martedì 26 novembre 2024

Boicottiamo il cretino + I tre soci

Sul 1° tiro di Boicottiamo il cretino.
Teo sul 2° tiro.
Teo sul 5° tiro.
Sul 2° tiro de I tre soci.
Teo sul 3° tiro.
Tracciati delle vie Boicottiamo... (azzurro) e
I tre soci (rosso).
Cima alle Coste (antiscudo)
Valle del Sarca

Accesso: da Arco si procede verso Sarche, superando Dro e giungendo in vista della parete di Cima alle Coste. Al termine di una zona alberata sulla sinistra si prende la strada per il lago Bagatoli (indicazioni), seguendola e parcheggiando sulla curva appena prima di una sbarra (NON scendere a destra ai parcheggi privati dell'oasi). Si segue lo sterrato fino ad una deviazione sulla destra (indicazione Antiscudo) che porta in breve alla base della parete. Per la via Boicottiamo il cretino (va bene, ma chi? Ce ne sono tanti in giro...) si tiene la sinistra, in leggera salita, fino all'attacco (scritta). Per I tre soci ci si porta invece a destra, costeggiando la parete fino alla scritta con nome.

Relazione: vie in completo stile plaisir, con ottima chiodatura e su buona roccia, breve avvicinamento e facile discesa. Cosa volere di più se cercate una giornata tranquilla? Volendo essere rompiscatole, l'unico "neo" è l'ultimo tiro de I tre soci, quasi tutto in A0 su placca liscia come l'olio: peccato che non si sia trovata un'altra soluzione.

Boicottiamo il cretino: sale sul lato sinistro della parete, vicino ad un diedro. Resta un po' bagnata dopo le piogge. Tutte le soste su due fix e cordone tranne dove indicato.
1° tiro: salire per la rampa iniziale, continuare lungo la placca e raggiungere la sosta sulla sinistra. 20 m, 6b (un passo), undici fix. Sosta su due fix e cordone con maglia-rapida.
2° tiro: seguire la costola sulla destra e superare due muretti. 20 m, 6a, nove fix.
3° tiro: salire lungo la fessura ad arco e spostarsi a destra verso la sosta. 12 m, 6b, otto fix.
4° tiro: superare il muretto appena a sinistra della sosta e salire per facili rocce verso destra fino alla sosta. 12 m, 6a, cinque fix.
5° tiro: salire in obliquo a destra, superare una paretina e sostare. 25 m, 5a, quattro fix. Sosta su albero.

Discesa: seguire la traccia verso sinistra e tagliare la placconata, raggiungendo un sentiero che si segue in discesa e riporta sullo sterrato, da cui si risale. Se si vuole raggiungere l'attacco della seconda via senza scendere e risalire, è anche possibile tagliare il fianco della parete quando è possibile. Tuttavia, la traccia è praticamente inesistente; soluzione consigliata solo agli amanti delle ravanate.

I tre soci: sale a destra per fessura e placche, con un bel 2° tiro. Tutte le soste su due fix e cordone tranne dove indicato.
1° tiro: salire per rocce un po' rotte fino all'altezza di una cengia (secondo fix). Qui traversare a destra, superare un risalto roccioso e proseguire fino alla sosta. 30 m, 5c, sei fix. Sosta su tre fix e cordone.
2° tiro: salire la breve placca a destra della sosta, continuare lungo la bella fessura e traversare verso la sosta a destra per lame e rocce appoggiate. 30 m, 6a/+, undici fix.
3° tiro: salire dritti per rocce appoggiate e superare un muretto. 25 m, 5b, cinque fix.
4° tiro: salire lungo uno spigolo fino alla sosta. 25 m, 5c, sette fix.
5° tiro: salire per breve fessura, superare una placca liscia (A0), traversare a destra e tirare un paio di rinvii uscire in sosta. 25 m, 5b e A0, undici fix.
6° tiro: seguire la corda fissa verso sinistra fino alla sosta su albero. 25 m.

Discesa: come la precedente.


