Sul 1° tiro |
Raffaele sulla placca del 2° tiro |
Raffaele alla 2a sosta |
Il muretto del 3° tiro |
Sul 4° tiro |
Raffaele sul 4° tiro |
Raffaele in scioltezza sul 5° tiro |
Tracciato della via (rosso). In azzurro la via Shangri La. |
Parete E
Un gennaio abbastanza pietoso dal singolare punto di vista del "tempo nel week-end" non è certo il miglior viatico per le attività outdoors del 2014; le poche uscite al di fuori del circuito delle falesie vanno quindi centellinate e le mete scelte con cura. La destinazione di ieri - dopo poco più di un annetto di assenza - è il Monte Cimo, con guida "ad acquerelli" al seguito per scegliere la via. Puntiamo alla zona Mesdì-Boral, poi l'incrocio delle cordate e la mutua intersezione delle vie già ripetute porta alla decisione finale: una su Te lo do io il Verdon, noi su Capitani coraggiosi. Grande via e grande soddisfazione a fine giornata, per nulla mitigata dal vento freddo che ci ha tormentati per tutta la salita. Bello vedere che gli allenamenti in palestra danno qualche risultato!
Accesso: dal casello di Affi della A22 seguire per Brentino Belluno, scendendo in Val d'Adige e portandosi sulla destra dell'autostrada (per i cultori di storia e di architettura militare segnalo i forti Rivoli/Wohlgemuth, S. Marco e la tagliata Incanal). Si passa poi sul suo lato sinistro, si attraversa un ponte su un canale e si segue una curva sulla destra (possibile parcheggiare qui, ma scomodo e un po' maleducato). Poco dopo si prende a sinistra ad un bivio, seguendo sempre l'indicazione Brentino Belluno, e si giunge al cimitero del paese dove c'è uno spiazzo per parcheggiare. Si costeggia a ritroso il vigneto sino alla curva dove un evidente sentiero si infila nel bosco. Lo si segue (bolli e piastrine metalliche con scritta S5 seguita da altri codici - un modo opinabile di marcare i settori e le vie di arrampicata) superando un paio di tratti con corda fissa un po' malconcia fino all'altezza della parete dove il sentiero si biforca: Alla vostra destra svetta lo spigolo del IV sole; noi prendiamo a sinistra. Si prosegue con qualche saliscendi fino a portarsi sulla verticale di un evidente tetto triangolare; poco dopo si sale a destra per pochi metri seguendo una traccia che porta alla parete. Sulla destra ci sono i resti di un ometto, una scritta e la piastrina n. 18: siete arrivati.
Relazione: via bellissima su roccia fantastica (specialmente nel 2° e 3° tiro) che alterna placche lavorate dall'acqua, diedri e qualche muretto che richiede decisione. Chiodatura ottima a spit (più qualche chiodo quasi sempre inutile) in stile-falesia che rende superflua qualunque protezione veloce ma che contiene passi di 6a+ obbligato. Percorso sempre logico e indicato dagli spit (non tutti della stessa foggia); tutte le soste sono su due spit con catena ed anello di calata tranne la quarta (due spit e fettuccia).
1° tiro: salire per una placca lavorata e portarsi sulla sinistra; non seguire i chiodi che salgono verticalmente (nel caso, c'è un maglia-rapida in un cordino che non ci siamo sentiti di portar via...) ma spostarsi ancora a sinistra (spit non visibile) a doppiare il vago spigolino; il passo-chiave del tiro su roccia lisciata dall'acqua porta alla sosta; 25m, 6a+, 10 spit.
2° tiro: su per una bellissima placca a gocce fino a superare un pilastrino sulla sinistra; da qui non salire ad una sosta dove sono evidenti delle corde fisse ma proseguire sempre verso sinistra fino ad un infido diedro appoggiato (secondo me, il passo-chiave della via) che porta alla sosta; 35m, 6b+, 13 spit.
3° tiro: salire lungo il diedro e superare un primo muretto, poi lievemente a sinistra ad un secondo muretto e alla sosta per placche e risalti; 30m, 6b, 12 spit.
4° tiro: ancora per diedro fino ad un grosso blocco poco sotto il tetto. Qui conviene spostarsi a destra in un punto un po' erboso e salire un muretto per roccia lavorata giungendo in sosta; 20m, 6a+, 6 spit.
