domenica 8 dicembre 2024

Locanda del Menarost

Tagliolini con finferli.
Diaframma di manzo.
Tortino di ricotta.
Via Giuseppe Compagnoni 24
Milano

Sarà anche vero che "i milanesi non esistono più", ma per fortuna sopravvive ancora la loro cucina! Non lontano da piazzale Susa si trova la Locanda del Menarost (ovvero girarrosto, anche se pare che il termine dialettale sia anche usato per indicare le persone che continuano a "menarla", appunto), aperta nel 2012; un piccolo locale piuttosto frequentato (obbligatorio prenotare, come peraltro ovunque a Milano) e arredato in maniera piacevolmente retrò, con anticaglie del secolo scorso che riempiono le pareti, ma che in cucina non fa mai mancare i piatti principali della tradizione meneghina, accanto ad altre proposte lombarde.
Il menù inizia con l'elenco delle aziende (lombarde o del piacentino) da cui la locanda reperisce i prodotti, per passare poi alla lista vera e propria, dove saltiamo gli antipasti (salumi ed i classici mondeghili) e ci concentriamo sui primi: risotto alla zucca o ai porcini, tortelli di zucca, tagliatelle allo stracotto, per finire con i tagliolini con finferli freschi e guanciale su crema di pinoli, che ordino senza troppa esitazione. Porzione più che onesta per un piatto semplice ma gustoso (i colori delle fotografie sono falsati dalla luce artificiale).

Alla voce I secondi della Locanda, il menù si butta sulla carne (ma c'è un'opzione vegetariana): stinco di maiale, rognone di vitello, tartare di manzo e un poco noto (per me) diaframma di manzo con cavolo nero, uvetta e pinoli. Considerato un taglio povero, il diaframma è in realtà molto ricco di ferro, con un sapore intenso e un po' selvatico, anche se non ha la delicatezza dei tagli più comuni. Anche questa porzione è decisamente generosa, ed è un'ottima scelta se non siete familiari con questo taglio e volete "sperimentare".
Da citare poi la presenza nel menù dei piatti della tradizione, ovvero risotto allo zafferano, cotoletta alla milanese e ossobuco con risotto.

La lista dei dolci è piuttosto tradizionale, con i classici tiramisù, torta di mele, pere cotte. L'unica voce particolare che vado ad assaggiare è un tortino di ricotta di pecora con cioccolato e prugne caramellate, piacevolmente saporito.

La lista dei vini è piuttosto ampia, con una predilezione per le etichette lombarde. I miei gusti mi portano verso la Valtellina, dove assaggiamo un Alpi Retiche di una piccolissima azienda dal nome accattivante, Pizzo Coca. Uve nebbiolo (vabbè, chiavennasca) al 100%, 13° affinati in acciaio, è un ottimo accompagnamento per la cena.

Il conto: 120 € per:
2 primi
2 secondi
2 dessert
1 caffè
1 bottiglia di acqua
1 bottiglia di vino (24 €)
2 bicchieri di vino da dessert (15 €)