domenica 23 luglio 2023

Camino curvo

Sul 2° tiro.
Bruno sull'8° tiro.
Bruno sul 10° tiro.
Sull'11° tiro.
Sul 12° tiro.
Elisa sul 12° tiro.
Tracciato della via (i primi 10 tiri)
La relazione di E. Castiglioni della via (dalla guida
CAI-TCI Odle, Sella, Marmolada del 1937) 
Sass Ciampac (Gruppo del Puez)
Parete S


Accesso: da passo Gardena si scende verso Corvara e si parcheggia al primo o secondo tornante. Si sale brevemente per prati fino ad incrociare un sentiero che porta a Colfosco. Lo si segue (a destra), superando prima due fienili e poi un terzo, ormai in vista della parete. Poco dopo si sale per una traccia verso sinistra che porta sotto la parete. Sulla sinistra si identifica chiaramente il camino curvo che dà il nome alla via. Si risale il ghiaione fin sotto la parete e si attacca il diedro sulla destra.
Relazione: via storica (del 1910) che segue la direttrice del grande camino, restandone però prevalentemente sulla parete di destra, per infilarvisi solamente nelle due lunghezze finali. Un po' monotona nella prima parte, dove il percorso non è veramente obbligato, la via migliora nella seconda parte, dove in realtà si sono susseguite diverse varianti in questo secolo di vita. Protezioni buone nei tratti più impegnativi; utili friend per integrare. Roccia buona con qualche tratto da verificare.
1° tiro: salire il diedro fino ad una terrazza dove si sosta. 25 m, IV; un chiodo, un cordone in clessidra. Sosta su un chiodo e cordone su spuntone.
2° tiro: percorrere la cengia verso destra (viso a monte) e salire per una fessura. Continuare su facili rocce senza spostarsi troppo verso destra fino alla sosta. 55 m; II, IV-, II, una fettuccia in clessidra. Sosta su due chiodi con cordoni.
3° tiro: proseguire facilmente e tenere poi un poco a destra, sostando sotto una paretina. 50 m, II. Sosta su un chiodo.
4° tiro: ancora per facili rocce. 50 m, II. Sosta da attrezzare su spuntone.
5° tiro: salire appena a sinistra della sosta, proseguire per un caminetto e sostare su un terrazzino in corrispondenza di una nicchia gialla, sotto un diedro. 40 m, III+, un chiodo. Sosta da attrezzare su spuntone.
6° tiro: salire per il diedro e continuare fino alla sosta. 50 m; IV, III, un chiodo con cordino. Sosta su due chiodi con cordone.
7° tiro: proseguire fino a giungere in cima al pilastro, spostarsi a sinistra e sostare sotto un diedro giallastro sormontato da un tetto triangolare. 35 m, III+. Sosta su cordone in clessidra.
8° tiro: il tetto si aggira a sinistra: salire per le rocce grigie a sinistra del diedro, spostarsi a sinistra e salire alla sosta. 25 m, IV+; un friend incastrato, un chiodo con anello. Sosta su cordone in clessidra o, se preferite, su due chiodi con cordino.
9° tiro: salire fino ad una piazzola (sosta possibile), e proseguire fino ad una grande terrazza, dove si sosta sulla destra, leggermente più in basso (sosta della via del Pilastro sud?) 40 m, IV, una sosta intermedia su due chiodi. Sosta su due chiodi con cordone.
10° tiro: si prosegue per paretina fino ad una cengia, dove si ignora una sosta dell'altra via, si tiene a sinistra, si sale una placchetta e si punta ad una nicchia a lato del camino, sotto un diedro. 40 m, IV-; due chiodi. Sosta su due chiodi.
11° tiro: salire il pilastrino a sinistra della sosta, portarsi nel camino e salirlo fino ad una terrazza. 25 m, IV+; quattro chiodi. Sosta su chiodo e nut incastrato.
12° tiro: alzarsi brevemente nel camino e seguire poi la direttrice di una fessura sulla parete di destra, per proseguire poi su terreno facile fino ad una grotta dove si sosta. 30 m, IV+, II; un chiodo, un cordone in clessidra. Sosta su cordone in clessidra.
13° tiro: uscire dalla grotta sulla sinistra (viso a monte; non ci sono molte altre possibilità...), girarsi e rimontare il grosso masso, proseguendo poi nel canale friabile fino ad un ometto dove si sosta. 50 m, III+, I. Sosta da allestire su spuntone.
Discesa: raggiungere la vetta e seguire l'evidente traccia verso sinistra che porta al passo di Crespeina (crocefisso). Da qui si segue il segnavia n. 2 che reca al passo Cir, oltre il quale si scende fino ad un punto di ristoro in corrispondenza degli impianti di risalita. Raggiungere gli impianti e seguire l'indicazione per Colfosco, piegando poi a destra in direzione del passo Gardena. Giunti in corrispondenza dei tornanti, scendere per prati al parcheggio.

