, connettendosi direttamente a metà del primo tiro della parte alta (vedi poi). Linea molto bella con chiodatura buona, ma con passi obbligati. Friend sostanzialmente inutili. Nota: alcuni chiodi posti in prossimità dei nuovi fix non sono indicati.

Regalami un sorriso:
1° tiro: salire la placca fino alla sosta. 25 m, 6a, nove fix. Sosta su due fix con catena e fix singolo.
2° tiro: salire a superare un breve strapiombo appena a destra della sosta e continuare per rocce via via più facili fino alla sosta. 35 m, 5a, sei fix. Sosta su due fix con catena ed anello.
3° tiro: salire verso sinistra, tra un diedro sulla destra e una striscia di erba sulla sinistra, uscire dal diedro a destra quando questo si chiude e proseguire fino alla sosta. 35 m, 4c; sei fix, un chiodo. Sosta su due fix con catena ed anello.
4° tiro: traversare a sinistra e salire lungo la placca. 25 m, 6a (passo); quattro fix, un chiodo. Sosta su due fix con catena.
5° tiro: continuare lungo la placca fino alla sommità del pilastro dove si sosta. 25 m, 6a (passo), sei fix. Sosta su due fix con catena ed anello. Da qui in poi i tiri sono quelli della via Giacougià.
6° tiro: portarsi sulla placca di fronte, salirla puntando a destra del tetto rossastro, superarlo piegando a sinistra e continuare più facilmente fino alla sosta. 35 m, 5a, sette fix. Sosta su due fix con catena ed anello.
7° tiro: proseguire lungo la facile placca. 40 m, 4c, sette fix. Sosta su due fix con catena ed anello.
8° tiro: salire verso destra fino alla sosta (della via Pilastro di Oscar. 20 m, III+.
9° tiro: continuare facilmente, sempre tenendo lievemente a destra, fino al margine della cengia mediana, dove si trova la sosta di calata nel canale. 60 m, III+, quattro fix. Sosta su due fix con catena ed anello. Da qui ci si può calare nel canale se non si desidera continuare l'ascensione (vedi Discesa).

Carlo Rossano (superiore):
Se si vuole percorrere interamente la via, bisogna spostarsi verso destra, scendendo brevemente fino ad un terrazzino dove si trova la targhetta di Opinioni di un clown. Questa sale in verticale, mentre la nostra va in obliquo a sinistra. Su consiglio del rifugista, noi siamo invece saliti brevemente per poi attraversare a destra, raccordandoci con la seconda parte del tiro. NON consiglio questa soluzione: il traverso (che doveva essere di III+) è decisamente più impegnativo, e del tutto sprotetto. Forse abbiamo attraversato nel punto sbagliato, quindi valutate bene...
10° tiro: salire per rocce rotte fino a portarsi a sinistra della placca su cui corre la via, traversare a destra (sprotetto) e proseguire in verticale fino alla sosta. 50 m, 6a, cinque-sei fix (a seconda del traverso). In alternativa, scendere fino alla sosta iniziale e salire verso sinistra.
11° tiro: salire a sinistra della sosta e continuare lungo lo sperone e per un muretto fino ad una cengia dove si sosta. 30 m, 5c, dieci fix.
12° tiro: salire lungo la placca, superare una lama ed il successivo muretto e continuare più facilmente su un secondo muretto e poi verso destra alla sosta. 35 m, 6a, dieci fix.
13° tiro: salire lungo il muro verticale sopra la sosta, spostarsi verso destra e salire un muretto (passo un po' sbilanciante), per salire alla sosta a destra lungo la vena di quarzo. 20 m, 6a+ (passo), otto fix. Da qui si può uscire lungo la via originale, sulla destra, che raggiunge la cima con un tiro di 6a di 50 m, oppure seguire la più impegnativa variante.

