Certo, se si parla di Liguria e di vini la mia mente vola subito al Rossese e alla piccola enoteca di Finalborgo dove periodicamente mi rifornivo dopo qualche giornata passata nelle splendide falesie del finalese o della Val Pennavaire. Ma anche all'altra estremità della striscia ligure, oltre al Muzzerone per arrampicare, si trovano realtà vinicole di interesse. La DOC è quella dei Colli di Luni (che si estende anche in Toscana) ed il vitigno di elezione è certamente il Vermentino, affiancato da piccole produzioni da vitigni autoctoni. L'azienda più grande della DOC è probabilmente la Cantine Lunae Bosoni, che mi è già simpatica essendo nata nel 1966 e quindi mia coetanea, ma anche perché ha una precisa filosofia produttiva: niente diserbanti, solo concimi naturali, uve conferite (anche) da piccoli produttori della zona. La produzione è ragguardevole, con circa 400.000 bottiglie annue, più della metà dedicata al Vermentino. Al riguardo, sul sito aziendale si trovano due tipologie, l'Etichetta grigia e l'Etichetta nera. Quest'ultima non sono riuscito per ora a reperirla (comprare su Internet è troppo facile e non c'è gusto...), ma al suo posto mi sono imbattuto nel Terre di Luna che, come mi era capitato con Velenosi, non compare nemmeno sul sito aziendale (probabilmente è una linea creata su misura per la distribuzione)! Un vero peccato perché, se devo dirla tutta e rivelare subito il finale, mi è piaciuto più dell'altro!
Ma andiamo con ordine: il Terre di Luna si presenta con un colore giallo paglierino e un profumo decisamente intenso di frutta bianca con accenni floreali e qualche nota più dolce. Molto fresco e piacevole al gusto, di buona persistenza. Si beve che è un vero piacere.
Se di questo vino non sono riuscito a trovare informazioni, le cose vanno meglio per l'Etichetta grigia, fermentato ed affinato in acciaio (come probabilmente il precedente; e poi in Italia è forse solo in Sardegna che riescono a piazzarci la barrique pure qui). Il colore è simile, anche in questo caso un giallo paglierino, ma il profumo è assai meno intenso del precedente, con note di salvia, e più floreale che fruttato.
Gusto fresco e piacevole anche in questo caso, con buona acidità, ma più contenuto, meno esuberante del precedente. Qualcuno potrà dire che l'Etichetta grigia è più elegante, austero, o forse che è meno varietale (ma è vero?), ma io che ho evidentemente dei gusti plebei gli ho preferito il primo (e del resto la stessa cosa mi era successa con la Barbera di Vinchio e Vaglio). Il che ovviamente non mi ha impedito di apprezzarlo!
Ma andiamo con ordine: il Terre di Luna si presenta con un colore giallo paglierino e un profumo decisamente intenso di frutta bianca con accenni floreali e qualche nota più dolce. Molto fresco e piacevole al gusto, di buona persistenza. Si beve che è un vero piacere.
Se di questo vino non sono riuscito a trovare informazioni, le cose vanno meglio per l'Etichetta grigia, fermentato ed affinato in acciaio (come probabilmente il precedente; e poi in Italia è forse solo in Sardegna che riescono a piazzarci la barrique pure qui). Il colore è simile, anche in questo caso un giallo paglierino, ma il profumo è assai meno intenso del precedente, con note di salvia, e più floreale che fruttato.
Gusto fresco e piacevole anche in questo caso, con buona acidità, ma più contenuto, meno esuberante del precedente. Qualcuno potrà dire che l'Etichetta grigia è più elegante, austero, o forse che è meno varietale (ma è vero?), ma io che ho evidentemente dei gusti plebei gli ho preferito il primo (e del resto la stessa cosa mi era successa con la Barbera di Vinchio e Vaglio). Il che ovviamente non mi ha impedito di apprezzarlo!
Mi riprometto un secondo (e terzo, quarto,...) giro di assaggi per confermare o meno i giudizi...
Gradazione: 12,5° per entrambi
Prezzo: 9 € (Terre di Luna), 12 € (Etichetta grigia)
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