Callisto sul 1° tiro |
Sul 4° tiro |
Callisto sul 5° tiro |
Sul 6° tiro |
Sul 7° tiro |
Tracciato della via (rosso). In azzurro la via Fivy. |
La tomba del gen. Caviglia a capo S. Donato |
Parete O
Finale ligure è quasi un appuntamento fisso della seconda metà di settembre, con l'idea di spendere un fine-settimana tra un po' di arrampicata, una sana mangiata di pesce, l'acquisto di qualche bottiglia di Rossese per le mie libagioni invernali e l'ultimo bagno della stagione (che poi quest'anno per me era anche il primo). In questo periodo la forma è un po' sotto le scarpe e la via scelta per il primo giorno è la Via lunga al "paretone", ovvero il Bric Pianarella. Assolutamente tranquilla, con buona chiodatura e difficoltà del tutto abbordabili, ci ha regalato il piacere di rimettere le mani sulla roccia di Finale senza patemi. Naturalmente non potevamo non combinarne una delle nostre e così siamo riusciti ad intercettare la via solo al 3° tiro; poco male, ché la parte più bella è quella alta.
Accesso: dall'uscita del casello autostradale di Orco-Feglino dirigersi verso Finale. Dopo circa un paio di km si nota un cartello Finale ligure sulla sinistra e poco dopo un ponte scassato sulla destra che conduce ad un ben noto agriturismo. All'altezza del ponte, sulla sinistra, si parcheggia e si prende il sentiero che sale in corrispondenza di una chiesetta votiva. Si giunge ad una parete e si prende a destra, scendendo fino alla base di una specie di canale alla cui sinistra c'è una placca dove parte la bellissima via Grimonett. Da qui bisognerebbe scendere ancora, ma noi abbiamo fatto a modo nostro e siamo saliti lungo il canale, passando l'attacco della INPS (altra via raccomandabile) e proseguendo poi più o meno in piano verso destra fino ad una crestina, oltre la quale ci si sposta ancora un poco a destra fino ad un terrazzo dove si vede una placca con spit. È la placca del 2° o 3° tiro dove noi abbiamo attaccato la via.
Relazione: prima parte decisamente fastidiosa con tiri separati da terrazze che obbligano a grandi ravanate su terra friabile nel bosco, parte alta più interessante e variante di uscita su placche bellissime. Inutile portare friends anche se alcuni tratti facili sono poco o punto protetti e li ho indicati con gradi "alpinistici" anziché usare la scala francese; non dimenticare il necessario per allestire le soste. I tiri sono corti e possono essere concatenati per evitare di spendere più tempo a recuperare le corde che ad arrampicare.
1° tiro: puntare alla placca, salirla e sostare su terrazza alberata; 10m, passo di 5b che non mi sembrato banale, 3 spit. Sosta da attrezzare su alberi.
2° tiro: dritti pochi metri, poi a sinistra (chiodo rosso) fino a salire per rocce rotte e per una breve fessura-camino ad un terrazzo dove si sosta in corrispondenza del salto successivo; 25m, 4a, III+, 1 chiodo, 1 spit. Sosta da attrezzare su alberi.
3° tiro: dritti sopra la sosta puntando al terrazzo successivo; 20m, V-, 1 chiodo, 2 cordoni in clessidra. Sosta da attrezzare su alberi.
4° tiro: salire su una specie di lama staccata, spostarsi verso destra su bella placca e risalirla sfruttando un vago diedro. Poi tratto ravanoso all'inverosimile attrezzato con corda fissa e ultimo saltino che adduce alla cengia dove si sosta sotto una nicchia bellissima; 25m, 5a, 4 spit più o meno vetusti. Sosta su tre fittoni.
5° tiro: attaccare il diedrino fessurato sulla destra della sosta e uscirne sempre sulla destra poco dopo, indi proseguire per saltini su terreno facile fino alla sosta (ignorate una prima sosta su tre spit). Non fermatevi, ma salite il risalto sopra la sosta e spostatevi a destra per cengia fino alla fila di spit; 40m, 5b, 4 fittoni, due soste intermedie su 3 spit e due fittoni. Sosta da attrezzare su alberi.
6° tiro (var. di sinistra): salire la bella placca seguendo verso destra la fila di spit (vecchi chiodi nelle vicinanze) fino ad un ripiano con albero e vista su un'enorme erosione dov'è possibile sostare. Oppure proseguire ancora pochi metri su facile terreno fino alla cengia successiva; 30m, 5c, 6 spit, una sosta intermedia. Sosta su due fittoni e catena.
7° tiro: in traverso verso sinistra sulla placca in bellissima esposizione, poi tratto verticale impegnativo e ancora a sinistra fino ad un canalino di uscita; 30m, 6a, 9 spit. Sosta da attrezzare su alberi.
