Lo spazio esterno. |
Tagliatelle rosse con ragù di pollo. |
Ghisadu di manzo. |
Tortino al cioccolato. |
Cagliari
La Cooperativa dei buoni e cattivi è una cooperativa sociale che aiuta i giovani con diverse fragilità a ritrovare una strada attraverso il lavoro nella locanda o nel ristorante, a cui si uniscono un circolo e un punto ristoro. Il ristorante ha uno spazio interno e un dehor, dove ci sediamo. La cucina utilizza prodotti locali e si ispira ai piatti della tradizione sarda, con pane e pasta fatti in casa. Menù abbastanza semplice, con quattro antipasti e primi, e qualche scelta in più per i secondi.
I primi includono una vellutata di pomodori (opzione per vegetariani) e tre scelte di pasta, tra cui scelgo senza esitazione le tagliatelle rosse di pasta con ragù di pollo sfumato al Vermentino e profumato al limone; nome lunghissimo, ma piatto assolutamente meritevole, con il sapore un po' rustico delle tagliatelle che si sposa benissimo con la leggerezza del pollo e il sentore di limone.
Tra i secondo figurano un paio di scelte di mare (fritto e zuppa), una vegetariana, e tre di carne (arrosto di maiale, polpette di pecora e hamburger). Purtroppo le polpette su cui punto sono finite, ed al loro posto vi è un ghisadu di manzo in rosso con patate arrosto su letto di pane carasau, che assaggio con curiosità: il ghisadu (ovvero cotto in umido) è uno spezzatino tipico della Sardegna, giunto qui dalla Spagna. La carne è tenerissima, ed anche questo piatto sparisce in un batter d'occhio; unico neo - ma più che neo è una caratteristica di questo tipo di cotture - è il sapore molto intenso del sugo che va a coprire un po' quello della carne. Parere assai positivo del "local" Francesco anche sull'arrosto di maiale.
Meno entusiasmante, ma è quasi una costante per me, la lista dei dolci: millefoglie, crema al mascarpone, biancomangiare (che forse sarebbe stata la scelta più consona), e l'onnipresente tortino al cioccolato, che scelgo senza troppa convinzione. Onesto, ma niente di particolare.
La lista dei vini non è particolarmente ampia, ma giustamente focalizzata su produttori sardi; purtroppo però, la scelta è penalizzata dalla mancanza di una persona competente che sappia fornire qualche indicazione sui produttori meno noti e sulle etichette in lista (questa scarsa considerazione per il vino si ritrova ormai di frequente nei ristoranti, da nord a sud). Visti i secondi di carne, vado a pescare un Cannonau biologico Scillaras della cantina Antigori; una scelta più che soddisfacente. Interessante la scelta di amari di produzione regionale, che stavolta non abbiamo assaggiato: un motivo per ritornare!
Il conto: 100 € per:
1 antipasto
2 primi
2 secondi
2 dessert
1 caffè
1 bottiglia di acqua
1 bottiglia di vino (22 € circa)