martedì 24 settembre 2024

Cirò DOC classico superiore 2017 Cataldo Calabretta

Non ci sono molte informazioni su questa cantina: il sito è ad oggi vuoto, e le poche righe che si trovano qua e là raccontano una storia di quattro generazioni e di una recente conversione al regime biologico, con la coltivazione della vite con la tecnica dell'alberello (più laboriosa, ma con risultati migliori) ed il recupero di vasche in cemento per l'affinamento di vini ottenuti limitando l'uso di anidride solforosa e senza uso di lieviti. Poco... ma molto, si potrebbe dire!

La cantina produce un Ansonica e un passito, oltre ovviamente ai Cirò, nelle declinazioni di rosso, bianco e rosato. Questo Cirò rosso superiore nasce da uve Gaglioppo al 100% e proviene da vecchie viti di oltre 40 anni. Il vino dovrebbe affinare per 10 mesi nelle suddette vasche, ma in giro si trovano anche informazioni diverse sulla durata della permanenza. Il colore è ormai granato, a testimonianza dei sette anni trascorsi in bottiglia, ed il vino si presenta chiuso, poco convinto di uscire dal vetro in cui riposava. Bisogna quindi coccolarlo un poco, e aspettare che si decida: pian piano emergono i frutti rossi e un po' di liquirizia e violetta. All'assaggio si percepisce una struttura ancora ben solida, con tannini morbidi e una buona persistenza.
Da riprovare assolutamente un po' più giovane!


Gradazione: 13,5°
Prezzo: 12 €

martedì 10 settembre 2024

Asti-Aiolfi (con variante Pellicioli-Bergamelli)

La relazione originale (LS 18, 1944).
La variante (Annuario CAI BG 1954, p. 72)
Sul 1° tiro.
Bruno sul 2° tiro.
Tracciato della via.
Presolana orientale
Parete S

io me li immagino Randolfo Asti e Carlo Aiolfi in cima al Visolo nell'estate del 1944, con l'Italia spaccata in due ed il nord ancora sotto il governo-fantoccio della Repubblica di Salò. Non so se la salita sia un modo per riappropriarsi della libertà o un semplice momento di svago, ma sono lì. E, guardando la Presolana orientale, non possono non notare l'evidente direttrice di salita ed il pilastro staccato. Da qui, infatti, la linea è evidente ed invitante, molto più di quanto non appaia dal basso. Il 15 agosto salgono la via, e la relazione è pubblicata su Lo Scarpone n. 18 del 16 ottobre 1944 (e riportata nell'Annuario 1944 del CAI BG), con schizzo dell'itinerario invero alquanto approssimativo.
Passano dieci anni e anche Leone Pellicioli guarda la Presolana orientale. Nel 1954 vi apre la Pellicioli-Spiranelli e decide che la linea diretta della Asti-Aiolfi che si vede dal Visolo deve essere percorsa per intero, raddrizzando quella deviazione a sinistra dei primi salitori. Detto fatto!

Accesso: dalla Val Seriana verso il passo della Presolana; parcheggiare sulla destra in un largo spiazzo poco prima di raggiungerlo, appena prima di una chiesetta (cartello "Cantoniera della Presolana"), seguire la strada che si stacca di fronte fino al secondo tornante e lasciarla per proseguire lungo il sentiero, raggiungendo la baita Cassinelli o rif. Carlo Medici (indicazioni). In alternativa, parcheggiare qualche centinaio di metri prima sulla destra, nei pressi dell'Hotel Spampatti, e seguire la strada di fronte e subito il sentiero a destra (indicazioni per baita Cassinelli), che sale nel bosco e si congiunge con il precedente. Superare la malga Cassinelli e risalire il ghiaione (segnavia 315 per il bivacco Città di Clusone e Grotta dei Pagani), fino a giungere all'altezza della parete dello Spigolo Longo. Qui salire per una delle tracce sulla destra, raggiungendo l'attacco di Echi verticali. Proseguire in salita, superando l'attacco di Spigolando e il cordino di Emmentalstrasse, e continuare fino ad un tratto attrezzato che supera il canale Bendotti. Poco dopo si giunge davanti alla parete della Presolana orientale, dove sale la Pellicioli-Spiranelli. Si continua ancora risalendo una paretina (corda fissa) fino a giungere in vista dell'ultimo tratto di parete, dove sono evidenti due grosse nicchie. Quando il sentiero si allontana dalla parete, lasciarlo e traversare a sinistra (vaga traccia) puntando alla loro verticale. Si vedono ora altre due nicchie nerastre alla base: la via attacca tra le due (chiodo visibile).

