Per questa seconda Pasqua trascorsa in condizioni di reclusione ho deciso comunque di aprire una bottiglia per un brindisi di speranza nei prossimi mesi, deviando per una volta dai "soliti" rossi che restano i miei prediletti. Mi sono orientato alla Franciacorta, la zona che si estende a sud del lago d'Iseo e si allarga praticamente fino alle porte di Brescia; una provincia dove gli ultimi mesi sono stati davvero pesanti. In Franciacorta si produce la maggior quantità delle bottiglie di "spumante" (termine abbastanza odioso) italiano metodo classico, ovvero (nel caso improbabile ci fosse ancora qualcuno che lo ignori) con rifermentazione in bottiglia, come nello Champagne. Ci saranno a spanne un centinaio di aziende, e una superficie vitata che probabilmente è stata allargata anche troppo.
Mirabella è un'azienda che sta nella parte est della denominazione, e che ha intrapreso una politica di riduzione dei solfiti (il loro Elite non ne ha di aggiunti, ma purtroppo non l'ho assaggiato) e di rinnovamento tecnologico al fine di aumentare la sostenibilità (fonti rinnovabili, raccolta differenziata, ecc. ecc; tutto ben spiegate sul loro sito).
Per il mio primo approccio a questa cantina ho scelto il loro Satèn, ovvero un vino Brut ottenuto da sole uve bianche (in questo caso 100% Chardonnay) e con una pressione in bottiglia inferiore rispetto agli altri Franciacorta, che porta a bollicine più fini e gusto più... cremoso, più morbido (da qui il nome, che richiama la seta). Lungo affinamento di 36 mesi (il 2020 è la data della sboccatura) a contatto coi lieviti. Nel bicchiere il vino si presenta di un bel giallo paglierino con qualche riflesso dorato, con bollicine molto fini; al naso si percepiscono aromi floreali e note più dolci, come di miele e frutta esotica.
L'assaggio è ancora meglio: il vino è veramente morbido, piacevole, con qualche cenno di mineralità su cui spuntano gli agrumi. Fa venir voglia di tornare a frequentare questo mondo con maggiore assiduità!
Gradazione: 12,5°
Prezzo: 20 €
Mirabella è un'azienda che sta nella parte est della denominazione, e che ha intrapreso una politica di riduzione dei solfiti (il loro Elite non ne ha di aggiunti, ma purtroppo non l'ho assaggiato) e di rinnovamento tecnologico al fine di aumentare la sostenibilità (fonti rinnovabili, raccolta differenziata, ecc. ecc; tutto ben spiegate sul loro sito).
Per il mio primo approccio a questa cantina ho scelto il loro Satèn, ovvero un vino Brut ottenuto da sole uve bianche (in questo caso 100% Chardonnay) e con una pressione in bottiglia inferiore rispetto agli altri Franciacorta, che porta a bollicine più fini e gusto più... cremoso, più morbido (da qui il nome, che richiama la seta). Lungo affinamento di 36 mesi (il 2020 è la data della sboccatura) a contatto coi lieviti. Nel bicchiere il vino si presenta di un bel giallo paglierino con qualche riflesso dorato, con bollicine molto fini; al naso si percepiscono aromi floreali e note più dolci, come di miele e frutta esotica.
L'assaggio è ancora meglio: il vino è veramente morbido, piacevole, con qualche cenno di mineralità su cui spuntano gli agrumi. Fa venir voglia di tornare a frequentare questo mondo con maggiore assiduità!
Gradazione: 12,5°
Prezzo: 20 €