Visconte dimezzato:
14° tiro: salire e portarsi verso sinistra, superando una placca delicata. 20 m, 6a+, otto fix.
15° tiro: superare la breve placchetta, rimontare un tettino (fix un po' alto), e continuare per rocce facili piegando verso destra fino ad incrociare la sosta dell'uscita originale. Se le corde non fanno troppo attrito, proseguire ancora qualche metro sulla destra fino ad incrociare la sosta di calata. 50 m, 6b, dieci fix.

Discesa: in corda doppia lungo Esprit libre e sentiero:
1a calata: 45 m, saltando una sosta.
2a calata: 40 m, saltando una sosta.
3a calata: 45 m, saltando una sosta.
4a calata: 50 m, fino alla sosta di partenza della Carlo Rossano. Da qui si può scendere lungo il canale, ma è più comodo fare un'altra calata.
5a calata: 60 m, fino al sentiero nella parte bassa della cengia mediana. Seguire il sentiero fino ad una sosta.
6a calata: 50 m, fino alla base (o due calate da 25 m).


Avvertenza: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

Jeannot (con uscita sullo Sperone Gioele e variante)

Stefano sul 3° tiro.
Sul 4° tiro.
L'ottavo tiro.
Tracciato della via.
Punta bifida - Catena delle guide (gruppo dell'Argentera)
Parete SO

Accesso: da Cuneo a Borgo san Dalmazzo e poi per la valle Gesso, superando la mitica falesia di Andonno e proseguendo fino al Gias delle Mosche, dove si parcheggia. Da qui in poco meno di due ore si raggiunge il rif. Bozano, ottima base per le arrampicate nella zona. A sinistra della parete del Corno Stella si snoda la Catena delle guide, al centro della quale è evidente un tozzo torrione con una fessura diagonale (punta Plent), riconoscibile per l'aguzzo sigaro alla sua sinistra. La Punta bifida è a destra della Plent, e la via attacca appena a sinistra del canale che divide le due, in comune con Comet C4 (scritta alla base; 15' circa dal rif. Bozano).

Relazione: via in stile plaisir, ottima per impiegare una mezza giornata con tempo incerto, che sale per placche a destra del canale di partenza. Roccia e chiodatura sono ottime (la valutazione S2 della guida 2023 di Versante Sud è in realtà S1) ed il percorso è sempre ovvio, tranne che al termine del quarto tiro, dove bisogna fermarsi alla prima sosta che si incontra, sulla sinistra, anziché salire a quella dello Sperone Gioele pochi metri sopra, come abbiamo fatto noi per errore. Se percorrete questa combinazione, è utile un friend medio se si vuole passare dalla cima ovest, dove esce lo Sperone e da cui ci si può calare, a quella est, dove esce la via originale.
1° tiro: salire i risalti piegando verso destra fino alla sosta. 30 m, 5b, sette fix. Sosta su due fix con anelli.
2° tiro: spostarsi a destra (viso a monte), attraversare il canale e traversare ancora a destra (ignorare il fix di Comet C4) fino alla sosta. 40 m, 4c, cinque fix. Sosta su due fix con anelli. E' possibile anche attraversare direttamente il facile canale.
3° tiro: salire la bella placca sopra la sosta. 30 m, 6a+ (un passo), undici fix. Sosta su due fix.
4° tiro: superare il risalto appena sopra la sosta e continuare per placca più facile fino alla sosta sulla sinistra. Noi siamo saliti per errore ad una sosta appena più in alto a destra, che appartiene allo Sperone Gioele. 30 m, 6a, undici fix. Sosta su due fix con catena ed anello. La vera sosta è la prima, da dove la via originale prosegue verso sinistra, attraversando il canale e salendo alla nostra 8a sosta con tre tiri di 5b.
5° tiro: superare il muretto iniziale e continuare per placche fino alla sosta. 25 m, 4c, otto fix. Sosta su due fix con anello.
6° tiro: salire a sinistra della sosta e proseguire per placca sulla destra, vicino ad un diedro. 30 m, 4c, otto fix. Sosta su due fix. è possibile anche proseguire a sinistra sullo Sperone originale (5b).
7° tiro: salire il breve diedro (più facile sulla destra) e proseguire per facile placca, portandosi poi verso sinistra fino ad una terrazza dove si sosta. 40 m, 5c, undici fix. Sosta su due fix con anello. Da qui ci si può calare senza attraversare a sinistra (facile, ma sprotetto).
8° tiro: traversare a sinistra in leggera discesa, risalire il canale e il muretto di fronte (o il diedro rotto sulla destra) e sostare sulla cengia. 40 m, IV-. Sosta su due fix con anello.
9° tiro: portarsi sotto la cima est della Punta e salire per lame e placchetta fino alla sommità. 20 m, 5a, sei fix.