5° tiro: a destra in un difficile traverso (6c; azzerabile per mia fortuna), poi in verticale spostandosi a sinistra per aggirare il tetto; 25m, 6c o A0, poi 6a, 9 spit.
6° tiro: passo delicato a sinistra della sosta, poi per placche e risalti fino ad un albero oltre il quale c'è la sosta; 25m, 5c, forse passo iniziale di 6a, 7 spit.
Discesa: in corda doppia con 2 calate da 50m o poco meno e una terza più breve. Colla prima calata si raggiunge la sosta del 3° tiro; colla seconda si scende verticalmente ad una sosta della via Babo da cui si arriva alla cengia di partenza.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
Accesso: dal casello di Affi della A22 seguire per Brentino Belluno, scendendo in Val d'Adige e portandosi sulla destra dell'autostrada (per i cultori di storia e di architettura militare segnalo i forti Rivoli/Wohlgemuth, S. Marco e la tagliata Incanal). Si passa poi sul suo lato sinistro, si attraversa un ponte su un canale e si segue una curva sulla destra (possibile parcheggiare qui, ma scomodo e un po' maleducato). Poco dopo si prende a sinistra ad un bivio, seguendo sempre l'indicazione Brentino Belluno, e si giunge al cimitero del paese dove c'è uno spiazzo per parcheggiare. Si costeggia a ritroso il vigneto sino alla curva dove un evidente sentiero si infila nel bosco. Lo si segue (bolli e piastrine metalliche con scritta S5 seguita da altri codici - un modo opinabile di marcare i settori e le vie di arrampicata) superando un paio di tratti con corda fissa un po' malconcia fino all'altezza della parete dove il sentiero si biforca: Alla vostra destra svetta lo spigolo del IV sole; noi prendiamo a sinistra. Si prosegue con qualche saliscendi fino a portarsi sulla verticale di un evidente tetto triangolare; poco dopo si sale a destra per pochi metri seguendo una traccia che porta alla parete. Sulla destra ci sono i resti di un ometto, una scritta e la piastrina n. 18: siete arrivati.
Relazione: via bellissima su roccia fantastica (specialmente nel 2° e 3° tiro) che alterna placche lavorate dall'acqua, diedri e qualche muretto che richiede decisione. Chiodatura ottima a spit (più qualche chiodo quasi sempre inutile) in stile-falesia che rende superflua qualunque protezione veloce ma che contiene passi di 6a+ obbligato. Percorso sempre logico e indicato dagli spit (non tutti della stessa foggia); tutte le soste sono su due spit con catena ed anello di calata tranne la quarta (due spit e fettuccia).
1° tiro: salire per una placca lavorata e portarsi sulla sinistra; non seguire i chiodi che salgono verticalmente (nel caso, c'è un maglia-rapida in un cordino che non ci siamo sentiti di portar via...) ma spostarsi ancora a sinistra (spit non visibile) a doppiare il vago spigolino; il passo-chiave del tiro su roccia lisciata dall'acqua porta alla sosta; 25m, 6a+, 10 spit.
2° tiro: su per una bellissima placca a gocce fino a superare un pilastrino sulla sinistra; da qui non salire ad una sosta dove sono evidenti delle corde fisse ma proseguire sempre verso sinistra fino ad un infido diedro appoggiato (secondo me, il passo-chiave della via) che porta alla sosta; 35m, 6b+, 13 spit.
3° tiro: salire lungo il diedro e superare un primo muretto, poi lievemente a sinistra ad un secondo muretto e alla sosta per placche e risalti; 30m, 6b, 12 spit.
4° tiro: ancora per diedro fino ad un grosso blocco poco sotto il tetto. Qui conviene spostarsi a destra in un punto un po' erboso e salire un muretto per roccia lavorata giungendo in sosta; 20m, 6a+, 6 spit.
5° tiro: a destra in un difficile traverso (6c; azzerabile per mia fortuna), poi in verticale spostandosi a sinistra per aggirare il tetto; 25m, 6c o A0, poi 6a, 9 spit.
6° tiro: passo delicato a sinistra della sosta, poi per placche e risalti fino ad un albero oltre il quale c'è la sosta; 25m, 5c, forse passo iniziale di 6a, 7 spit.
Discesa: in corda doppia con 2 calate da 50m o poco meno e una terza più breve. Colla prima calata si raggiunge la sosta del 3° tiro; colla seconda si scende verticalmente ad una sosta della via Babo da cui si arriva alla cengia di partenza.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.