Editrice San Raffaele, Milano, 2008
La realtà ci parla solo se siamo capaci di ascoltarla, di osservarla in silenzio, e allora ci dice qualcosa che non è traducibile in termini scientifici, logici o fenomenologici. Chi è in grado di raccontare il silenzio di due innamorati? È impossibile. Eppure il cinema ci dà questa possibilità: raccontare il silenzio.Ricordo, molti anni fa, la visione de L'albero degli zoccoli, le cascine così simili a quelle che capitava ogni tanto di vedere nel paesello d'infanzia di mia madre, le analogie con i suoi racconti, il dialetto un po' oscuro a me "bergamasco di città". Ricordo come quel mondo si allontanava di anno in anno; i lavori, il paesaggio, tutto cambiava rapidamente ed il film diventava quasi testimonianza, documentario. Di Olmi ho poi visto quasi tutti i film, rintracciando qua e là questa vena, ma senza mai ascoltare direttamente la sua voce - fatta salva qualche breve apparizione televisiva. La curiosità è stata infine soddisfatta grazie a questo libro-intervista e a Matteo che me l'ha regalato.
Il libro è una felice scorribanda attraverso la visione del mondo di Olmi e la sua rappresentazione mediante la macchina da presa. Impossibile definire un vero e proprio percorso, perché la natura colloquiale del libro porta a ritornare sugli stessi argomenti in istanti diversi, illuminandoli da punti differenti. Certo, ci sono le tematiche care ad Olmi - prima di tutto il rapporto con il sacro - e ci sono le opere, ma la lettura che lo stesso regista dà alle sue opere è spesso imprevedibile e sorprendente, come sorprendenti sono gli "smarcamenti" di Olmi dalle posizioni e dai "dogmi", siano essi di natura religiosa o laica, commerciale.
Il punto di partenza del lavoro di Olmi è senza dubbio la fede, ma calata negli uomini, come è per don Gallo, per capirci (spero che i due non se la prendano per questo accostamento), una fede che deve trovare le proprie risposte da sola senza vederle calare dal cielo o leggerle nei libri (pensate a Centochiodi), e questo rende assai interessanti queste pagine anche per me, non proprio attirato dalla tematica religiosa. Ma non pensate di leggere una predica; Daniela Padoan è assai brava ad orientare la conversazione sulle opere di Olmi, dove l'amore per l'uomo supera di gran lunga quello per Dio e la dimensione del sacro si estende alla realtà, a spiegare la sua passione per i documentari. Numerosi gli aneddoti, dai rapporti con Fellini (che si innamorò - come dargli torto - de Il tempo si è fermato) e Rossellini al boicottaggio dell'Oscar a L'albero degli zoccoli, numerosi i "chiarimenti" sui film e la loro collocazione nel percorso culturale di uno dei pochi veri intellettuali di questo Paese.
Se poi vi venisse voglia di scaricare da internet qualche film di Olmi, consolatevi: il Maestro dice: "Cosa vuoi che me ne importi se uno scarica? Quello che mi interessa è che se uno scarica un mio film, probabilmente lo fa perché gli piace, e questa è una bella soddisfazione"!!
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