giovedì 29 maggio 2025

Miralago + Assalto alla diligenza (con variante)

Michele sul 2° tiro della Miralago.
Sul 3° tiro.
Michele sul primo tiro di Assalto.
Sul 2° tiro.
Michele emerge dalla vegetazione nel 3° tiro.
Tracciati delle vie Miralago (rosso) e Assalto
con variante (azzurro)
Coste di Loppio (Valle di Loppio)
Parete S

- Vuoi dare un'occhiata alla relazione?
- Ma no, seguo i fix...

Dopo un bel po' che ravano tra terra ed erba, dopo aver superato un fix con maglia-rapida senza essere nemmeno sfiorato dall'intelligenza che mi avrebbe fatto calare per tornare sulla via giusta, vengo colto dal dubbio tardivo di essere fuori via. Troppo tardi; non resta che continuare ad arrampicare... e ad imprecare. Un buon motivo per tornare a concludere Assalto alla diligenza... magari guardando la relazione!

Accesso (Miralago): raggiungere il passo S. Giovanni da Nago o da Mori e parcheggiare in una delle piazzole. Tornare in direzione Nago e prendere la prima sterrata a destra dopo l'hotel. Seguirla costeggiando il vigneto fino al termine, dove si prende una traccia che sale sulla destra (ometto). Seguirla tenendo la destra ad un evidente bivio, superando un ricovero di guerra ed un grande ometto. Poco oltre vi è una traccia che sale a sinistra alla parete, in corrispondenza di un ometto, e conduce all'attacco della via (scritta). Mezz'oretta scarsa circa.

Relazione (Miralago): via molto piacevole con un bellissimo terzo tiro, ottimamente chiodata e mai troppo impegnativa (le difficoltà sono concentrate in singoli passi). Il percorso è ovvio (attenzione al secondo tiro), la roccia è ottima e le soste sono attrezzate con due fix, cordone ed anello.

1° tiro: salire sul terrazzino, superare il diedro e continuare per rocce più facili fino alla sosta. 30 m, 6a; cinque fix, tre cordini in clessidra, un cordino su pianta.
2° tiro: salire la bella placca grigia e uscire a destra sulla cengia (non salire alla sosta visibile in alto). 20 m, 5c; quattro fix, un cordone su pianta.
3° tiro: bellissimo traverso a destra con fessura orizzontale. 30 m, 5c, otto fix.
4° tiro: spostarsi a sinistra e salire una fessura, poi ancora a sinistra a superare un muretto o il diedro alla sua sinistra, e per rocce facili raggiungere  la sosta. 15 m, 6a (un po' più difficile se non arrivate subito alla presa buona in alto nella fessura); sei fix, un cordino su pianta.
5° tiro: superare il breve strapiombo fessurato e proseguire dapprima nel diedro e poi in placca a sinistra fino alla sosta finale. 30 m, 6b, sette fix.

Discesa: seguire la traccia (ometti) che conduce ad un sentiero che si segue a sinistra (discesa) e riporta in breve al bivio incontrato in salita.

Accesso (Assalto): proseguire oltre la deviazione che porta all'attacco di Miralago fino ad un'altra evidente traccia che sale a sinistra alla parete, in corrispondenza di un ometto (scritta alla base).

Relazione (Assalto): abbiamo percorso solo i primi due tiri, anch'essi ottimamente chiodati e solo con roccia un po' meno buona della Miralago. Dalla seconda sosta in poi ci siamo infilati (per errore) su un'altra via, interessante ma troppo sporca di erba e terra per essere davvero raccomandabile, con chiodatura buona ma appena più distanziata delle precedenti.