Avvertenza: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

martedì 11 luglio 2023

Hostaria Viola

L'interno del locale
Il trittico
Faraona alla Stefani
Baccalà
Tenerina al fondente
via Giuseppe Verdi 32
Castiglione delle Stiviere (MN)

Siamo nel nord della provincia di Mantova, praticamente al confine con quella di Brescia. Luoghi bellissimi, con il lago di Garda e le sue frotte di vacanzieri poco più a nord ma già lontani, il Risorgimento che si staglia nei profili della torre di S. Martino e della Rocca di Solferino, le dolci colline moreniche con i vigneti, ed i borghi di Castellaro Lagusello e Borghetto sul Mincio, quest'ultimo già in provincia di Verona.
Naturalmente, in zona non difetta la cultura materiale, come avevo già avuto modo di capire nella precedente, positiva, esperienza al ristorante Belvedere. Rimango stavolta sul lato lombardo, facendo tappa in questa osteria che da più di un secolo (ma è a Castiglione da poco più di 40 anni) si dedica alla cucina mantovana. Ambiente piacevole, con la solita eccezione dei tremendi quadri astratti (ma perché il 90% dei ristoranti tradizionali rovina le pareti con quadri che più che brutti sono insignificanti??) e dei bicchieri dell'acqua colorati (sì, anche questa è una mia fissazione...). Sette proposte per portata, di puro stampo mantovano con poche eccezioni (tartare e tagliata di manzo piemontese, manzo all'olio) indicano la direzione della cucina.

Tra i primi spiccano ovviamente i tortelli, di zucca e alle erbette, pappardelle, riso alla pilota e capunsei, ovvero degli gnocchi di pane, antica ricetta povera che riciclava il pane raffermo (basta pensare, per analogia, ai canederli). Per i golosi indecisi come me, il locale propone anche il trittico, ovvero tortelli di zucca, tortelli all'erba di san Pietro, agnolini di carne. Buoni gli agnolini, ottimi i tortelli di zucca, ma inarrivabili i tortelli alle erbe; da mangiarne a chili! Molto interessanti anche i capunsei, qui serviti semplicemente con il burro.
Tra i secondi spiccano luccio e baccalà e, per le carni, tagliata, manzo in salsa tonnata e un'intrigante faraona alla Stefani, ovvero un petto di faraona rivisitato da antica ricetta di Bartolomeo Stefani, cuoco dei Gonzaga nel '600. Il connubio con pinoli, uvetta e marsala è insolito ed interessante, il piatto è buono, ma per me non si raggiunge l'entusiasmo del primo piatto. Entusiasmo che accompagna invece l'assaggio del baccalà mantecato al latte, servito su polenta integrale.
E siamo all'angolo goloso della cena: ovviamente la sbrisolona, poi meringata, tiramisù, torta di mele e gelato. Mangiamo una sbrisolona e una tenerina al fondente che chiudono degnamente un'ottima cena.

La lista dei vini non è decisamente ampia come avevo letto, e le proposte locali non sono molte. Dopo un po' di tentennamenti, viro sulla vicina Valpolicella, con una bottiglia della cantina Villa Spinosa, onesta ma certo non memorabile, ma che con i suoi 12,5° si lascia bere ben volentieri. Benedetto chi produce ancora vini con queste gradazioni!

Il conto: 113 € per:
2 primi
2 secondi
1 contorno
2 dessert
1 caffè
1 bottiglia di acqua
1 bottiglia di vino (25 €)

martedì 4 luglio 2023

Echi verticali

Ramon sul 1° tiro
Manu sul 2° tiro (rip. del 2020)
Con Teo sul 4° tiro.
Tracciato della via
Presolana centrale
Parete SE