Discesa: in corda doppia lungo la via (quella giusta!):
1a calata: 20 m, fino alla sosta del 8° tiro. 2a calata: 45 m, fino alla sosta del 6° tiro della Jeannot.
3a calata: 50 m, attraversando il canale e fino alla sosta del 4° tiro della Jeannot.
4a calata: 55 m, fino alla sosta del 2° tiro.
5a calata: 30 m, fino alla base.


Avvertenza: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

giovedì 15 agosto 2024

Treni 2218 e 2275 (Bergamo-Milano Lambrate): ritardi maggio-luglio 2024

Fig. 1: distribuzioni cumulative dei ritardi (scala lognormale) per il treno
2218 delle 8:02 nei trimestri maggio-luglio dal 2015 al 2024.
Fig. 2: Ritardi nel bimestre in esame per il treno 2218 (8:02).
Fig. 3: come in Fig. 1, ma per il treno 2275 delle 17:41.
Fig. 4: come in Fig. 2, ma per il treno 2275 delle 17:41.
La segnalazione del trimestre è questo articolo de Il Giorno che, guarda caso, conferma tutti i dubbi relativi alle nuove modalità di rimborso che si sono inventati a Trenord. Altresì simpatica (si fa per dire...) è la risposta dell'assessore regionale ai trasporti alle critiche sull'efficienza (si fa per dire...) di Trenord, laddove rimarca che "il 95% dei convogli di Trenord arriva entro i 15 minuti di ritardo". Ignoriamo le capacità aritmetiche dell'assessore, ma qualche dubbio è lecito se ricordiamo che su un tempo medio di percorrenza intorno all'oretta si tratta del 25%; dato del tutto inaccettabile e di cui non ci si può davvero compiacere!

La situazione dei ritardi nel trimestre non regala particolari soddisfazioni: i dati per il 2218 (Fig. 1) mostrano una puntualità al 7.5%, che sale al 47% entro 5' di ritardo, con massimo ritardo di ben 58' il 15 luglio (treno cancellato e ritardo di quello successivo delle 8:40) . Da notare che con il nuovo, ridicolo, criterio dei 15' di ritardo, la puntualità è al 91%, quindi tutto bene: zitti e ringraziate! Consoliamoci notando il lieve miglioramento rispetto al 2023 per quanto riguarda la coda con i ritardi peggiori.
La Fig. 2 mostra lo "storico" dei ritardi nel trimestre. Interessante notare come la mediana (curva al 50%) sia stabile da quattro anni a 5' di ritardo, mentre nella restante metà dei casi succede di tutto! Vedete inoltre la curva blu scendere sotto i 15', forse per effetto delle nuove, assurde (l'aggettivo corretto sarebbe un altro, ma temo sarebbe passibile di querela) regole sul rimborso.

