martedì 11 luglio 2023

Hostaria Viola

L'interno del locale
Il trittico
Faraona alla Stefani
Baccalà
Tenerina al fondente
via Giuseppe Verdi 32
Castiglione delle Stiviere (MN)

Siamo nel nord della provincia di Mantova, praticamente al confine con quella di Brescia. Luoghi bellissimi, con il lago di Garda e le sue frotte di vacanzieri poco più a nord ma già lontani, il Risorgimento che si staglia nei profili della torre di S. Martino e della Rocca di Solferino, le dolci colline moreniche con i vigneti, ed i borghi di Castellaro Lagusello e Borghetto sul Mincio, quest'ultimo già in provincia di Verona.
Naturalmente, in zona non difetta la cultura materiale, come avevo già avuto modo di capire nella precedente, positiva, esperienza al ristorante Belvedere. Rimango stavolta sul lato lombardo, facendo tappa in questa osteria che da più di un secolo (ma è a Castiglione da poco più di 40 anni) si dedica alla cucina mantovana. Ambiente piacevole, con la solita eccezione dei tremendi quadri astratti (ma perché il 90% dei ristoranti tradizionali rovina le pareti con quadri che più che brutti sono insignificanti??) e dei bicchieri dell'acqua colorati (sì, anche questa è una mia fissazione...). Sette proposte per portata, di puro stampo mantovano con poche eccezioni (tartare e tagliata di manzo piemontese, manzo all'olio) indicano la direzione della cucina.

Tra i primi spiccano ovviamente i tortelli, di zucca e alle erbette, pappardelle, riso alla pilota e capunsei, ovvero degli gnocchi di pane, antica ricetta povera che riciclava il pane raffermo (basta pensare, per analogia, ai canederli). Per i golosi indecisi come me, il locale propone anche il trittico, ovvero tortelli di zucca, tortelli all'erba di san Pietro, agnolini di carne. Buoni gli agnolini, ottimi i tortelli di zucca, ma inarrivabili i tortelli alle erbe; da mangiarne a chili! Molto interessanti anche i capunsei, qui serviti semplicemente con il burro.
Tra i secondi spiccano luccio e baccalà e, per le carni, tagliata, manzo in salsa tonnata e un'intrigante faraona alla Stefani, ovvero un petto di faraona rivisitato da antica ricetta di Bartolomeo Stefani, cuoco dei Gonzaga nel '600. Il connubio con pinoli, uvetta e marsala è insolito ed interessante, il piatto è buono, ma per me non si raggiunge l'entusiasmo del primo piatto. Entusiasmo che accompagna invece l'assaggio del baccalà mantecato al latte, servito su polenta integrale.
E siamo all'angolo goloso della cena: ovviamente la sbrisolona, poi meringata, tiramisù, torta di mele e gelato. Mangiamo una sbrisolona e una tenerina al fondente che chiudono degnamente un'ottima cena.

La lista dei vini non è decisamente ampia come avevo letto, e le proposte locali non sono molte. Dopo un po' di tentennamenti, viro sulla vicina Valpolicella, con una bottiglia della cantina Villa Spinosa, onesta ma certo non memorabile, ma che con i suoi 12,5° si lascia bere ben volentieri. Benedetto chi produce ancora vini con queste gradazioni!

Il conto: 113 € per:
2 primi
2 secondi
1 contorno
2 dessert
1 caffè
1 bottiglia di acqua
1 bottiglia di vino (25 €)

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