Pizzo Badile
Parete SE
Accesso: la partenza canonica è dal rifugio Gianetti (ma non mancano le cordate che fanno tutto in giornata), ove si giunge risalendo la Valtellina e la Val Masino fino a Bagni di Masino e parcheggiando al termine della strada (5€ al giorno); da qui si prosegue seguendo le indicazioni (circa 2,5 h di marcia).
Dal rifugio, guardate la cresta che scende dal Badile, presso cui corre la via normale di salita. La via sale sulla parete a destra della cresta, alla cui base c'è un avancorpo roccioso: lo si può aggirare da sinistra o da destra. Nel primo caso, si sale subito dietro il rifugio, seguendo la traccia (e la fila di persone) che salgono verso l'attacco della via normale di salita. Raggiuntolo, si prosegue verso destra. In alternativa, dal Gianetti si segue brevemente per il rif. Allievi e si sale poi a sinistra, nel largo canale a sinistra della Punta Enrichetta (singolare struttura con lisce placche, di forma conica se vista dal rifugio), congiungendosi con il percorso precedente.
Giunti sotto la parete SE, si identificano delle strisce nere verticali (visibili anche dal rifugio) e, alla loro destra, delle righe nere orizzontali. La via attacca appena a destra, in corrispondenza di un diedro appoggiato. Circa un'oretta dal rifugio.
Relazione: una classicissima del Badile, che risale la parte da destra a sinistra con ottima intuizione. Come dice Gaddi in Nel regno del granito (p. 207), la via "mostra come l'occhio alpinistico degli anni '30 poteva permettersi di superare le grandi pareti alpine con il classico spirito ardito d'altri tempi". Mai difficile (il famoso traverso è protetto da corda fissa), ma poco chiodata, richiede un minimo di capacità di orientamento nei tiri centrali (4°-6°) sulle placche, dove comunque sono possibili infinite varianti e dove probabilmente si trovano altrettante soste sparse qua e là. Portare friend piccoli e medi. Attenzione alla ressa di cordate nei giorni festivi, con imbecilli che sorpassano in ogni dove; evitate se possibile!
1° tiro: salire il diedro gradinato sulla destra e continuare verso sinistra sino alla sosta. 50 m, III, un chiodo. Sosta su due chiodi con cordino e maglia-rapida.
2° tiro: seguire un diedro molto abbattuto sulla sinistra, che piega ad arco. Salire su un gradino e continuare a sinistra fino alla sosta. 60 m; III, IV; tre chiodi. Sosta su due fix e cordone.
3° tiro: salire i due corti diedri e proseguire verso sinistra per rocce più facili. 30 m, V, III; due chiodi. Sosta su fix e chiodo con cordone.
4° tiro: risalire una cengia erbosa a sinistra della sosta. Alla fine dell'erba si continua a obliquare a sinistra su rocce facili sino a raggiungere un'altra cengia dove si sosta in prossimità di un masso fessurato. 30 m, III. Sosta su cordone con anello su masso fessurato e chiodo.
5° tiro: salire dritti partendo leggermente a destra della sosta, superare qualche metro verticale con passi più delicati e spostarsi verso sinistra su rocce più facili e appoggiate, con alcune fessure che vanno da sinistra a destra. Da qui salire più o meno dritti fino alla sosta. 40 m, III, un chiodo. Sosta su fix e chiodo con cordone.
6° tiro: portarsi a sinistra verso un diedro fessurato. Prima di raggiungerlo, salire la placchetta a destra e raggiungere la cengia dove si sosta. È possibile anche raggiungere la parete (un chiodo) e indi salire, ma si deve poi tornare indietro sulla cengia per raggiungere la sosta (se fate questa scelta, allestite una sosta in una nicchia). 35 m, IV, III, I. Sosta su fix e chiodo con cordone.
7° tiro: seguire la rampa che si alza in un diedro, e proseguire fino alla sosta alla base di un diedro. 30 m, IV+, 1 chiodo. Sosta su due fix e maglia-rapida arrugginito.
8° tiro: salire per il diedro e continuare fino alla sosta. 40 m; V, IV; due chiodi. Sosta su fix e due chiodi.
9° tiro: traversare a sinistra seguendo una corda fissa nuova di zecca, rimontare un muretto fino ad una placca inclinata e superare la paretina fessurata (o il diedro sulla destra) ed il successivo muretto. 40 m, VI+ (o A0 su corda fissa), V+, IV+; una corda fissa, un chiodo, una sosta intermedia su due chiodi. Sosta su due fix.
10° tiro: salire la placca sfruttando inizialmente un diedro fessurato; raggiunto un intaglio proseguire con facile e divertente arrampicata lungo lo spigolo sino alla sosta. 50 m, III, IV, 2 chiodi. Sosta su due fix.