1° tiro: superare il breve strapiombo, proseguire per rocce facili e un po' rotte e traversare per placca a destra. 25 m, 6b; nove fix, un cordone in clessidra. Sosta su due fix con cordone ed anello.
2° tiro: salire la bella placca verso destra e raggiungere la sosta. 10 m; quattro fix, un cordone su pianta. Sosta su due fix con cordone ed anello.
3° tiro: la via originale va decisamente a destra. Io invece ho seguito (a mia insaputa, come si dice...) un'altra via incognita che attacca a destra di Assalto, salendo per placche lavorate fino alla sosta. 40 m, 6a, nove fix. Sosta su due fix con vecchio cordone. Il tiro sarebbe bello se non fosse molto sporco di erba e terra, che rendono complicata anche la valutazione della difficoltà...
4° tiro: salire la placchetta e lo spigolo a destra della sosta e portarsi verso sinistra, per continuare per muretti intervallati da gradoni fino ad una cengia dove si sosta. 30 m, 5a, cinque fix. Sosta su due fix.
5° tiro: salire il muretto sopra la sosta (lame un po' dubbie) e traversare a destra verso il cordone, salire e proseguire a sinistra superando un saltino, continuando su terra fino al pianoro. 25 m, 4c; un fix, un cordone su pianta. Sosta da allestire su pianta.

Discesa: come la precedente; la traccia nel bosco è meno evidente ma è impossibile sbagliarsi.


Avvertenza: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

giovedì 15 maggio 2025

Moon bears

Francesco sul 2° tiro.
Sul 4° tiro.
Francesco e Michele sul 4° tiro.
Sul 5° tiro.
Francesco e Michele sul 5° tiro.
Michele sul 7° tiro.
Piccolo Dain (parete della Centrale) - Valle del Sarca
Parete S

Accesso: da Arco risalire la valle del Sarca fino al paese di Sarche e prendere a sinistra al bivio, seguendo le indicazioni per Tione e Madonna di Campiglio (SS 237). Poco prima del ponte sul fiume Sarca si prende a sinistra la via Laghetto che conduce ad un comodo parcheggio con fontana. Si risale alla strada, la si attraversa e si imbocca una sterrata sull'altro lato, seguendola fino al cancello della diga. Poco prima partono le vie Il sole di David e Michelangelo e La scuola pitagorica e Hans Dulfer.

Relazione: guardando la parete da destra, si notano tre vie a carattere misto sportivo-alpinistico, seguite da altre tre in stile più plaisir: due (Amazzonia e Orizzonti dolomitici) sono molto frequentate, l'altra un po' meno: Moon bears sale a destra delle prime due, seguendo la direttrice di un diedro obliquo con qualche passaggio in placca. Rispetto alle sue vicine, la chiodatura a fix è un poco più distanziata (direi S1+), ed i passi, anche se non difficili, sono obbligati: un moschettone ed un maglia-rapida abbandonati lungo la via testimoniano che qualche cordata ha sottovalutato l'impegno, anche perché alcuni passi sono un po' unti dalle ripetizioni, e capita (come a noi) di trovare un po' di bagnato. Tutte le soste (tranne la prima, che noi abbiamo saltato) sono su due fix con anelli di calata. Il percorso è sempre logico e indicato dai fix.

1° tiro: salire i primi metri dal cancello (roccia unta) e spostarsi verso sinistra. Raggiungere un anello cementato (sosta possibile) e continuare a sinistra fino alla sosta. 50 m, 4a; dodici fix, una sosta intermedia.
2° tiro: A sinistra corrono le altre vie. Per la nostra bisogna invece salire per il vago diedro un po' erboso a destra della sosta fino a raggiungere un terrazzo dove si sosta. 25 m, 4a, sei fix.
3° tiro: si sale seguendo la direttrice del diedro tra placchette e fessura, per poi traversare fino alla sosta sulla sinistra. 30 m, 5b, sette fix.
4° tiro: continuare lungo il diedro fessurato sulla destra fino a spostarsi in placca a sinistra e raggiungere la sosta. 30 m, 5c, dieci fix.
5° tiro: alzarsi e spostarsi a sinistra a superare una placca con tratti delicati, proseguire ancora su placca o alla sua destra e raggiungere la sosta. 25 m, 5c, sette fix.
6° tiro: continuare per rocce facili ed erbose fino alla sosta. 20 m, 3c, quattro fix.
7° tiro: salire a sinistra della sosta, superare un muretto e continuare verso destra su rocce più facili fino ad un diedro cbe si risale fino al terrazzo di sosta. 35 m, 5b (un passo), undici fix.
8° tiro: salire ad un breve strapiombo che si supera (o si aggira a sinistra) per continuare su facili rocce fino alla sosta finale. 25 m, 4b, sei fix.