Relazione: via con percorso molto logico e difficoltà contenute su roccia quasi sempre buona (tranne nel canalino del terzo tiro dove bisogna fare un po' d'attenzione). Il vero limite di questa via è il suo sviluppo, che di fatto è di un centinaio di metri circa e che difficilmente giustifica l'avvicinamento, a meno di non salire anche Ultimo sole o qualche linea che consenta un veloce rientro tramite calata. La chiodatura è buona, ma qualche friend è utile per integrare qua e là.
1° tiro: salire e spostarsi a sinistra, poi dritti fino ai due chiodi ravvicinati e ancora a sinistra ad una lama che si risale. Un ultimo traverso a sinistra porta ad un diedro che si attraversa per salire alla sosta. 30 m; IV, V+, V; quattro chiodi (uno con maglia-rapida), un cordone in clessidra. Sosta su tre fix con cordoni e maglia-rapida. Poco oltre c'è la sosta originale.
2° tiro: raggiungere la sosta originale e salire portandosi verso l'evidente fessura alla sua destra, che si segue fino ad un terrazzo dove si sosta. 25 m; V+, IV+; un chiodo. Sosta su cordone in clessidra. La via originale prosegue a sinistra.
3° tiro (variante Pellicioli-Bombardieri): salire dritti per bel muretto lavorato e lama, entrando in un vago diedro-fessura con roccia ed erba che si segue fino al termine, dove si cerca uno spuntone minimamente stabile per la sosta. 25 m; IV+, V+, IV+; un chiodo, un cordone in clessidra. Sosta da allestire su spuntone.
4° tiro: salire le facili rocce fino al terrazzo di sosta. 25 m, II. Sosta (della via Ultimo sole) su due fix con cordone e maglia-rapida, e fix singolo.

Discesa: dovrebbe essere possibile scendere in corda doppia lungo Ultimo sole, ma non abbiamo provato. In alternativa, proseguire per facili rocce fino a poco sotto la vetta, dove si può traversare a destra fino a congiungersi con il sentiero di discesa (bolli rossi) che si segue fino alla bocchetta del Visolo (passi di II). Da qui si può scendere a destra, ritornando sul sentiero percorso in salita, oppure salire al Visolo e scendere dall'altro versante, giungendo direttamente nei pressi della baita Cassinelli.


Avvertenza: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.

sabato 7 settembre 2024

King line

Edo sul 1° tiro.
Sul 6° tiro.
Tracciato della via (rosso). In azzurro la via Solo per Bruna.
Rocca Castello
Parete E

Accesso: si risale la val Maira fino a Chiappera (fraz. di Acceglio), si superano le case e si prosegue fino al bivio successivo dove si sale verso destra. La strada sale per circa 4,5 km con tratti asfaltati e sterrati, ma ben percorribili, fino ad un parcheggio (Grange Collet; cartello di divieto di accesso). Qui si prende il sentiero che mena al Colle Greguri (poco dopo la partenza, tenere la destra e passare il torrente su un ponte; non puntare alle baite), con bella vista sulle pareti ovest di Rocca e Torre Castello. Dal Colle, ove si può visitare un bunker della seconda guerra mondiale, a ricordare l'idiozia di chi voleva alcune migliaia di morti per sedersi al tavolo del vincitore, si scende lungo il sentiero fino al quarto tornate. Da qui si segue una traccia che porta all'attacco, a sinistra di un tetto obliquo (via Rinaudo). Fix visibili e targhetta con nome.

Relazione: bella via diretta che sale la parete E della Rocca per muretti articolati e un diedro centrale. La chiodatura è buona a fix, solo un poco distanziata qua e là, ma la via è percorribile in tutta tranquillità, senza utilizzo di friend, anche perché le difficoltà indicate sono quasi sempre limitate a pochi passi per tiro; tuttavia - come al solito - portatene un paio se non siete a vostro agio. La roccia è ottima ed il percorso sempre ovvio. Tutte le soste sono attrezzate con due fix, catena ed anello di calata.
1° tiro: salire dritti fino ad un terrazzino (secondo fix un po' alto), spostarsi a sinistra e continuare per lame fino alla sosta. 30 m, 5c, sette fix.
2° tiro: salire il diedrino sopra la sosta, uscire a sinistra in placca e continuare per placche intervallate da terrazzini fino alla sosta. 35 m, 5b, sei fix.
3° tiro: salire la placca e la fessura verticale, uscendo su un terrazzino grazie ad una lama. Risalire un pilastro staccato, portarsi sulla parete e raggiungere la sosta sulla sinistra. 30 m, 5b, sei fix.
4° tiro: salire dritti per placca fino ad un vago diedrino, poi per diedro più facile fino alla sosta. 30 m, 5c, sette fix.
5° tiro: salire per i diedri a sinistra dello spigolo fino ad un terrazzo, dove si continua per diedro fino alla sosta. 40 m, 5a, sei fix.
6° tiro: uscire dal diedro e raggiungere la parete sulla sinistra. Salire la bella placca e sostare sullo spigolo a sinistra. 30 m, 5b, sei fix.
7° tiro: salire brevemente lungo lo spigolo, portarsi a destra e salire per placca fino ad una lama che consente di raggiungere la sosta finale. 25 m, 6a (un passo), sei fix.

Discesa: in corda doppia lungo la via:
1a calata: 50 m, fino alla sosta del 5° tiro.
2a calata: 35 m, fino alla sosta del 4° tiro (oppure 55 m fino a quella del 3°).
3a calata: 55 m, fino alla sosta del 2° tiro (o del 1° tiro se partite dalla S3).
4a calata: 55 m, fino a terra (o 30 m se partite da S1).


Avvertenza: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.