11° tiro: continuare lungo il filo dello spigolo. Raggiunta la cresta, si aggira a destra (facile, ma esposto) un breve salto verticale e ci si abbassa al terrazzino di sosta. A metà tiro c'è una sosta da utilizzare se le corde fanno troppo attrito. 50 m, IV; un chiodo, una sosta intermedia (fix e chiodo). Sosta su due fix e anello di calata.
12° tiro: si rimonta la cresta e la si segue fino al bivacco Redaelli dove si attrezza una sosta. 25 m; II, III.
Da qui, portatevi sulla sinistra (faccia al bivacco) verso un intaglio, oltre il quale una crestina porta alla piramide di vetta. Qui, non dimenticate un pensiero per il tenero Buddha, vittima dell'intolleranza.
Discesa: dalla piramide, guardate verso il rif. Gianetti. Ci sono due canali che scendono più o meno verso destra e verso sinistra. Scendete lungo il secondo. Poco dopo si trova un anellone di calata, ma è possibile (valutate voi!) scendere a piedi (II), superando un altro anello e giungendo ad un terrazzo con anellone dove si arriva direttamente con la calata. Da qui si può proseguire lungo la normale, ma conviene portarsi ad una sosta (due fix con catena ed anello) appena a sinistra dell'anellone. Da qui, con sei calate tra i 30 e i 40 m si è alla base della parete SO (riferimenti con faccia a monte):
1a calata: lungo il canale fino ad una terrazza con una lastra di traverso: alla destra c'è la sosta;
2a calata: non proseguire nel canale, ma lungo la parete di destra. La sosta è sulle placche;
3a calata: non scendere verso destra lungo il catino, ma in verticale. La sosta è prima delle cenge orizzontali;
4a calata: ancora dritti lungo la parete che diviene verticale;
5a calata: in verticale lungo la parete nerastra;
6a calata: breve discesa fino a terra.
Dalla base delle calate si scende facilmente verso il rif. Gianetti (ometti).
E adesso, provate a pensare di dover ripetere la via con la relazione che compare nella Guida Monti Masino Bregaglia Disgrazia di Aldo Bonacossa del 1936, scritta un anno dopo l'apertura della via, e meditate su come è cambiato il modo di andare in montagna.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.
Parete SE
Accesso: la partenza canonica è dal rifugio Gianetti (ma non mancano le cordate che fanno tutto in giornata), ove si giunge risalendo la Valtellina e la Val Masino fino a Bagni di Masino e parcheggiando al termine della strada (5€ al giorno); da qui si prosegue seguendo le indicazioni (circa 2,5 h di marcia).
Dal rifugio, guardate la cresta che scende dal Badile, presso cui corre la via normale di salita. La via sale sulla parete a destra della cresta, alla cui base c'è un avancorpo roccioso: lo si può aggirare da sinistra o da destra. Nel primo caso, si sale subito dietro il rifugio, seguendo la traccia (e la fila di persone) che salgono verso l'attacco della via normale di salita. Raggiuntolo, si prosegue verso destra. In alternativa, dal Gianetti si segue brevemente per il rif. Allievi e si sale poi a sinistra, nel largo canale a sinistra della Punta Enrichetta (singolare struttura con lisce placche, di forma conica se vista dal rifugio), congiungendosi con il percorso precedente.
Giunti sotto la parete SE, si identificano delle strisce nere verticali (visibili anche dal rifugio) e, alla loro destra, delle righe nere orizzontali. La via attacca appena a destra, in corrispondenza di un diedro appoggiato. Circa un'oretta dal rifugio.
Relazione: una classicissima del Badile, che risale la parte da destra a sinistra con ottima intuizione. Come dice Gaddi in Nel regno del granito (p. 207), la via "mostra come l'occhio alpinistico degli anni '30 poteva permettersi di superare le grandi pareti alpine con il classico spirito ardito d'altri tempi". Mai difficile (il famoso traverso è protetto da corda fissa), ma poco chiodata, richiede un minimo di capacità di orientamento nei tiri centrali (4°-6°) sulle placche, dove comunque sono possibili infinite varianti e dove probabilmente si trovano altrettante soste sparse qua e là. Portare friend piccoli e medi. Attenzione alla ressa di cordate nei giorni festivi, con imbecilli che sorpassano in ogni dove; evitate se possibile!
1° tiro: salire il diedro gradinato sulla destra e continuare verso sinistra sino alla sosta. 50 m, III, un chiodo. Sosta su due chiodi con cordino e maglia-rapida.
2° tiro: seguire un diedro molto abbattuto sulla sinistra, che piega ad arco. Salire su un gradino e continuare a sinistra fino alla sosta. 60 m; III, IV; tre chiodi. Sosta su due fix e cordone.