Avvertenza: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

sabato 23 novembre 2024

Treni 2218 e 2275 (Bergamo-Milano Lambrate): ritardi settembre-ottobre 2024

Fig. 1: distribuzioni cumulative dei ritardi (scala lognormale) per il
treno 2218 (8:02) nei bimestri settembre-ottobre dal 2015 al 2024.
Fig. 2: Ritardi nei bimestri in esame per il treno 2218 (8:02).
Fig. 3: come in Fig. 1, ma per il treno 2275 (17:41).
Fig. 4: come in Fig. 2, ma per il treno 2275 (17:41).
Confesso che avevo completamente scordato l'appuntamento con il bimestre dei ritardi, ma poco importa: la situazione è più o meno sempre la stessa, se non peggio! Inizio come al solito con un articolo che racconta per l'ennesima volta le condizioni di viaggio in questa Regione, non senza una nota comica quando scrive che la qualità discutibile del servizio avrebbe indotto persino il governatore lombardo Attilio Fontana ad alzare la voce. Chissà che paura a Trenord! Ricordiamo solo che i disservizi ci sono da sempre, che Fontana presiede la Regione che ha (tra l'altro) benedetto la modifica delle condizioni di rimborso, rendendolo un miraggio (sempre per citare l'articolo), e che è lautamente pagato non per alzare la voce, ma per risolvere i problemi (idem dicasi per l'AD di Trenord).

Ciò detto, veniamo alla tratta di nostro interesse, iniziando dal 2218. Puntualità al 5% e al 48% entro cinque minuti; massimo ritardo di "soli" 27', il 4 ottobre per un guasto alla linea. Andamento solito (Fig. 1) sbilanciato a destra, ma lievemente migliore dei ultimi anni, con la curva che si "raddrizza" un pochino.
L'andazzo storico di questo bimestre si vede in Fig. 2, dove si può apprezzare il miglioramento rispetto agli ultimi tre anni. Si tratta di una variazione non incredibile, ma come al solito non ci resta che sperare che si continui così (anche se nessuno ci crede).

Se il 2218 regala una minima soddisfazione, il 2275 è completamente allo sbando! Puntualità all'8% e al 42% entro 5'; massimo ritardo di 55' il 30 settembre per sciopero. La distribuzione dei ritardi (Fig. 3) è pessima, con la metà superiore completamente sbilanciata e di gran lunga la peggiore da dieci anni a questa parte (evviva!), con il treno che è stato cancellato per quattro giorni consecutivi! Anche in questo bimestre, i problemi del 2275 sono tutti tra Porta Garibaldi e Lambrate, e solo raramente il ritardo si accumula tra Lambrate e Bergamo. Vogliamo (metaforicamente) bombardare Porta Garibaldi e far partire questo maledetto treno da Lambrate?
Lo storico dei ritardi è riportato in Fig. 4, che ben evidenzia come dopo il 2019 i ritardi siano sempre, costantemente, aumentati, superando i livelli del 2018, ma senza nemmeno la scusa dell'incidente di Pioltello! In cinque anni si sono accumulati in media (cioè ogni giorno) 10' di ritardo, e ora siamo a 15' circa; il 2275 si candida a diventare il treno peggiore di tutta la Lombardia! Ma ora che Fontana alza la voce, vedrete che tutto funzionerà a meraviglia.

Per quanto riguarda le giustificazioni: su diciotto notifiche, undici appaiono riconducibili direttamente a Trenord (ovvero problemi ai treni: guasti, controlli, cancellazioni senza spiegazione, ecc. ecc.), quattro a Rfi (guasti alla linea o agli scambi), due alle "esigenze del regolatore" (ovvero problemi di gestione del traffico, quindi possibile responsabilità di altri convogli di Trenord) e una allo sciopero del 30/9. Bisogna notare però che ci sono altri cinque casi con ritardi di almeno 10' su cui non è stata fornita spiegazione. Siccome tutti conoscono il famoso detto sull'esattezza del pensar male, valutate voi di chi possa essere la responsabilità...