La Fig. 3 mostra gli analoghi dati per il 2275: puntualità al 21% (!!) e al 58% entro 5'... poi, il disastro: massimo ritardo di 43' il 31 luglio con treno cancellato, e altre tre volte in cui il treno è stato fermato a Verdello, con arrivo a Bergamo con il successivo 2237. In questo caso poi, nemmeno il tarocco di fissare la soglia di ritardo a 15' funziona: la puntualità è un misero 81%! Dalla figura vediamo comunque un miglioramento rispetto all'anno scorso, con la curva che si sposta un pochino a sinistra.
Questi dati sono riportati nella Fig. 4, dove si nota chiaramente la (piccola) riduzione dei ritardi rispetto agli ultimi due anni, ritardi che restano comunque più alti rispetto agli anni precedenti e con coda al 90% che rimane su valori inaccettabili.

Veniamo al capitolo giustificazioni: su 23 notifiche, 10 sono riconducibili a Trenord (problemi ai treni), 8 ad altre imprese (guasti alla linea, ritardi di treni non-Trenord), 3 alle "esigenze del regolatore" (ovvero problemi di gestione del traffico, quindi possibile responsabilità di altri convogli di Trenord) e 2 al sempreverde quanto insignificante "traffico intenso".


Nota: i dati sono raccolti personalmente o da app Trenord. Per correttezza, bisogna specificare che i ritardi sopportati dai pendolari su questi due treni non sono indicativi dei ritardi complessivi, che sta ad altri raccogliere e rendere pubblici. Idem per i rimpalli di responsabilità tra Trenord, Rfi, e quant'altri. Qui si cita Trenord in quanto è ad essa che i poveri pendolari versano biglietti ed abbonamenti, e ai quali dovrebbe rispondere del servizio.

venerdì 2 agosto 2024

Due Montepulciano d'Abruzzo di Pasetti

Non me ne vogliano gli appassionati della costa dei trabocchi, delle spiagge di Vasto e di altre località, ma per me la magia dell'Abruzzo è nel suo entroterra verdissimo e a tratti quasi selvaggio, negli innumerevoli paesi da scoprire, con le loro genti ed i loro prodotti. E così, al termine di una vacanza ormai risalente ad un paio d'anni fa, non mancai di acquistare qualche bottiglia prima del viaggio di ritorno. E non molto tempo fa, appena prima che l'ondata di caldo insopportabile si spargesse su tutto il nord Italia, mi sono letteralmente gustato un paio di bottiglie di Montepulciano di Pasetti, una famiglia con tradizione secolare e con vigneti tra le provincie di Pescara e L'Aquila, che punta essenzialmente sul Montepulciano d'Abruzzo, senza disdegnare Trebbiano e Passerina per i bianchi.

Tra i rossi, mettiamo da parte l'estremizzazione (come dice il sito) di Harimann nonché il Testarossa, e puntiamo senza esitazioni sulla linea base, annata 2019: i vitigni sono nella zona di Pescosansonesco (PE) ed il vino affina per 18 mesi in acciaio, 8 mesi in botte e 6 mesi in bottiglia. Bellissimo colore intenso che si apre su decisi profumi di frutti rossi e neri e qualche ricordo speziato. Al sorso è pieno, piacevolissimo da bere nonostante la gradazione non trascurabile, con tannini morbidi e una buona persistenza. Veramente una bottiglia da raccomandare, anche per il prezzo!

Se la versione in rosso della linea Testarossa non incontra troppo i miei gusti, la stessa cosa non si può dire per il rosato Terre aquilane Ipg, comunque ottenuto da uve Montepulciano raccolte nel territorio di Capestrano (AQ), affinate in acciaio e in bottiglia. Il colore è un bel rosa cerasuolo luminoso che prepara a distinti profumi di ciliegia, fragola e ribes. Molto fresco e piacevole all'assaggio, con un piccolo tocco floreale e minerale; l'ennesima dimostrazione del valore del Montepulciano vinificato a rosato!

Montepulciano rosso:
Gradazione: 14,5°
Prezzo: 9 €

Testarossa rosato:
Gradazione: 13,5°
Prezzo: 11 €