3° tiro: salire i due corti diedri e proseguire verso sinistra per rocce più facili. 30 m, V, III; due chiodi. Sosta su fix e chiodo con cordone.
4° tiro: risalire una cengia erbosa a sinistra della sosta. Alla fine dell'erba si continua a obliquare a sinistra su rocce facili sino a raggiungere un'altra cengia dove si sosta in prossimità di un masso fessurato. 30 m, III. Sosta su cordone con anello su masso fessurato e chiodo.
5° tiro: salire dritti partendo leggermente a destra della sosta, superare qualche metro verticale con passi più delicati e spostarsi verso sinistra su rocce più facili e appoggiate, con alcune fessure che vanno da sinistra a destra. Da qui salire più o meno dritti fino alla sosta. 40 m, III, un chiodo. Sosta su fix e chiodo con cordone.
6° tiro: portarsi a sinistra verso un diedro fessurato. Prima di raggiungerlo, salire la placchetta a destra e raggiungere la cengia dove si sosta. È possibile anche raggiungere la parete (un chiodo) e indi salire, ma si deve poi tornare indietro sulla cengia per raggiungere la sosta (se fate questa scelta, allestite una sosta in una nicchia). 35 m, IV, III, I. Sosta su fix e chiodo con cordone.
7° tiro: seguire la rampa che si alza in un diedro, e proseguire fino alla sosta alla base di un diedro. 30 m, IV+, 1 chiodo. Sosta su due fix e maglia-rapida arrugginito.
8° tiro: salire per il diedro e continuare fino alla sosta. 40 m; V, IV; due chiodi. Sosta su fix e due chiodi.
9° tiro: traversare a sinistra seguendo una corda fissa nuova di zecca, rimontare un muretto fino ad una placca inclinata e superare la paretina fessurata (o il diedro sulla destra) ed il successivo muretto. 40 m, VI+ (o A0 su corda fissa), V+, IV+; una corda fissa, un chiodo, una sosta intermedia su due chiodi. Sosta su due fix.
10° tiro: salire la placca sfruttando inizialmente un diedro fessurato; raggiunto un intaglio proseguire con facile e divertente arrampicata lungo lo spigolo sino alla sosta. 50 m, III, IV, 2 chiodi. Sosta su due fix.
11° tiro: continuare lungo il filo dello spigolo. Raggiunta la cresta, si aggira a destra (facile, ma esposto) un breve salto verticale e ci si abbassa al terrazzino di sosta. A metà tiro c'è una sosta da utilizzare se le corde fanno troppo attrito. 50 m, IV; un chiodo, una sosta intermedia (fix e chiodo). Sosta su due fix e anello di calata.
12° tiro: si rimonta la cresta e la si segue fino al bivacco Redaelli dove si attrezza una sosta. 25 m; II, III.
Da qui, portatevi sulla sinistra (faccia al bivacco) verso un intaglio, oltre il quale una crestina porta alla piramide di vetta. Qui, non dimenticate un pensiero per il tenero Buddha, vittima dell'intolleranza.
Discesa: dalla piramide, guardate verso il rif. Gianetti. Ci sono due canali che scendono più o meno verso destra e verso sinistra. Scendete lungo il secondo. Poco dopo si trova un anellone di calata, ma è possibile (valutate voi!) scendere a piedi (II), superando un altro anello e giungendo ad un terrazzo con anellone dove si arriva direttamente con la calata. Da qui si può proseguire lungo la normale, ma conviene portarsi ad una sosta (due fix con catena ed anello) appena a sinistra dell'anellone. Da qui, con sei calate tra i 30 e i 40 m si è alla base della parete SO (riferimenti con faccia a monte):
1a calata: lungo il canale fino ad una terrazza con una lastra di traverso: alla destra c'è la sosta;
2a calata: non proseguire nel canale, ma lungo la parete di destra. La sosta è sulle placche;
3a calata: non scendere verso destra lungo il catino, ma in verticale. La sosta è prima delle cenge orizzontali;
4a calata: ancora dritti lungo la parete che diviene verticale;
5a calata: in verticale lungo la parete nerastra;
6a calata: breve discesa fino a terra.
Dalla base delle calate si scende facilmente verso il rif. Gianetti (ometti).
E adesso, provate a pensare di dover ripetere la via con la relazione che compare nella Guida Monti Masino Bregaglia Disgrazia di Aldo Bonacossa del 1936, scritta un anno dopo l'apertura della via, e meditate su come è cambiato il modo di andare in montagna.
Nota: quanto sopra è la relazione del percorso da me seguito. Altre opzioni possono essere possibili per quanto riguarda l'accesso, la salita e la discesa; inoltre, le protezioni, le soste ed il loro stato possono cambiare nel tempo: usate sempre le vostre capacità di valutazione! Vogliate segnalarmi eventuali errori ed omissioni. Grazie.