Nota: i dati sono raccolti personalmente o da app Trenord. Per correttezza, bisogna specificare che i ritardi sopportati dai pendolari su questi due treni non sono indicativi dei ritardi complessivi, che sta ad altri raccogliere e rendere pubblici. Idem per i rimpalli di responsabilità tra Trenord, Rfi, e quant'altri. Qui si cita Trenord in quanto è ad essa che i poveri pendolari versano biglietti ed abbonamenti, e ai quali dovrebbe rispondere del servizio.

giovedì 21 novembre 2024

Clivus

Teo sul 1° tiro.
Sul 2° tiro.
Sul 4° tiro.
Teo sul 5° tiro.
Sul 10° tiro.
Tracciato della via.
Ma perché quando sono arrivati qui durante l'apertura non hanno buttato giù le doppie invece di proseguire?
Ma no dai, magari salendo migliora... il muretto qui sopra sembra bello...

Quando arriverete alla prima sosta sarete colti dal medesimo dubbio di Teo. Bene: non sottovalutate questo istinto e pensateci bene prima di abbandonarvi all'ottimismo come il sottoscritto. Il terreno di salita non migliorerà, anche se troverete delle sezioni interessanti ed un tiro molto bello. Nel complesso, però, si trova di meglio in valle...

Accesso: da Arco raggiungere Ceniga e parcheggiare in una delle due aree sulla destra. Prendere la strada di fronte al primo parcheggio (via Al ponte), superare il Sarca e seguire a destra verso il Maso Lizzone. Qui salire a sinistra e seguire il sentiero che porta verso le pareti. Ignorare una deviazione a sinistra in corrispondenza di un ometto (porta al Sentiero degli scaloni che si percorrerà in discesa) e continuare sempre verso destra fino a costeggiare la parete e incontrare la scritta con il nome della via.

Relazione: Via che esplora il lato sinistro della parete dell'Anglone, appena dopo il sentiero degli scaloni. Tuttavia, se la parete vista dal basso sembra regalare un itinerario interessante, la realtà è un po' diversa: il percorso si svolge per lunga parte su terreno facile, ma friabile, intervallato da qualche sezione interessante su roccia buona (molto bello l'ottavo tiro). La chiodatura è ottima e ravvicinata nei tratti più impegnativi, ma distanziata in quelli facili e friabili (a volte per l'oggettiva difficoltà di chiodatura), dove è d'obbligo fare molta attenzione; necessaria un po' di esperienza su questo tipo di terreno, oltre ad una certa passione per le ravanate. Tutte le soste sono su due fix con anello e cordone tranne ove indicato.
1° tiro: superare il muretto (ostico passo iniziale) e continuare su rocce friabili, salire un corto diedro sulla destra e proseguire ancora su roccia friabile fino alla sosta. 40 m, 6a+/b (passo iniziale), sei fix.
2° tiro: percorrere i primi metri un po' friabili e salire per il bel muro (con un passo in A0), uscendo a sinistra e proseguendo fino alla sosta. 30 m, 6a+, dodici fix (uno con cordone).
3° tiro: partenza delicata su placca, spostarsi a sinistra e continuare ancora per placca e vago diedrino fino ad una placchetta finale che conduce in sosta. 30 m, 5c, sette fix.
4° tiro: salire lungo la lama, traversare a sinistra e raggiungere la sosta. 15 m, 4c, quattro fix. Sosta su albero con cordone
5° tiro: raggiungere la parete e salire verso sinistra, rimontare sulla placca a destra (breve tratto friabile) e continuare per placca delicata  fino alla sosta. 15 m, 6a+, sette fix.
6° tiro: risalire il pilastrino a sinistra della sosta, traversare a destra e uscire su roccia friabile per raggiungere la sosta. 20 m, 5c, cinque fix.
7° tiro: salire in obliquo verso destra su roccia friabile fino a raggiungere una parete rocciosa dove si trova la sosta. 35 m, IV; un fix, tre cordoni in clessidra, un cordone su pianta. Sarebbe stato più logico attrezzare la sosta alla base della parete.
8° tiro: traversare a destra su placca e raggiungere un bel diedro. Salirlo (ignorare una variante a fix verso destra), traversare appena sotto un tetto ad arco e uscire su buone prese, per salire poi alla sosta. 30 m, 6a+, tredici fix (due con cordone), un cordino su radice. Tiro molto bello, ma attenzione all'attrito delle corde.
9° tiro: salire per un diedrino (alla base c'è la sosta della variante al tiro precedente), uscendo a destra dove sono presenti dei grossi blocchi dall'aspetto poco stabile (fare MOLTA attenzione). Continuare brevemente e tenere la sinistra sotto una cornice, salendo poi alla sosta. 35 m, 5b; cinque fix, una sosta intermedia.
10° tiro: spostarsi a destra per salire la fessura-camino, uscendo per un canalino erboso. Aggirare le piante lasciandole a sinistra e raggiungere la sosta. 25 m, 5b; quattro fix, un cordino su radice. NON aprite la scatola metallica con il libro di via perché è diventata casa di una nutrita colonia di irascibili formiche rosse!