Accesso: raggiungere la malga Cassinelli parcheggiando a sinistra poco prima del passo, in corrispondenza di una chiesetta (cartello "Cantoniera della Presolana"), seguire la strada che si stacca in salita fino al secondo tornante e lasciarla per proseguire lungo il sentiero fino alla baita Cassinelli. In alternativa, parcheggiare qualche centinaio di metri prima sulla destra, nei pressi dell'Hotel Spampatti, e seguire la strada di fronte e subito il sentiero a destra (indicazioni per baita Cassinelli), che sale nel bosco e si congiunge con il precedente. Superare la malga Cassinelli e risalire il ghiaione (segnavia 315 per il bivacco Città di Clusone e Grotta dei Pagani). Poco prima di passare sotto il maestoso Spigolo Longo, prendere una delle tante tracce che risalgono il pendio erboso o ghiaioso sulla destra e ne raggiungono la parete. Costeggiarla brevemente verso destra fino all'attacco della via (scritta gialla). Appena a destra si notano i fix di Spigolando e, poco oltre, l'attacco di Emmentalstrasse.
Relazione: secondo Polvere di stelle di Alessandro Ruggeri, la via presenta una arrampicata interessante disegnata tra gli ultimi brandelli di roccia vergine dello Spigolo Longo. Di fatto, questa via dell'autunno 1998 corre appena a sinistra di Spigolando, di pochi mesi precedente e con un apritore in comune, e si svolge per un tratto quasi parallela alla via classica Ernestino del 1983, ormai più o meno dimenticata (tranne qualche eccezione) e "cancellata" da questa realizzazione. Se prescindiamo da questo peccatuccio, ormai passato più o meno in prescrizione, bisogna dire che la via merita una ripetizione: bella e piuttosto continua, si svolge sempre su roccia ottima. Le protezioni sono a fix e cordini spesso malridotti (andrebbero decisamente sostituiti), vicini ma non troppo, e con un tratto inutilmente lungo nel primo tiro. Tutte le soste sono su due fix, cordino marcio e maglia-rapida (tranne la terza, su due fix).
1° tiro: partenza subito cattiva su un muretto ad uscire su un pianerottolo a sinistra (qui il tratto dove è saggio fare attenzione!), da dove si continua per la parete, ora meno impegnativa, fino ad uscire su una terrazza. Ignorare la sosta (di Spigolando) e spostarsi a sinistra alla sosta corretta. 45 m, 6b+; sei fix, cinque cordini in clessidra, una sosta intermedia.
2° tiro: salire per la bella placca a buchi fino ad una cengia, spostarsi a destra e continuare fino a sostare su un terrazzo. 30 m, 6a; sei fix, tre cordini in clessidra, una sosta con cordini in clessidra e maglia-rapida. A destra c'è la sosta di Spigolando.
3° tiro: muretto iniziale e strapiombo cattivello, poi più facile per placca e lungo il filo dello spigolo fino alla sosta. Seguire i fix e non salire gli ultimi facili metri del canalino a destra degli stessi, che porta alla sosta (due fix con catena ed anello) dello Spigolo Longo (sosta utilizzabile per la calata): quella corretta è a sinistra. 35 m, 6a+, nove fix.
4° tiro: salire seguendo una lama, portarsi appena a sinistra e raggiungere una pancia rossastra che si supera per sostare appena dopo. 25 m, 5c; cinque fix, due cordini in clessidra.
5° tiro: continuare per placca lavorata fino alla sommità dello sperone. 20 m, 5b, quattro fix.
6° tiro: salire appena, traversare a destra e superare un muretto, per proseguire su rocce via via più semplici fino alla sosta. 30 m, 6b; sei fix, due cordini in clessidra.
Discesa: la scelta più rapida è calarsi in doppia lungo la via (bastano tre calate da 50-55 m). Noi abbiamo optato per una discesa un po' più lunga, continuando fino alla vetta della Presolana Centrale e percorrendo tutta la cresta verso est fino al Visolo, per poi rientrare al Passo; soluzione consigliata se volete trascorrere tutta la giornata in compagnia della Presolana. In questo caso, si sale lievemente tenendo la destra fino a congiungersi con la sosta finale dello Spigolo Longo. Si continua poi per un breve caminetto (III) a destra della sosta, proseguendo fino ad una sosta su cordone in clessidra. Da qui in poi le difficoltà calano, ma cala pure la qualità della roccia: valutate voi se proseguire in cordata o slegati, seguendo il filo della cresta fino a raggiungere la vetta. Si seguono poi verso destra (rispetto alla salita; direzione est) dei bolli rossi un po' sbiaditi e qualche ometto che conducono prima al canalone Bendotti (possibile discesa), poi al canale tra Presolana Orientale e Visolo (altra possibile discesa), ed infine sulla vetta del Visolo, da cui si scende per comodo sentiero.

Avvertenza: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.