Cirò è sicuramente la DOC più famosa della Calabria, e una delle più note a livello nazionale. Del resto, il suolo che si affaccia sullo Ionio e le colline retrostanti creano condizioni ideali per la vite, com'è noto sin dall'antichità greca. Agli antichi splendori segue una lunga decadenza, ed il Cirò accomuna il suo destino a tanti vini del sud, finendo relegato a vino da taglio, fino alla rinascita degli ultimi decenni: la DOC, prima della Calabria, è del 1969; da allora un numero sempre maggiore di produttori ha saputo sfruttare le potenzialità del territorio, producendo vini di qualità.
Una recente scoperta è la cantina Vigneti Vumbaca, che inizia la produzione nel 2019 convertendo la precedente azienda ad una conduzione biologica e che si concentra sui vitigni autoctoni come gaglioppo e magliocco, ma senza dimenticare vitigni forse meno noti come greco bianco e pecorello.
Il Cirò rosso nasce da uve gaglioppo in purezza, da viti di ben 45 anni di età, come recita la ricca etichetta. L'informazione non è secondaria: parliamo di viti vecchie, visto che l'età media dovrebbe essere intorno ai 25 anni. Gli esperti mi lapideranno, ma diciamo che in generale la vite vecchia fa... buon vino, perché produce meno grappoli, ma più ricchi. L'affinamento di 13 mesi in acciaio fa il resto.
Per me, che dimentico più che volentieri le bottiglie in cantina e le ripesco dopo più o meno congruo invecchiamento, un Cirò di tre anni è... ancora nella culla! Ed infatti, il colore è un bel rubino lucente, quasi trasparente. All'olfatto il vino si presenta con frutti rossi, ciliegie, note speziate e sentori vegetali; piuttosto ricco e complesso. All'assaggio si alzano subito i tannini a suggerirmi che qualche anno in più passato in bottiglia avrebbe regalato delle sorprese interessanti. Ma anche così il bicchiere si rivela di buona struttura e persistenza, che va a chiudere ancora su delle note fruttate.
Un vino decisamente interessante, da riprovare assolutamente dopo un invecchiamento maggiore.
Gradazione: 13,5°
Prezzo: 12 €
Una recente scoperta è la cantina Vigneti Vumbaca, che inizia la produzione nel 2019 convertendo la precedente azienda ad una conduzione biologica e che si concentra sui vitigni autoctoni come gaglioppo e magliocco, ma senza dimenticare vitigni forse meno noti come greco bianco e pecorello.
Il Cirò rosso nasce da uve gaglioppo in purezza, da viti di ben 45 anni di età, come recita la ricca etichetta. L'informazione non è secondaria: parliamo di viti vecchie, visto che l'età media dovrebbe essere intorno ai 25 anni. Gli esperti mi lapideranno, ma diciamo che in generale la vite vecchia fa... buon vino, perché produce meno grappoli, ma più ricchi. L'affinamento di 13 mesi in acciaio fa il resto.
Per me, che dimentico più che volentieri le bottiglie in cantina e le ripesco dopo più o meno congruo invecchiamento, un Cirò di tre anni è... ancora nella culla! Ed infatti, il colore è un bel rubino lucente, quasi trasparente. All'olfatto il vino si presenta con frutti rossi, ciliegie, note speziate e sentori vegetali; piuttosto ricco e complesso. All'assaggio si alzano subito i tannini a suggerirmi che qualche anno in più passato in bottiglia avrebbe regalato delle sorprese interessanti. Ma anche così il bicchiere si rivela di buona struttura e persistenza, che va a chiudere ancora su delle note fruttate.
Un vino decisamente interessante, da riprovare assolutamente dopo un invecchiamento maggiore.
Gradazione: 13,5°
Prezzo: 12 €
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