Discesa: procedere fino ad incontrare uno sterrato che si segue verso sinistra fino ad uno slargo. Proseguire per sentiero e scendere a sinistra per il sentiero degli scaloni, che in breve riporta al Maso Lizzone.


Avvertenza: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

domenica 10 novembre 2024

Locanda dei buoni e cattivi

Lo spazio esterno.
Tagliatelle rosse con ragù di pollo.
Ghisadu di manzo.
Tortino al cioccolato.
Via Vittorio Veneto 96
Cagliari


La Cooperativa dei buoni e cattivi è una cooperativa sociale che aiuta i giovani con diverse fragilità a ritrovare una strada attraverso il lavoro nella locanda o nel ristorante, a cui si uniscono un circolo e un punto ristoro. Il ristorante ha uno spazio interno e un dehor, dove ci sediamo. La cucina utilizza prodotti locali e si ispira ai piatti della tradizione sarda, con pane e pasta fatti in casa. Menù abbastanza semplice, con quattro antipasti e primi, e qualche scelta in più per i secondi.

I primi includono una vellutata di pomodori (opzione per vegetariani) e tre scelte di pasta, tra cui scelgo senza esitazione le tagliatelle rosse di pasta con ragù di pollo sfumato al Vermentino e profumato al limone; nome lunghissimo, ma piatto assolutamente meritevole, con il sapore un po' rustico delle tagliatelle che si sposa benissimo con la leggerezza del pollo e il sentore di limone.

Tra i secondo figurano un paio di scelte di mare (fritto e zuppa), una vegetariana, e tre di carne (arrosto di maiale, polpette di pecora e hamburger). Purtroppo le polpette su cui punto sono finite, ed al loro posto vi è un ghisadu di manzo in rosso con patate arrosto su letto di pane carasau, che assaggio con curiosità: il ghisadu (ovvero cotto in umido) è uno spezzatino tipico della Sardegna, giunto qui dalla Spagna. La carne è tenerissima, ed anche questo piatto sparisce in un batter d'occhio; unico neo - ma più che neo è una caratteristica di questo tipo di cotture - è il sapore molto intenso del sugo che va a coprire un po' quello della carne. Parere assai positivo del "local" Francesco anche sull'arrosto di maiale.

Meno entusiasmante, ma è quasi una costante per me, la lista dei dolci: millefoglie, crema al mascarpone, biancomangiare (che forse sarebbe stata la scelta più consona), e l'onnipresente tortino al cioccolato, che scelgo senza troppa convinzione. Onesto, ma niente di particolare.

La lista dei vini non è particolarmente ampia, ma giustamente focalizzata su produttori sardi; purtroppo però, la scelta è penalizzata dalla mancanza di una persona competente che sappia fornire qualche indicazione sui produttori meno noti e sulle etichette in lista (questa scarsa considerazione per il vino si ritrova ormai di frequente nei ristoranti, da nord a sud). Visti i secondi di carne, vado a pescare un Cannonau biologico Scillaras della cantina Antigori; una scelta più che soddisfacente. Interessante la scelta di amari di produzione regionale, che stavolta non abbiamo assaggiato: un motivo per ritornare!

Il conto: 100 € per:
1 antipasto
2 primi
2 secondi
2 dessert
1 caffè
1 bottiglia di acqua
1 bottiglia di vino (22 € circa)