Discesa: seguire la traccia nel bosco fino ad incontrare un sentiero che si segue verso sinistra. Poco oltre c'è un altro sentiero che si stacca in discesa sulla sinistra (bolli, qualche ometto). Seguirlo fino ad immettersi in un sentiero più grande che si segue ancora a sinistra e che riporta alla parete dove sale il sentiero di accesso. Si scende a destra e si ritorna al punto di partenza. Anche se era tutt'altro che la nostra prima discesa dal Pianarella, siamo riusciti a mancare la "deviazione chiave" mentre si chiacchierava come due allegre comari e siamo finiti per vagare per secoli nei boschi del Pianarella come anime in pena. Dopo tempo immemore siamo tornati nei pressi dell'attacco compiendo più o meno il periplo del monte e ripercorrendo il sentiero "come si deve". Fate un minimo di attenzione!
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
Accesso: dall'uscita del casello autostradale di Orco-Feglino dirigersi verso Finale. Dopo circa un paio di km si nota un cartello Finale ligure sulla sinistra e poco dopo un ponte scassato sulla destra che conduce ad un ben noto agriturismo. All'altezza del ponte, sulla sinistra, si parcheggia e si prende il sentiero che sale in corrispondenza di una chiesetta votiva. Si giunge ad una parete e si prende a destra, scendendo fino alla base di una specie di canale alla cui sinistra c'è una placca dove parte la bellissima via Grimonett. Da qui bisognerebbe scendere ancora, ma noi abbiamo fatto a modo nostro e siamo saliti lungo il canale, passando l'attacco della INPS (altra via raccomandabile) e proseguendo poi più o meno in piano verso destra fino ad una crestina, oltre la quale ci si sposta ancora un poco a destra fino ad un terrazzo dove si vede una placca con spit. È la placca del 2° o 3° tiro dove noi abbiamo attaccato la via.
Relazione: prima parte decisamente fastidiosa con tiri separati da terrazze che obbligano a grandi ravanate su terra friabile nel bosco, parte alta più interessante e variante di uscita su placche bellissime. Inutile portare friends anche se alcuni tratti facili sono poco o punto protetti e li ho indicati con gradi "alpinistici" anziché usare la scala francese; non dimenticare il necessario per allestire le soste. I tiri sono corti e possono essere concatenati per evitare di spendere più tempo a recuperare le corde che ad arrampicare.
1° tiro: puntare alla placca, salirla e sostare su terrazza alberata; 10m, passo di 5b che non mi sembrato banale, 3 spit. Sosta da attrezzare su alberi.
2° tiro: dritti pochi metri, poi a sinistra (chiodo rosso) fino a salire per rocce rotte e per una breve fessura-camino ad un terrazzo dove si sosta in corrispondenza del salto successivo; 25m, 4a, III+, 1 chiodo, 1 spit. Sosta da attrezzare su alberi.
3° tiro: dritti sopra la sosta puntando al terrazzo successivo; 20m, V-, 1 chiodo, 2 cordoni in clessidra. Sosta da attrezzare su alberi.
4° tiro: salire su una specie di lama staccata, spostarsi verso destra su bella placca e risalirla sfruttando un vago diedro. Poi tratto ravanoso all'inverosimile attrezzato con corda fissa e ultimo saltino che adduce alla cengia dove si sosta sotto una nicchia bellissima; 25m, 5a, 4 spit più o meno vetusti. Sosta su tre fittoni.
5° tiro: attaccare il diedrino fessurato sulla destra della sosta e uscirne sempre sulla destra poco dopo, indi proseguire per saltini su terreno facile fino alla sosta (ignorate una prima sosta su tre spit). Non fermatevi, ma salite il risalto sopra la sosta e spostatevi a destra per cengia fino alla fila di spit; 40m, 5b, 4 fittoni, due soste intermedie su 3 spit e due fittoni. Sosta da attrezzare su alberi.
6° tiro (var. di sinistra): salire la bella placca seguendo verso destra la fila di spit (vecchi chiodi nelle vicinanze) fino ad un ripiano con albero e vista su un'enorme erosione dov'è possibile sostare. Oppure proseguire ancora pochi metri su facile terreno fino alla cengia successiva; 30m, 5c, 6 spit, una sosta intermedia. Sosta su due fittoni e catena.
7° tiro: in traverso verso sinistra sulla placca in bellissima esposizione, poi tratto verticale impegnativo e ancora a sinistra fino ad un canalino di uscita; 30m, 6a, 9 spit. Sosta da attrezzare su alberi.
Discesa: seguire la traccia nel bosco fino ad incontrare un sentiero che si segue verso sinistra. Poco oltre c'è un altro sentiero che si stacca in discesa sulla sinistra (bolli, qualche ometto). Seguirlo fino ad immettersi in un sentiero più grande che si segue ancora a sinistra e che riporta alla parete dove sale il sentiero di accesso. Si scende a destra e si ritorna al punto di partenza. Anche se era tutt'altro che la nostra prima discesa dal Pianarella, siamo riusciti a mancare la "deviazione chiave" mentre si chiacchierava come due allegre comari e siamo finiti per vagare per secoli nei boschi del Pianarella come anime in pena. Dopo tempo immemore siamo tornati nei pressi dell'attacco compiendo più o meno il periplo del monte e ripercorrendo il sentiero "come si deve". Fate un minimo di attenzione!
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.