Discesa: continuare verso destra fino ad una terrazza. Da qui salire dritti fino ad incrociare il sentiero di salita al Dain. Prenderlo a destra (discesa) e seguirlo fino al paese di Sarche.


Avvertenza: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

sabato 10 maggio 2025

Treni 2218 e 2275 (Bergamo-Milano Lambrate): ritardi marzo-aprile 2025

Fig. 1: distribuzioni cumulative dei ritardi per il treno 2218
delle 8:02 nei bimestri marzo-aprile dal 2015 al 2025.
Fig. 2: Ritardi nel bimestre in esame per il treno 2218 (8:02).
Fig. 3: Come in Fig. 1 ma per il treno 2275 (17:40).
Fig. 4: Come in Fig. 2 ma per il treno 2275 (17:40).

Una volta tanto, la notizia del bimestre è positiva: l'Autorità di regolazione dei trasporti ha fatto presente a Trenord (che evidentemente non lo capiva da sé) che non conteggiare i treni soppressi nel computo dei rimborsi era una fesseria. Da qui il cambio dei criteri, sbandierato come "opportuno" dall'Assessore ai trasporti (e allora perché non farlo prima?) ma in realtà imposto dall'Autorità. Nessuno ha ancora obiettato, invece, alla soglia assurda dei 15' oltre il quale si conteggia il ritardo... aspettiamo che qualche altra Autorità se ne accorga prima o poi!

A fronte di tutto ciò, si deve - incredibilmente - registrare una notizia positiva anche sul fronte dei ritardi!  Il 2218 raggiunge una puntualità del 10% che sale al 68% entro 5', valore che non si vedeva da un pezzo! Il massimo ritardo è di ben 42' il 18/3 per un guasto alla linea. La Fig. 1 con la distribuzione cumulativa (scala lognormale) mostra chiaramente il miglioramento rispetto alle curve degli ultimi anni, che si può osservare nitidamente dai dati sintetici nella Fig. 2: sia la media che la mediana scendono sotto i 5' di ritardo, mentre il dato al 90% si localizza intorno ai 10', comunque elevato ma in miglioramento.

I dati per il 2275 sono i seguenti: puntualità al 25% e al 73% entro 5', seguiti dalla solita coda infinita. Diciamo che il comportamento "normale", quando non si verificano problemi, è tutto sommato accettabile... ma il fatto è che i problemi si verificano spesso e volentieri! Così il massimo ritardo è di ben 136' il 2/4, quando un guasto all'infrastruttura ha cancellato ben tre treni (2275, 2237 e 2277), costringendo i pendolari a rientrare (non oso pensare in che stato) con il 2239 delle 19:13, ovviamente partito in ritardo. Ed infatti la distribuzione dei ritardi (Fig. 3) evidenzia una parte "bassa" della curva con ritardi contenuti, seguita dal solito disastro nei casi più sfigati. Se guardiamo l'andamento storico (Fig. 4) vediamo anche per questo treno un miglioramento rispetto al 2024: bene il 50% dei treni anche rispetto agli anni precedenti (curva gialla), un po' meno bene il resto. Accontentiamoci...

Resta il capitolo finale sulle cause dei ritardi: solo dieci segnalazioni pervenute in questo bimestre, delle quali cinque legate a guasti e cancellazioni del treno, altre tre relative comunque a problemi dei convogli (rotardi dei treni precedenti, il solito comico traffico intenso), e tre relative a problemi della linea.