Interno del locale |
Antipasto di salumi misti |
Canederlotti ai funghi |
Camoscio con polenta |
Tortino di castagne |
Canezza di Pergine Valsugana (TN)
Troviamo la frazione di Pergine ov'è ubicato il locale sotto una pioggia battente, ed entrando sentiamo di essere finalmente in salvo: aspetto da osteria classica con attestati storici alle pareti, tavoli ben distanziati, unico neo il povero cervo imbalsamato, buono forse nell'800 ma non oggi, anche se l'osteria si dice storica. E lo può dire a buon diritto, vantando la sua origine al 1751, allargandosi di lì a poco a salumificio.
Se secoli fa era giocoforza appoggiarsi ai prodotti locali, oggi è una scelta consapevole, portata avanti con attenzione e ricerca. Il menù è infatti basato sui prodotti regionali, legato alle valli e alla montagna, con qualche proposta lacustre, con cinque-sei scelte per portata. Iniziamo dividendo un antipasto di salumi misti, stagionati in loco, molto saporiti e delicati, ai quali non avrebbero certo nuociuto un paio di parole di illustrazione (questo problema si presenterà per tutti i piatti).
Tra i primi spiccano ovviamente i canederli, sia in brodo che ai funghi, ma si può scegliere tra risotto, tagliatelle e casonziei. Entrambi optiamo per i canederlotti di funghi locali con fonduta di formaggi dei Lagorai: piatto buono, ma non come speravo. I canederli mancano un po' di gusto, mi sono sembrati opachi... per carità; un piatto onesto, ma non memorabile.
La lista dei secondi piatti è dominata dalla carne: vitello, castrato e camoscio. La scelta per me non può che cadere sul camoscio con polenta, e qui torniamo ad un ottimo livello: succulenti bocconi di carne, accompagnati da una polenta di mais spinato (qui chiamato semplicemente spin). Anche l'assaggio dello stufato di castrato conferma la qualità della materia prima e la potenzialità di una cucina fortemente legata alla tradizione e al territorio. Da segnalare anche il pane fatto in casa, servito in tre variazioni.
Tra i non numerosi dessert sono tentato dalla rosada, un antico budino, ma poi chissà perché vado a pescare un tortino di castagne che è buono, ma che potrei mangiare in cento altri posti. Mi rifarò la prossima volta.
Interessante la lista dei vini, ovviamente focalizzata sul Trentino. Manco a dirlo, vado dritto sul pinot noir, cercando qualche produttore ignoto (cosa non difficile). Pesco il Silbrarii di Villa Piccola, che fa sì un po' di barrique, ma per lo meno di secondo-terzo passaggio (ormai pare quasi impossibile trovare un vino non barricato, più difficile ancora che trovare un sommelier che sappia se i vini che ha in cantina facciano barrique o no). Il legno si sente un filo troppo, ma non in maniera esagerata: tutto sommato una scelta ragionevole.
Il conto: 113 € per
1 antipasto
2 primi
2 secondi
2 dessert
1 bottiglia di vino (25 €)
1 bottiglia di acqua
1 caffè
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