mercoledì 15 dicembre 2021

Sui campi di battaglia - la nostra guerra

L'occhiello
Il re Vittorio Emanuele III
Luigi Cadorna
Armando Diaz
Pietro Badoglio
AA.VV.
TCI, Milano, 1931 (1a ed. 1930)

Parecchi anni fa, credo all'interno del Libraccio di Bergamo, rinvenni questo volume e lo acquistai al volo. Non tanto perché la sua versione della storia della Grande Guerra fosse particolarmente interessante, ma perché appena apertolo vidi tutta una serie di commenti manoscritti che mi fecero pensare che potesse essere appartenuto ad un ignoto reduce, forse un ragazzo del '99. Purtroppo non si tratta di ricordi o vere note personali che abbiano un qualche valore storico, ma in massima parte di sfoghi e insulti contro i generali italiani, scritti molti anni dopo i fatti. E, ad essere onesto, non ho prove che detti commenti siano di mano di un reduce e non di un semplice lettore, che però doveva essere stato molto vicino alla guerra, vista l'enfasi. In ogni modo, per omaggio a questi commenti ed al loro ignoto autore, stralciai questo volume quando un anno e mezzo fa, costretto in casa dalla prima ondata del virus, lessi (quasi) tutta la serie del TCI sui campi di battaglia della Grande guerra, ripromettendomi di dedicargli uno spazio separato.

Premessa: nonostante per lavoro mi trovi spesso a dover decifrare calligrafie che farebbero volentieri a meno del prefisso calli-, qui mi sono perso un bel po' di parole (suggerimenti sono ovviamente benvenuti). Apriamo quindi il libro. Nell'occhiello si legge:
Caro ricordo dell'Egregio Dott. Annibale Correggio[?] e molto [?], Cav. Vitt. Veneto oltre la dolorosa prigionia. Deceduto nel 1976.
Caro
[?]
A leggere questi raccontini fa stringere il cuore fra quelli che come lei hanno vissuto e provato - ragazzo del 99
1930 ancora tutta falsa propaganda niente verità, niente precisazioni reali
Poveri noi, poveri morti invano come ancora li vilipendono in questo falso libretto!! - ragazzo 99
Si legga il libro di
[?] Riflessioni e Ricordi senza nominare gli altri suoi stessi[?] che sono un monumento di onesta e triste verità - ragazzo 99
Le pagine del libro sono riempite di note e commenti critici (a dir poco) verso la versione ufficiale: le pinze tagliafili (p. 55) sono le famose pinze che sotto sforzo si piegavano i manici! A margine dell'elenco delle piccole azioni nella zona Carnia si legge (p. 67): tutta retorica e [?] frammentari raccontini delle varie sterili azioni, mentre riferito ai capisaldi di S. Lucia e S. Maria: mai potuti neanche un po' scalfire! Cadorna sei grande asino! e ancora il Luigi con tutte queste sterili offensive distrusse quasi tutto il suo stesso esercito! Fellone traditore! e così via. Assai lucida la chiosa all'affermazione (p. 25) secondo cui sacrifici ed eroismo "restituirono alla Patria i suoi termini sacri": fesserie. altri odi odi e null'altro, accompagnata da un esaltato e vile! riferito a Mussolini (p. 37).
Ma sono Cadorna e gli altri generali, con l'eccezione di Caviglia (il cui diario è citato spesso come fonte di informazione), ad essere coperti di contumelie nelle pagine con le loro fotografie: senza fosforo, come il grande Caviglia definiva questi ruderi di grandi condottieri. E se il gen. Etna se la cava (si fa per dire) con un giudizio poco lusinghiero (Non ispira fiducia! Sembra più un buon guardiano di buoi!!!), peggio va agli altri. Cominciamo con il re, che sulla fascia ha scritto: S. M. Fellone - [?] 8-9-43 la fuga. Tutt'intorno si legge
Sei morto in esilio ed hai proprio fatto una fine miseranda e ingloriosa

Girava sempre con una grossa macchina fotografica ma non ha mai fotografato le fucilazioni dei suoi fanti di S. Maria la longa perché reclamavano
(nota: ci si riferisce all'ammutinamento della brigata Catanzaro)

Un po' di riposo dopo mesi e mesi di trincea
Poveri fanti del 141-142 fant. Brigata Catanzaro

Al Piave non ti ho mai visto, perché?! Mentre l'Imperatore Carlo d'Austria andava sempre fra i suoi soldati

Mai una parola per fermare le fucilazioni indiscriminate del Luigi. Che stratega!!
Per "il Luigi", ovvero Cadorna c'è una bella croce sulla faccia e un breve giudizio poco lusinghiero:
Grande Condottiero fesso!
buono per il 1848!!
ignobile
[?] e fellone
mentre ci si domanda da dove fosse spuntato Diaz:
Si conoscevano i Generali Petitti di Roreto, Pecori Giraldi, quello della IV Armata Carnia e vari altri. Diaz era un illustre sconosciuto e fortunato

Ad ogni fatto grave aveva il mal di pancia!! Vedi Caviglia nel suo diario è preciso a pag 108-9
anche in una cartolina con il ritratto di Diaz c'è scritto: unico merito in tutta la sua vita: fortunatissimo!

Naturalmente nemmeno il gen. Porro se la passa bene: Sarà stato un gran prof di geografia intelligente ma asino a far la guerra e poi fesso forte! non si è mai sentito parlare da parte sua di strategia né di piani d'attacco. Ma più di tutti (non senza ragione) il bersaglio del nostro reduce è Badoglio. Alla firma Pietro badoglio del Sabotino, il monte è cancellato e si legge: non era opera sua! Geniale poi la sostituzione di Marchese del Sabotino con Marchese di Caporetto. Tutt'attorno si legge:
Abile intrigante!

Il fuggiasco g. 24-25-26 era a Caporetto più
[?] fuggito dove?

da cancellare dalla memoria questo fuggiasco tanto a Caporetto quanto nel 943 a Pescara prima del Re

è lo scaltro contadino!! avido di denari e venale in modo vergognoso!!!
Alla fine, non mancano alcuni commenti alla bibliografia: sotto il riferimento a Guerra di popolo di Delcroix si legge (riferito all'autore): caduto nell'oblio perché le sue ferite se le ha [sic] fatte da se per non essere stato capace di gettare una bomba a mano!!! Si definisce poi bellissimo ed esatto libro su Caporetto l'opera (che devo ancora leggere) di Pirazzoli ed esatta critica all'opera di quel fesso di Cadorna il libro di Ettore Viganò.

Resta il mistero su chi fosse l'autore: un reduce o qualcuno che era stato molto vicino ad uno di essi?

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